La lotta tra fascisti e contadini rievocata al processo di Alessandria per l'uccisione dell'agricoltore Oggero

La lotta tra fascisti e contadini rievocata al processo di Alessandria per l'uccisione dell'agricoltore Oggero La lotta tra fascisti e contadini rievocata al processo di Alessandria per l'uccisione dell'agricoltore Oggero una nuova risano che, Alessandra 13 Il processo per il delitto di Cessola ha richiamato oggi alle Assise una vera folla che si appassionu a questo dibattimento a sfondo politico. Particolarmente notati molti contadini e agricoltori dell'Alto Monferrato. Aperta l'udienza il presidente cav. Raineri Ila interrogato i due maggiori imputati: i proprietari Giovanni Cirio e Francesco, rispettivamente padre e figlio. Costoro, enuiiiiili fascisti, raccontano come quella sera, mentre si accingevano a rincasare lungo lo stradale Acqui-Cortémilia fossero 6tati provocati da avversari politici, militanti nel partito dei contadini. Ne sorse una vivace baruffa. A un tratto intervenne l'Oggero, che si scagliò contro il Cirio padre, percuotendolo e gettandolo a terra. Fu il 6egno di generale lotta. I due Cirio afjcrcircondati da forze soverchiatiti e vistisi a inai partito, reagirono con i mezzi che avevano a disposizione; gli ombrelli. Dà una puntata all'occhio sinistro rimase colpito l'Oggero. In seguito a questa ferita l'S inaggio seguente l'Oggero soccombeva per sopraggiunta meningite cerebro-spinale. Vengono quindi Interrogati gli altri 8 imputati che sono a piede Jibero e cioè Pietro Cirio, Amilcare Jachino, Ermenegildo Robusto, Flammimgo Alberti, Carlo Negro, Giuseppe Barberi. Francesco Cirio e Guglielmo Cirio. Costoro, avversari politici degli altri due imputati, debbono rispondere di lesioni di poca Importanza. Concordemente affermano di essersi trovati presentì alla rissa fatale; ma alcuni di essi svolsero opera di pacificazione, mentre altri assistettero alla zuffa come semplici spettatori. Comunque essi ripetono concordemente che nessuno di essi ebbe a percuotere 1 due Cirio. Dopo una breve pausa 6i inizia la lunga escussione testimoniale, che il presidente cav. Ranieri riesce, molto abilmente ad esaurire in giornata, evitando lo scatenarsi di violenti contrasti partigiani in un processo a base di lotte di partito e di persone. Anche i testimoni, nella loro grande maggioranza, si dividono in due fazioni, fecondo una parte di essi, i due maggiori imputati avrebbero colpito l'Oggero senza alcuna ragione plausibile, con le note tragiche conseguenze. Altri invece hanno affermato che i due Cirio si trovarono costretti a reagire di fronte alle violenze di cui furono fatti segno. Più esplicite riescono In deposizioni dei testi Remigio Rizzoglio e Egidio Muratori, che ricostruiscono la sanguinosa scena, precisando le circostanze che portarono al ferimento dell'Ossero, compiuto dal Francesco Cirio con una puntata dell'ombrello che era munito di un fermaglio di ferro, e che fu causa unica della molte, del disgraziato. Notevoli deposizioni sono fatte dal sindaco di Acqui, Scarsi, e dal maggiore cav. Cirio. Costoro danno notizie dell'ambiente politico di Cessole, delle lotte scatenatesi tra i due partiti maggiormente in lotta tra loro; il fascista e quello dei contadini. Questo più agguerrito e seguito da un largo 6tuolo di simpatizzanti, aveva soverchiato l'altro in una serio di contrasti locali. Comunque la lotta si era sempre mantenuta nei limiti normali. Esaurite cosi le escussioni testimoniali il Presidente toglie a tarda 6era l'udienza rinviandola a domattina. Parleranno per i due Cirio gli avv. Sardi e Braggio e per gli altri 8 imputati per i quali il Procuratore Generale non sostiene l'accusa parleranno gli avvocati Bruno e Cervetti. Nella serata si avrà certamente il verdetto dei giurati e quindi la sentenza.

Luoghi citati: Acqui, Alessandria, Cessole