Debole aologia della propria opera fatta dall'on. Gentile al Senato

Debole aologia della propria opera fatta dall'on. Gentile al Senato Debole aologia della propria opera fatta dall'on. Gentile al Senato Roma, 5 notte. Là curiosità per 'l'auto-di fesa politica del Ben.- Gentile aveva oggi riclviamiato al Senato una notevole folla. Amelie le tribuno erano affollate, quella del deputati specialmente, e al banco del Governo erano presenti tutti i ministri, compreso il presidente del Consiglio. Ma, prima che l'ex-ministro fascista cominciasse a parlane, c'è stata una novità, anzi urna duplice novità, melili prima, vara e propria difesa della legge fatta, dal sen. Morello (« Hastignae »), che ha voluto debutare proprio oggi, in occasione a lui poco propizia, data l'avversione ormai eyidente del Senato contro la riforma Gentile. Il debutto del sen. Morello è etato alquanto infelice. Egli 6 riuscito a parlare non più di 5 o C minuti, interrotto e disorientato da moilteplici parti dell'assemblea, ed è stato finalmente costretto a sedere tra le quasi generali disapprovazioni. In realtà, il sen. Morello ha soltanto intenzionalmente fatta, la difesa della riforma gentiliana, poiché a convalidar* 1» .sue dogmatiche affermazioni non ha portato nessun argomento serio, come «i conveniva ad una discussione cuii hanno partecipato, con tanta conoscenza di causa e autorità di dottrina, i più bei nomi dell'alta coltura italiana. Il sen. Morello ha cercato salvarsi con qualche riferimento storico di nessun peso © di nessuna attualità, e con qualche paradosso d'i scarso buon gusto, quale quello che la vecchia scuola ha creato una classe di spostati, meritandosi su questo punto la interruzione di un collega, il quale gli feoo osservare come, tuttavia, la classe degli spostali abbia dato olla patria la vittoria, in sostanza, il debutto di « Rastignac » è stato negativo come difesa della riforma Gentile, poco deferente verso gli autorevolii critici dell'ori. Gentile e verso tutti quegli italiani ìphé hanno avuto la disavventura di non creane la propria cultura attraverso la scuola riformata dal filosofo siciliano. Non avendo, oltre al Morello, nessun hitro senatori risposto all'invito di ieri l'altro dal vice-presidente del Senato, di parlare fn prò della riforma gentiliana, la difesa ne fu fatta oggi, dopo che l'on. Credaro ebha svolto il noto ordine del giorno dei 47 senatori, dallo stesso autore. 11 sen. Gentile ha esordito con dichiarazioni di difesa e di fedeltà alla politica dell'on. Mussolini. Quanto alla difesa che egli ha fatta dell'opera sua, spetterà ai competenti di pronunziarsi sul merito. Si può comunque osservare che il sen. Gentile è venuto a dare nel suo discorso, atteatamierute seguito dal Senato, perfettamente ragdone ai suoi oppositori. Il principio informatore dèlia sua riforma è apparso ancora e più che mai astratto e, d'altra •parte, il sen. Gentile ha dovuto convenire, Ira l'ilarità dell'assemblea, che 3(i riforma' aveva suscitato wi caos. Ora, a' parte qualsiasi altra critica, sa può ragionevolmente domandare so un ministro creda opportuno di originare il caos in un campo còsi delicato come la scuola, per l'ipotetico vantaggio di ottenere miglioramenti, a distanza di anni, delle classi dirigenti. Nonostante la difesa, della riforma, il modo con cui il Senato' l'ha accolta ha confermato la sua ostilità verso la riforma stessa. Quale sarà l'esito della votazione sul bilancio della Pubblica Istruzione che avverrà- domani dopo il discorso del ministro onl Fedele ? Bisogna considerare che l'attualo •ministro ha già avuto più volto occasione di dar.3 affidamenti che i punti più discussi della riforma gentiliana saranno modificati. Un voto sfavorevole del Senato, verificandosi sul bilancio, abbatterebbe np ministro che non è responsabile del caos suscitato nella scuola italiana. E' certo quandi ohe, magari con un notevole numero di palile nere, il bilancio della pubblica istruzione [lasserà, anche perchè probabilmente il ministro Fedele s'impegnerà a 'portane alla riforma le indispensabili modifiche. Fra la questione militato e quella scolastica .si è inserita la riforma elettorale. La Commissione ha anche oggi continuato i suoi lavori discutendo prevalentemente intorno ai noti emendamenti indicati dalla maggioranza degill Uffici. La Commissione, che ha nominato relatore l'on. Sohanzer, ha riconosciuto in massima !a fondatezza delle ragioni che consigliarono gli emendamenti per le M firme, il termine di sette giorni od il ballottaggio ; e specialmente per le due prime disposizioni ha acceduto alla idea di proporli. Sulla portata concreta dello proposto della Commissiono non si hanno parò dati precisi. Si ritiene che il presidente della Commissione, ed il relatore, sentiranno probabilmente l'opinmno, nei riguardi del Governo, dell'on. Federzoni e dell'on. Mussolini, come si usa in quest'i casi. Le proposte della Commissione avrebbero carattere tecnico. Si ricorderà che in una riunione di oppositori autorevoli si convenne di conservare appunto questo carattere alla discussione della legge elettorale, essendo il consesso per il ripristino dal collegio uninominale. La Commissione esaurirà al più presto i suoi lavori, forse in altre due riunioni. La seduta Roma, 6, sera. Presieduta dal Vice-Presidente MARIOTTI, la seduta 6 aperta alle ore 15. Seguita la discussione del disegno ai legge: « stato di previsione della spesa del Ministero della Pubblica Istruzione per l'esercizio finanziario dal l.o luglio 1924 al 30 giugno 1925». L'on. Kava RAVA, richiama l'attenzione del ministro 6ii alcuno questioni, ed in primo luogo sul fondo assegnato per lò scuole elementari, il quale deve essere aumentato per poter essere sufficiente alle necessità delle scuole stesse. Hanno bisogno di aluto specialmente le scuole delle frazioni di montagna, quelle rurali, le altre istituite dalla Dante Alighieri. Mancano 37 mila aule decenti alle scuole elementari. Di più bisogna elio nelle scuole per gli emigranti si diano cognizioni utili per il - luogo di arrivo. Anche le biblioteche debbono avere maggiore sviluppo. Passa all'amministrazione delle -Belle Arti e Himcstra quanto era opportuna l'istituzione di quel Monte per le Belle Arti che è stato abolito. Però deve osservare che se fu abolito il conto corrente col Tesoro, è restato il fondo di 4 milioni per quel Monte ed il frutto di esso potrebbe essere impiegato dal ministro nelle speso necessarie per le Bello Arti. Nella espansione del bilancio della I. P. la parte Più disgraziata è slata quella delle Belle Arti, o gli sembra che vi sia un sentimento rum giusto del valore di queste. Sono spese che rendono bene, nielli ani a l'attenzione «ci ministro poi sulle condizioni degli archivi «li Stato é delle biblioteche, osservando che iiucllc delle grandi città dovrebbero essere collegate, specialmente per non aver duplicati negli acquisti. Occorre provvedere meglio anche ài finanziamento della Scuola archeologica d'Atene e. dell'Officina fotografica, perchè questa manca dei mezzi sufficienti per acquisto delle, materie ad essa necessarie. Credo che il ministro potrà valersi degli introiti maggiori che n-ai avranno nei Musei .e nelle Gallerie duratile il pellegrinaggio giubilare, purché il ministro del Tesoro non faccia la parte del leone. Concludi' dicendo che gli stimoli e le noie che tanto lui quanto i precedenti oratori hanno voluto dare al ministro derivano dal sincero desiderio di giovare al progresso delia cultura nostra (approvazioni e congratulazioni). L'on. Morello MORELLO. — Il Senato ha ascoltato finora la parola dei maestri : non so se vorrà ascoltare anche quella di un discepolo. Sarò breve e non oserò penetrare nel fondo della riforma. Furono poste varie pregiudiziali, ma, la vera pregiudiziale fu pesta ieri dal senatore Vitelli. Questa pregiudiziale, riguarda la qualità dei filosofo puro che non è adatto a governare. Noi siamo in Roma, discutiamo a pochi passi dal Campidoglio ove si erge la statua di un imperatore filosofo: Marco Aurelio. VITELLI interrompendo: — Da qui è cominciata la dccaidenza dell'impero romano [ilarità, commenti). MORELLO: — Da qui é cominciata la trasformazione della civiltà romana in civiltà cristiana. Comunque, Marco Aurelio sarebbe stato più indulgente verso l'on. Gentile. Se questi è combattuto come filosofo puro, io ricordo che 30 anni fa «n grande medico, Guido Baccelli, fu combattuto perchè, dicevano i suoi avversari, incapace, per la qualità 6iia di medico, di procedere ad una riforma scolastica (commenti, rumori). Baccelli si difese raccogliendo intorno a sè le forze della sinistra, mentre l'on. Gentile non ha chiamato le camicie nere a difendere la sua riforma, la quale ha alienati invece molti consensi al fascismo e questo è il suo miglior titolo di nobiltà (rumori, vivissimi). E' doloroso che la riforma abbia contro di se grande parte dei senatori professori: ciò era inevitabile perchè ognuno di es6i è una autorità incontrastata, ha una mentalità, un sistema, un metodo irreducibile ed è naturale che nella negazione si trovino tutti d'accordo (commenti, rumori). Voci: — Ma che c'entra questo'! Che cosa dice ? MORELLO: — Se' una nuova legge fosse proposta, non incontrerebbe maggiori consensi di questa (commenti rumori). Intorno alla riforma sono state fatte le più fosche previsioni: per fortuna, tutto ciò non è che letteratura : noi dobbiamo aspettarci la più lieta' smentita a tali fosche previsioni come accadde, per quelle del Renan nel momento in cui fu riformata la scuola francese. Non ò ancona finita in Francia la lotta per i progetti Berard che già un altro ministro ha posto mano a distruggerli. La scuola inglese, tanto vantata, ha trovato in Inghilterra un autorevole acerbissimo critico; perfino la scuola tedesca non piacque a Guglielmo II, che volle mutarla profondamente appena salito al trono (commenti). Voci: — Ma che c'entra questo? MORELLO . continua poco ascoltato accennando ad alcuni punti della riforma. « Nella discussióne già avvenuta si è trattato ampiamente dei programmi e degli abbinamenti di materie, che bisognerà pure correggere in qualche parte, della composizione del Consiglio Superiore, che va anche riveduta e per la quale non è opportuno ritornare all'antico tipo parlamentare, delle forme protocollari più consentanee alla dignità dei professori: su questi punti tutti si trovano d'accordo. Ma finora non si è parlato del più alto fine della riforma, vale a dire del tentativo di creare, per via di selezione, la classe superiore di cultura, veramente rappresentativa della cultura e degli interessi nazionali. Creare questa elasso attraverso la cultura umanistica, ecco lo scopo, il principio informatore della riforma. In contrapposto ad essa si fa l'esaltazione della vecchia scuola: che cosa ha prodotto la vecchia scuola? Ha prodotto degli spostati (rumori). Voci: — Ma che dice! Non è uscita da questa scuola la generazione che ha fatto la guerra? MORELLO, continuando:' — SI, degli spostati. TORRACAT — Lei 5 uscito dalla vecchia scuola. MORELLO:' — Mi appello al senatore Scialoia elio è stato capo della propaganda all'estero... l'ori: — Non ci parli di coso che non conosce... MORELLO : — Certo quando il paese avrebhe avuto bisogno di lesioni intellettuali che lo difendessero di fronte agli stranieri, di tali legioni si trovò completamente disarmato (rumori prolungali). TORRACA: — Non dica -queste cose. MORELLO: — lo dico la veritft, credo di avere detto la verità; da lungo tempo ho l'abitudine di servire il mio paese dicendo la verità (rumori, commenti prolungali). L'on. Credaro CREDARO : — Il 28 gennaio i senatori che ól interessano al problema universitario furono imitati ad una adunanza da un .gruppo di colleghi ministeriali e non ministeriali. In • questa adunanza, tutti i problemi che concernono gli istituti superiori furono discussi con calore e competenza, ma l'attenzione dei convenuti si fermò più a lungo sulla nomina dai nuovi professori, ed a ragione, perchè quando il maestro ò buono dall'asilo infantile all'università tutto procede bene a vantaggio del saipeme e della patria. (Approvazioni). A conclusione della discussione fu concretato il seguente ordine del giorno: « I sottoscritti, convinti che il sistema di nomina del professori universitari stabilito dal R. I). 30 settembre 1923 anche per l'esperienza di questo primo anno di sua applicazione si è dimostrato dannoso alla scienza, all'università od in alcuni casi alla stessa giustizia, invitano l'on. ministro della P. I. a ritornare all'antico con opportuni ritocchi ». Raccolse 51 firma, diciotto uomini che furono già al governo, che già si sacrificarono per il bene del paese e sono ancora disposti a sacrificarsi, tutti gli altri cultori di studi superiori. Oggi l'oratore risponde, all'invito fattogli dai colleglli di spiegare il significato di questo ordine del,giorno, pone a raffronto jl vecchio sistema per la nomina dei professori universitari col nuovo, secondo là riforma Gentile o dimostra che col nuovo sistema non è assicurala la migliore scelta dei professori universitari. L'ordine del giorno che egli ha svolto è giusto necessario ed urgente perchè l'esperienza dei concorsi di quest'anno ha persuaso tutti che bisogna tornare all'antico sistema. la fretta con cui furono pubblicati i concorsi dimostra che la vestale, filava il perfetto amore col sacerdote (si ride, commenti). L'inganno della dialettica Assolto il suo compito di svolgere l'ordine del giorno non può astenersi dal fare alcuno considerazioni sintetiche sulla discussione. Innanzi tutto ricorda il giudizio pronunciato sulla riforma Gentile da un uomo di Indiscutibile competenza, Giovanni Vidari, il quale in una lettera scritta all'or. Gentile nel novembre 1923 espresse 11 più lusinghiero giudizio sulla riforma e la convinzione che ossa avrebbe potuto dare migliori frutti. L'oratore sottoscrivo a questo giudizio sulla riforma e rende omaggio all'alto valore filosofico dell'oli. Gentilo, ma l'errore dell'ori. Gentile è. stato di applicare il metodo dialettico allo istituzioni scolastiche, dimenticando che un Istituto scolastico è un istituto sociale e che come tale può ammalarsi ed una volta ammalato richiede cure, ma non deve essere tagliato alle radici. L'on. Gentile ha indebolito le scienze a vantaggio dell'idealo che è la passione della sua vita, a vantàggio della filosofia. E' un errore il credere che la maggior parto dei giovani italiani abbia il bernoccolo della metafisica. Nella scuola la troppa filosoiia nuoce alla filosofia. Con i suoi capisaldi per la riforma l'ex-ministro Gentile ha pronunciato una serie di condanne a morte, i,'educazione fisica è stata affidata ad un Ente privato. E' troppo presto per emettere un giudizio, ma non può non lamentare la distruzione dei tre magisteri di educuzioncflflsiea; vegga il ministro se non sia. il caso di rimetterne in vita almeno uno nel più breve tempo possibile. GENTILE: — E' già preveduta nel decreto la istituzione di questo nuovo istituto. CREDARO: — Non sa spiegarsi con quale criterio amministrativo si sia abolita la provincia scolastica c si sia divisa l'Italia scolastica in 19 regioni. La riforma por questo aspetto è la più antifascista. Dubita che la; riforma dia buoni risultati per l'istruzione j elementare, specialmente nella parte edu- i cativa, in cui deve prevalere la morale più che l'estetica (commenti). Nelle scuole normali si è prolungato il corso da sci a sette anni, ed egli approva, ma l'istituto magistrale voluto dal sen. Gentile pecca di soverchia cultura, mentre le scuole normali formavano le maestre e le madri di famiglia. Consente nella introduzione del latino nella scuola magistrale, ma purché sia collegato all'italiano e diventi scuola d'italiano. La riforma per far posto alla filosofia Ila cacciato dalla scuola i lavori donneschi, la calligrafia, l'agraria e l'esercizio di tirocinio. Ammira l'ammaestramento che nazionalisti e fascisti hanno dato all'Italia, ma essi non debbono credersi superiori ai democratici nell'amare l'Italia. Se per anima fascista deve intendersi anima nazionale, va bene, ma so si voglia intendere anima politica di parte, allora bisogna ricordarsi che lo spirito di parte non deve entrare mai nella scuola e nell'esercito (applausi e congratulazioni). La seduta è sospesa alle ore 16,50 e ripresa allo 17,13. L'on. Gentile GENTILE (segni di attenzione): — Prega il Senato perchè gli consenta di adoperare nella sua difesa della stessa grande franchezza, generosità e fede con cui per 18 mesi pose l'opera sua a servizio della scuola e del Paese (approvazioni). La stessa sera in cui il Senato confermò la fiducia al Governo, di cui aveva l'onore di far parte, egli si recò dal Presidente del Consiglio e lo pregò di accogliere le sue dimissioni non per dissensi sorti fra loro. Oggi egli dicjiiara che è pienamente e cordialmente fedele alla politica di Mussolini, convinto che sia quella che più assicura il benessere nazionale, ed è sicuro che mai sia venuta meno la fiducia dell'on. Mussolini nella riforma scolastica, clie porta il suo nome. Sentiva nella sua coscienza di aver fatto il bene della scuola, di aver messo le basi di una riforma che, avrebbe dato buoni frutti nell'avvenire:, ma doveva separare questa riforma dalla sua persona, perchè troppi interessi egli aveva dovuto ferire, troppa durezza di cuore aveva dovuto assumere con sentimento profondo del dovere per attuare nella scuola quel mutamento, che quanti nella scuola hanno vissuto "insistentemente richiedevano; Si era procurato in tal modo molta impopolarità e poiché la sua riforma egli la credeva benefica, non doveva farle correre il rischio di essere coinvolta nella sua personale impopolarità, e fu perciò lietissimo quando le sorti della scuola furono affidate al senatore Casati. Lo spirita della riforma Egli non Intende polemizzare, nè raccogliere tutti gli argomenti che sono portati contro la sua riforma. Credo più utile chiarire in che cosa questa consista. Innanzi tutto osserva che i programmi vanno letti con serietà e non allo scopo di muovere le risa, come da qualcuno si è fatto, leggendo i programmi dei lavori donneschi per il Liceo femminile, o insistendo in un errore di stampa, per ciò elio riguarda i programmi di storia, errore che in una nuova edizione e stato corretto. A proposito di programmi si e anche parlato di libri che non esistono. Ma queste sono quisquilie. Importa clic si sappia il concetto informatore della riforma. Non si indugia sulla scuola elementare o su altre scuole, perchè egli si è occupato di tutte le scuole esistenti. Un primo appunto mosso alla riforma si riferisce alla rapidità con la quale essa fu attuata. Ma quale rapidità? GII studi per una riforma scolastica, fatti anche ufficialmente, orano maturi, fi tonnine dei pioni poteri perentorio, egli non' nvrebbe potuto toccare una scuola senza toccare le altre, il programma doveva essere attuato completamente al 31 dicembre 1U23. Contrariamente all'opinione del sen. Vitelli afferma che egli non crede elio l'esame di Stato sia la panacea universale per guarire i mali dell'istruzione. Ricorda che nel 1905 era stata creala una Commissione reale per l'ordinamento degli studi secondari ad onera dell'on. Leonardo Bianchi. Di quella Commissione, presieduta dal 6en. Boseili. fecero parte molti senatori, l'on. Andrea Torre e numerosi professori, nonché per qualche tempo anche il sen. Vitelli. Ma le idee suggerite dalla Commissione rimasero nei libri. Dovette sorgere il fascismo perchè si trovasse l'energia necessaria a tradurle in atto. Perimenti l'oratore, per ciò che concerne l'istruzione superiore, fu preceduto dai lavori della Commissione reale Istituita nel 1010 dall'on. Daneo s presieduta da un uomo che aveva dedicato la vita l'ingegno il cuore alla scuola, l'on. Ulisse Dini. Ne fecero parte Guido Baccelli, Leonardo Bianchi, Boseili, Credaro, Polacco ed altri. Egli intendeva redimere la scuola dagli abusi, consentili da leggi non ben fatte. Lo stesso può dirsi per ciò che è dell'istruzione artistica e dell'ordinamento delle belle arti. Ciò che egli ha fatto non è stata una cosa cervellottiea, ina il risultato degli studi di Conuuissioni appositamente nominate o di discussioni fatte con vivo interesse e con profonda passione per la scuola dal principio del secolo fino alla vigilia della riforma. Il sen. Vitelli si è lamentato, ricordando una sua interpellanza non svolta, di non essere arrivato in tempo ad avvertirlo che era su falsa strada, ad evitare disastri. L'oratore con rincrescimento non potè accettare Io svolgimento dell'interpellanza dell'on. Vitelli, ma non se ne duole perchè non avrebbe appreso nulla di nuovo rispetto al problema della riforma inquantochè sapeva che il Vitelli per disaccordi sulle opinioni della Commissione reale circa la riforma, si era da questa allontanato. Purtroppo nelle questioni scolastiche non è possibile trovare unanimità di consensi. Qualcuno ha lamentato lo 6tato pletorico dell'istruzione superiore sia pel numero dello università sìa pel numero del professori, altri hanno mostrato di non essere disposti a lasciare cadere neanche una penna dalle ali della P. I. Ognuno ha il suo sistema, ognuno per propria esperienza può dire in qua! modo debba farsi una riforma degli studi, e se egli avesse consultato prima di procedere alla riforma tutti i professori, tutti gli studiosi, tutti i membri del parlamento, egli avrebbe passato tutto il tempo che è rimasfo al ministero dell'Istruzione pubbli'.u senza far nulla. Egli ha osservata la gradualità ili cpianto è stato possibile, ma la gradualità die si chiede al nuovo ministro e che egli vorrebbe non concessa è quella di un'altra 6CeSione por l'esumo di slato. La scuola è educazione morale e nella scuola si deve sentire il rispetto alle leggi. La riforma, scolastica si propose principalmente la riorganizzazione della scuola disorganizzata dall'eccessivo affollamento e dalla non buona distribuzione degli insegnamenti. Libertà d'insegnamento Quanto agli insegnamenti scientifici c'è chi li vorrebbe accresciuti .e chi diminuiti; non vi é accorilo, ma l'anima moderna non può restare estranea al movimento scientifico che investe tutta la vita. Ai tipi della scuola media si è dato un corso preparatorio speciale ed è bene che la scuola magistrale abbia in esso il vivaio del maestri. La scuola coni plein e ntare non è una novità. La commissiono reale per il riordinamento delle scuole secondarie rie riconobbe la necessità e dalla relazione di quella commissiono si rileva che il concetto di essa risale al sen. Boèel.li. che lo espose in un congresso pedagogico di Torino. La riforma vuole la libertà d'insegnamento nel uhi alto senso della parola, egli ha creduto di dare agli istituti privati condizioni per un progressivo miglioramento ma è fermi) sostenitore dei diritti dello Stato educatore, prima l'insegnamento aveva un programma da svolsero anno per arino quasi giorno per giorno, ora conquista la sua intera libertà <li spirito, perchè i programmi di insegnamento si sono trasformati in programmi di esame. Lo scolaro di fronte all'esame di Stato vuole dal suo insegnanti.' la cultura per superarlo (conimenti). Perciò l'esame di Stato risponde ad un concetto educatore. Egli non ama, non sento la cosidetfa pedagogia che è stata tormento dalle scuole normali e si vorrebbe che lo fosse di tutti i fu'uri insegnanti. CREDARO: — Perchè dunque non l'ha abolita con i pieni poteri? GENTILE. — Viene a parlare dell'Università e dichiara che come per la scuola-media il concetto fondamentale è stato quello di rendere la libertà al maestro e allo scolaro. Lo presenti condizioni economiche producono quello assenteismo degli studenti, di cui si è doluto qualche oratore. Il difetto di quella scuola era fondato sulla corrispondenza tra l'esame e il corso del professore spesso particoline e monografico. La scienza appresa attraverso questo costume universitario si disperdeva il giorno dopo l'esame. Nelle prove di laurea bisognava chiudere gli occhi e nei concorsi le commissioni che non volevano adoperare un'eccessiva larghezza erano costrette a compiere delle vere stragi. Con la riforma si ò voluto che i giovani venissero conquistando e costruendo giorno per giorno la loro personalità scientifica. Spunto polemico por Croce Si è data l'autonomia alle università perche esse costituissero liberamente scuole e ■istituti possibili soltanto in certe determinate sedi per la presenza di insegnanti che avessero una speciale mentalità. Si è dotto cho dalie prime costituzioni delle varie facoltà è venuto fuori il caos. Questo ora quel che si desiderava (viva ilarità). Si desiderava cioè che si facessero in un luogo degli studi impossibili alirov» o ciascuna università assumesse un proprio carattere distinto da quello delle altre. Naturalmente usciti da queste università con statuti speciali i giovani devono sostenere un esame corrispondente al contenuto essenziale della materia e che 6ia nell'interesse generale come il comune denominatore delle specializzazioni culturali. Passa quindi a parlare dell'ordine del giorno svolto dal 6en. Credaro e dice di non essersi meravigliato di trovare tra i nomi dei sottoscrittori il sen. Croce, perchè si sa bene che questi non ha mai avuto eccessiva 6tima del professore, in quanto professore, ma molto si è meravigliato che abbiano sottoscritto altri senatori clic insegnano nelle nostre università. Gli esempi addotti dal sen. Creda/ro 6ono eccezioni tolte dal momento presente, quando Je piccole università erano spopolate e un gran numero di concorsi doveva essere contemporaneamente bandito, cosa che certamente non accadrà in seguito. Il vero motivo per cui non si accetta il sistema del decreto 30 Settembre 1923 non si deve ricercare nella mancanza di competenza delle piccole università, ma in altri rapidamente enunciati dallo stesso 60ii. Credaro. Per conto suo l'oratore crede che doveva essere rivendicato alle facoltà il diritto di intervenire ueld'ammlnistrazione di quegli interessi a cui debbono, anzi hanno il diritto di provvedere. Se, in ogni modo, queste piccole università sentiranno di non avere fiducia nelle proprie forze si rivolgeranno al competenti e certamente non accadrà che alcuna di «sa faccia il proprio danno agendo ad occhi chiusi. Tra i sottoscrittori dell'ordine del giorno ci sono alcuni che hanno fauo recentemente parte di commissioni esaminatrici; se essi, corno loro consentiva la legge hanno fatto buona guardia bocciando quelli elio non ritenevano meritevoli non c'è dubbio che siano stati salvati gli interessi della scienza dell'università e della giustizia. Si può anche cambiare metodo se si vuole ma si deve sempre lasciare alle facoltà 11 diritto di provvedere ui loro interessi morali. Oisinvoitura del filosofo Parla quindi del Consiglio superiore negando che si sia voluto fare un Consiglio di fiducia personale. Questa questione fu discussa nel ISSI quaudo si cambiò l'antico sistema, secondo il quale il Consiglio superiore era di nomina regia. Eminenti uomini furono contrari al principio die i membri del Consiglio superiore venissero eletti dai professori, perchè il professore è un individualista, vive chiuso nel suo mondo e in generale non si occupa degli interessi comuni. 11 fatto è che col sistema col quale venivano eletti 1 membri del Consiglio superiore si era arrivata a questo: cho risultavano eletti coloro cho volevano. Le commissioni se le facevano gli stessi candidati che obbedivano agli interessi propri non a quelli della scienza (commenti). Quanto all'esame di Stato dichiara che non lo rinnega come il governo nulla ha rinnegalo. Solo per le solito more burocratiche si è ritenuta la pubblicazione del Regolamento per gli esami di Slato dei medici. Allude quindi al fatto — che è stato criticato — della creazione di uria università confessionale, a Milano ed afferma che uno dei fini precipui dell'autonomia universitaria è stato quello di rendere possibile il sorgere di università private anche a tipo confessionale, per le quali lo Stato non assume responsabilità tranne quella tecnicoscientifica. Maggiore importanza aveva per l'oratore che la scuola fosse riaperta alla educazione religiosa, l'insegnamento di quella religione che è solo possibile per ti popolo italiano, di quella religione in cui vissero quanti credettero nel nostro risorgimento e quanti per oasi soffrirono e operarono. VITELLI: — Io ricordo cho Ella scrisse in un libro cho la scuola uccido la religione Questo l'ho lotto io con i miei occhi. GENTILE: — Bisogna interpretare le parole di un filosofo secondo il suo metodo. Fin da 30 anni or 60no, quando ero lontano dal pensare che un giorno potessi avere la responsabilità che ho avuto, ho sostenuto la necessità che la scuola fosso aperta alla fede cattolica che é la fede del popolo italiano, che ò la fede di quell'Italia, che oggi abbiamo innanzi a noi vìva e palpitante (applausi a destra, mormorii a commenti sugli altri settori). 11 Presidente rinvia il seguito della discussione a domani, alle ore 15. La seduta ò tolta alle iiru 19,15. Per la delimitazione dei collegi politici Il progetto Amicucci sul giornalismo Roma, 5 rotte. In questi giorni si procedo con alacrità al lavoro per la costituzione dei collegi elettorali politici da parie del relatore della legge alla Camera, on. D'Alessio, e della competente Commissiono, alla quale riferiscono caso per caso i fiduciari dei gruppi parlamentari regionali. 11 deputato Amicucci. alla cut iniziativa si debbono gli articoli aggiuntivi al disegno di legge 7-ulla stampa, intesi a disciplinare in termini legali la professione giornalistica, ha inviati) cggi alla. Federazione Nazionale della Stampa il testo integrale delle suo proposte, chiedendo all'alto consesso professionale di pronunciarsi ira merito.