Il Senato del Regno e la situazione

Il Senato del Regno e la situazione Il Senato del Regno e la situazione Riforma elettorale e opposizione a Palazzo Madama - Colloquio di Mussolini col Re - I quindici riformatori saranno costituiti in Commissione reale? ROMA, 19 notte. Ieri mattina l'on. Mussolini si è recato al Quirinale per la firma dei decreti. 11 So. vrano dopo la firma si è intrattenuto a colloquio coll'ou Mussolini per circa mezz'ora. Domani si riunirà a Palazzo Viminale il Consiglio dei Ministri. A questa riunione negli ambienti politici ed economici si annette notevole importanza, in quanto il Governo, oltre all'attuale esame della situazione interna, dovrebbe occuparsi dell'andamento dei cambi e del ribasso subito dallo nostra lira. ., La ripresa senatoriale Puro domani — com'è noto — si riunirà il Senato. La ripresa dei lavori al Senato non suscita, almeno per la seduta iniziale, molto interesse. Il Senato, Infatti, riprende i lavori con alcune proposte e disegni di legge di secondaria importanza. Ma poi verrà la legge elettoi alo, che sarà presentata, a quanto si assicura, in una delle ^rime sedute e sarà senza indugio esaminata dagli Uffici, in modo che il Senato possa discuterla in questo periodo di lavori. La discussione, della riforma elettorale si limiterà ad un rapido esame prevalentemente tecnico, con scarsi riferimenti politici della legge, oppure sarà estesa ad un ampio esame della situazione politica? jjlPej il momento non si può affermare quale delle due ipotesi sia T>hY verosimile, anche per la mancanza di taluni dati di fatto che possono avere influenza decisiva nel determinare il carattere della discussione, non certo imminente. E' fuori di dubbio che al Senato la corrente oppositrice permane salda, ed i propositi di considerare la situazione non solo in rapporto alla legge, ma anche all'eventualità di elezioni in condizioni di ambiente normali, sono manifesti. A questo riguardo non si può non tener presente che il dibattito avvenuto alla Camera — e, più che il dibattito, la posizione assunta e le affermazioni inequivocabili di Giolitti, Salandra e Orlando e dei combattenti — nonostante l'abituale calma degli ambienti di Palazzo Madama, non è rimasto senza ripercussione. Se è innegabile la diffusa tradizionale tendenza senatoriale a limitarsi alla critica, sia pure vigorosa, ma senza che arrivi al punto di creare situazioni di crisi, d'altra parte non si può disconoscere che il Senato è apparso sempre ligio al suo compito di moderazione e di equilibrio. Gli uomini eminenti che hanno parlato alla Camera e dalla Camera al paese, col prestigio della loro personalità e con l'autorità dei lunghi servizi resi al paese e alle istituzioni, hanno sollevato una pregiudiziale politica che è la pregiudiziale stessa dcl'à loro solidale opposizione al Governo. L'atteggiamento dei tre ex-presidenti del Consiglio concordi o dei combattenti oppositori, è valutato certo anche al Senato nella sua portata politica. Un discorso di Mussolini? L'opposizione della Camera, caratterizzata dalla sua impostazione sul problema costituzionale, avrà al Senato un riflesso nella discussione della riforma elettorale? L'opposizione de! Senato affermatasi neil'uhimo voto ha anch'essa una sua pregiudizìule di ordine politico, per cui da questo punto di vista, la legge elettorale potrebbe anche avere per essa un interesse relativo. Vi sarebbe, però, una tendenza la quale, ritenendo ormai pressoché scontata la riforma elettorale, sarebbe piuttosto favorevole a non assùmere alcun atteggiamento prò o contro la legge, riservandosi di sollevare, invece, in altro momeuto, la discussione politica. Ma, corno dicevamo, mancano tutt'ora indicazioni precise per prevedere l'andamento della, discussione. A quanto si assicura, l'on. Mussolini non ha parlato alla Camera appunto allo scopo di esporro a! Senato, in un ampio discorso, le ragioni della sua politica attuale-. E' evidente cho, in questo caso, sarebbe !o stesso Governo a impostare la discussione politica. Comunque, negli ambienti politici si presume che l'assemblea vitalizia non rimanga indifferente agli ultimi avvenimenti delia politica interna. Bisogna rifarsi, anzitutto, all'ultimo voto di caratterei politico che si ebbe in Senato e che rivelò una novantina di senatori contrari, delusi per la maggior parte dalla linea di condotta del Governo dopo il noto discorso pronunziato nel giugno scorso da Mussolini. Nello sei settimane intercorse dalla fine dell'ultimo periodo di lavori del Senàto c la ripresa di domani, molti c notevoli fatti sono accaduti e taluni di essi potrebbero accentuare quei motivi di dissenso che già aumentarono nell'ultimo voto politico il numero degli oppositori. A parte il pronunziamento dello stesso Senato nella discussione degli Uffici contro lì riordinamento dell'esercito, il complesso degli avvenimenti di quest'ultimo scorcio di tempo è tale da offrire larga materia di esame. Le ben note campagne giornalistiche dell'opposizione ne costituiscono un elemento, ed esse hanno poco dopo indotto il Governo ad instaurare la « maniera forte » concretatasi nei rigori cóntro la stampa, in vari provvedimenti di polizia o in un vigoroso impulso di rifor¬ me di ancora maggior entità, quale il disegno di legge sulle associazioni, le riforme dei Codici e della legge di pubblica sicurezza. La recisa svolta della politica governativa che, accontentando l'ala estrema del fascismo, veniva ad assumere implicitamente un carattere estremista (cui corrispondeva infatti il netto carattere di partito assunto dal Governo dopo il recente rimpasto) ha provocato il distacco del più autorevole dei fiancheggiatori dalla maggioranza parlamentare, cioè dell'on. Salandra e di alcuni suoi amici, mentre anche dagli altri fiancheggiatori rimasti fedeli al Governo, partivano, nella clamorosa seduta di venerdì alla Camera — caratterizzata dall'Intervenuto accordo dei tre ex-presidenti — significative parole di monito. Questi, in una rapida sintesi, gli avvenimenti più recenti che, dato l'atteggiamento ultimo del Senato, potrebbero accrescerne il dissenso. Conviene però notare che, nelle sfere governative, si contrappone a' tut' o ciò la riforma elettorale già approvata alla Camera e definita come l'atto più normalizzatore compiuto dal Governo il quale, nella contesa con gli oppositori, si rimetterebbe così al giudizio del paese. La determinazione dei Collegi e i fiduciari fascisti Prescindendo poi dalla, eventualità del dibattito politico vero- e "proprio, 6 certo che sarebbe desiderabile un'ampia discussione da parte del Senato su taluni particolari tecnici, ma di grandissima importanza politica della riforma. Oltre al notevole numero delle firme (400), occorrenti per la presentazione di una candidatura, e la brevità dei termini fissati in una sola settimana per la dichiarazione alla Commissione elettorale della provincia della candidatura stessa va rilevato anche che la determinazione dei collegi elettorali sarà affidata al presidente della Commissione incaricata già dell'esame del disegno di legge, on. D'Alessio, il quale vi procederà d'accordo col ministro degli Interni e — come rileva stasera qualche giornale ministeriale — coi fiduciari parlamentari fascisti. Si aggiunga che non è più obbligatoria la base di 70 mila elettori per la formazione di un collegio, per quanto il Governo si sia, a quanto pare, impegnato a mantenersi il più possibile vicino a tale cifra. Comunque, è evidente che, cosi stando le cose, tanto la determinazione dei collegi (senza l'approvazione della Camera, ma con decreto reale dopo avere udite le Commissioni elettorali della Camera e del Senato) quanto il non obbligo della cifra-base di 70 mila elettori, potrebbero favorire spostamenti di masse d'elettori di considerevole importanza a seconda delle situazioni locali. " Risme t„ Anche oggi II Mondo è stato sequestrato nella sua seconda edizione, e quindi è stata messa in vendita una terza edizione, decisamente spoglia di ogni apprezzamento. Neppure II Popolo -è uscito, sicché si hanno, come al solito, soltanto i commenti dei giornali ministeriali sugli ultimi avvenimenti politici. All'infuori di questi, Il Giornale d'Italia, esaminando brevemente lo possibilità di elezioni scrive: o I comizi non possono svolgersi se non nel regime di più ampia libertà di parola, di associazione, di riunione e di stampa. So l'on. Federzoni ed 11 Governo, nel 6uo complesso, ritengono, e noi non siamo di questa affilinone, che il presente regime di eccezione non possa ancora cessare, o quinSi non si possa ritornare alle normalità statutarie, di cui quelle della libertà sono condizioni casejiziali, con ciò implicitamente ammettono elio il momento di discuterò sulla data delle eiezioni non d ancora venuto. D'altronde, la logica e la tradizione dicono che una Camera sopravvìve il mono possibile alla leggo che rinnova alla baso il metodo scelto per l'olezlono del rappresentanti do! Paese. Auguriamoci dunque che la calma, o la normalità subentrino al periodo eccezionale eh» stiamo attraversando, e di cui già si avverte la diminuta tensione. Nella maggioranza c prevalso il buon senso, anche a proposito di altre riforme elettorali. Gli Uffici hanno infatti rinviato ancora una volta il veto femminile amminióu-ativo, che era un altro salto nel buio, di spirito opposto al voto plurimo, ma non meno di quello consigliato unicamente dalla tendenza di lmorovvisarc, che caratterizza questi anni di vivacità o di mobilità. E cosi auguriamoci cho si vada cauti nel rinnovare, e che questa legislatura, cosi tormentata sin dal suo nascere c cosi presto suicida, non lasci in eredita alla successiva grossi edifici senza fondamenta da riparare o da abbattere d'urgenza, n ritorno al collegio uninominale è, sopratutto dopo cinque anni di convulsioni, la prima prova di un ritorno olla ragionevolezza e di riflessione nella politica italiana ». Sempre a proposito dell'approvazione della legge elettorale lo etessff Giornale d'Italia- nota che la maggioranza ha dato prova di rasegnazione cristiana, anzi musulmana. « Sulle labbra di qualcho deputato è stata colta la parola araba kismet, che vuol dire destino. Quanto alla vita ancora riservata all'assembloà, un giornale molto vicino al presidente del Consigliò ha detto che la riforma elettorale è un'arma che'il Governo tiene nel cassetto, c che adopererà quando riterrà opportuno, foreo non troppo presto. L'on. Mussolini ha detto ad un giornalista amei* cano che le elezioni in ogni caso avverranno dopo il processo Matteotti, il che potrebbe anche dire le elezioni a maggio od a giugno, perchè si ritiene che entro tre mesi il processo Matteotti 6arà esaurito. Ma in questo senerc di faccende gli oroscopi non 60no possibili, perchè lo elezioni non vengono decise che in base alle particolari condizioni del momento ed alle peculiari convenienze del Governo che indice i comizi. E" vero che occorre anzitutto ristabilire nel paese un clima, normale di libertà; ncn sappiamo se e quan- • do ciò avverrà ». Il processo e le elezioni A proposito del voto plurimo bocciato alla Camera, sapete già che l'on, Rossoni si dichiarò nettamento contrario nella seduta di sabato e fu anche merito suo se rinnovazione venne rigettata. L'onorevole Rossoni dichiara oggi sull'Idea Nazionale che l'atteggiamento- suo e dèi deputati fascisti non fu per nulla ispirato da preoccupazioni di carattere democratico o demagogico. Indi soggiunge: » Come dirigenti del movimento sindacale nazionale noi abbiamo oggi il dovete assoluto di difendere i diritti nautici acquisiti dalla classe lavoratrice. Se SET non facessimo, cadremmo in una oontraddiziooe stridente collo 6forzó compiuto per Inquadrare t lavoratori nello spirito e nella disciplina- na- ' zionaJi. Infatti, dopo la propaganda svolta, ottenendo notevoli risultati, non potevano saltare su a dire — ora che i lavoratori hanno presenti 1 loro dovari — che 1 oiUadfni italiani d'ora in poi si sarebbero' ItrVlsf hi ' due o tre specie, e perciò avevano un valore diverso nell'esercizio del diritto elettorale ». Dal canto suo II Corriere d'Italia, oecupandosi della probabilità di prossime eiezioni, crede che ad esse si opponga ìì pro, cesso Matteotti, voluto al più presto pos. sibilo dall'on. Mussolini, nonché la necessita di condurre in porto la legge sulla stampa e l'altra contro le associazioni segrete. Dopo avere rilevato che tra le opposizioni dell'aula e quelle dell'Aventino vi vi è qualche affinità di manovra lattica nella polemica contro il governo, l'organo clericofascista contesta che « sia una contraddizione tra i due discorsi dellon. Mussolini del 22 novembre e del 3 gennaio perchè * le politica forte e la politica normalizzatrice sono due momenti di una stessa politica costituzionale in difesa dello Stato La coalizione aventinfana che si schierò furiosamente contro la politica normalizzatrice, culminata nel discorso del 22 novembre, oro!vocò il disegno di legge del collegio uninominale e provocò anche il discorso del 3 gennaio per la politica forte. 11 nuovo collegamento tra le opposizioni dell'aula e quelle dell Aventino, se arrivasse comunque, a com. promettere il normale funzionamento dell'auto parlamentare, non farebbe che affrettare la chiusura della sessione e antici. perebbe, naturalmente, la consultazione del liaese ». • ^ Uno dei deputati aderenti al centro cattolico, intervistato dall'Epoca, ha dichiarato che. il Centro cattolico non aveva ragione di mutare atteggiamento nei riguardi del Ministero, perchè, a differenza di quanto e avvenuto nel gruppo dei liberali di destra, nessuna crisi si è verificata in esso. "La burocrazia è antifascista» scrive l'organo ministeriale Da vari giorni si dibatte una vivace polemica contro la burocrazia. Fu l'on. Farinacci ad aprire il fuoco, dichiarando cho la burocrazia è antifascista e dannosa, provocando una difesa a favore della burocrazia da parte della Tribuna. Anche II Mondo, com'è noto, intervenne a difendere gli impiegati statali. Ma stasera II Popolo d'Italia, polemizzando coi due giornali, fa sua la tesi dell'on Farinacci e scrive: c La burocrazia, e specialmente quella centrale, è ansiosamente ed irriducibilmente antifascista, perchè, pur avendo irretito ed imprigionato con i suoi infiniti tentacoli il Governo, comprende che un giorno o l'altro, pretto o tardi, esso 6i vedrà nella necessità di svincolarsi. Perciò tutti i mezzi sono sfruttati, daliu amicizie perequali allo parentele abusando dei vincoli segreti estranei aW'ammmistrazlone, moltiplicando gli oblacoJi tecnici, oreandQ impacci amministrativi di ogni genere, premendo soprattutto la mano sul colleghi dipendenti tesserati fascisti ed aiutando contemporaneamente, qualche falso fascistaEssa si prefigge ora apertamente di determinare il crollo del Governo, che ritiene troppo impegnato nella lotta parlamentare, per preoccuparsi del lento ma inesorabile veleno ebe gli inietta. Il fenomeno del parlamentarismo, che sino all'ottobre 1922 soffocava il libero respiro della vita italiana, ha triste, mente impeciato la burocrazia romana. I direttori generali, i capi divisione erano legati ai vecchi uomini politici, to'.::, a iare U bello e cattivo tempo a Montecitorio Erano, nella maggior parte dei casi, in campo delle pieole camarille dentro l'amministrazione che tra loro si combattevano o si alleavano secondo le lotte e le alleanze a Montecitorio. La piaga, purtroppo, non è scomparsa eotto il Governo fascista, che ha inconsideratamente scelto altri direttori generali tra gli arnesi della vecchia camorra uarlamontarifinca ». I 15 La Commissine dei Quindici, nominata dal Gran Consiglio fascista per studiare le riforme da introdurre nella legislazione Statutaria, riprenderà tra qualche giorno i suoi lavori. Il compito della Commissiono è stato alleggerito per il fatto che il Governo ha credute di dover stralciare ie conclusioni relativo ai rapporti tra lei Stato e le setto segrete, attuandolo senza.

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