I propositi della nuova azienda telefonica

I propositi della nuova azienda telefonica I propositi della nuova azienda telefonica Abbiamo dato ieri la notizia che la gestione aei telefoni statali nella zona che comprende il Piemonte e la Lombardia era stata assegnata alla « Società Telefonica Piemontese », di recente costituitasi nella nostra o.it■ na fosi'o notaio comm. fiermano. Poiché im..'.^ è maona-pars il Gruppo S. I. P. mietir. Alta Italia), abbiamo reputato opportuno rivolgere qualche domanda ad uno dei massimi esponenti del Gruppo, all'on. prof, ang. Gian Giacomo Ponti, di cui è ben nota 1 eccezionale attività ed il valore tecnico. — Come ò 6orta la Società telefonica e come na potuto vincere 1 concorrenti per ottenere la concessione ? — L'agitazione che si era determinata in Piemonte, allorché apparve' la possibilWà della concessióne dei telefoni statali alla induWia privata, agitazione che ha avuto l'appoggio dell'autorità del senatore Teofllo Rossi, è shoccata praticamente nella costituzione di una Socuota, di cui ha preso l'iniziativa un egregio tecnico della industria telefonica piemontese, e cioè l'ingegnere Vittorio Zangelmi, che sarà il Direttore generale della Impresa concessionaria. Questa Società, appoggiata illimitatamente dal nostro Gruppo Sip (Elettricità Alia Italia), ha potuto presentarsi alla gara bandita dal Ministero delle Comunicazioni e richiamare su di se la più ampia fiducia, per modo da avere affidata tutta intera la prima zona, cioè le reti lombarde e piemontesi, zona che è. la più cospicua d'Italia. E stato con un senso di viva' socldisfazione che abbiamo appreso la notizia della concessione, e la Società Telefonica Piemontese si accingerà alla grande opera diretta ad intensificare le comunicazioni telefoniche, portandole a divenire un potente mezzo sussidiario di sviluppo della attività economica dell© due regioni così eminentemente industriali, come H Piemonte e la Lombardia, — Questa è la sintesi del programma? — Precisamente. Noi oi prefiggiamo essenzlalimente di migliorare il servizio ed a ti»2e scopo la Società assuntrice dedicherà ogni sua cura ed ogni suo sforzo, ai quali noi crediamo — non potrà mancare il successo. — Deriveranno notevoli e reali vantaggi allo Stato da queste concessioni ? — Ritengo di sì. E' stata appunto, credo, la necessità di assicurare lo sviluppo delle reti statali e di portare lo comunicazioni telefoniche a sussidiare efficacemente il movimento economico, oltre che quella di assicurare al bilancio dello Stato gli enormi benefizi'derivanti dalla concessione che ha indotto il Governo a" bandire una gara tra i più poderosi organismi tecruco-industrioli-flnanziari per affidare ad essi le reti telefoniche e la loro diffusione. Lo stato si è assicurato un vantaggio non indifferente. A circa L. 20C.000.000, secondo una valutazione provvisoria, è calcolato il capitale che nello spazio di 20 anni deve essere corrisposto dalla Impresa privata allo Stato, per la concessione della sola prima zona. Detto capitale è rateato in annualità, e queste in quote trimestrali anticipate, ammontanti, per la sola prima zona, a L. 1C.000.000 e non è compreso in esso il canone 4 % annuo sui proventi lordi che lo Stato ha riservato a^è. E lo Stato, affidato alla competenza degli organismi concessionari, oltreché alla loro potenzialità economica, 6a che tutto l'ingente fabbisogno per lo sviluppo deHe reti, per il miglioramento e l'ampliamento del servizio è assicurato e che è pure assicurata a questa opera la competenza e l'esperienza di uomini, che 6ono in grado di raggiungere tali obbiettivi, e che hanno un interesse assoluto di raggiungerli. Lo Stato ha fatto di più. Si è riservata ancora una partecipazione ulteriore agli utili netti delle Aziende telefoniche private, quando questi utili oltrepassino il 7 %. — Nei riguardi degli utenti...? — Gli utenti sono salvaguardati da un impegno da noi preso, per il quale le tariffe di abbonamento dovranno essere razionalmente ritoccate a favore-di essi.. i . — Si era parlato, in un primo tempo, del pericolo di infiltrazioni straniere. Esiste que. sto pericolo? — Lo Stato ha preveduto, se non la probabilità, la possibilità di una prevalenza del 'capitalo straniero su quello nazionale in questa industria ed ha preso qualche misura cautelativa. Nel Capitolato di concessione, infatti, è tassativamente stabilito che almeno il 60 % del capitale dev'essere italiano. Le azioni per un più sicuro e rapido controllo, dovranno essere nominative, cosi da evitare, nei limiti del possibile, ogni inconveniente. Inóltre, sempre per l'intento di non edere 11 campo ai non italiani, è stato pure tassativamente stabilito che tutti i materiali per gli impianti e la manutenzione delle reti dovranno essere di produzione italiana. — E le sorti del personale? — Sono anch'esse tutelate da apposito Decreto. Durante il primo anno di gestione privata nessuno degli attuali addetti all'azienda telefonica potrà essere rimosso. U pagamento degli stipendi continuerà ad esser fatto a mezzo degli organi statali, sebbene con fondi forniti dalle Società assuntrici. Durante questo anno avverrà una chiarificazione, per cosi dire, dei reali bisogni dell'Azienda in fatto di personale e delle capacità ed attitudini di questo. Prima del termine dei dodici me6i le Società segnaleranno allo Stato se e quale personale dovrà essere eliminato. Allora lo Stato provveder» nei modi consueti a questa parte del personale, applicando le precise norme che già al personale sono note e che, pare, tutelano abbastanza gli interessi di tutti.

Persone citate: Gian Giacomo Ponti, Teofllo Rossi

Luoghi citati: Italia, Lombardia, Piemonte