L'assassino accompagnò la vittima nel viaggio da Vienna a Torino?

L'assassino accompagnò la vittima nel viaggio da Vienna a Torino? Il delitto di San Vito L'assassino accompagnò la vittima nel viaggio da Vienna a Torino? T.e i adusi ni per il delitto della strada di S. Vito continuano da. parto della nostra Polizia con la consueta alacrità nelle duo giornate ili Ieri o domenica, H. cav. Rossi, capo della squadra mobile, ha continuato ad interrogare gente. Poco, però, è stato aggiunto di concreto all'attivo dell'inchiesta. Purtroppo, in fatto di identificazione dell'assassino, s e del movente a cui'questi ha obbedito nedn sua opera delittuosa si brancica ancora nel buio. Nessun passo di vera importanza in proposito. La Polizia fa molto affidamento sullo informazioni che devono giungere da Vienna circa i precedenti _ dell'assassinato, poiché si spera con questo di poter penetrare in alcuni punti ancora oscuri della vita del Fleiscìmiann, specialmente per quanto riguarda le sue relazioni di affari non troppo puliti e ancora meno conosciuti. Il lavorio cìeWe indagini espletato a Torino e Milano ha portato alla completa- ricostruzione del come l'austriaco ha passato in Italia le sue duo ultime giornate, ed ha ricostruito con sufficiente esattezza l'ambiente in cui egli si moveva, rinlracciando c intera'Ogando molte persone che ebbero con lui rapporti, anche intimi. Così, è stato acquisito che il Fleischmann ebbe a Torino una relazione amorosa di carattere abbastanza stabile, in mozzo alle molte relazioni passeggere. Ma anche questa importante constatazione si è risolta m nulla, in quanto, interrogata' la donna, è risultato che essa era completamente all'oscuro sulle relazioni d'affari e •le amicizie del suo amanite. &nÉn vittima, la cui figura rfeulia ampiamente illuminata, si hanno dunque dati numerosi «1 essenziali; non altrettanto può dirsi della figura di colui che lo accompagnò dalla, stazione fino alla fatale strada di San Vito. Attorno a questo c'è, purtroppo, il vuoto. Il misterioso, lugubre personaggio sembra non sia unito da alcun filo all'ambiente clie lo circonda. Un filo, ben netto e visibile 10 lega affla vittima, ma la sua natura riesce indecifrabile. Di lui non si conoscono — o soltasito approssimativamente — 1 connotati llsici- Un giovane che ha visto i due al o sbocco della strada Naturalmente per indagare intorno al triste attore della tragedia nulla va risparmiando la polizia la quale affannosamente ricerca, attraverso deposizioni da testimoni, qualche dato preciso e irrefutabile. Per esempio, si era sperato che qualche luce potesse venire in proposito da un giovane operaio, il quale si è spontaneamente presentato in Questura per essere sentito. Egli, interrogato, ha detto che la sera di sabato, 3 coir., mentre rincasava dal lavoro, presso il Ponte Isabella er* stato avvicinato da un tale che gli aveva .chiesto informazioni su quella località. Ma 0 confronto dell'ora ed altre circostanze hanno escluso che l'individuo potesse essere parte de ".l'infernale macchinazione tesa ai danni del viennese. C'ò però, oltre lo « ohauffeur •. un altro individuo che ha sicuramente visto la vittima o l'assassino pochi minuti prima del delitto, ili testimonio in persona è un giovane che sovente, di sera, si recava In capo al ponte Isabella, sul corso MoncaMeri, ad attendere l'innamorata. Così fece la sera del 3 corr. Verso lo 20.30 egli si trovava davanti all'imbocco dalla strada di San Vito, passeggiando in su e in giù, in attesa. Vide avvicinarsi l'automobile,, che si fermò a pochi passi. Ne discesero i due viaggiatori; uno di essi pagò, poi entrambi salirono insieme la stradetta. Sembravano di buon umore. Quello che aveva pagato il prezzo della corsa — il Fleischrnunn — aveva fra le labbra la sigaretta. La lestiinonianza è importante, ma, dopo quella delio « chauffeur », non è valsa ad aggiungere elementi positivi ed essenziali, di vera utilità pratica, quali sono necessari agli inquirenti per compare veramente un passo avanti Indagine, in una parola, faticosa, lenta, difficile. JJè questo, a obi ben riguardi 'e coso, deve stupire. L'assassino, e per lo meno colui clic condusse al tranello il disgradino ■ed ignaro viennese, accompagnandolo in automobile da Porca Nuova lino nelle adiacente della strada di San Vito, e certiimenre un individuo scaltro, un furbo matricolato, eapaee di fingere alla perfezione. Tutta la sua condotta,^ ricostruita pur attraverso "li scarsi desienti che se ne conoscono, induce in questa persuasione: essere egli altrettanto astuto e navigato, quanto «audace. Cinica scaltrezza Vediamo. Lo sconosciuto^ attendeva il Flc-tscliiiiann, con ogni probabilità, alla stazione, Iato arrivi, perchè pochissimi minuti dopo erano insieme davanti all'automobile. Nell'intervallo, come abbiamo^ vislo l'austriaco ha depositato il campionario dei liquori presso il vicino bar-chiosco. Egli si è presentato solo ed aveva fretta di_ sbrigare l'incombeva. Adunque lo sconosciuto ha lasciato entrare solo il compagno nel_ bar: non voleva essere visto con lui, nella piena luce di un esercizio pubblico. Sf Fleischmann esce, il compagno m unisco tosto a lui, a insieme si presentano allo « chauffeur » per essere condotti al Ponte Isabella, Lo « ehaaffeor » è quello di cui il '•:tiinese si serviva di preferenza per. lo aue o in citta: Ed infatti e lui, che gli parla, ' 1 r:; dà ordine di recarsi oltro il ponte isabella. L'altro tace. Non solo: ■ si tiene alquanto discosto, vuol mantenersi poco m ;il guidatore, e per raggiungere tale scopo eoo _ui.il certa dianvoltura o nntuxaleiza, si forma dalla mirto dell'automobile opposta a -lucila in cui si trova l'austriaco, laute che quando questi monta in vettura da uno sportello, egli monta dall'altro sportello. Cosi ha raggiunto il suo scopo: lo « chauffeur» voltatosi verso il suo incerlocuiorc. nor. . Imi avuto agio nò tempo di osservare l'itil':.viduo che era con questi. Durante In corsa, lo «chauffeur» non ode 5 discorsi dei viaggiatori, riach5i;.-i e come Appartati nell'interno della vettura. Égli però, di quando in quando, li sento ridere. TV lo, sconosciuto che tiene in allegria il suo coia-| Vaglio, abilmente mentre, lo conduce al macello... L'automobile si ferma oltre il Pfinte Isabella. I due scendono, ina ancora una volta il misterioso individuo ha cura di (crersi un poco distante. E' di nuovo il Fhis""èbmann che parla allo «chauffeur» per pacargli la corea. Dopo di che, raggiùnge, sempre tenendo sotto braccio la borsa di cuoi i, 11 compagno elio giù ha voltato le spali", c si avviano per Valerne, ciarlando lietamente U fatale « strà d'ji mort ». Tutto ciò dimostra a luce meridiana la scoi, f rezza di quest'individuo, che si muove ed agisce secondo un calcolo, una linea prestabilita da cui non deroga: non farsi vedere, con farsi osservare da nessuno. Ed egli sa, mei- tre, sviare ogni sospetto della vittima, sa tenerla in lieto conversare. Ora, dobbiamo ri-cordarci eie il Fìmdwaao era uielligeule. ovetto, navigato eome pochi. So fatta» Jia sa- puto giocarlo en-.-ì facilmente, dobbiamo dedurne che egli lo superava in scaltrezza, in abilità a tìngere. E con un tipo simile, che. ha così bene predisposto ed eseguito, nulla tìt più logico pensare che, quando appena il delitto era scoperto egli già viaggiasse lontano, verso od oltre la frontiera... A questo punto, ausi, viene fatto di pensare — accogliendo la probabile tesi >;hc l'assassino non sia torinese — che questi anbia scelta la nostra cito per compiere il delitti, appunto per la sua vicinanza con la frontiera, donde _ consegue una maggiore facilità a mettersi in salvo. Adunque la Polizia è venuta a trovarsi di frouto n un reo — assassino o complice di una rara perspicacia e furberia. Questa è già una ragione delle difficoltà delle Indàgini, ma tali dithcoltà sono accresciute da altre, circostanze. La vittima è straniera, cioò ha il suo maggiore centro di vita lontano, nel suo paese di origine, dove tiene domicilio, famiglia, affari, ecc. Il che vuol dire che, dive capita, fuori del suo paese, per i suoi affari, lascia traroic non troppo continue e sensibili, fa delle conoscenze, in fondo, superficiali. Di più, la vittima stessa è. nel nostro caso, .lenita ad affari illeciti, che conduco clandesLirumente parallelamente a quelli leciti. Questi gli consentono amicizie e relazioni onorevoli e visibili, quelli lo obbligano a relazioni ch'egli tiene gelosamente celate. Egli •■"oore con la maschero del commercio lecito ed onorabile l'altra sua vera fisonomia di contrao bandiere. Penetrare nel _ suo mondo_ equivoco, nelle sue relazioni illecite, nei suoi interessi inconfessati, risulta doppiamente difficile, anche per una Polizia oculata ed attiva come indubbiamente si è dimostrata la nostra in questo frangente. L'orribile tranello A tutto ciò si aggiunga il fatto, come ripetutamente accennammo, che con molta prooabilita non solo l'ucciso ma anche l'uccisore e straniero. Ed nllora appariranno evidenti la fatica e le difficoltà cui devono andare incontro funzionari ed agenti incaricati di districare l'irta e complicata matassa di questa inchiesta. Del resto a suffragare l'ipotesi che l'assassino sia uno straniero concorre la circostanza che il delitto fu indubbiamente premeditato. Orbene, da qualche tempo il Fleischmonn era assente da Torino ed il suo feroce aggressore non pot-eva carta-mente preparare l'agguato con una corrispondenza a rischio di rivelarsi. Con tutta evidenza il terribile « amico » del Pleischmann deve avere organizzato il euo piano delittuoso a Vionnn, od in altra città austriaca molto prossima a,l nostro confine. Qualche particolare venuto in luce può, anzi, far credere, con fondamento di assire nella vesiitò,, che l'aggressore sia partito dall'Austria, per l'Italia insieme al Fleischmann ; clic sia O'hmto con lui per la linea di Verona a Milano la mattina del sabato 3 corrente, alle ore i>; che l'abbia atteso alla stazione di quella città mentre il 'Fleischmann si recava a depositare la valigia all'ailbcrgo ; che infime sia ripartito con lui poco dopo,le 7-per Torino, dove i due compagni di viaggio si separarono, dovendo il Pleischmann recarsi a Bra per trattare ìm affare con la Ditta Bianchi — di cui abbiamo già parlato — e per farsi consegnare un anticipo di denaro (le duemila lire trovategli noi portafoglio) del quale era sprovvisto. Fu prima della breve scappata a Bra, che il compagno di viaggio diede appuntamento al Fleischmann per la sera stessa a Torino, alla staziono di Porta Nuova. Partendo insieme alla sua vittima per l'Italia l'assassino sapeva ciò che il Fleischmann portava nella famosa borsa di cuoio. Per indurlo poi a seguirlo su per la deserta strada di San Vito, il carnefice deve avergli fatto credere che l'avrebbe condotto ad una mòta prestabilita, una villa isolata, dove il Fleischmann era persuaso d'essere atteso da qualcuno, tanto che si preoccupò di cambiarsi — durante il viaggio da Bra a Torino — il colletto inamidato per ossero più proprio ed elegante. Il eol'.etio sporco egli, anzi, se lo cacciò in ima lasca del soprabito. Il Fleischmann che mostrava tanta fretta da rinunciare alla, cena e si preoccupava della i;ua toeletta, per -essere più « preselitabi!-' », credeva dunque che l'« amico » lo necompagnatEe nella casa di qualche ospite. E si mostrava lieto, quanto 11 suo compagno, il quale invece aveva seguito con nx> cinismo straordinario la sua vittima per due giorni consecutivi, soltanto con lo scopo di compiere il delitto senza dar sospetto a chicchessia ed imipadronirsi della famosa borsa di cuoio, che il Fleischmann non aveva mai abbandonato, neppure per un momento. Ogni particolare dell'assassinio fu dunque preparato con fredda meticolosità. Altra constatazione che si deve fare <> questa: che 11 misterioso «amico» aveva, una certa piatici delia nostra citta. So unii ha guidato la sua vittima Ano alla strada di San Vito, conosceva le caratteristiche del luogo e con sicurezza si affidava, per cosi dire, ad esse, per compiere un orrendo delitto. Dunque, anche senza dedurne che lo sconosciuto dovesse essere proprio famigliare alla nostra città, si deve ammettere che egli a Torino ci sia stato per lo meno alcune volto Alia ricerca dei russo Di queste premesse ba naiuraainante tenuto conto l'autorità, ed è anzi in forza di esse che la polizia ha posato con insistenza 1 suoi sospotti sopra un individuo che già per altra via appariva degno di essere tenuto d'occhio. Si tratto del russo-austriaco Kaizuianu di cui abbiamo ripetutamente parlaW. Efili e stato a Torino, anche m compagnia del Fleischmann, e quindi ha della città nostra una certa'conoscenza. Di più sapr,iaino — o non lo ripeteremo ai nostri lettori — che fra i Otte c'erano stadi affari chiari ed altri meno chiari, e che fra di essi ora sorta una sorda inimicizia Come i lettori ricordano, noi ci siamo giù fatta la domanda, che del resto si era subito affacciata atta polizia.- E' il Katzmann estri, neo al delitto? ('.Tediamo die ancora non si possa rispondere alla domanda, ma certo si è die la polizia intende rispondervi... 11 punto interrogativo esiste, La nostra polizia ha richiesto a quella viennese ampie notizie intorno al compagno di altari del Fleischmftnn. Non sappiamo sia siano giunte; ma si può assicurare che da non de ••• and ! posa a uvven :•• molto si. rll/romette la nostra Questura. Dobbiamo però aggiungsre che a»l corso ! dell» tndi'.girii, alcuni element: Indiziarli, per quanto vaghi o tenui, sono einers', a carco di alcuni individui. In qualche caso < | sospeu:, appena accomiati, sono sfuiouii. l in questo ca»o non cosa. BuMcr" elio il { russo ixni} staiiHb inoprio » alibi » per ette tni-lic uuisia costruzione crolli usi nul- la. Perciò si attendono da Vienna le accennate informazioni. Da ultimo riparleremo quanto viene segnalato da Vienna circa il 'misterioso delitto. La famiglia del Fùctschma.nn, mentre esclude l'avventura amorosa e il commercio della cocaina, si mostra sicura trattarsi di vendetta por rivalità di mosiiere. Secondo i parenti dell'ucciso, questi fra brOve avrebbe dovuto assumere in Italia la direzione di una importante casa produttrice di spumanti; ed a poveretto sarebbe stato ucciso da un invidioso, olie avrebbe avuto interesse alla sua soppressione. Ed ora, a conclusione di queste note, ci permettiamo di fare un rilievo. Abbiamo constatato die sul luogo del delitto si recano non poclii curiosi. Sono ivi ancora visibilissime le numerose macchie di sangue, sparse sul terreno e sul mirro. La gente, non contenta di... ammirare, tocca e tosta quei lugubri segni del delitto! E' una curiosità morbosa, elio dà luogo a uno spettacolo inoiviilie. L'autorità dovrebbe faT pulire il luogo di quel sangue. Bastano pochi colpi di scopa e poche i>enn«llate di calce.