Gl'impiegati il " caroviveri " e il Governo in un'accesa polemica della stampa ministeriale

Gl'impiegati il " caroviveri " e il Governo in un'accesa polemica della stampa ministeriale Gl'impiegati il " caroviveri " e il Governo in un'accesa polemica della stampa ministeriale Dal comunicato che annunciava l'aumento a quello che lo subordina alle disponibilità del bilancio - Gii attacchi a De Stefani e alla Ragioneria generale dello Stato Roma, 29 notte. Una questione di appassionante attualità consisto nelle vicende occorse ai provvedimenti annunziati dal Governo per mettere in condizione gli impiegati statali di fronteggiare le crescenti esigenze del caTOjviveri. Le cose stanno il. questi termini: il 24 gennaio il Consiglio dei ministri si occupò del caro-viveri, con particolare riguardo alle condizioni degli impiegati, ed i giornali ufficiosi hanno poi concordemente annunziato provvidenze in questo senso; ma un comunicato ufficioso ò venuto ieri ad avvertire che « il caro-viveri agli impiegati è comunque subordinato alle disponibilità degli ulteriori mezzi ordinari del bilancio, provenienti da nuove entrate e da economie nelle singole Amministrazioni pubbliche, di modo che la nuova spesa deve essere completamente e preventivamente fatta con nuovi mezzi ». "Sorpresa e disapprovazione,, di un foglio ufficioso Questo comunicato, che rende i promèssi aiuti agli impiegati statali quanto mai problematici ed evanescenti, ha portato una viva delusione nella classe burocratica, della quale i giornali hanno voluto prendere le difese. E' notevole che tra i più accesi in tale difesa sono un giornale filo-fascista, Il Messaggero, — ed un giornale assolutamente fascista L'Epoca, diretto dal deputato Bottai. Il Messaggero non nasconde « la propria sorpresa e la propria disapprovazione in merito » e afferma che le deliberazioni idei Consiglio dei ministri del 2ì gennaio js le precedenti informazioni ufficiose avevano fatto concepire molte speranze di prossimi miglioramenti. E scrive: .«Potrebbe darsi che qualche malcontento possa sorgere a questo proposito nella massa Impiegatizia, e ci pare quindi opportuno di dire una parola di riflessione, rilevando come il tenore del comunicato di ieri non appare tale da agevolare l'opern faticosa di ricostruzione compiuta dall'on. Mussolini. Gli impiegati dello Stato non possono e non devono agire 6indacalmewe come.le altre categorie di lavoratori, polche hanno una più alta funzione morale e 6óciale da assolvere; ■ed è pertanto necessario che, appunto per mostrare loro che Io spirito di disciplina necessario al .funzionamento dell'amministrazione non nuoce alla difesa dei loro elementari Interessi di categoria, l'azione governativa deve svolgersi spontanea, illuminata e sagace nel loro riguardi ■- Peraltro II Messaggero, richiamando il Governo alla considerazione della gravità della cosa, lascia intendere che responsabile del mancati provvedimenti sarebbe il ministro on. De Stefani, — anche stamane vivacemente attaccato dall'Impero — e più precisamente la Ragioneria generale dello Stato. , Àttacetji di un giornale fascista ~ Anche l'Epoca evita di prendersela col Governo ed approfitta dell'occasione per attaccare il ministro De Stefani ed il ragioniere generale delio Stato, pel quale il giornale medesimo non ha mai mostrato, come ricorderete, eccessiva simpatia. Scrive tra l'altro L'Epoca-. « Il comunicato dall'Agenzia Stefani, che noi pure iersera pubblicammo, costituisce non soltanto un'amara delusione, voluta deliberatamente propinare alla classo impiegatistica ed all'opinione pubblica, assai sensibile al disagio economico di categorie che Si innestano nella stessa vita statale, 6ibbeoe rappresenta un colpo mancino assestato al Governo ed al suo capo, che, di fronte al pubblicò che osserva, è la forza dinamica di ogni iniziativa, di ogni provvedimento, spesso mal servito dall'ostilità sorda ed implacabile di burocrati avvinghiati come tafani succhiatói al carro dello Stato. Noi non siamo certo sospetti, nel nostro deciso e saldo consentimento al Governo ed el duce che lo impersona, di fomentare agitazioni Inconsulte e pazze. Tutt'altro! Ed è perciò ch£ ci permettiamo tanto più forte di denunziare la manovra, che va svelata, ed i i cui autori vanno cercati tra t tenaci avversari del Governo, annidati come padreterni impudenti- negli alti gradi della burocrazia dominante, pare, oltre gli eventi nuovi, oltre 1 sommovimenti di metodo deprecati dij una vita già intristita e che domanda di es-^ Bere compiutamente rinnovata •. Dopo avere affermato che la scusa addotta dal comunica'o è speciosa ed il pretesto è meschino, il giornale fascista conclude : • Basta ad ogni modo assodare che forze occulte, ma non troppo, minano con volere preconcetto quella che 6 la sicura adesione nazionale al Governo. Questo il compito di taluno, mascherato sotto le inderogabili esigenze del bilancio, che servono di schermo per azioni oblique, spiegate sotto l'egida tradita di un ministro e di un Governo responsabili >. Dal roseo al grigio In questa delicata questione gli altri giornali non intervengono che assai parcamente, anche pei evitare quello che è accaduto alla Tribuna, la quale — per un articolo stilla liberta di stampa e sugli aumenti agli impiegati — è stata sequestrata nella sua prima edizione ed obbligata ad uscire in edizioni successive senza l'articolo censurato Il Giornale d'Itali si limita ad osservare che è inopportuno lanciare notizie rosee per poi dovervi applicare sopra una mano di tinta grigia; ma secondo il giornale, un fenomeno politicamente rilevante è questo sferruzzare di taluni giornali am.ici del Governo contro uno dei ministri più Importanti come l'on De Stefani: Il Mondo osserva come la vita degli impiegati è tale che la speranza di un aumento suscita una quantità svari atissiina di calcoli, di previsioni, di sistemazioni, e la caduta di queste speranze ha dolorose ripercussioni, non solo materiali : « Il tempo delle agitazioni ò passato e, per fortuna, è passato il tempo degli scioperi degli impiegati, che quésto giornale ha sempre riprovato. Ma non per questo 6 meno doveroso evitare che le difficoltà materiali di una classe veramente benemerita 6iano aggravate da delusioni. Lo Stato ha bisogno di conservaci in ogni contingenza l'amore 'ie l'attaccamento al dovere dei propri impiegati. .Noi auguriamo che il Governo voglia b sappia fare fronte agli impegni assunti, e .'dare agli impiegati, o, per essere più esatti agli impiegati e pensionati, quell'aiuto del quale in questo momento non possono fare a meno, e senza Indugio, perche 1 prezzi aumentano, e senza attendere l'esito degli «studi della Ragioneria generale. Dum Roma Coneulitur ». Anche il Sereno commenta brevemente Il comunicato sul caro-viveri agli impiegati e scrive : « Secondo questo comunicato, i miglioraB*oii da assegnarsi ai funzionari statali sarebbero ffuboe-dinatl alle disponibilità di nuo¬ vme.titsmnd5tnttpnftrNmdsabgèsaecssoaidttlubncddrflGnnvfecqcscz'saqz6fmr j ^ n a e o , è i ù a , r o i o o e ea e i el e zi li a e eaao¬ ve entrate ordinarie di bilancio e alle economio dei sìngoli ministeri. Ouindi nuovi studi e. nuovo proposto e tormentosa attesa di centinaia di migliaia di famiglie. Naturalmente il comunicato de! signor Do Bellis non poteva non provocare viva emozione nella classo impiegatizia, la quale constata amaramente come 'e promesse del governo nazionale vangano frustrato dal semplice volere di un ragioniere rli Stato ». 517.000 Impiegati. 5 miliardi In stipendi La difesa del ministro De Stefani- è fatta dall'Agenzia Volta, ufficiosa, che. rende note alcune cifro che valgono a prospettare nella vera rcaliù il problema di fronte al quale il Governo si è posto : « Secondo lo cifro raccolte dagli uffici competenti — scrive l'Agenzia — tutto il personale dell'Amministrazione dello Stato risulta formato da 517 mila individui e risulta retribuito con 5 miliardi e 100 milioni di lire. Ne consegue; logicamente che qualunque aumento rli carattere generale, anche se modesto nel riguardi dei singoli, diventa cospicuo rispetto all'Erario. Por esempio, un aumento del 10 % delle retribuzioni attuali basterebbe a produrre un maggiore fabbisogno globale di oltre 500 milioni. D'altronde è ca.nono pregiudiziale di una finanza onesta quello eli non aumentare le 6pese senza accrescere le entrate o senza trovare delle economie nella stessa mci6ura. Un diverso comportumonto vorrebbe significare il disastro finanziario, in quanto, evidentemente, se non 6i dovesse ricorrere a nuove entrate o a nuove economie, bisognerebbe ricorrere a nuovi . debiti in maniera continuativa ed in misura crescente per tutti gli effetti che dovrebbero derivarne. Ora, la politica seguita dall'on. De Stefani, 6e può essere suscettibile di qualche critica dei carattere particolare, non può subire l'ingiuria neppure di un'ipotesi di questo, tanto che negli ambienti finanziari, anche senza l'ultimo comunicato, nessuno aveva dubitato un momento che i provvedimenti governativi ' a favore degli impiegati potessero eccedere la somma di nuove entrate o di nuove economie da rintracciarsi ad opera dell'Amministrazione finanziaria ». Voci Infondate di dimissioni Dal canto suo La Tribuna afferma che la questione non sarà abbandonata dal Governo, che si renderebbe conto « della necessità che il provvedimento sia organico e adeguatamente finanziato con nuove entrate e con economie derivanti da riforme amministrative interne ». Il Giornale d'Italia, nella sua ultima edizione, informa che nel pomeriggio, specialmente negli ambienti borsistici ed in qualche circolo politico, è stata fatta circolare la voce delle dimissioni del ministro delle Finanze, on. De Stefani. Qualcuiio aggiungeva che anche il ministro dell'Economia Nazionale, on. Nava, intendesse ritirarsi da' Ministero ed avrebbe già manifestato questo proposito al Presidente del Consiglio. Ma lo stesso giornale soggiunge : « Abbiamo voluto controllare questa notizia a fonte diretta, e tanto le dimissioni dell'on. De Stefani che quelle dell'on. N'ava 'sono 6tate recisamente smentite. Ci è stato anche fatto rilevare che se tali voci, per quello che riguarda il ministro delle Finanze, hanno potuto derivare dalle polemiche 6ul comunicato relativo al caro viveri agli impiegati, l'induzione sarebbe del tutto, infondata. Infatti la questione del oaro viveri non è ancora definita e neppure compromessa. L'on. De Stefani si è soltanto riservato di studiare più attentamente i provvedimenti e di fare quindi le proposto del caso al Consiglio dei ministri. Comunque, egli, al pari dell'on. Nava, non pensa affatto a rassegnare le dimissioni ». Ciò chs è franato Il Comitato parlamentare delle Opposizioni tornerà a riunirsi domani venerdì per proseguire l'esame della linea di azione da seguire ulteriormente. Intanto, la riunione di ieri ed il comunicato che ne è seguito riaffermante l'accordo tra i gruppi aderenti, sono ampiamente rilevati e commentati dai giornali. Il Mondo, organo dell'opposizione costituzionale, dice che il comunicato dell'opposizione dimostra che la previsione fascista sull'imminente frana dell'Aventino è... franata da un'ora all'altra: « La secessione continua, dunque, salda e completa nella linea di condotta che 6i ò tracciata 6in dal giugno scorso e che è stata riaffermata a più riprese. Non sappiamo se, dopo il comunicato di ieri, i giornali governativi si convinceranno dell'opportunità di rinunziare alle loro strologherie varie su ciò che le Opposizioni 6ecessioniste faranno o non faranno. Comunque, noi continueremo a trascurare le loro cabale ed a lasciare la parola ai fatti ». Dal canto suo, Il Popolo osserva che le voci di dissoluzione in atto nel blocco secessionista erano state originate da un equivoco e favorite dal regime eccezionale della stampa, la quale non ha potuto riprodurre nella loro esattezza integrale il documento del Consiglio nazionale del Partito popolare. Comunque, secondo il giornale, è certo che la manovra di avvolgimento tentata dai giornali fasci sti contro l'Aventino non ha avuto alcuna efficacia : « I popolari erano in pieno diritto di pubblicare il loro manifesto, indicando le linee della loro politica democratica ricostruttiva, o se, precisando il loro punto di vista, hanno dovuto accennare ai rapporti cogli altri partiti, lo hanno fatto con una forma e con una misura che si conciliava perfettamente col proposito, senza equivoci confermato, di mantenere in tutta lealtà la linea antifascista dell'Aventino ». Il giornale prosegue dicendo che le condizioni particolari fatte alla stampa di opposizione e l'interessante propaganda di ceiti mettizizzanir., spiegano in buona parte cotesto eccessivo nervosismo, non lo giustificano : « Ma vorremmo che l'esperimento servisse almeno di monito per altre volte. Rimane intanto- acquisito che la solidità dell'Aventino, come aveva subito rilevato il comunicato del Partito popolare, rimano immutata, e che i popolari, cercando di rispondere alle domande del Paese sopra le possibilità ricostruttive dell'indomani, hanno offerto un contributo di chiarimento, che corrisponde non solo alle finalità positive del Partito, ma dovranno maturare nella coscienza dell'opinione pubblica, al di sopra di ogni questione di tattica e di ogni anticipata considerazione elettoralistica. Era compito del Consiglio nazionale, organo supremo del partito, di fissare, almeno nelle grandi linee, il movimento popolare », " Perchè discanteremmo ?,. Come sapete i più dubbiosi sulla portata effettiva della deliberazione del Consiglio nazionale del Partito popolare erano stati ti socialisti ufficiali (massimalisti). Ma anche questi, chiarite lo intenzioni, si sono appagati ilei chiarimenti forniti loè utoti—coposfdavtucoulalancodlas—udsadtesctoStacrnnuinvInendPsdTcipmtvdldiaPlsmcgitslcetc i a e , i n e i i a a o e e eiriel oa ia ue aio ). i, ti loro dagli on. Gronchi e Tupini. Tutto ciò è confermato stasera in un'intervista che un redattore del Giornale d'Italia ha avuto coll'on. Oro Nobili, segretario del Partito: • L'accordo di ieri — ha detto l'intervistato — era già virtualmente raggiunto prima ancora che ci riunissimo. Le spiegazioni! dei popolari furono esplicite, esaurienti e 60drlisfacentissime. In realtà,- non si trattava che di un malinteso gonllato ad arte dai nostri avversari. Cosicché rimarremo uniti nell'attuale formazione. E la forza delle cose è la considerazione clic ci unisce. Anche se T>er una qualsiasi velleità di autonomia particolaristica qualunque di noi volesse svincolarsi dal blocco, il fascismo lo ricaccerebbe nel mucchio. Voglio dire che il dovere di combattere il Governo- ed il fascismo ò un dovere preminente 6U di ogni altro ». Al l'on. Oro Nobili c slato chiesto se nella riunione di domani si delibererà di discendere nell'aula « Non sono in grado di dare una risposta — ha dette, il segretario del Partito socialista ufficiale. — Ma, ad ogni modo, mi domando: perchè scenderemmo 7 Per faro che cosa? Seppure si volesse entrare nel concotto dell'opportunità di riprendere -la lotta «ul terreno parlamentare, bisognerebbe riconoscere che il momento per farlo è già passato. La leggo elettorale è ormai innanzi al Senato, e non credo che la Camera avrà molta altra fatica da compiere. Ripeto: non so che cosa ei voglia fare. Quello che posso dire è che Ieri nessuno ha parlato di tornare nell'aula Ed allora 6l può dedurre che ila nostra posizione rimarrà quale era. L'azione ulteriore, che discuteremo domani, consiste in questo: che ei prospetteremo tutte le^eventualità e ci prepareremo ad affrontarle Insieme e d'accordo. Per quanto riguardale elezioni e l'atteggiamento da tenere, non tono i gruppi parlamentari che devono decidere, ma le Direzioni dei singoli partiti. Per ora non si tratta che di creare l'atmosfera per la convivenza; poi t partiti decideranno ». Sullo stesso argomento delle elezioni La Tribuna crede di poter assicurare che a comizi convocati 6 assai probabile che intese interverranno tra i Partiti di opposizione e che i repubblicani ed i massimalisti in tale occasione riprenderanno intera la propria libertà di azione. 1 GII Onltarl e lo Statuto A proposito delle Opposizioni e dell'fventualità di un blocco di centro che andasse dagli unitari a Salandra, Il Giornale d'Italia scriveva ieri che avrebbe gradito di vedere gli unitari definitivamente ingranati nelle forze costituzionali. Questo accenno ha dato luogo a rilievi ironici del Popolo d'Italia, al quale stasera l'organo liberale replica lungamente. Il giornale scrive : « Quando l'on. Mussolini si uni ai nazionali ed al liberali interventisti nel proclamare il dovere della guerra liberatrice, nessuno pensò di Intimargli di allontanarsi p«v.-| che socialista. Era quella l'ora della unione obbligatoria, della concordia salvatrice: ognl adesione anche Inaspettata significava soltanto il ri-conoscimento della verità affermata tanti anni prima dal Manin ©' da Garibaldi, che cioè soltanto con Casa Savoia incorrottamen'e fedéle al proprio passato si poteva conseguire l'intera unità della patria. Ora noi consideriamo ogni nuova leale adesione allo Statuto come una riconferma della vitalità delle nostre istituzioni ; lo nuali, secondo ha dimostrato l'esperienza ai decenni, sono suscettibili di tutti gli sviluppi suggeriti dal fatale spandersi della .civiltà per rendere «empre più stabile l'ordine, il lavoro e la prosperità tra le varie classi. Perchè agli unitari dovremmo ora chiudere la via se essi intendono di accantonare certe pregiudiziali per rinnovare, nel nome e nella rinnovata energia delle forme statali, la fede nelle Istituzioni della penisola, conservando nel loro intimo pensiero le aspirazioni e lo memorie non precisamente ed in tutto collimanti con quelle del Partito liberale? Come noi non subiremmo imposizioni di rinuncia cosi non vogliamo noi imporne ad altri. A certe ore accade che le file si stringono per raggiungere un determinato scopo: l'importante è che lo scopo non ripugni alla probità di nessuna parte, sopratutto' non sia in contrasto con l'amore per il paese. Per uscire completamente dalla anormalità, bisogna stringersi intorno allo Statuto, ora come nel passato, lume e forza dell'Italia ». il giornalismo e la "poesia,. Amicucci Com'è noto, il Consiglio generale della Federazione della StamDa è convocato per domenica 8 febbraio, per discutere il disegno legge sulla stampa e gli emendamenti Amicucci. A proposito di questi emendamenti, Il Giornale d'Italia osserva: « Laddove ci sembra che l'on. Amicucci fa della poesia è quando vorrebbe contenere entro barriere più o meno giuridiche e burocratiche la professione giornalistica. Questa è veramente specialissima e non può .essere paragonata ad alcun'altra professione liberale. Si diventa giornalisti più per istinto che per preparazione premeditata. Vi 6ono giornalisti con tanto di laurea che farebbero meglio a fare gli avvocati o' qualunque altra professione. Vi sono giornalisti che non hanno avuto uè il tempo nè il modo di laurearsi e sembrano essere 6tati plasmati apposta per il nostro mestiere. Vi sono dai giornalisti che rapidamente si affermano con la loro peculiare attitudine, mentre altri possono lavorare cinquantanni, ma non arriveranno mai a conquistare i posti più eminenti ». Il caro vita in Isvizzera Basilea, i9 notte. Vi ho segnalato l'altro giorno una imponente riunione tenuta a San Gallo per protestare contro 11 persistente rincaro della vita in Isvizzera. Oggi abbiamo una nuova prova del rialzo dei costi della vita nella Confederazione. Dal mese prossimo il prezzo del pane sarà rialzato di cinque centesimi al chilogramma. _ _ L'organo unitario sequestrato a Biella niella, _» unite Oggi l'Autorità ha proceduto al sequestro del giornale socialista unitario II Lavoro, diretto da Rinaldo Higol.a, prima che fosse messo in vendita. La motivazione ò che il giornale pubblicava notizie e commenti falsi e tendenziosi, atti a turbare l'ordine pub¬ blico. Perquisizioni e un arresto a Treviso Udine. 29 nono. A Tarvisio sono state operate circa una ventina di perquisizioni, con completo e*ito negativo. Ku anche visitata la casa del dott. Marchi e, malgrado nulla di compromettente sia stato trovato, è stato arrestato un fratello del dottore, di nome Felice. Un colpo di rivoltella contro Horthy Parigi, 29, matti ìo. ceprnastpachl'ppscreatestCplatostfolampentopctarbmhnrhbcinpdeglstqotansdsmlpssnaltpAlcdtcIl .Ycio 1 arie Herald (edizione di Parigi) ri- covo da Budapest che ieri uno sconosciuto ha sparato un colpo di rivoltella contro il r(g- gente Horthy cho non c rimasto colpito.