Caratteri e aspetti del movimento nel pensiero d'un "leader,, tortonese

Caratteri e aspetti del movimento nel pensiero d'un "leader,, tortonese PJei luoghi della secessione fascista Caratteri e aspetti del movimento nel pensiero d'un "leader,, tortonese (Dal nostro in visto speciale) Tortona, 7, notte. L'ingegnere Celestino Stella mi ha fatto lo ine dichiarazioni in una salelta riservata I [^n0~'sporfciub, "il punto di coordinamento jdi tutte le manifestazioni sportive locali e mio dei ritrovi più frequentali da cpiella ] V*rte della cittadinanza che è dedita alle I r^giaggif iSMnSt ' nX%oshinza Usato verso di Ini dai suoi avversari, mi aveva già mosso sull'avviso che doveva trattarsi di un lottatore di tera fra non comune. Ne ho la conferma ora, mnntr'egli parla con voce pacata, sicura, senza pentimenti, da uomo che fili eiu elio ! deve rt«r4 0 iocot.c, ,v]lo, magio, l'orso sì e [lQis9 nr, sulla niioranHnn. mi appare subito nella Iure di un capo che no sopravvanzi molti altri nella provinola dovo vive e nella corrente politica a cui appartiene. Genesi della crisi , ' Alic'rli0 tri tavolo al quale prendo posto ! '""1™ fOCCOlll C.-Tl Iti! il CCV. BaiUStS Fer- \rmi sx sllKlaco dell'amministrazione eecessionista che già conosciamo, il -i?r,or Ugo J Vigni, ex-segretario poìnico del diadolto fa ■ s-rio e redattore dal giornale Mia Derthona, ; novocaine nel titolo lo glorio dell'antica oitl'i1- l sisnori Giovanni Glavotto e.Giuseppe |G',Uino- membri del c^watn Direttorio i'n PSSW e comunalo! E \ l'altro stato maggioro contrapposto ti quello dei fascisti ufficiali. A dar rilievo alla demarcazione interviene ih ultimo il capitano Ottavio Piccinini, la cui presenza vuol avere il preciso significato di contr'altare al Sinducato agricoltori, definito dai secessionisti [toìit. court, l'Agraria. Ciò spiega perchè il nome dell'on. Torre, considerato come il ves 16"^° nuovo movimento, abbia oggi una arsa circolazione nello cronaca di Tortona. U presidente nel quadrumvirato, colonnello Scacchettl, diceva ieri a sua volta di ritenere arbitrarie e superato le designazioni di persone locali o di fuori per identificare le correnti in contrasto. Evitando qualsiasi preambolo, l'ing. Stella dico: « Al tondo della crisi odierna c'e una ribe.'licno di spiriti ohe va oltre ogni limitata un fenomeno più vas\o. il fascismo provinciale, ancora non ti molto, esaltato dalle altissimo gerarchie del partito, e ora investito I concezione, lo.-ilista. Siamo in presenza ni frappati \ ' I | nito e da tempo. In provincia l' celi agrari, I come nelle grandi città quelli plutocratici, in oieno nei ".tot assertori più genuini. Per- che? La spiegazione i> semplice. 1 fascistidelle province sonn entelli che hannu serbato j ». !«>«fO H fede e lo illusioni nei principi Iv.ndUi TJ.mdo il instiamo nmi ora ancora ìm,.uo, ,'„,, era scio m.aaTVnt* palone alimentata dalla speranza che i lavoratori, miraggi lontani ed estranei ai irò veri interessi, avrebbero eosituito, nella r.8?ist?u che ri avvinceva, la baso delle rinnovate /orbine nazionali, l'unto ouestu ù sva¬ hanno preso il sopravventi. E' avvenuta allora l'inevitabile collisione: e tra le due parti le alio gerarchie si sono pronunciate contro ; i fascisti, par;hè essi, ondando a cuor sin cero e senza secondi fini verso le masse, "rtaveno fili 'nlercssi coalizzati di quegli al ^ fT^to%òT^Vtni S oserebbe nemmeno piti smentire! i •• Quali sinno i fecondili fini di questa azione non sappiamo. Assistiamo a mi tram0nl0 triste del partito tassista e vogliamo | m« ma ^«ur» 11ale corno mezzo di dominio, si dica almeno ]<v.- esiste in Italia una provincia la quale a I tutl° ciù SI "heiia. Non siamo feticisti di nessuno, e conseguentemente neppure ai , 'torre: quelle che in noi trabocca iti questi} j momento è l'amarezza perchè vediamo cho 1-0 ragioni dell'i rivoluzione sono tradite. Non ci dissimuliamo nulla di quanto potrà accader? contro di noi. Gianferrari ii appena un'espressione burocratica al servizio del Direttorio nazionale. Sappiamo che egli è venuto oui a.d eseguire degli ordini ricevuti dall'alto. Ma abbiamo iiducia clip il nostro movimento assuma uno sviluppo nazionale, e lo assumerà. Per la liborta dui lavoratori -1 si larari « Si ò parlalo dj rassismo, complesso di violenze, frutto di popolarità acquistata con lo squadrismo Ma iilloreliè si fanno i nomi di Giunta, Balbo e di altri. Insogna intenderci. 11 fascismo era inscindibile alle origini, negli uomini e nelle cose; noii si commende - o forse lo si comprendo troppo bene - perché non lo dovrebbe esser oggi. Accettare in blocco quanto si ò fatto, significa che il metodo di assegnare agli uni le responsabilità per evitarne il peso agli altri, può riKiiltaro, a dir poco, pericoloso. Io iTevidi : mali di cui oggi soffriamo fino dai giorni della co- stititziohe del eaxiito. ma appunto per esser-mi opposto a questa ebbi r.chiami ed anche ospulsioni. Credevamo eoa Suckert che scopo del fascismo fos.se di Intervenire a difesa •lei lavoratori, rr.a dei lavoratori liberi, non coatti, lasciati, cioè, in condizioni di potere esprimere liberamente il proprio pensiero, di apprezzare che andavamo verso di essi come degli amici, non come dei fustigatori, e tale convinzione ancora nutriamo. 1 lavoratori devono, fra l'altro, poter andare a votare Uberamente, anche in tema politico ed amminisi^ativo. n Riguardo al capo supremo, nutriamo per lui un sentimento che va considerato senza sottintesi. Se il creatore del fascismo è ancora anello che era, indipendentemente dall'azione politica, quando avrà provato ancora qualche delusione (la maggiore gli verrà dai nazionalisti) ed avrà compreso che tutti i fiancheggiatori — e mi riferisco hi particolar modo a quelli economici — sono accorsi verso di lui per fave il loro gioco a danno dei lavoratori e quindi del paese, 1 ..ìior.., (]ovrà scegliere tra la pleiade odierna ' 2rP r^onttvorii e noi » l.'ing. Stella'si interrompe un istante, poi ^ Certo conserviamo dei ricordi che non hanno davvero la virtù di alimentare il no I str0 ottimismo. Torre, per esempio. Epll la- ! \\ commissariato delle ferrovie, come si ricorda, Inopinatamente. Il jriorno innanzi si trovò col Presidente del Consiglio, '.) qua I le lmig! dui parlargli del provi-edimento ! pr'pSo a suo carico, lo colmò di attenzioni e I Si complimenti. \ Tèzitlqoattr'oro di d-.sian 1 za i giornali recavano In notizia delle dl [missioni. Ce poi Do Stefani elio non si ba bene corno resista, (jerti attacchi romani con ; irò di lui, danno motivo ai vecchi fascisti ; ci' pensare che essi non siano mossi a caso, ola facciano parte di tutto II sistema. Balbo, uu altro silurato. Gli avversari del fascismo s] sono fermati ad una frase della celebre lettera che lo congedava dagli alt: « ran I gni ». Errore. La passione politica non per i tnise loro di vedere che lo spunto, uno dt più, per attaccare il capo del Governo. La | verità e che si trattava di un siluramento in 1 piena regola. L'animo dei vecchi fascisti era ìprr Balbo, ma le alte «-fere non vollero ivi | lui il successoro di Do Beno. Sta bone. Bai- ' bo che dà degli ordini al Pretetto della sua Provincia, non romple un otto normale quando Iti rivoluzione ha avuto lo sbocco di ! qufttln fascista. Ma che dire dell'on Gianferrari che in un suo lel-ecrrnmmn contro g"' attuali secessionisti dà dr»uli oniini alla Pubblica Sicurezza? E dopo Lalbo venne Torre. La sua difesa di Chiniti alla Camera fu per lui il colpo di grazia. Fu in quel momento ohe s't ebbe in mezzo a noi l'impTesstone che si volesse liquidare il vecchio fascismo. I nazionalisti mgono alla bisogna, o Federzon: è il loro capo. Oltre la proTincia Le adesioni torinesi « Ora siamo ad una svolta che potrebbe anche essere decisiva. Per la situazione iieihi Provincia, Gianferrari farà, disfare, couvochcrA :'! Congresso, avrà lutti i trionfi che vorrà e tutte le sanatone che gh piacerà Chledere "contro di noi. Ma Quando avrù fat- to tutto questo, cio^à andarsene. E allora torneremo ad essere noi i padroni della si- inazione. Non solo. Ma allora porteremo ou-tre la Provincia il nostro movimento. Non sono le adesioni che ci mancano. Da Torino ci si annuncia jl passaggio verso di noi di namarosissnnl faspitt; un u^mpo inscritti In guei Fascio ti rt^ii ejjtrl tfollà Provinfflji, jjvoa untìei*:^ ics aoitre tt3Bfegi»Bri ci e !>et« venuto un telegramma che dava scheletricamente la notizia: si recò poi a Tortona un fiduciario a confermarla di presenza. Sicurezza certa di adepti abbiamo a Ferrara, a Bologna e in altre città dell'Emilia. Un terreno più propizio offre poi la Provincia di Paviii. soppianto quel che è avvenuto per 11 voto di Cesare Forni alla Camera: egli votò per il Governo dopo un colloquio avuto con Mussolini. Senonohè nel Pavese il « réviremont n produsse una pessima impressione, e quel fascisti si avvicinano a noi, sapendo che tra 1 loro Fasci nazionali e i nostri FaCtì eli comba'ttimonto non esiste alcuna differenza i. n mio cortese intervistato traccia in ulftmo una calorosa difesa dell'Amministrazione comunale, dellu quale col Sindaco è parte precipua. Questo Iato della crisi ò però ormai superato dall'elemento politico, che, sorpassando, come già avvertivo, la stessa persona dell'on. Torre, tende, nello dichiarazioni del a leader » tortonese, ad assumere aspetto di più vasta portata. FRANCESCO OCOCNC. 1*00. te 2 i2 SiififòOM Steli 83 in un'iiiU'rwstii deli'on. Mazzoliti! Roma, 7 norto. n corrispondente da Macerata dall'/dea Nazionale ha intervistalo sulla situazione, del fascismo in provincia di Alessandria l'onorevole Mazzolini capo dell'Ufficio stampa del partilo fascista, di passaggio in quella città. L'on. Mazzollni.ha detto: — o Non ho partecipato alla riunione dolili Commissione esecutiva appunto perchè mi trovavo in Piemonte. Concordo pienamente con la deliberazione presa anche perchè in qutMrti ultimi giorni mi sono tenuto in continuo contatto telefonico e ielt-gral:co con la diri-zinne del partito c con l'ori Gianlcrrnri nostro commissario a Alexandria. Il gesto compiuto rioH'on. Torre non trova giustificazione alcuna Nessuna ragione poteva avertì il direttorio di combattere l'on. Tórre, che fu uno dei primi animatoti del fascismo piemontese e che, nella direziono delle ferrovie, seppe dimostrarsi energico tutela toro del regime fascista. Se debbo dire il vero, 0 quanto dico lo ho dotto più volte anche a liti, on. Torre, questi mi pare affetto da , una inglustiflcata mania di persecuzione. li sono evolti precisamente eoa. La j sione esecutiva del partito rhenne, II"1/1. .':1111 sl i t-onimif i «•<>» ««si sono di rauiiei.rc 1 espiikione di . ' cni'iue astisti dal lascio di Alessandria e di i 'scioaliero la federazione, la quale, dovendo; decidere su tale argomento, si era mostratili J discorde e dava segni evidenti: di Incapacità | | loro dimissioni ! rnre ripr.-iriuia di funzionare. Aggiungo che, dopo una se- ; ditta tempestosa durata una intera giornata, i alcuni dei membri della Federazione-, che si erano mostrati propensi a ratificare l'espulsione, erano stati minacciati ed insolentiti dagli espulsi. A reggere la Federazione fino alla convocazione di un Congresso venne chiamato dalla Commissione esecutiva il professor Mancini già segretario provinciale 0 del quale l'on. Torre ebbe a di-re un greti bone, come tutti gli altri del resto quando, nell'ottobre scorso, mi recai ad Alessandria por una inchiesta disciplinare riguardante appunto l'on Hebora altro dimissionarlo. Resti pubblica la notizia di tale provvedimento, l'on. Torre, senza sentire la necessità di consultare la Commissiono esecutiva, si recò ad Alessandria e convocò alcuni suoi amie!, emanò, dandolo al'e stampe, un co-1 municato di aperta ribellione alla Commis- ; 6ione esecutiva dichiarando decaduto il professor Mancini, assumendo In direzione de! fascismo nella provincia e convocando l'assemblea deiw.crre.'.ari pollila". ir Como si vede vi ora. tanto da giustificare le più severo misure disciplinari. Lo Commissiono esecutiva, invoce, chiamò a s."1 l'onorevole Torre, l'on. Rebnia e l'on, Poido e, dopo ima braga discussione, dichiarò nulli 1 provvedimenti adottati nella riunione secessionista di Alessandria Cd Inviò sul pesto l'on. Ezio Maria Gray per rendere esecutiva tuie decisione. Dovo è dunque la volontà persectttrice del direttorio nazionale? L'on. Gray si recò ad Alessandria, partecipò all'assemblea indetta dall'on. Torre, che non si era potuta sospendere per mancanza di tempo. Tutto tpicsto, e beno aggiungerà, venne, fatto con il piti comnlelo accordo dell'on. Torio. L'assemblea, alla quale aveva partecinsto appena un ferzo dei segretari politici della provincia, fu assai tumultuosa e l'onorevole Gray nominò, allo scopo di sanare In crie-i, una pentarchia chiamandovi a farne parte gii on. Torre, Rebora <? Roido, il professor Buronzo ed il prof. Mancini. Onesti ultimi due rassegnarono IrnmedHntamente tè sicche fu nocessa.r'0 diehia'a pentarchiii e con'flrmnre l'i-nrariro al prof Mancini *d Inviare su' pos-to un fiduciario del direttorio nnzlonnle che, dopo alcuni giorni, venne pre.-celto nella persona dell'on. Gianferrari il giovane deputato di Trento. « Tutto questo — 6i intendo — era a pie. ventiva conoscenza dell'on. Torre, il quale ebbe con me ripetuti colle-quii noi quali mi ha dichiarato dj non avere nessuna preferenza nella nomina del commissariò purché questi avesse rapidamente convocato 11 Congresso guì risultati del quale l'on. Torre mostrava di non avere preoccupazioni. L'on. Gianferrari si recò sul posto, trovò che alcune situazioni dovevano essere corrette prima della convocazione del congresso, che frattanto era stato indetto per il 1.o febbraio 11 54 gennaio i'on. Torre tornò da me insieme a tre suoi amici, tra cui l'ing. Tornielli del fascio di Casa'e sciolto dall'ori, l'uimferrari. l'ingegnere Stella dèi lascio di Tortona. Tenemmo un lungo colloquio, a1 quale presenziò l'on. Gianfr-rr.-iri, che pose in rilievo la necessità di condurre o termine una doverosa indagine sulla situazione di alcuni fasci e alcune amministrazioni comunali tra cui appunto quella di Tortona della quale l'ing Stello f.'i parte. Si rimase così d'accordo die l'inchiesta si sarebbe compiuta per accertare eventuali rcspons'iibìlitti nnelie da parto di chi aveva fornito i rilievi elio l'ing. Stella aveva dichiarato infondali. L'onorevole Gianferrari tornò .ad Alessandria e fece sapere che per preparare il Congrèsso convenientemente erano ancora necessario dmo tre settimane, Lunedi 30, l'on. Torre tornò da me e ini contegno lacerata la tessera del 192». Il reslo t> nolo. Vorrei ora sapere quali elementi trovi in questi dati di fatto inronfuabili l'on. Torre per dichiarare, coni" dichiara, che l'opera della Commissione esecutiva d'i inspirata a volontà persemi'rio*. La situazione di Alessandria ó quella rosa nota dall'on .Gianferrari, che, seguendo lo diretti. I ve della Comtu. esecutiva, coopera efficace-1 mente alla tutela dell'integrità dei partito ; La gran massa degli iscritti di Alessandria ha. confermato la sua fednltfl al fascismo ed al elio duce c l'unii o l'allru non si servono' con getti di ribellione anche se si diionu inspirati a desiderio di tutelare i nrinripii fondamenta1' deTl'idea'e. Vnche ip*-*sto <*plsorito passerà — conclude Mirroii-ni _ pri p fascismo continuerà la sua marcia ascensionale ».