Gli accordi di Parigi gli interessi d'Italia

Gli accordi di Parigi gli interessi d'Italia Gli accordi di Parigi gli interessi d'Italia Intervista col conte Sforza Roma, 33 notte. Il conte Sforza ha concesso un'intervista sugli ultimi accordi ai Parigi ad un redattore dell'Agenzia romana « Italia Lontana ». Dono avere smentito la voce di una sua prossima interpellanza in Senato sulla politica estera e spiegato colla presente situazione il silenzio fattosi in Ita ! iia intorno ai problemi internazionali, il 1 conte Sforza ha detto , GU &ccordl m Parigi ncUa arida sequela ! ai percentuali, di priorità e di calcoli astrusi, -1 rivedano quasi impercettibilmente, ma in ma- o a o I l niera abbastanza significativa, una 6trana situaz.one creatasi in Europa, in seguito al rigetto del piano Donar Law (gennaio '923) ed agli avvenimenti successivi : occupazione della Ruhr, piano Dawee e accordo di Londra., Situazione strana, della quale chi ha più di tutti a dolersi è proprio l'Italia. Il discorso sarebbe lungo e richiederebbe troppi documenti! in appoggio; ma glielo riassumo in qualche propoòizione paradossale. « Il progetto Bonar Law si proponeva di liberare da.io sterile metodo dell'applicazione avvocatesca del trattato di Versailles ia Germania e gii Alleati; invece nò stata liberala solio la Germania. 11 metodo giudiziano-computlstico, provato dolorosamente per due anni, è abbandonalo nei riguardi della Germania, ed è bene; ma vige per gli alleati, ed è maliss.mo. Il principio dà adeguare i pagamenti alla capacità del debitore è divenuto sacro per la Germania, attraverso il piano Dawes; ma non si applica agli alleati. Groaso modo, il nuovo regime inaugurato col piano Dawee è una 6pecie di stralcio dal progetto Bonar Law della sola parte favorevole alla Germania; quello che avrebbe potuto salvare Italia e Francia è stato soppresso. Eppure l'Italia, proprio essa, lottò decisamente nel gen. naio. '923 contro il progetto Bonar Law,, favorendo ed Incoraggiando gratis, anzi a nostre spese — brillante applicazione del do ut desi — l'impresa poincarieta della Bulir « Quello che 6i scrive in queati giorni a Londra da agenzie ufficiose e da giornali è molto eloquente. L'Inghilterra, in sostanza, afferma di non poter subordinare la riscossione dei debiti alleati alla capacità di pagamento dei debitori, cosi come non subordina alla propria prosperità il pagamento dei suoi debiti all'America. Ho ancora qui sul tavolo il testo di uno degli ultimi comunicati Reuter. Ecco un periodetto non equivoco: a si nota (al Foreign Office ed alla Tesoreria) che l pagamenti che l'Inghilterra deve effettuare agli Stati Uniti non dipendono in alcuna maniera dalla prosperità britannica, e non potranno essere modificati da alcuna oirecetanza. Quanto alla Germania, una certa latitudine le è lasciata per effettuare 1 6uoi pagamenti, i quali dipendono interamente dalla 6ua capacita. Essa è dunque collocata in una categoria diversa.... ecc. ». Non è possibile essere più chiari. L'Inghilterra, mentre nel gennaio 'U23 era disposta a subordinare alla rispettiva capacità di pagamento non 60lo 1 debiU della Germania, ma anche quelli dei suoi ex-alleati, oggi non conserva lo stesso punto di vista e riserva alla prima un posto di privilegio. I debiti interalleati, afferma-va ieri l'aliro un autorevole giornale londl-nese, vanno trattati con lo stesso criterio commerciale di qualsiasi debito privato. " La toma di Versailles „ — Ma i debiti non sono stati inclusi nelle trattative di Parigi.... » — E' vero. Ma appunto onesta esclusione da una conferenza die si proponeva di regolare i rapporti finanziari fra gli alleati in seguito alla riduzione del debito germanico, è la migliore conferma di quanto le dico. I debiti costituiscono l'elemento più grave di questa strana situazloue cremasi dai gennaio '923 ad oggi; ce ne sono perù di indicu molto meno importanti, ma non meno significativi, anche negli accordi di Parigi. Prenda ad esempio lo » priorità »: : indennità belga, debito belga, speso d'occupazione militare ecc. Bonar Law aveva sentito che una tal gerarchla di creditori, fondata su motivi morali e materiali apprezzabili al momento della stipulazione del trattato, non rispondeva sempre, nelle condizioni presenti, a criteri di opportunità, e la aveva in qualche maniera liquidala. Il posto riservato alle « priorità » nel trattato di Versailles è sconfinato : si pensi che lino al 192C la Germania avrebbe dovuto versare, solo a pagamento di varie priorità una somma fra i 19 e gli 11 miliardi; dopo di che non si sa cosa potesse restare per gli altri creditori non priorati, come per esempio ITtaàia. « Ora a Parigi tutte le priorità 6i sono fatto di nuovo innanzi: più modeste, è vero, come si è sforzato di dimostrarli alla Camera i'on. De Stefani, ma non meno decise a difendere il rango di privilegio fissato dal trattato. Il giorno in cui le annualità Dawt'6 dovessero scendere molto al disotto delle previsioni, 1 creditori comuni, come l'Italia, non mancherebbero di sentirne le ripercussioni. Che del resto non sono disprezzabili neppure oggi. E noti: quando a Versailles si fissarono favolose priorità, da esigersi fino al 1926, ed altre por gli anni successivi, 6i partiva dalla persuasione che la Germania potesse pagare annualmente almeno 8 o 9 miliardi. Era questa infatti, come informa Tardieu, la cifra più bassa, cut francesi ed inglesi aderivano per coniprumeasti. <;eru dunque posto per lo priorità e per tutti gli altri. Anzi la più grossa fra le priorità — il dehito ili guerra belga (li miliardi) — era stata addirittura stralciata dal conto riparazioni. Chi ne soffriva era dunque la Germania. « Ora, invece, nulla si può pretendere dalla Germania all'infuori dell'annualità stabilita dal piano Dawes; quindi anche la priorità dei debito belga si abbatte sul capitolo riparazioni a hmare le quote dei creditori comuni; e. data la esiguità e l'incertezza delle annualità stesse, ogni priorità si risolve a danno dei creditori non privilegiati, come 1 Italia. Su un terreno 6trettaineute giuridico e comeutistlco può apparire giù sussimo; ma ù appunto da un tal terreno sterile che il progetto Bonar Law tentò invano di trarre gli alleati e l'Europa. « Si sarebbe tentati di dire che alcune disposizioni del trattato di Versailles restano, si, in vigore ma non più centro la Germania, slbbene contro gli Alleati della Francia, IGe per esemplo un articolo 5S che impone alla Germania di rimborsare le spese eccezionali di guerra avanzate dall'Alsazia e Lorena durante la guerra e dalle collettività) pubbliche d'Alsazia e Lorena per conto dell'Impero. Ebbene, poiché la Germania non è oramai più obbligata a versare un soldo oltre le annualità fissate nel pta^o 0.:we>, la Francia si fa riconoscere a Parigi tale diritte di rimborso sulle annualità Dawes; e cioè fa vaiere il detto articolo non più contro la Germania, ma contro i suoi Alleati. Così pure esistono nel trattato gli art. 124 e 125 per il pagamento di certe indennità al Kamcium e in Africa Equatoriale francese. Ebbene, come sopra, anch'essi sono impugnati ora contro gli Alleati. Il significai..vo bi.a. ciò della Conferenza • Una volta su questa strada, è molto naturata poi che gli accordi internazionali (e quello di Par.gi ne a una prova) si'stringano a profitto della Francia e deli'lnghilterra: delle potenze cioè, i cui interessi dominano tutta lu macchina creata a Versailles. 11 bilancio di Parigi è logicissimo : priorità del debito belga a vantagg.o ilei.a Frància e UoirUighJU-rra; puoina dei rimoorso delle spese arretrate d'occupazione lino al maggio 1321, anch'essa a vantaggio loro. Francia, Inghilterra e Belgio si riservano di farsi pagare le spese di occupazione militare oltre i limiti Assali nell'accordo stesso; la Francia si è fatta riconoscere il diritto di reclamare dalla Germania, all'infuori ed in più delle annualità, Dawés, pagamenti per lo pensioni civili e militari dell'Alsazia e Lorena e per il trasferimento delle riserve di assicurazioni sociali della medesima (ma non si era detto che i pagamenti Dawes rappresentassero 11 massimo della capaci;* tedesca?); la Francia si e. fatta pagare le spese dell'impresa della' mi;;;, e, .mine, resasi d.spuntoile, per gli anni successivi al 1926, una nuova perceninaio de; 3,oU per cento >n séguito ad esaurimento della priorità belga, la Francia e l'InphiSierra se la sono spartita, lasciando all'on. De Stefani la soddisfazione di Inserirò a verbale nella seduta di chiusura che l'Italia, col concedere la sua firma all'accordo, non intendeva rinunciare alla rivendicazione di un più equo trattamento nella spartizione dei versamenti germanici. Al Ministro delle Finanze non reslava che questo. fMd terreno del trattato e dell'aritmetica ntaUs non può faro che proteste verbali. Non bagnava rillutare il mezzo offertoci a Parigi da Bonar Law nel gennaio !K3 per uscirne in maniera definitiva. « Oggi la situazione è chiara. I giornali laburisti e liberali e lo stesso ex-Cancelliere dello Scacchiere Snowden rimproverano a Churchill la eccessiva arrendevolezza verso le pretese della Francia. Ma la verità è che • i conservatori britannici non hanno alcuna difficoltà a far concessioni alla Francia a spese altrui, purché ne sia loro assicurata la conitropartita. Non si può davvero dira che Churchill a Parigi, largheggiando con i francesi, abbia dimenticalo gli interessi britannici. Serrandosi un tal sistema di solidarietà franco-britannica, l'Italia non può andare che di delusione in delusione. B;eo- < gnava approfittare del distacco creatosi fra i 1 due Paesi alla vigilia delia Ruhr, por dive, 1 nire fra essi essenziale elemento di armonia. servendo prima l'Italia ma poi m realtà anche i veri e non fittizi interessi francesi e britannici. Bonar Law nel dicembre 19123 o a Parigi nel gennaio 1923 (occasione unica dall'armistizio ad ora) mostrò di valutare ad alto prezzo la collaborazione italiana; ma la buona volontà d'inU'iidersi manco da parie nostra. Ed oggi ne paghiamo le conseguenze. uai pr et o B.nar . aw al a,a..o Dawes — Per quali vie si è arrivato, dunque, a questo strano capovolgimento di cose, per col i rapporti fra Germania ed alleati sono governati da maggior giustizia che non i rapporti fra gli Alleati stessi.? — In una maniera semplicissima, n metodo adottato non poteva daire risultati diversi. Respinto il tentativo Bonar Law di una organica revisione di tutti i rapporti economici e gmr.dici scaturiti dalla guerra u dai trattati, si andò nella Ruhr. L'impresa fu economicamente una disillusione completa, come oramai confessano anche i più restii. Lo stesso ^oincaitì lo capi, e si Inchino, prima della sua caduta, al piano Dawes, nonostante vi scorgesse la negazione dei principe dirottivi di tutta la sua politica di riparazione. Ora i! Comitato Dawes, fedele al mandato ricevuto dalla Commissione dello Riparazioni, non potè fare altro — e anche ciò per via mollo indiretta — che segnare 1 limili della capacità germanica e liberare la Germania da lutti quei lacoi e quello clausole del rranato, che ne intralcia''.ano il risana-, monto e lu ricostruzione economica. Col piano Dawes automaticamente la parte più odiosa del trattato di Versailles, in via di fatto, cessi va di esistere per la Germania, nei cui riguardi il principio della capacità di pagamento assorbiva tutti gli altri. Ma non cosi per gli alleati; nei riguardi del quali invece rimanevano immutate lo disposizioni del trattato e le decisioni annesse, e quindi de. bitì, priorità, ecc., ecc. ». « In Francia le difese di Poincaré e dei suoi non sono giunte a coprire le gravi responsabilità del Governo nazloualistu ; che valgono poco le deduzioni giuridiche di fronte alla eloquenza breve delle cifre. Ed il Governo francese che ha firmato gli accordi di Londra non è quello stesso che respinse le soluzioni britanniche del tyi'i. Ma in Italia lo stesso Governo che favori l'avventura della Rulir firmò gli accordi di Lon. (Ira e realizza ora il piano Dawes: chi nel gennaio 1923 dichiarava intangibili il trattato e la Commissione delie riparazioni, ha sottoscritto poi la decapi (azione di questa o la mutilazione li quello; chi rifiutava la riduzione del debito (."desco nelle proporzioni volute da Bonar Law, accetta ora eu per giù le stesse riduzioni, senza però che i benefici che allora le accompagnavano; chi allora si rifiutò di liquidare il principio deJle priorità per la Francia e per il Belgio, oggi lo vedo riaffermato a suo danno per la Francia, pel Belgio e, in più. per l'Inghilterra e per TJmerica ; chi allora respinse, per solidarietà con Poincaré, la remissione vantaggiosa dei debili da palle dell'Inghilterra c !a assicurazione morale di «guaio U-aitamenro da pane americana, egli stesso 1 'c o;-'5i Inghilterra ed America reclainiire. a ben più dure condizioni, ti pagamento dei debiti.