AIIa ricerca del presanto assassino

AIIa ricerca del presanto assassinoIl delitto di S. Vito AIIa ricerca del presanto assassino •Che il cav. Rossi, comandante della squadra mobile, si fosse recato per la seconda volta a Milano a cercarvi provo irrefutabili a carico del presunto autore dell'assassinio dell'austriaco Flolschmann, abbiamo già detto nella cronaca di ieri ; che queste prove egli abbia raggiunte non potremmo ancora affermare. Ma sta di fatto che l'attività spiegata dalla nostra Questura, superando volta a volta difficoltà sempre nuove nei corso di questo indagini, non riir.iaTrà infruttuosa. So, come abbiamo affermato, essa volesse elencare gli indizi gravissimi raccolti a carico dell'individuo che assassinò il viaggiatore austriaco, ognuno esclamerebbe convinto: « E' indiscutibilmente lui che l'ha, ucciso ! » ; ima funzionari di indiscutibile serietà non si accontentano di soli indizi o di prove contestabili. Il telegramma che fl Flelschmarm aveva Inviato da Mestre a Milano sembrava segnare una buona traccia, tanto più che in quel telegramma l'austriaco preavvisava una persona del suo arrivo- Questo individuo avrebbe quindi potuto dare informazioni speciali di indole delicatissima intórno allo scopo che conduceva il viaggiatore a Torino. La persona in parola venne effettivamente rintracciata e disse di aver veduto nella mattino, del 3 corrente il Fleischmann a Milano prima della sua partenza per la nostra città ed anzi di averlo acrompagn&to Ano all'ingresso della stazione alle ore 7. Como al solito, l'austriaco' appariva allegro ed esagerando, forse innocentemente, le coso, parlò di grandi affari che doveva concludere in Piemonte; invitò anzi il suo conoscente a seguirlo a Torino. Se dopo l'assassinio del disgraziato viaggiatore il suo amico di Milano non avesse potuto dimostrare un alibi chiarissimo, quell'invito sarebbe bastato a mandorlo In carcere. Ma vi ora l'alibi e, indipendentemente da questo, sarebbe mancata la base del movente. La deposizione di questo teste può lasciar supporre che il Fleischmann sia giunto solo da Milano a Torino. Ma bisogna aggiungere subito che il conoscente accompagnò il Flcisetyman.n — come' dicemmo — soltanto all'ingresso della stazione, mentre nell'interno egli poteva benissimo essere atteso da qualcun altro, da colmi insomma che la sera stessa, dopo il viaggio a Bra, doveva aspettarlo alla nostra stazione di Porta Nuova, per condurlo poi al fatale convegno. •In altre parole ciò che il Fleischmann aveva confidato al conoscente di Milano doveva essere conosciuto anche dall'assassino, che fu cosi indotto al delitto dalla speranza di impossessarsi di una forte somma di denaro. Data la delicatezza dell'indagine non vogliamo specificare di più alcune circostanze; ma, confermando che la polizia ha una mèta, ben chiara e definita ormai, dobbiamo aggiungere che ad alcuni punti interrogativi potrebbe ora rispondere, e forse esaurientemente, il connazionale e correligionario della vittima, il compagno di affari, il cui nome tante volte è stato fatto nella cronaca di questo delitto: cioè il Katzmann. Ma costui non si è fatto vedere: non si ò presentato alla giustizia, non si sa dove sia. Come si ricorda, subito dopo il delitto la nostra polizia ha chiesto informazioni a Vienna sull'ucciso o sulle peirsone che • lo avvicinavano, specialmente per rapporti di affari: fra queste vi era dunque in prima linea il Katzn.ann- Ma le chieste informazioni, che dovrebbero aveTe lo scopo di get-. tare luce sui precedenti dell'ucciso, e di rischiarare forse le prime e lontane radici del delitto, non - sono ancora giunte, anche perchè dovendo lo « pratiche » passare attraverso il Consolato austriaco di Milano, ne deriva un notevole dispendio di tempeu. Tuttavia, nelle ricerche espletate in Italia, la nostra''polizia ha pure raccolto elementi intorno a quegli che potrebbe comunicare cose importanti e forse essenziali. Risulterebbe, in base a sicure testimonianze, che il Katzmann si trovava in Italia nell'ultimo periodo di tempo precedente il delitto. Milano, ad esempio, è uno dei luoghi in cui ò stato visto: non risulta con pari sicurezza che egli 6in stato visto a Torino. Un'alira circostanza importante è stata appurata. Fino a poco prima del dolitto egli ha viaggiato in Italia col 6uo vero nome; in seguito ha assunto, presso gli alberghi dove alloggiava e nelle 6ue relazioni superficiali e passeggere dell'uomo ohe viaggia, false identità. Perchè tutto ciò? E' naturale che la polizia indaghi sulla condotta del russo-austriaco, ed è parimenti ovvio che essa attenda con irnp^ienza o con speranza le informazioni elio devono venire da Vienna, e che potrebbero vnntaggiosamnte completare ed integrare quelle già raccolte in Italia. Gli sforzi della Polizia tendono ora a coordinare tutta la serie di prove e di indizi raccolti attorno alla-flgura del presunto assassino e por questo il cav. Rossi ampliò lo sue ricerche a Milano, recandosi a Varese, a Gollarate, a Busto Arsizio ed in altre località di quella regione L'indagine è insomma come un minuzioso lavoro di mosaico e come questo richiede costanza e pazienza infinite. Bisogna trovare e collocare le piccole pietre le une accanto alle altre e solamente quando tutte hanno preso il loro posto preciso l'opera assumerà la sua intera fisonomia e il suo vero significato.

Persone citate: Fleischmann, Rossi