Vivo successo di Herriot alla Camera

Vivo successo di Herriot alla Camera Francia o Vaticano Vivo successo di Herriot alla Camera iv so Herriot alla CamerTravolgente discorso di oltri due ore - Il consiglio di Briand respinto : " un nomo politico deve continuare a sfrvire le idee che ha difeso all'opposizione, specie quando il suffragio universale le la approvate,, - Le. congratulazioni dell'abate Lemire (Servizio speciale della STAMPA) Parigi. US, notte. Diffusa?! nella mattinata la voce che 11, Presidente del Consiglio aveva deciso di ri-^ spondere oggi stesso al discorso di Briand/ l'aula presentava l'aspetto delio grandi of casioni. Le tribune erano gremite e i bancJt si affollarono per incanto, quando alle 13 il Presidente Palnlevé ha aperto la seduta., Herriot non ha potuto prendere subito/ la parola, polche vi 6 stato l'inevitabile incidente, e questo è stalo sollevato dal deputato Desjardin6, il quale, affermando clic la votazione del mattino, con cui era 6taia rifiutata l'affissione del discorso dell'on. Marln, non era che un trucco, ha voluto prendere la parola per un richiamo al regolamento, malgrado che Palnlevé non gliela volesse concedere. L'on. Desjardins si * rifiutato di scendere dalla tribuna. IncopBBlato dalla destra e dal centro, egli vi è rimasto imperterrito, malgrado le esortazioni del Presidente, mentre sui banchi della maggioranza 6i gridava e 6i sbattevano le tavolette. Vista l'impossibilità di ristabilire un po' di calma, il Presidente si è deciso a togliere la seduta, che ò stata ripresa alle 16,30. Benedetto XV e lo guerra Subito, fra l'attenzione generale, Herriot sale alla tribuna. Il Presidente del Consiglio esordisce dicendo che ,i'on. Engerand aveva espresso il sospetto che il capo del governo obbedisse, nel riguardi dell'ambasciata presso il Vaticano, uri un sentimento di rispetto umano, o ad una concezione dottrinaria, mentre Bri.ind disse che un capo di governo non devo sempre confermarsi ai principi che ha sostenuto quand'era all'opposizione. Risponde Herriot: — Non sono giunto a questo punta di scetticismo Credo che al potere un uomo politico deva continuare a servire le idee che ha difeso un'opposizione, soprattutto quando il suffragio universale le ha approvate (applausi n sinistra). Orbene, il 16 novembre 1020. quando la Camera deciso il ristabilimento dell'Ambasciata, io espressi un'opinione che- ora non posso sconfessare. Il provvedimento allora realizzato è ora parso malo preparato, poiché nel maggio del 1920 l'episcopato si era dichiaralo ostile al riconoscimento della legge di separazione. Oggi ci mettono In guardia contro una « colpevole leggerezza ». Ma si è riflettuto all'eccesso del 1920? Non ci si ò forse un po' troppo affret1uU? Durante la guerra Benedetto XV si era mostralo singolarmente neutrale. Se la dotIrina che egli sosteneva allora fosso prevalga, dove saremmo ora? L'on. Maurizio Pernot, partigiano del ristnbi'imento dell'Ambasciata, ha ricordalo egli stesso i tratti essenziali della politica papale durante la guerra: il Papa interveniva presso gli Stati Uniti affinchè essi sospendessero i rifornimcju, alla Francia e provava una « disillusione suprema » alla notizia dell'intervento della America nella guerra. Engerand, interrompendo: — Perchè la Frància «ai era-difesa a Roma (applausi a *frelra,-.esctamazioni a sinistra). Herriot: —. li Belgio aveva un rappresentante tv Boma. Tuttavia che avveniva nel Belgio? Di quali atrocità quel paese non era vittima? Herriot rammenta 1 nomi dei sacerdoti del Belgio assassinati durante la guerra e aggiungo: — Una vola conosciute queste atrocità, noi ci saremmo inchinati se il Papato avesse fatto udire, ài di sopra della mischia, la potestà della giustizia {vivi applausi a sinistra), come al tempto in cui Gregorio protestava contro la violazione delle sinagoghe. Se la grande voce storica si è taciuta'per ragioni politiche, Iio il diritto per discutere di rimanere sul terreno politico. Io veglio essere prudente e riflessivo, ma il ristabilimento dell'ambasciata he] 1920 non è stato un po' precipitoso? Nessun attacco, signori, contro la religione. L'opera del oatto'tcismo <•• una grande parte della stona romana. Ormai, radicali e sopialisti non avrebbero avuto motivo di conflitto col cattolicismo se, fedele alla sua tradizione, esso avesse volute non combatterli nello sforzo che compiono per sollevare la pietra del sepolcro sotto il quale gemono ancora tanti disgraziati (vini applausi a sinistra). Non si tratta in questo dibattito, di questiono religiosa. Il 5 dicembre 1905 la legge di separazione è slata volata e 1 11 febbraio 1906 è stata pubblicata l'enciclica « vehomcnter », che costituisce una protesta contro questa legge. Invano il governo invito i cattolici a costituire delle associazioni culturali: l'enciclica « Gravissima » intervenne a vietarlo. Soffermiamoci quindi a considerare l'applicazione del trattato di Versailles, dopo esserci indugiati sulla politlca del Papa durante la guerra. Il Papa KxP,r,omQs.f°, di fare ,ut<i ' «»»« sforzi affinchè li trattato dia dei risultati. Ma in qual modo esso lo ammette? Ik'eneieliec. «Obi Reatino,, Herriot ricorda l'enciclica Ubi Arcano, nel la quale si legge questa frase : « Una pace iirtiflciale ha aumentato e quasi legittimato lo spirito di vendetta», a soggiunge: — Poincaré foce allora inviare a Horna una protesta, pel tramite dell'ambasciatore. Gli fu risposto che la frase in questione era stata mal tradotta, ma 6i 6eppe ben presto ohe la pretesa Infelice traduzione e.ra il testo ufficiale, scritto di pugno stesso del Papa. On. Enrico le Mire: — Sono argomenti meschini e indegni di un capo di Governo! Herriot: — E' dunque indegno di Poincaré, poiché è il signor Poincaré che l'ha rilevatoi (Vivi applausi a Sinistra e. all'Estrema Sinistra). II 24 giugno 1923 il Papa scrisse al cardinale Gasparrl : • Laddove i] debitore dà prova della sua 6eria volontà di giungere ad un accordo definitivo, la giustizia e la carità sociale, come l'interesse di tutti 1 creditori, sembrano indicare che non si deve chiedere al debitore quello che non potrebbe dare 6enza esaurire le proprie risorse ». Nel te6to latino vi era, per definire la condotta degli Alleati, la parola « odiosa ». L'ambasciatore Jonnart avendo reclamato, venne sostituita a « odiosa » la parola » penosa ». Jonnart si ritirò soddisfatto, ma, intanto, la parola « odiosa • era 6tata mantenuta nel comunicati all'Agenzia Stefani. Jl presidente del Consiglio ricorda anche che in Estremo Oriente le diocesi francesi del Giappone 6ono smembrate a profitto delle missioni tedesche: — La delegazione apostolica è creata in Cina nel 1922. Il cardinale Gasparri fa credere al nostro ambasciatore che e provvisoria, ma dura tuttora. A Gerusalemme la questione dei Luoghi Santi rimane sempre sospesa. Nel 1924 gli onori liturgici sono rifiutati al rappresentante della Francia e molti altri fatti dello stesso genere si potrebbero citare. Herriot ritiene cosi di avere sufficiente, mente mostrata la 6carea Influenza esercitata dall'ambasciata francese a Roma, e aggiunge- — In particolar modo per quello che concerne l'opera della propagazione della fede, si è ottenuto tutt'altro che un successo ed oggi questo mezzo di influenza 6fugge alla Francia. Il Seminario francese di Roma L'oratore esamina poi la questione del Seminario francese di Roma, questione Importante, poiché questo istituto è il luogo di reclutamento dei vescovi: — E' interessante sapere ciò che è avvenuto ed in quale mij-ura esso ha meritato l'elogio che l'ambascialore ha creduto di dovergli fare. Che dei gio»ain pwui abbiano umore per il loro paese con. 6 dubbio.» /dlpteaucsrbsnNulbIdlplsatdsic•c-ccblomgd 1, -^ / » L'on. Ybarnegaray interrompe: — Lo han/no provato durante la guerra I Herriot: -—...Ma bisogna sapere anche quali sotto il controllo dell'ambasciata. In un lisoprattutto da quando cs6o è stato posto sotto il conrollo dell'Ambasciata. In un libro pubblicato dall'Accademia il! teologia del Seminario francese di Roma sono riprodotta tre conferenze: una sul modernismo, l'altra sui diritti dell'uomo e la terza 6ul modernismo pratico (rumori al centro c a destra). Due frasi di una di queste conferenze 6ono caratteristiche. Nella prima, che concerne 1 insegnamento, è scritto : « La 6cuola non può essere neutra. Essa deve essere confessionale e cattolica. Lo Stato non ha aVuin diritto sull'educazione, ma deve proteggere pubblicamene i diritti della Chiesa e non deve istituire per conto 6uo delle case di insegnamento ». E in nn altro passaggio si legge questo: «La subordinazione dello State alla Chiesa deve essere proclamata ». Quando si vede al profitto che il seminario ha tratto dall'appoggio dell'Ambasciata, ci si può domandare 6e vi è molto da guadagnare ad incoraggiare una dottrina così contraria ai princìpii stessi della Repubblica (tifò! applausi a sinistra). La cosa 6 cesi véra che 1 azione della Curia ha sempre tentato di attaccare i missionari di San Sul.pizio, i quali hanno praticato altri procedimenti c hanno opposto a questo ultramontanismo uno spirito liberale. L'enciclica "jvToximurn,, A questo punte la seduta è sospesa. Viene ripresa alle 18. 11 Presidente del Consiglio riprendendo il suo discorso, dice che esporrà ora la seconda parte delle sue osservazioni e innanzi tutto parlerà delle associazioni di culto e delle associazioni diocesane. Herriot: — Ciò che ha compromesso di più nel 1921, il successo dell'Ambasciata francese, e stata la mancanza di preparazione. Al principio del 1921, nel mese di aprile, sembrò che si fosse sul punte di trovare una formula capace di conciliare le esigenze reciproche della gerarchla ecclesiastica e dei repubblicani. Ma s'erano fatti i conti senza le opposizioni che si manifestarono più tardi e che si manifestano ancora oggi. Uno schema di lettera al cardinale Gaspurrl era stato preparato il 27 aprile 1921 ed imo schema di risposta era stato stabilito da questi Se queste due lettere fossero state ir viate la separazione sarebbe stata cosa fatta Ma si verificò allora un'opposizione irriducibile da parte di alcuni cardinali e di alcuni laici e così le associazioni di culto non xoterono essere costituite e quando l'ambasciata fu ristabilita si era in pieno disaccordo. Nel dicembre del 1923, in seguite ad un parere del Consiglio di Stato, sembrava che ci si fosse messi d'accordo su di un pi-igetto di associazioni di culto e diocesane, me furono accettate, d altronde, con l'enciclica • Maximum ». L'oratore riconosce che r,ueeta enciclica, la quale permette tali associazioni, ..c-ir.tlecè anche una proposta contraria Q -ulta ia legazione della separazione, eija essa qualifica « legislazione iniqua: ». Oulndi Ht-rriot legge diversi brani di questo cocumento e poi 1 commenti che ne furono «atti da parecchi prelati francesi e da numerosi aaicri religiosi. " U*Ambasciata presso il Vaticano è fallita,, Herriot: — Il tenore stesso dell'Enciclica spiega 1 agitazione assai viva che si è mantfcsuita nel paese, da qualche mese, contro le leggi laiche. Queste leggi non potevo non difenderle, senza commettere un tradimento. Altri possono avere altre vedute, ma io penso che la laicità soltanto può condurre alia vera pace. Da un punto all'altro della Francia si tengono, sotto la presidenza dei vescovi, delle riunioni, in cui si dice che bisogna combattere le leggi laiche. Mi si rimprovera la scuola unica, come un attentato alla libertà (applausi a sinistra). Potrei cercare degli esempi nella nostra cara Alsazia, dove il vescovo di Strasburgo porta oin apprezza mento inammissibile sull'insegnamento della scuola laica (esclamazioni a sinistra). Non possiamo ammettere questa calunnia, che la scuola laica perverta la gioventù (applausi a sinistra), lo dico a coloro elie, In. buona fede, ci hanno assicurate che il ristabilimento dell'ambasciata ha trascinato il riconoscimento delle loggi laiche, che queste non ò esatto, e che il conflitto sussiste carne nei primi giorni (applausi a ministra). La mia ambizione sarebbe stata quella di realizzare l'unione di tutti gli uomini di buona volontà intorno ad una politica democratica e sociale. Avete visto la mia lettera ai cardinali, che mi ha fatto accusare di moderatismo? Rimango fedele a questo spirito. Ho dette che rispetterò e farò rispettare la libertà. Ouale linguaggio bisogna dunque tenere per avere la pace? (Applausi a sinistra). So non sono giunto al risultato che speravo, è forse colpa mia ? E' ammissibile che coloro, che per la loro situazione, devono avere una maggiore discrezione, accettino cosi facilmente la calunnia ? Bovo accusarmi di avere mancato di rispetto a questa si'ore di carità che lo rlsrvetto ed ammiro? (Applausi a sinistra ed esclamazioni a destra), nomando che mi si giudichi meglio e si vedrà che la nostra azione è più liberale di quanto non lo si .voglia dire. Sono convinto che l'Ambasciata presso ti Vaticano é fallita, tante nell'ordine interno quanto nell'ordine estero (applausi). Vi sono delle ore In cui bisogna sceillere tra le due conoeznoni della politica religiosa del nostro grande paese. Ii'omaggio al Papato e alla libertà — Vi è la politica del concordato, propugnata da qualche eminente giurista. Comprenderei l'ambasciata col Concordato. Vi è un'altra politica, che vuole l'ambasciata seippilcrmente per prestigio, senza sapere con precisione a che cosa ossa sia destinata. Indile», vi è una soluzione che mi paro più u°>nrale e conforme allo spirito della separazione. La separazione ba messo fine alle divergenze religiose. Secondo questa tendenza è la libertà dello spirituale e del temporale. Bisogna scegliere tra queste due teorie, che non si possono accettare nello 6tesso tempo. Noi vediamo il Papato stabilire dappertutto un potere di arbitraggio nelle nazioni e tra le nazioni. Questo spirito ò gronde ed 6 nobile. Di fronte ad esso vi è però la nostra Idea laica. Es6a vuole gli Stati liberi e padroni dei loro diritti. E' lo spirito di tutta la storia della Francia e bisogna scegliere, perché, secondo me, non 6i possono conciliare due cose contrarie. Herriot concludo : — Per parte mia ho scallo l'indipendenza totale dello Stato ed anche se la Francia avesse soltanto questa teoria, la sosterrei. Domani mi si accuserà di settarismo. Ebbene, miei cari amici: lo sol Bisogna avere il' coraggio di affrontare il rischio. Bisogna esporsi a rompere il piccolo giuoco delle abitudini. Bisogna avere •'ardire di affermare questo perché credo che sia nell'interesse del paese. Se l'uomo -li Stato deve talvolta fare piegare 1 principi, non mi.sembra Indegno di questo titolo colui che difende i principi cho 6ono alla, base della società moderna e della vita dello Stato! I deputati della sinistra, in piedi, acclamano lungamente il Presidente del Consiglio quando discende dalla tribuna C riguadagna il banco del governo. L'on. Viollette domanda alla Camera di intavolare domani la discussione degli anicoli riservcii degli ultimi bilanci. La proposta e combattuta dnll'on. About, il quale insiste per il rinvio della discussione a lunedi, nel pomeriggio. Tale proposta é messi ai voti. Durante le operazioni di voto D;'sjardins si spiega sull'Incidente provocato all'inizio della seduta, a proposito della proposta di affissione del discorso Mann. L'incidente é quindi chiuso. Il presidente comunica allora il risultato della votazione. Cou 330 voli contro 230 la Camera decide di aggiornarsi a lunedi mattina e la seduta è quindi tolta.