Il ministro Fedele espone al Senato le sue direttive promettendo una revisione della legge Gentile

Il ministro Fedele espone al Senato le sue direttive promettendo una revisione della legge Gentile Il ministro Fedele espone al Senato le sue direttive promettendo una revisione della legge Gentile La seduta, comincia alle noma, C none. ore 15, sotto la REBAUDENGO, segretario, legge il processo verbale della seduta precedente. SANARELLI, sul processo verbale, dà informazioni telegrafiche avute da un collega dell'Ateneo fiorentino. Risulta da esse che il ministo'o aveva ragione di affermare che l'altro giorno nell'Aula Mngna dell'uni versila di Firenze, durautoj'inaugurazione di questa, le cose erano procedute nel modo più regolare. Ma anch'egli era nel vero quando diceva che vi etano suiti incidenti provocati da grida e da provocazioni inopportune, poiché queste 6i iniziarono neB'anticamera, continuarono nelle scale e culminarono nell'atrio e in piazza dove trascesero in pugilati. FEDELE, ministro dell'Istruzione P., prende atto delle dichiarazioni dei sen. SanareQli. L'on. Torraca TORRACA : — Ieri un s-ennlorc pronunciò una gravissima accusa su tutto il corpo degli insegnanti (l'on. Torraca allude ni discorso dell'on. Morello). Nel coro (telile proteste ■egli forse fu il più vivo ed ora desidera chiarire il suo pensiero. Quel senatore aveva affermato clic quando il paese ebbe bisogno dell'aiuto degli intellettuali questo gli mancò. In quel momento egli ricordava che nel maggio 1913. quando si sparse la voce che il ministro Salandra era dimissionario, tutti i professori dell'università di Napoli, senza preventivo accordo, si riunirono e formularono una vivissima preghiera all'on. .Salandra di non disertare il posto e di continuare sulla via intrapresa. Di più molti giovanissimi studenti imberbi andarono a colmare lo lacune lasciate dagil ulllciali di carriera; parte morirono, parto tornarono ciechi 0 mutilati, attcstando la coscienza del dovere ed iil fervido amore per la patria per cui furono educati dagli insegnanti. Quello che dice di Napoli può essere attestato per lo altre università da altri senatori. Confida che il senatore a cui allude vorrà entrare nello università italiane e guardare le lapidi in cui sono incisi i nomi di migliaia di professori e ili studenti caduti per la patria. Nella nobiltà, del suo animo si inchinerà e riconoscerà di essere slato male informato. Benedetto Croce CROCE: — 11 senatore Gentile ha detto ieri, nella difesa dell'opera sua. che egli non si è punto meravigliato di vedere, tra coloro che hanno (Innato l'ordine del giorno circa i concorsi Universitari, anche il mio nomo, essendo ciù perfettamente conforme alla disistima ed all'avversione che io nutro verso i professori universitari. Eccomi dunque additato 11 quei colleghi che sono universitari, come il loro poco gentile nemico. Veramente la cosa non è tale da indurre troppo turbamento in essi e neppure in me. Ne io vorrò spiegare al Senato ia qualità ed il significato di quella mia avversione e mostrarla nei limiti i.11 cui si aggira la sua perfetta ragionevolezza. Non posso e non voglio trattenere il Senalo su sottili disquisizioni intorno ai rapporti tra scienza ed università, tra la spregiudicata ricerca e la formazione della scuola, tra il vivace legame della scienza colla vita e l'indebolirsi di quel legamo nell'ambito accademico.. Basti avvertire che la mia critica non nega l'utile ufficio sempre esercitato dall'Università e dallo stesso accademismo e molto meno ricusa il dovuto ossequio agli uomini che lavorano per la scuola, tra i quali sono maestri cui ho sempre esternata fervida gratitudine e per i quali batte il memore cuore. Devo dire invece che avrei desiderato che il Gentile alla sua osservazione, fatta — mi consenta questa parola — per ingenerare equivoci, avesse aggiunto che egli non 6i meravigliava di trovare il mio nome sotto quell'ordine del giorno, perchè, 6Ìn da quando ebbi notizia del nuovo metodo di concorso da lui escogitato, e cioè sin da un anno fa, non mancai di manifestargli in proposito il mio dissenso. Dissi che abbandonare alle Facoltà l'inclusione e l'esclusione degli aspiranti ai concorsi e quando proprio nelle Facoltà sarebbe mancato il competente nella materia speciale del concorso, significava n.prire l'adito al oaso, ali capriccio, all'arbitrio e rafforzai il mio dire con un fortissimo argomento ad hominem. Mi permetta il Senato di ripetere qui quell'argomento. Non lo ripeterei 60 non fosse tale da fare onore ull'on. Gentile e non pensassi che fosse efficacissimo a spiegare la questione che oggi si dibatte. Un esampio istruttivo Venticinque anni fa, in compagnia dell'on. Gentile, io iniziai una ripresa della tradizione filosofica storica della scuola napoletana del Risorgimento e dell'affine filosofia idealistica germanica. L'opera nostra suscitò, come era da aspettarsi, non piccolo malumore nei circoli universitari ed accademici, e di ciò l'on. Gentile, che seguiva la carriera dell'insegnamento, ebbe a soffrire parecchie conseguenze. Quando egli si presentò al concorso per la cattedra di storia della filosofia all'Università di Palermo, la Commissione giudicatrice riuscì composta- tutta, o quasi, di avversari dell'indirizzo che noi propugnavamo, onde io pi-ovai grande ansia per le sorti dell'amico. Ma, signori senatori, quella Commissione, che era di competenti, quando si trovò in presenza dei lavori del Gentile in paragone degli altri concorrenti, riconobbe il valore e la laboriosità del candidato e collocò Gentile al primo posto. Ora accadde che l'anno dopo, essendo vacante all'università di Napoli la cattedra della storia della filosofia, il Gentile fece domanda di esservi chiamato, subordinatamente all'apertura del concorso. Ma nella Facoltà c'era un insegnante, che era stato oggetto delle critiche da parte del Gentile e mie, ed allora al Gentile fu rifiutata ia chiamata ed il concorso, e 6i prescelse invece il secondo delia graduatoria nel precedente concorso. Più tardi il Gentile aspirò ad un simile ufficio all'Università di Roma. Ma in questa Università vi era un altro professore, del quale il Gentile aveva criticato non 60 quale volume. Questo professore mise il 6uo veto che i colleghi per deferenza accolsero. Il Gentile fu rifiutato una seconda volta. Aspirò il Gentile una terza volta ad un trasferimento all'università di Torino. La cosa pareva bene avviata per la molta stima che egli godeva. Senonchè, quando 6i venne ai voti fu una terza volta respinto per non altra ragione che questa: che la proposta del suo trasferimento era stata messa innanzi e caloro6arnene sostenuta da un egregio insegnante, che in quel momento, non so perchè, non godeva le simpatie di parecchi 6U0i colleghi. Credo che al Gentile restò chiusa qualche altra porla di università e per simili motivi, ma di queste ultime pratiche non'sono bene informato. Finalmente, egli fu chiamato all'università di Roma. Ma sapete perchè? Perchè in quel mezzo era morto il professore che aveva posto il veto. Fu certamente cosa dolorosa per tutti e per lo stesso Gentile che la sua chiamata a Roma fosse resa possibile solo in questo modo. Con questi precedenti, che il Gentile forse ha dimenticato, ma che jo ben ricordo, confesso che ancora non ho ben compreso come egli si sia risoluto a decretare un sistema, del quale egli stesso conosceva, corporc suo, la cattiva prova, e neppure ho compreso nelle spiegazioni da lui fornite ieri come egli, che nega alle Facoltà universitarie la capacità di scegliere i presidi, i rettori ed i rappresentanti al Consiglio superiore, abbia voluto affidare alle stesse Facoltà la delicatissima funziono di escludere dai concorsi gli studiosi che aspirano alla libera gara. Non mi dilungò in queste considerazioni, perchè non voglio uscire dal fatto personale ed in questo rientro subito per concludere che io approvo non solo l'ispirazione generale della riforma portata a compimento dal Gentile, ma anche molti dei suoi particolari provvedimenti ed ordinamenti, che credo siano per dare buoni frutti. Senonchè sono anche d'avviso che ti a i suoi provvedimenti ed ordinamenti se ne siano introdotti alcuni mal congegnati e dannosi alla scuola Italiana e di questi intendiamo chieder, come chiediamo, l'abolizione, il cambiamento 0 la correzione. Più dannoso di tutti ci è parso nell'ordinamento degli studi superiori il sistema del concorsi, e perciò su questo punto in primo luogo si è rivolta la nostra richiesta,» sulla quale insisteremo e speriamo di vedere accolta dall'on. Ministrò della P. I., perchè è una richiesta scusala e Rinfila (applausi vivissimi). Il processo verbale 5 approvalo. Si riprendo la discussione sul bilancio della Pubbli1 ca Istruzione. ttrnflmmstssliètdècepmabcptpcgcemzigpoflmpapvgle■ l a e e à o a i o o a e d i a e l o ò a o L'on. Scìaloga SCIALOJA: — Il sen. Morello ieri lo chiamò testimonio quando affermò che la classe intellettuale aveva fallo fallimento nella guerra. Ciò che l'oratore può testimoniare è che ner la propaganda all'estero ebbe ia più efficace e gratuita opera da parte degli italiani all'estero, e all'interno, pur essendo minsi senza fondi, la propaganda fu fatta in modo eccellente dalia elasse magistrale, in silenzio, specialmente nei più tri6ti momenti. E' lieto di rivendicare l'onore della classe insegnante [Approvazioni). Gravissima è la difficoltà che ogni ministro incontrerà sempre nell'ordinamento della scuola media; difficilissimo è trovare gli insegnanti. Per essi la questione economica è cosi gravo, che noi stessi assistiamo quotidianamente all'esodo dalle nostro scuole dei migliori insegnanti. Nelle elementari si è finito col dare la maggioranza delle prime classi alle donne; questo fatto comincia ad estendersi nelle scuole medie, ed è un male, perchè il carattere intellettuale dell'insegnamento che in esse si richiede poco risponde alla indole de] cervello femminile. 11 problema è essenzialmente di stipendi, ma anche di dignità. Ciò che lo ' Stato non può pagare in moneta dovrebbe pagarlo con altri mezzi. L'abbinamento delle cattedre, che pure ha dei lati utili, è dannoso, in quanto costringe il professore all'atroce giudizio degli scolari, a non poter esplicare quella specie di influenza che deriva dalle persone esperle ed amanti della scipnza, e che si comunica all'anima degli studenti (Approvazumi). Questa influenza non è di natura intellettuale, jna morale, e colui che insegna glia una materia non sua non solo non la possiede, ma esercita un'influenza del tutto opposta Dov'è lo libertà universitaria? L'elemento elettivo del Consilio superiore fu introdotto nel 1SD1 in rappresentanza delle Facoltà universitarie. E tale elemento per mollo tempo funzionò bene, poi si corruppe, perchè tutti i sistemi elettorali sono dannati alla corruzione. Bisogna ogni tanto mutarli per togliere g'i inconvenienti, por tornare ni vantaggi. La ragione addotta dal sen. Genche il ministro nomina i suoi consiglieri di fiducia, vale poco, perdio quel Consiglio se gode la fiducia del ministro A polla non podere quella dei ministri B. C, ecc., perchè ciascuno di essi vorrà scegliersi i suoi consiglieri. Per esempio il ministro Fedele ha detto ieri che. ii.Consiglio supcriore gode anche la sua fiducia. Questo- può essere una eccezione (ilarità) ed io mi auguro che il ministro Feriale abbia anche la fiducia dei Consiglio dei ministri. MUSSOLINI: - L'ha, l'ha! (ilarità). SCIALOIA : — Io volevo dire del presidente, del Consiglio. (Ilarità). Gli ordinamenti devono essere adatti a rispondere pienamente al loro scopo. Nota,.che la diminuzione del ninnerò dei membri del Consiglio superiore produco l'inconveniente che alcune scienze vi sono rappresentate da un solo membro. Ad ogni modo è disposto ad attendere una più lunga esperienza del consiglio supcriore, ma ciò contro cui si ribella con tutta la forza del suo animo d'insegnante è la riforma per 10 nomina dei professori, con questa parte si associa alle critiche che sono state fatte dai precedenti oratori ed in particolare dal sen. Credaro. Il sen. Gentile, nella difes-i che ieri lece di questa parte della sua riforma, disse elio era stato mosso da un profondo senso di fiducia nelle Facoltà. Ora, dato il tempo in cui viviamo, dati i procedenti delle nostre università, i sentimenti che animano 11 Corpo dei professori, dato il soverchio timore che ciascuno ha per la propria provincia, al proprio comune, ciò che è nella -credila del passalo, l'affidare la scolta degli insegnanti allo Facoltà, non può essere nè opportuno nè giovevole per le nostre università. 11 sistema dell'on. Gentile è il sistema tedesco, buono p'.r i tedeschi ma non per noi, che viviamo in una atmosfera tutta diversa. ■Il sen. Gentil1; ha creduto di dare alle Facoltà la libertà di scelta per la nomina dei professori; lo ha invece costi-ette a formare una terna fra gli attuali liberi docenti, escludendo i professori di altre università. Quale libertà è questa'/ Quale garanzia? e si rifletta che la terna dove essere necessariamente formata, non dei liberi docenti secondo iti riforma, ma dei liberi docenti che sono stati nominati col vecchio sistema. Non vi è alcuna garanzia per la composizione delle terne per le Commissioni che 6i sono trovate in condizioni umilianti. Bisogna provvedale rapidamente. Oggi l'università italiana è stimata, per certe materie, dagli stessi tedeschi, i quali riconoscono che in esse vi sono studiosi eminenti. In nome della patria e della scienza invoca dal ministro della P, I. di accogliere la proposta sua e di altri senatori. Nessun altro concorso si deve aprire col sistema attuale; a questo bisogna provvedere subito ; il resto si correggerà dopo, tenendosi conto della esperienza. (Applausi e conaratvlazioni). ROCCO, ministro della Giustizia, presenta il disegno di legge sulla devoluzione alle autorità giudiziarie di Ancona delle controversie e degli affari in materia di statuto personale riguardante i cittadini italiani in '1 tirchia. ANCONA presenta la relazione al disegno di legge per la conversione in legge del R. D. che reca norme per il passaggio al ministero dei LL. PP. degli uffici e del personale delle costruzioni ferroviarie. Ripresa della discussione. Il Ministro dell'Istruzione FEDELE, ministro della P. I.: — Il giudizio del Senato ha particolare importanza nei problemi della coltura e dell'insegnamento. Quello della scuola è senza dubbio problema politico; ma non può essere legato ad alcuna parto politica. La scuola deve contribuire al rinnovamento etico della nazione e porro alle coscienze dei giovani gli alti ideali morali e patriottici affinchè essi diventino strumenti della grandezza nazionale. A questo concetto è ispirata la riforma della scuola voluta dal Governo nazionale, rispondendo cosi ai bisogni veramente riconosciuti ed alle domande degli insegnanti. Da tempo si invocava la riforma: occorre aver presenti le condizioni della scuola avanti guerra; vi era una vera crisi della scuola, che 6i acni durante e dopo la guerra. Non mancarono le proleste di coloro che avevano un'alto concetto della scuola, ma furono soffocate dalle alte voci dei giovani, che chiedevano diplomi senza la necessaria preparazione. Nei concorsi banditi nell'ultimo biennio si sono rilevate gravi deficienze dalle commissioni esaminatrici nella cultura dei concorrenti. Se il concorso rileva tali, deficienze negli insegnanti come è mal possibile che gli studenti acquistino le necessario cognizioni? Dalle scuole sono usciti i giovanetti valorosi che si sono immolati alla patria; e gl'insegnanti sotto la guida del sen. Sciatola hanno fatto opera ammirevole nelle scuole, nelle campagne, dappertutto, pur non essendovi mezzi finanziari per la propaganda. Tuttavia dopo la guerra si imponeva la riforma della scuola media e superiore. L'esame di Stato riguarda non tanto gli insegnanti quanto i metodi, e la riforma ha per base due punti capitali. L'autonomia universitaria e la libertà di insegnamento. L'esame di Stole noli' Università L'autonomia amministrativa ha incontrato il generale consenso e nulla impedisce di credere che nell'avvenire anche le università di tipo A potranno avere contributi di Enti e di privati. Lo sforzo compiuto recentemente da tali cuti pubblici e privati per le università di tipo /i, è veramente ammirevole, cs sendosi raccolti più di 10 milioni di lire. L'oratore ricorda in modo speciale lo slancio di Milano e l'entusiasmo di Bari per l'istilli zione delle università locali (approvazioni) L'esame di Stato è il naturale coronamento della autonomia didattica ed era stato chiesto da lungo tempo e ripetutamente da insigni rappresentanti dell'alta cultura, da consessi professionali e da membri del Parlamento. Con esso si vuol rimediare ai danni che possono derivare dal carattere monografico degli insegnamenti universitari, si esercita una funzione di controllo e si evita che i giovani possano con troppa facilità ottene 10 l'abilitazione professionale da insegnanti fiacchi 0 poco intelligenti, L'esame di Stato deriva necessariamente dal concètto clic ha 11 governo delio stuto moderno e delia libertà concessa alle università Chi insegna non de- ve giudicare: il governo, consapevole delle (UlacèètèlespnLzcfdvdnvgapbpLscpgrpenacrdtmdsSvncspUSndcrtassls6 a i o e o o (Ugnila della scienza e dei bisogni reali della società, intende tenero fermo questo principio. Il conferimento di titoli professionali è una funziono dello Stato. L'università, che è un istituto scientifico, non può dare che titoli scientifici. Finalmente l'esame di Stato è reso inevitabile dall'esistenza di università libere di tipo C; non c'è da temere clic da esso derivi un livellamento generale degli studi, perchè non si sono fissati programmi particolareggiati per tale esame, ma solo le norme per lo svolgimento delle vario prove. L'esame di Slato è necessario per l'abilitazione a tutte le professioni: in modo particolare per l'esercizio della medicina, come fu già osservato dai relatori del congresso di Roma. La nomina dei rettori e dei presidi riservata ni Re od al ministro, sembra contraddire al concetto della autonomia, pure era necessario che nel trapasso le persone investite dal grado più alto dessero assoluta garanzia di essere adatte al compito loro assegnato. I nuovi nominati hanno dato prova di un ammirevole senso di responsabilità, ma ciò non toglie che in seguito non possa tornarsi al vecchio metodo elettivo. La stessa osservazione vale per il Consiglio superiore. I membri presentemente in carica, scelti con..eccellente criterio, godono la piena fiducia del ministro, ina. non vi è ragione per cui in seguito, salvo una parto riservata allo Stato ed e.-ciusi i diretti rappresentanti del Parlamento, non si torni aite elezioni compiine dagli .insegnatiti. Per la nomina dei professori il nuovo sistema è armonizzato col principio dell'autonomia e con uri allo idea.o dell'insegnamento superiore. Riconosce le difficoltà che derivano dal fatto che le Facoltà dovranno scegliere tra i candidati proprio nel momento in cui manca, il competente; dal possibile prevalere di altri interessi e dal presentarsi di casi simili a quelli ricordati dai sen. Credaro, Sciilloia e Croce. Se sarà necessario modificare il sistema vigente egli non inanellerà di farlo, come non mancherà di provvedere a restituire la classe dei professori. Loda il personale assistente per l'opera pregievole che esso compie, sia rispetto al funzionamento delle Università 6ia per il contributo scientifico. SI propone di studiare se sia utile farlo tornare a carico dello Stato, dovendosi considerare cliu esso deve essere di piena fiducia dei professori. La libera docenza ha gloriose tradizioni specialmente nella Università di Napoli. I nuovi ordinamenti l'hanno avvantaggiala. Quest'anno si sono avuti 300 candidali e si è potuta fare una rigorosa scelta, che certamente eleverà il prestigio della libera docenza. Riconosce che in questo momento essa è poco esercitata; promette di studiare la questione per vedere di conciliare gli interessi dei docenti e delia pubblica finanza, badando di non ricadere nei gravi inconvenienti, ai quali prima la libera docenza dava luogo. Per ciò che concerne l'edilizia universitaria, dichiara che è indispensabile darle assestamento ed ha perciò 6t,eso un programma che importa la spesa di 220 milioni, i quali naturalmente si potrebbero ripartire in parecchi esercizi. I difetti deila scuola media Passa a parlare della scuola media. Questa è stata rinnovata rapidissimamente, se non si fosse cosi proceduto, nessuna riforma sarebbe stata attuata. Con la riforma si volle impedire l'affollamento di studenti aspiranti non alla scienza, ina al diploma, e si volle infondere un nuovo succo vitale nell'insegnamento. Oggi nella scuola si studia di' più ed è maggiore l'interesse che le famiglie prendono ud essa. Tutte le scuole medie furono divise in tre classi: scuola di cultura, che preparano a corsi superiori di studi; scuole professionali e scuole complementari. Queste ultime hanno sostituito le scuole tecniche, ma il risultato non ha corrisposto alla previsione; la scuola tecnica trasformata in complementare ha presentato una diminuzione di studenti, 6ia nel passato anno scolastico sia, e più gravemente, in quello corrente. Rileva l'indirizzo umanistico dato alla scuola magistrale uell'innalzarne il livello morale e culturale. Un altro punto deila riforma assai controverso è l'abbinamento delle materie d'insegnamento. Personalmente egli non è favorevole all'abbinamento (bene), ma non è detto che un ministro debba tradurre in atto le sue convinzioni sen^a tener conto dello stato di fatto, e lo 6tato di fatto è tale che anche per ragioni finanziarie, non si può scompaginare. D'altra parte è doveroso tener conto anche delle opinioni favorevoli all'abbinamento. Certo oggi l'abbinamento produce non pochi inconvenienti, ma col nuovo ordinamento delle Facoltà egli spera di poter preparare insegnanti capaci di insegnare secondo le esigenze della riforma. Ad ogni modo è necessario che una certa esperienza si compia per poter giudicare il valore del nuovo sistema. Se si portassero dei colpi troppo affrettati in questa o in quella parte della riforma si farebbe la rovina della scuola. Si produrrebbe un cataclisma che abbatterebbe i muri maestri della nostra scuola (approvaziorìi). La scuola di magistero è scomparsa, senza sostituzione. Egli crede sarebbe utile istituire delle scuole di tirocinio, un primo esperimento 6i farà nella Facoltà di lettere di Roma. L'esame di Stato per le scuole medie non è stato introdotto per sfiducia degli insegnanti, i quali, anche in tristi condizioni, prestano con amore e con abnegazione tutta la loro opera alla scuola, ma è stato introdotto per ragioni pratiche, simili a quelle che egli ha accennato per la scuola superiore. 1 programmi scolastici 60no stati og getto di molte critiche da parte dei senatori Tamassia, Pais e Torraca, e pure in questi programmi vi è una luminosa idea, quella di non riempire la niente degli alunni di una farragine di imparaticci, ma di svegliare in essi tutte le attitudini mentali. Vero è però che si richiede talvolta uno sforzo eccessivo; troppo si insiste su istituzioni, 611 civiltà, su idee. I programmi quindi vanno riveduti senza snaturarne il principio. La parte della riforma migliore, e che è 6tata accolta con favore da tutti, salvo qual che critica del 6en. Credaro, è quella che 6i riferisce alla scuola elementare. Per rendersi conto dello 6forzo compiuto dal Governo per la scuola elementare basta considerare che gli stanziamenti di bilancio per l'istruzione elementare sono stati aumentati di 186 milioni. L'insegnamento religiose L'opportunità dell'insegnamento religioso non è 6tata negata nò dal relatore nè dal sonatore Tamassia. Si è manifestato il dubbio che attraverso la scuola si inaridisca per diventare una materia scolastica di e6a mnsdzvstdrp e i a i è 1 o è i i o l a me. A questo dubbio risponde che 11 Governo nazionale non vuole che la scuola si sostituisca alla Chiesa ed alla famiglia, ma vuole che il sentimento religioso, la tede dei nostri padri e quella di Dante e di Manzoni ceroni tutta l'opera del maestro, vuol«=l che la parola divina porga alle anime giovani il seme delle verità immortali, e dia loro quel senso di divino, che deva al di sopra delle umane miserie e delle umano passioni (Applausi). Non è un atto di poli- . tica interna, ma un alto sincero proposito di ravvivare nell'animo italiano i valori spirituali. La riforma, conferisce maggior autorità al provveditorato e gli inconvenienti notati gli sembra siano dovuti a mancanza di personale per l'amministrazione scolastica regionale, quantunque i funzionari del provveditorato abbiano adempiuto bene ai loro doveri, nonostante J'ingente. lavoro. Vi è esiguità di mezzi di fronte ai bisogni dei numerosissimi monumenti d'Italia. E' opinione diffusa olio lo Staio fàccia poco por le Belle Arti, ina vi è dell'esagerazione anche per questo. A lui non .'-està che rivolgersi al ministro delle Finanze. So potessero restare al ministero dell'Istruzione le tasso d'ingresso ai monumenti '> si potesse ricostituire il Mon'e por le Belle Arti si potrebbe provvedere alle esigenze più gravi. Saranno aperti J concorsi, ma -.non saranno accordati privilegi sulle scoperto fatte per opera dello Stato. Molti monumenti vanno in rovina ed egli ha predisposto un piano organico dei lavori da' eseguirsi in tutta Italia, ed anche l'l6tituto di archeologia e storia dell'arie verrà ricostituito su più larga base. Molto è stata fatto per la cultura e per le arti in Italia, ma molto rimane ancora a fare. E' suo intendimento custodire la scuola italiana come rifugio per coloro che sono assetati di verità di bontà e bellezza. (Applausi e congratulazioni di senatori e ministri). Il Presidente comunica che è stata presentata la domanda di chiusura della discussione generale. Pone ni voti la proposta. E' approvata. Si passa allo svolgimento degli ordini rlel giorno presentati. MONTRESOR svolge il seguente ordine del gl onno : « Il Senato, approvato lo spirito che informa la nuova legge sugli esami di stato nelle scuole medie, fa voti che alcune disposizioni possuno essere utilmente riesaminate ed integrate a beneficio degli istituti pubblici e privati ». L'esame di stato deve arrecane del bene se seriamente applicato. Nonostante la sua posizione di privilegio, la scuola pubblica, prima della riforma Gentile non aveva potuto esercitare il monopolio dell'insegnamento e conveniva tornare ad un programma dì libertà. Ricorda i. progetti dei ministri che precedettero il sen. Gentile c loda quest'ultimo, che invece di limitarsi a semplici ritocchi, affrontò con ardimento tutto il problema scolastico. Dall'esame di stato si rileva unii tendenza molto manifesta verso la libertà di insegnamento. Se si tenterà di menomare quel poco di libertà elio è concessa dalla legge' i cattolici non si rassegneranno facilmente e combàtteranno colle stesse armi legali con cui camba/Morono da 50 anni nel nonni della libertà d'insegnamento. CALLAiINI dichiara di mutare il suo ordine del giorno in raccomandazione. MORPURGO rinuncia a svolgere il suo ordine dol giorno. VITELLI dono avere udito l'inno alla religione con cui il sen. Gentile ha raocolto il plauso dell'assemblea ha creduto opportuno di proporre 11 seguente, ordine del giorno: « Il Senato invila il Governo a proporre al Parlamento l'abrogazione del 2.0 comma dell'art. 3.0 del R. D. l.o ottobre 1923 sostituendovi che l'insegnamento della religione cattolica, sarà impartito da sacerdoti cattolici a ciò autorizzati dalla potestà eoclesiastica ». Ricorda come alla prima notizia del provvedimento che egli vorrehbe eliminare, tutti pensarono alle, gravi difficoltà in cui si sarebbe trovata l'autorità ecclesiastica per concedere il permesso di insegnare a persone che potevano anche non appartenere atf« religione cattolica; invece l'autorità ecclesiastica fu di una larghezza straordinaria e l'oratore non saspiegarsi come i maestri volenterosamente impartiscono l'insegnamento quando nessun danno economico verrebbe loro se essi si rifiutassero di impartirlo. Accenna infine a quel catechismo che fu preparato dal sen. Gentile e non fu accettato dall'autorità ecclesiastica. FEDELE invita il sin. Vitelli a prendere visione del libri adottati per l'insegnamento religioso. Dichiara che la riforma pone solamente questo limite: l'insegnamento non deve essere contrario alla religione cattolica. Se accettasse l'ordine del giorno del sen. Vitelli l'autorità ecclesiastica si troverebbe in gra.ve imbarazzo per la difficoltà di trovar un numero sufficiente di sacerdoti da adibire all'insegnamento nelle scuole pubbliche. Una recente disposizione dà agli ispettori scolastici la facoltà di giovarsi, per gli opportuni suggerimenti, dell'opera di sacerdoti indicati dall'autorità ecclesiastica. Nella presente condizione giuridica dolio nostre scuole non è possibile ammettere in esse altra autorità diversa da quella dello Stato. VITELLI ha letto nello Istruzioni che 1 maestri elementari per insegnare religiono debbono ottenere l'autorizzazione dall'autorità ecclesiastica. So poi il ministro dice che la richiesta di sacerdoti par l'insegnamento religioso potrebbe mettere in imbarazzo l'autorità ecclesiastica, egli non ha nulla da rispondere. FEDELE osserva che l'autorità ecolesiasticà forse non avrebbe numero sufficiente di sacerdoti per l'insegnamento religioso nello scuole elementari. Il Presidente rinvia il seguito della discussione a domani. Propone che per esaurire la discussione domani la seduta abbia luogo alle ore 14. Così rimane stabilito. La seduta è sciolta alle ore 19,15. Una dimostrazione contro il sen. Sanare!!! per il suo discorso in Senato Colluttazioni con gli studenti Roma, 6, nulle. Questa sera una cinquantina di persone si 6ono recate in via Palermo, dovo trovasi 1Tstituto d'Igiene, per inscenare una dimostrazione contro il senatore Sanarelli in seguito ni suo recente discorso al Senato contro la riforma Gentie. Il prof. Sanarelli non ora in quel momento nell'Istituto. Si trovava invece il prof. Puntoni, che stava facendo lezione. I dimostranti hanno tentato di invadere l'Istituto provocando le vivaci proteste da parte degli studenti. Sono avvenute colluttuzioni e vi sono anche dei coptusi. I carabinieri, giunti subito dopo, hanno disperso i dimostranti.