La riforma Gentile sotto la critica senatoriale

La riforma Gentile sotto la critica senatoriale La riforma Gentile sotto la critica senatoriale La "più fascista.. noma, 2. notte La riforma Gentile è venuta oggi in discussione al Senato in sede di bilancio de:ia Pubblica Istruzione. L'ai'gomento ormai dibattulissimo, ma più clie mai vivo per le conseguenze dei primi esperimenti, ha destato grande allarme negli ambienti di Palazzo Madama. Preludio alla discussione — che*si prevede piuttosto animata ed interessante a giudicare dai discorsi che sono stati pronunciati — ò stata la riunione tenuta l'altra sei a da una cinquantina di senatori di ogni tendenza politica, professori universitari, ex ministri ed altri, che, pur non insegnando occupano un posto altissimo nella cultura italiana. Concorsi, rettorato, assistentato , I concetti emersi in quella riunione si possono riassumere nei seguenti punti : 1. - Rendere ■ elettivi i membri delle commissioni di concorso col sistema antico. A questo riguardo, vario furono le opinioni manifestate. Infatti, mentre alcuni dei convenuu proposero che i cinque membri delle commissioni fossero sorteggiati tra i titolari delle cattedre, altri espressero il parere che l'istituto dei concorsi dovesse perfezionarsi, integrando lo commissioni giudicatrici con una rappresentanza della minoranza (2 membri su cinque). Fu senz'altro abbandonata l'idea manifestata da alcuni di lasciare al ministro la libertà di scelta. 2. - Chiedere al ministro dell'I. P. di rivedere e fare rivedere dal Consiglio superiore i concorsi sinora espletati, richiamando l'attenzione dell'alto consesso su quei concorsi,i cui commissari non sono stati unanimi nel proporre il candidato vincitore. 3. - Rettori e presidi elettivi. 4. - Consiglio superiore elettivo. A questo riguardo, fu rilevato eho la nomina dei membri del Consiglio Supcriore nel passato non offriva sufficiente garanzia tanto che fu! perfino consigliato che la scelta dei componenti fosse devoluta al ministro. Un notevole consenso raccolse l'opinione del senatore Croco, secondo cui la elezione in secondo, grado dotrebbe dare maggiore garanzia. Secondo il Croce, dovendosi nominare un solo membro del Consiglio Superiore, lo facoltà, votando per tre dovrebbero eleggere 5 professori, i quali alla loro volta eleggerebbero il componente il Consiglio Superioro. Si discusse anche dell'opportunità di abbreviare la durata della carica in quanto l'attuale periodo di sette anni costringe quelli che facciano parto dei Consiglio Superiore a trascuraro l'insegnamento per non pochi mesi dell'anno. 5. - Considerare gli assistenti in molo a parte, con tutti i diritti inerenti agli impiegati dello Stato. Discutendo degli assistenti, venne lumeggiato il concetto che occorra tener presente che la questione degli insistenti è strettamente connessa' con quella degli insegnanti in quanto gli assistenti sono i futuri insegnanti. A tal riguardo venne rilevato che, rientro occorro il concorso per la carica di assistente, viceversa si fa_ loro trattamento analogo, dal lato economico e morale, a quello degli inservienti. L'ingiustizia di questo trattamento induce gli elementi di maggior valore a disertare gli istituti universitari. ti. - La libera docenza deve essere restituita allo sua funzione, che è quella- di preparare i futuri titolari dello cattedre e completare gli insegnamenti ufficiali, quando occorra. Venne osservato che, in seguito alla riforma Gentile, la libera docenza ha pressoché cessato di funzionare in molte università, ciò che costituisce un altro grave inconveniente. L'ordine del giorno GrerJaro ' Su questi putiti, emersi dalla discussione, sarà richiamata l'attenzione del Senato e del ministro della pubblica istruzione. In fine della riunione è stato presentato un ordine del giovno concertato. Esso è firmato dall'on. Credaro e da altri 47 senatori ed è cosi concepito : "I sottoscritti, convìnti che il sistema di nomina d'ed professori univorsU Ti stabilito con B. Decreto 30 settembre 1023 N. 210?, anche per l'esperienza di questo primo anno di sua applicazione, è dimostrato dannoso alla scienza ed alle Università ed in alcuni casi alla stessa giustizia, invitano l'ori. Ministro della P. I. a ritornare all'antico con opportuni ritocchi •. Firmato: Credaro, Mazzoni, Seialoja, Derenini, Supino, Maragliano, Croce, decotti, Cirincione, Bava; Tamassia, Luttig, Corbino, ScheriUo, Stoppato, Vitelli, Bufóni, Grassi, Marehiafava, Queirolo, Reina, Polacco, Sanarclli, Volterra, Pais, Mosca, Pestalozza, Fano, Pullè, Cesareo, Novaro, Catelluni, Zerboglio, Scaduto, Venturi, Cocchia, Loria, Einaudi, Bianchi Luigi, Ancona, Mengaj'ini, Paterno, Tovraca, Fadda, Calisse, Lanelanl, Guidi Le critica di Tamassia e Marghteri Il primo oratore odierno, il senatore Tamassia, che ha avuto un corto successo per la sua critica bonaria e per la sua stessa eloquenza caratterizzata da una intonazione amichevole e confidenziale, ha rilevato per implicitamente deplorarla, la precipitazione con la quale la riforma e stata studiata e attuata, pure consentendo nei principi informatori della leggo. 11 senatore Tamassia ha snstaiizia:nientc affermalo nella stessa riveudicazjflnc clic egli ha fatto del passato elio riforma non hai segnato neppure un relativo progresso nella scuola. Accennando al discorso del senatore Gentile a Palermo, nel quale l'allwu ministro della P. I. ebbe a esporre la sua teoria sul manganello come mezzo di coazione e persuasione morale, il senatore Tamassia ha osservato fra le vive approvazioni di molli senatori che questa teoria non produce clic dei ribelli fi dei vigliacchi, due figure, di cui risiila non ha bisogno. Sobrio, ma più critico, il senatore MarÉbierf, altro oratore odierno, ha investito ■tiitto il complesso delia leggo definendone senz'altro regressivo il concetto informatore. Più che una critica il suo discorso è stato una censura di talune delle disposizioni principali della legge. Coi discorsi dei senatori Tamassi* e Marglileri si è impostata al Senato la discussiorie sulla riforma Gentile che avrà ampio sviluppo nei giorni successivi. Così dopo quello dell'esercito è il problema della scuola elio il Senato dove affrontare sulla scorta dei primi risultati di quella eho l'ori. Mussolini de, finiva la più fascista dello riforme. Eloquente esperienza * Il senatore Cirincione in un articolo pubhlicato nel Giornale d'Italia rileva le vive ripercussioni che hanno avuto nella sfere universitarie e del Senato i risultati della riforma Gentile per quanto riguarda i concorsi. U senatore Cirincione scrive: « Un malumore crescente ha invaso le sfere universitarie dopo che 1 risultati forniti dai concorsi esperiti in questi girimi hanno dimostrato che gli effetti della procedura Gentile sono stati assai peggiori di quanto i competenti avevano preveduto. Su WG concorsi giudicati in questo mese si afferma che oltre cento fra coloro che 6ono stali dichiarati vincitori sono al difiotto della sufllcien- J a. mentre candidati valorosi, maturi per un rillante insegnamento universitario, sono rimasti ' esclùsi dal prendere parte al concoro. Tutto ciù era preveduto. Date le disposi- ioni della legge ultima, che affidava alle ■ acoltà la scelta dei candidati da ammettere i concorsi, tutti erano convinti che lo facolà non ne avrebbero approfittato per collocae sullo cattedre il beniamino locale; giacchè errore fondamentale della logge consiste in uesto che il compilatore di essa ha suppoto che le facoltà avevano interesse a far una fcuona scelta, mentre, generalmente parando, esso non l'hanno. La prova migliore è tata offerta da questo esperimento della egga Gentile, che non avrebbe dovuto lasciari fare da chi ama l'insegnamento c vive nel'ambiente universitario. L'applicazione di questo nuovo metodo di scegliere i professoi universitari ho prodotto dunque le conseguenze previste ed un gran numero di defiienti, che popolavano i laboratori! e. le anicamere degli istituti e che mai ebbero in monte di occupare una cattedra universitaia, divennero subito illustri nella scienza e maturi per l'insegnamento. Si determinò coi anche per gli altri di pari valore una gara di aspirazioni cattedratiche da istupidire noi vecchi insegnanti ». Un'episodio sintomatico Infine a proposito dei risultati dei concorsi, i raccontava puro al Senato un salace aneddoto. Un eminente storico apprendendo la nomina di un professore.nella sua stessa maeria il cui noma gli riusciva affatto nuovo ha creduto dapprima di non conoscere alcuna pubblicazione notevole por una sua negligenza o ignoranza, ma ha finito con il contatare che non ini ignorava le pubbiicaztoni del nuovo collega, ma questi non ne aveva scritto alcuna. L'ampio dibàttito Roma, 2, notte. Il Vice-Presidente Mariotti apre la seduta alle 15. PRESIDENTE comunica i rinsraziamenU della famiglia del defunto senatore Do Larderei per le condoglianze inviate dal Sanato. Comunica .•quindi che il ministro delle Finanze ha trasmesso l'elenco dai contribuenti soggetti all'imposta di R. M., e che tale pubblicazione sarà conservata dalla biblioteca del Senato. MAZZIOT.TI, essendo in corso trattative amichevoii tra il Governo italiano e quello del Brasile circa i gravi danni causati ai nostri connazionali nei moti rivoluzionari a San Paulo, avvenuti nello scorso luglio, non crede opportuno svoli-oro in questo momento a sua interrogazione. Gli piace perù constatare la condotta apimirabile veramente eroica del nostro console generale colà, il quale, col raschio della propria vita, ha dato opera efficace per risparmiare molti danni a quella colonia italiana. Si riserva di ripresentare l'interrogazione, se sarà necessario. FEDEBZONI, ministro, ringraziti a nome del Governo il sen. Mazziotli delle sue patriotitiche dichiarazioni. Sulla riforma del Consiglio di Stato quindi alla eventuale dei Consiglio di Stato nei LonsigLO ai fatato Si procede alla discussione del disegno di legge: « conversione in legge del R. D. 2t> alligno 1924 che deferisce transitoriamente ai Prefetti le attribuzioni spettanti ai Sottoprcfetti, poi Comuni e lo Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza del l.o Circondario; del H. D. 15 agosto 1924 riguardante nomine a titolo di prova dei vincitori del concorso ul grado di vice-segretario nella amministrazione dell'interno In deroga alle norme vigenti; del R. D. 23 ottobre 1024, che porta ni edifica zic-ni ai testi unici delle leggi sul Consiglio di Stato e sulla Giunta provinciale amrofintstrativa, approvati con R. D. 26 giugno 102-4 ». LUSIGNOLI richiama l'attenzione sull'articolo 4 del decreto che porta modificazioni al Consiglio di Stato. Dice che nella questione gravo della competenza e delle funzioni doti Consiglio di Stato egli non può che spingere li Governo sull'aspra via intrappr-esa.. Il lodevole, intendimento del Governo si ricon-nefto alla più antiche e già alte tradizioni del Cr.nsiglio di stato. Della imperfezione, delle nostro leggi, dal lato tecnico, ha parlato il sen. Scia.lo.ia in quest'aula, notando che il parere del Consiglio di Stato 6 oggi facoltativo e non obbligatorio e proponendo la nomina di una Commissione per lo studio delle leggi, ma .questo organismo nuovo sarebbe inutile se si dessero complete al Consiglio di Stato le proprie funzioni. Dall'antica lotta politica contro il Consiglio di Stato oggi si è passato a quella amministrativa. Indica gli ordini di ostacoli che si oppongono al buon funzionamento del Consiglio di Stato, da pane della burocrazia, di alcuni collegi consultivi; accenna all'eccessivo accentramanto di alenimi organismi amministrativi. A tal proposito rileva l'eccessiva ingerenza delta ragioneria generalo dello Stato in ogni provvedimento amministrativo ed anche legislativo. Si tratta di un mostruoso e dannoso accentramento, sarà vano ogni proposito di ridare al Consiglio di Stato le funzioni, che gli spettano, senza prima porre un limite alla azione della ragioneria generale, limito che risponda alle funzioni e alla competenza culturale di essa. L'oratore accenna menomata autorità nel confronto con altri Corpi. Fino all'ultima riforma il Consiglio di Stato ha diviso con altri Corpi l'onore di far parte della più alta gerarchia. Oggi il primo posto si è voluto riservare all'Autorità giudiziaria. Altissima è certamente la funzione di quest'ultima, ma bisognerebbe anche considerare che tanto meglio i Governi sono garantiti dai pericoli 'della degenerazione parlamentare quanto più è saldo il Consiglio eli Stato. Parla infine dei metodi -di scelta del personale e non esita ad affermare che la quantità è a scapito della qualità. Nei suo miglior periodo il Consiglio di Stato non aveva più- di 35 membri; ora essi sono 52, e può dorsi che crescano ancora, mentre sarebbe più opportuno, diminuirne il numero. f.a scelta dei consiglieri b libera; rimanda pure tale, ma" il ministro dove sempre imporre a se medesimo dei limiti per l'altezza della funzione che i consiglieri di Stato debbono esercitare. Si 'eugur'à che la carica torni ad pssere ambita dai migliori tra i funzionari, magistrati e professori. Conclude rilevando la grave difficoltà di compiere una savia riforma, che tuttavia tornerà a gran lode del Governo che la saprà attuare. Chiede che 6ia emendato l'attuale diseano di legge, rendendo definitivo ciò che soltanto è provvisorio, ed affidando al Consiglio di Stato la revisione tecnica delle leggi {Bene!). FEDERZOM ringrazia il sen. Lusignoli, che ha richiamato l'attenzione del -Senato sulla portata e sul significato del disegno di logge. Deve esprimere qualche riserva per taluni apprezzamenti incidentali. Interesso supremo dell'Amministrazione pubblica è la difesa dell'integrità del bilancio. Constata che il san. Lusignoli ha mostrato di essere d'accordo cogli intendimenti da', Governo, il quale è fermamente deciso di sviluppare le funzioni consuntive del Consiglio di Stato per Ciò che si attiene agli articoli 14 o 10 del tosto unico. Il Governo aveva dapprima pensato d'istituire, in seno al Consiglio, un Comitato permanente con tali attribuzioni; abbandonò poi questo pensiero per ragioni di economia e per non aumentare l'organico di quel Consesso. Ciò nonostante col Lo comma dell'art. 4 si è istituito un nuovo presidente di sezione, fitabilendo Insieme il carattere transitorio di enie:to posto. G'à r.eVn discussione del bilancio dell'Intnrno ebbe a dichiarare alla Camera d^i deputati che il Governo non mancherà di dare disposizioni che rendano al Consiglio di Stato una compiuta effloenza organica. U nuovo ; .. i presidente gioverà ad un più rapido_disbri- ! go dell'enorme numero di cause pendenti; dei consiglieri non più di 5 potranno essere I J distolti dalle normali funzioni, e solo 3 fuori ■ ruolo. Il Governo ritiene necessario ripren-1derc in esame tutta la materia dell'ordinamento del Consiglio di Stato, e 6e ragioni di bilancio hanno impedito di emanare provvidenze economiche, 6i è cercato, col regio decreto 15 gennaio, in corso di pubblicazione, di accrescere la dignità e l'autorità del Consiglio stesso. Termina invitando il Senato ad approvare il disegno di legge, considerandolo come un primo passo sulla via delle riforme da apportare al Consigliò di Stato. FROLA, facente funzione di relatore, spiega come il Governo abbia ritenuto necessario emanare provvedimenti transitori anche di valore economico, e l'Ufficio Centrale ha ravvisato l'utilità di questi provvedimenti. Inoltre, il ministro dell'Interno ha preso impegni di presentare provvedimenti concreti e permanenti, e di riesaminare tutta la materia concernente il Consiglio di Stato. Di fronte alle dichiarazioni del ministro ed in considerazione della portata del provvedimento, l'Ufficio Centrale propone al Senato che venga concessa l'approvazione del disagno di legge. 11 disegno di legge è rinviato allo scrutinio segreto. Il bilancio della P. I. E 6i passa alla discussione del disegno^ di legge « stato di previsione, delia spesa Ministero dell'I. P. per l'esejrcizio finanziario dal l.o luglio 1924al 30 giugno irs.i ». TAMASSIA. L'argomento del suo discorso è la -grande riforma che ebbe a padre l'on. Gentile e per easti custodi gli on. Casati e Fedele. L'oratore fa subito un raffronto fra ciò che si è fatto in Italia dal Governo naziopale e ciò che si è fatto in Francia, ed accenna al discorso del sen. Berard che è la tra-. ma di ciò che egli dirà. Sui principi fondamentali della riforma Gentile egli non ha nulla da ridire, è d'accordo col riformatore nella sfera più elevata /iella sua opera ed è bene che nel Senato la discussione su di essa.| rivesta, un carattere di benevola tranquillità perchè fra due principi diversi sta al di 60pra la capacità di sentirsi compresi e la libertà .della discussione {bene). L'on. Gentile ha fatto una riorma fulminea e personale. 11 sipario cadde sopra le vecchie istituzioni; comparvero le nuove e tutto si cambiò. Grandissima lode sarebbe venuta a lui 6e l'opera sua personale l'osse stata tale da segnare un relativo progresso sullo nostro vecchie scuole, lo quali sono state troppo calunniate, mentre non si può dire che esse erano burocratiche e che la riforma Gentile ne ha fatto lo strumento più adatto alla coscienza nazionale. Tanto l'on. Gentile quanto chi parla, come tanti altri, sono sorti da questa scuola detta burocratica ; eppure sentono in loro -vibrare l'anima italiana che è frutto di quella scuola (approvazioni). La riforma si inizia col colpo dato all'Accademia dei Lincei, poi con quelli inferti ai provveditorati regionali ed. agli ispettori centrali. I provveditorati regionali sono trattati nè più nè meno come gli economali dei benefici vacanti ed in verità molto dT vacante è in essi non per le persone, ma per la condizione delle cose. Le scuole sono abbandonate, mentre avevano bisogno di essere in continua relazione con l'organo re» giònale. Il provveditorato sta troppo in alto e l'opera sua "è tronca, inutile e vana. Cosi dicasi 'degli ispettorati, stremati di numero. Està, che dal centro dovrebbero esser.e. i « inie$. dominici » del Ministero dell'Istruzione per mantenere in continuo rapporto con esso, la .scuola, sono anch'essi troncati. Poi seguono gli ordinamenti speciali in cui è stato trascurato il punto centrale, il vero problema vivo, l'artefice della scuola, la persona del maestro. Ed oggi nella scuola media si lamenta un decadimento di gradi che segna una delie enza per non diro un'ingiuria nella condizione degli insegnanti delle scuole medie. Ma il (Principio della riforma Genile, più che nei pro-grammi,'va ricercato nelle manifestazioni chiare e precise del riformatore. Il principio tipico è una legge unica che va dalle scuole elementari fino all'Università; anzi comincia più giù delle scuole elementari, dagli usili, dalle spelonche. Fin dagli inizi il liceo e ginnasio, l'istituto di cultura umanist.ico-etorica. prepara l'uomo morale che dove assumere il suo posto nella storia e sanerò il travaglio dell'umanità dalla spelonca in cui visse selvaggia fino a quello della" civiltà. La scuola, in virtù della libertà, deve diventare l'organo delicato dello Stato nel creare gli italiani ed in ciò l'oratore 6 d'accordo col riformatore; ma la libertà trova un limite curioso nella concezione della riforma: essa permette olla scuola di uscire da ogni impaccio dei vecchi osami, ma le oppone la barriera dell'esame di Stato. L'esame di Stato deve essere come una specie di fermo ogni volta che lo sco'aro abbia a passare da una scuola all'altra. Ma quando colui che 6i presenta all'esame di Stato proviene da altre scuole è costretto fare una grande commedia, ad imparare sui soliti manuali secondo le domande e le-risposte precise che sonò assegnate nei program mi; egli cteve rispondere come ha sentito che. si deve rispondere, non secondo quanto la scuola gli ha insegnato; ed è questo esame di Stato che ho costato milioni di lacrime. Non è già che egli deplori la serietà degli esami ma egli crede che si possa giungere ad una sana e savia severità senza ridurre l'esame a questa forma affannosa. La scuola elementare ha veramente qualche cosa di nuovo, di e I vivace, vi è un po' di aria e di soie che peneo ,r;l ln «Mfc Ma non vorrebbe che vi fossero o | tante fljst,razi0ni. n cV,eegno c tante altre m,. ferie sono giuste, o meglio sarebhero giuste se il giorno fosse allungato, per decreto-legge, di <i o 7 ore ed il maestro avesse la capacità di insegnare. Vi è però un punto molto delicato: quello che riguarda l'insegnamento religioso. L'ori toro non appartiene ad alcuna società se#r tn ; suo padre, che fu compagno di Giuseppa Eilzi e Bartolomeo Graziosi, che l'Austria ha impiccato, gli fece giurare prima di morire: niente società segrete, ed onestà ad oa-ni costo. Egli serba il giuramento ed il Senato può crederlo {approvazioni). Ebbene, non è contrario all'insegnamento religioso, nò proporrà che il crocifisso sia tolto nelle scuòle: ci resti: et odiamo tanto che una prova d'amore farà bene a tutti (approvazioni). Ma l'insegnamento catechistico, dogmatico può fare più male che bene; quello che ncoorr destare nell'anima infantile è il sentiimontn religioso che prepara gli animi alla pace ed alla concordia di cui abbiamo tanto bisogno (beniss/mo) La scuola media ha molti pregi ma anche molti difetti; essa è nata con degli aborti accanto. La scuola complementare ebbe il liceo femminile. Chi va alla scuola complementare trova una sbarra chiusa. Se questa scuola potè vivere alla meglio dovette rinsanguarsi assumendo corsi integrativi e cosi, invece di avere un corso complementare, noi abbiamo dei duplicati, anzi dei triplicati: scuola elementare, scuola complementare, ginnasio inferiore, istituto tecnico inferiore e scuola magistrale inferiore. C'è dappertutto il latino; ma in questo siamo d'accordo, perchè noi siamo latini. Però, allora, l'òn. Gentile doveva concluderò: latino in tutte le scuole. Programmi di Insegnamento e Università Esamina rapidamente alcuni programmi di insegnamento, specialmente quelli per la storia, e rileva alcune mancanze di storici avvenlmenti, specialmente quelli riguardanti la gloriosa storia del Mezzogiorno d'Italia, unica al mondo. Mentre si ricorda la Magna diana, non si ricorda il Patto del Dada Sergio nel 1030 nel quale si dice: « Signori alti, medi e infimi napoletani; io riepetrerù le vostre libertà, io non penetrerò nelle vostre case, non vi arresterò, non vi chiamerò in giudizio, non vi punirò 6e non per una sentenza pronunciata con senso di ecrultà davanti a me ». Di fronte a questa magnifica tradizione italiana che cosa ci importa della Carta di Giovanni Senza Terra? lo potrei ricordare anche che Romagnosi diceva: «Libertà proviene dal sentirsi liberi ». Poiché libertà 6i ha i e , o o o . i A ta o i e e o a o ù e i . ò e a a a i e a o i . , o i r o a a e l e o o o o à qtiando vi ha una convivenza libera. Tra la nostra gente vi è una tradizione di liberta che non ha nulla da Invidiare a quella degli altri paesi. Arrivato cosi al problema universitario l'oratOTe soggiunge: « Io ho quasi il rossore di trattenevo il Senato su questo argp mento. Andrò nella mia scuola e non tornerò ■ ve p,u ppr un ]iazzo {ilarità). Veniamo alle Uni- j hi versila-. L'Università"è là caèa noètra; Quando n0i oj prepariamo u tenere lezione — e lo sanno Fedele e Gentile — noi siamo tutti as- 6or;-j ni,n,a nostra coscienza esentiamo come un brivido entrando nell'Università. Dei se: eoii stanno eopra di noi ed innanzi a noi stanno i nostri giovani. Ogni parola aggiunge alla tradizione scientifica qualche cosa in ogni Università c'è l'Italia, dovunque. Queste corporazioni benedette vivono slegate da tutti i rapporti, perche i'nostri fratelli sono perduti in fazioni Ma come c'è la pace della chiesa, c'6 la pace della scuola e nella scuola sia anche oggi la pace per la dignità della scuola stessa. Abbiamo dei problemi seri. Molto scuole non andavano. Erano troppo pesanti, pesavano troppo rudemente sul bilancio della nazione, non dico su quello dello Stato, perche vi sono enti lpcall, enti privati ed enti pubblici che soccorrono queste scuole. Ma chi paga è sempre l'ultimo e voi vi ricordate dell'apologo detto da lord Kentt alla Camera dei Lordi, mentre si parlava di sovrimposizione delle imposta. Si diceva che lo Stato non ci pensava ma por i poveri pensava il parroco. Allora raccontò la storia di un cittadino che aveva un asinelio attaccato alla carretta e di un tale nitro che, passando, domandò di montare 6iiU'asino dicendo di tirare lui la carretta. Cosi finì che il povero asinelio dovette sopportare rutto il peso ',ilarità). Questa ripercussione economica è grave. Erano dieci le Università, che potevano avere il compito glorioso di continuare le tradizioni scientifiche, ma invece du queste dieci si è passati a quest'alfabeto: A, E, C; quest'alfabeto universitario, che è la cosa più curiosa ed il quale, in base alla libertà-di insegnamento, ha accresciuto a 30 il numero .degli istituti universitari. Fate ii calcolo (io non sono forte in matematica) e vedrete che c'è un istituto superiore presso a poco ogni milione e forse meno di abitanti, senza tenere conto delle Scuole superiori di Commercio. Lo vecchie scuole rimasero un po' male, come Pavia; così Pisa, Firenze, Milano e Bari e lasciamo andare questa. Ora, queste Università si dividono in due modi : o lo Staio ci pensa, o ci pensa poco, oppure dico: a fate voi». Io lascio la questione della libera Università. Dico solo questo : si insegni dove si vuole, ma lo Stato sappia cosa si insegna. Ma vi è un guaio grosso ed e questo: che noi, coll'aumento delle Università, abbiamo sminuzzato la forza economica della nazione, l'abbiamo spezzettata qua e là e da ciò ne ò derivato che le biblioteche ed i gabinetti scientifici .stentano a vivere. E mi diceva un collega (perchè quello che dico mi ò stato riferito) che ormai in certi gabinetti talune esperienze elettriche e fisiche non possono più aversi per la semplice ragione che costano milioni. Lo biblioteche in grande parte sotto ridotte a poca cosa o aid un mucchio di vecchi libri, già appartenenti a corporazioni soppresse, prime edizioni dì stampa ecc., che rappresentano, oserei dire, qualche cosa di ammuffito. Se voi entrate in queste biblioteche per avere un libro (parlo di libri che ci mettono in comunicazione con ii mondo scientifico), In queste biblioteche voi non io troverete. Passando il confine ho trovato un ex-nemico che mi ha fatto vedere in una città vinta una bellissima biblioteca che a dire il vero mi faceva venire l'acquolina in bocca. E vedendo una bella'collezione di vo- mecosdi e Rl'ovevenedi costaracadepaprceQudirenocrnulumi nuovi, mi dievea se doveva mandarmeli Io gii ho risposto: Li abbiamo tutti I qna forma di miscrio un po' decorosa. Così sono tornato a casa senza nulla. Poi le racco:te delle vecchie accademie sono sospese, perchè aspettavamo che la Germania fc-riflssè la cotìflnuazione delle collezioni interrotto durante la guerra, ma queste sono cessate e l'interruzione dura ancora. La missione dalla scuoia , Un'altra cosa ci interessa, soprattutto : la missione della scuoia. Questo, dico, e quasi il pulito culminante, perchè della parte tecnica di-.'av.nn altri meglio di me. lo ito il pia- \ ccere d< vedere qui presente il Presidente del Consiglio porcile ho avuto l'audacia, durame 1 colpi della riforma Gentile, di mandargli una lettera a cui veramente non ebbi risposta. -MUSSOLINI, presidente del Consiglio: Glie la diedi oralmente ia risposta! TAMASSIA: — Questa lettera diceva presso a. poco cosi: « Presidente, Lei ieri a Perugia ha detto un magnifico discorso. Non sono usato a lodare nessuno neanche i presidenti del Consiglio (sì ride)... MUSSOLINI, presidente del Consiglio: — Bravo, appiovo! TAMASSIA, continuando: — ...ma gli uomini di genio si. Quel discorso è bello». E se ella si ricorda, dissi ancora: « Io non avrei discaro che fosso conosciuto in tutte le scuole». E qui misi un punto interrogativo. ;'-.e ella ha la concezione dell'avvenire della no-1 etra scuola, corna non ebbero mai certi s-.mnecchianti presidenti de! Consiglio, perche ! pInzebCdnCacosodristdp«/nbgaPMr« è tiestcberilenci ui aatarurrnd1dgsmbntcromsnon e venuta a guardare quello che lapprc- dsenta la riforma Géntii?'.' E' co-sì elio io scrìs- (si. Ora dico: Ecco qui la missione, delia ! sscuola. E' una grande ed antica missione. E ■ dqui non ripeto le bello parole del sonatore i tGentile che riassumono tutto. E quindi, sul | Lfinire del mio diro e dello strazio altrui, ' Eposso anche abbracciare il collega Gentile ' p(vivissima ilarità). i AMUSSOLINI: — Grande bontà dei cavallo- sri antichi! j sTAMASSIA : — Ma non siamo nemmeno, pcavalieri (ilarità). Noi siamo vecchi, ma siti-j smo sicuri dai fatti nostri. Ora. perche l'uà- ! fmo che ha scritto così belle parole, durnnt un discorso, ha pronunziato la frase che, a perdonargliela, bisogna sudare molto: « che la filosofìa ile] bastone (non voglio usare la sua parola) ha una forza economica ed una persuasione morale»? Noti c'è dubbio. E' srsp.in metodo biblico, ma l'inconveniente è che i Sil-metodo non appartiene agli italiani liberi,J-perchè quella filosofia fa della bella tempra di acciaio dell'italiano un ribelle od un "vigliacco, due figure che non abbiamo bisogno che ci vengano tra i piedi (vive approva, z'oni). Avviandosi alla conclusione l'oratore dice che la missione dello Stato è insita r.-Mla scuola. E' In Stato che dava creare l'anima. Ricorda- il patriottismo dei maestri e dagli scolari n<'l periodo ernico dello lotte per l'unità italiana. La scuola italiana, nonostante le deficienze della legge ultima, rispondo alle sue tradizioni. Il maestro italiano suolo dire alta gioventù; Buona notte per imi buon giorno per voi ! Vivete molto e molto' per il bene della Patria! (vivissimi applausi e conamtìttnzioni. L'on. Gentile abbraccia Voratore. Il ministro della P. 1. on Fedele ed alcuni senatori si recano a slringcrnU la mano). . " Un'altra critica MARGHIERI: - La riforma dai ministro Gentile investe tutta la mentalità italiana e pone per l'Insegnamento criteri che sono suscettibili di grande critica e di censura Dubita che l'ori. Gentile s,ia riuscito nel suo lodevole intento sia nel concetto fondamentale, sia por la applicazione che delle dism;sizioni di legge hanno fatto le università. L'autonomia universitaria non sussiste più e quindi il concetto fondamentale della riforma non può dirsi progressivo, ma regressivo. I professori non hanno più nessuna autorità nella costituzione del Corpo universitario, il rettore è nominato da*! ininist.ro, pollino il Consiglio superiore è di scelta del ministro. Si è introdotto il giurali.auto dei professori, con una distinzione in ordine di tempo, che non regge al più benevolo esame. I professori già in carl-a non sono tenuti a prestare giuramento, i nuovi ^i; ma nemmeno per questi era necessario perchè se unti : professori sono concordi nel -ritirare fedeltà al Re d'Italia, quando per oltre 60 anni Io università non orano inai venu*e meno in alcun modo al dovuto rispetto verso gli organi suporiori dello Stato e la Monarchia, nessun giuramento doveva essere introdotto. Tutta la costruzione nuova dunque, è formalistica ed esteriore, si è creato un decentramento di ordine amministrativo e finanziario, lasciando tutto il resto nella situazione di prima. La. libertà di imsegna- fnadlstislcpsaoI pI i1 vI d[gt1mspladMcotesCntsp ve hi mento è rimasta, anzi le Facoltà sono andate cosi oltre nella revisione e nell'introduzione di nuovi statuti da dare origine ad una vera e propria anarchia didattica. Ricollegando t :tti i mutamenti ricordati l'oratore giunge alla conclusione che l'università liberti italiana si e, voluta trasforrnar-e organismo compatto nelle mani del Governo ed i professori f=i sono voluti includere nel corpo burocratico col nome di impiegati di ruolo. {Approvazioni). FKDKLE, ministro dell'I. P. : — Ha già contìmicato al Consiglio superiore che qua sta disposizioni saranno rivedute e modlfi rate, e ciò è stato reso di ragione pubblica'. {Approvi zioni). MARGHIERI prendo atto e si compiace della dichiarazione del ministro. E passa a pai-lare di un'altra questione: la nomina dei professori e le condizioni della' libera docenza. , ... Indi viene a parlare rifilile nuove università. Quando si parlò di sopprimere l'università di Sassari, giudicò che la soppressione sarebbe stata nociva ma da qi-esta premessa non si deve trarre ragione, di lode per la creazione di nuove università. Si spiega la nuova università di Bari, ma chiede se era ore 18,10. indispensabile che accanto a quella di Pisa si istituisse l'università di Firenze, ove esiste l'Istituto supcriore. Accenna alla creazione dell'università di Milano. Non occorre- cho egli proto.-; i il profondo culto, con.une a tutti gli italiani, per la grande ' metropoli lombarda, ma non sa quale ragione economica, dottrinale e scientifica abbia potuto consigliare la creazione dell'università di Milano aecan'o a quella commerciale Bocconi, che avrehbe pottt'o essere ampliata e completata, il metodo poi attrattivo adoperato ria Milano con i maggiori e-rnolumenti, spoglia le altre università di bravi insegnanti e li concentra a Milano. FEDELE: — Bisogna curare che le altre università possano egualmente trattare gli insegnanti. MARGHIERI : — Vi è un interesse superiore}" quello della sperequazione della condizione economica dògli insegnanti. Concili.'landò, afferma che tiriti parte della riforma. Gentile deve essere ritoccata. (Applausi e congratulazioni). PRESIDENTE rimanda a. domani il seguito Iella discussione. La seduta è sciolta alle