I disegni di legge presentati dal Governo

I disegni di legge presentati dal Governo I disegni di legge presentati dal Governo ROMA, 12, notte. Stamane allo 10, si è riunito a Palazzo Viminale il Consiglio dei Ministri. Erano presenti tutti i ministri, ad eccezione del ministro delle Finanze on. De Stefani assente da Roma. Ecco il comunicato: « ff ministro degli interni riferisce sulla « situazlqne interna, rilevando i soddisfacenti € risultati ottenuti coi provvedimenti attuali. « in e.iccuz}onc dei deliberati del Consiglio « dei. ministri del 30 dicembre u, s. Le condì« dizioni del paese sono di assoluta tranquiU ' Illa: la giornata festiva di ieri è trascorsa t scasa il minimo incidente. • Su proposta del ministro dell'Interno, di « concerto col ministro della Giustizia, il Con« sigilo discute ed approva il disegno di legge a che fa obbligo a tutte le Associazioni, Enti, « Istituti costituiti nel Regno, di comunicare « all'aulorlià di pubblica sicurezza l'atto co« stitutivo, lo statuto ed il regolamento interino e l'elenco nominativo delle cariche e dei « soci. « Su proposta del ministro dell'interno il « Consiglio delibera di presentare al Pariaamento un disegno di legge che. delega al « Governo del Re la facoltà di arrecare emen« damentt alla legge di pubblica sicurezza. « Su proposta del mmislro Guardasigilli, « il Consiglio delibera di presentare al Parti lamento un disegno di. legge per la delega « al Governo del Re della facoltà di emendare « il Codice penale, il Codice di procedura pe« naie, le leggi sull'ordinamento giudiziario, « e di apportare nuove modificazioni ed ag• giunte al Codice civile. « Il Consiglio ha infine deliberato su af« fari di ordinaria amministrazione. La riu« nionc à terminata alle ore 13 » II disegno di legge sulle associazioni Ecco il testa del disegno di legge circa la obbligatorietà delH denuncia all'autorità di P. S. degli atti costitutivi, dello statuto, dell'elenco dei soci ecc. da parte degli istituti, associazioni, enti del Regno: Art. 1. — Le Associazioni, enti ed istituti costituiti ed operanti nel Regno, sono obbligati a comunicare all'autorità di P. S. gli atti costitutivi gli statuti ed i regolamenti interni, l'elenco nominativo delle ca. ri-che sociali e dei soci e ogni altra notizia intorno alla loro organizzazione ed attività tutte le volte che ne vengano riojiìesli dall'autorità predelta per ragioni di ordine o di sicurezza pubblica. L'obbligo della comunicazione spetta a lutti coloro che hanno funzioni direttive e di rappresentanza delle associazioni, enti ed istituti nelle sedi centrali e locali, e deve essere adempiuto entro due giorni dalla richiesta. I contravventori sono puniti coliarresto non inferiore a. tre mesi e coll'ammenda da lire duemila a seimila. Qualora siano state date, scientemente notizie false o incompiute, la pena e della reclusione non inferiore ad un anno e alla multa da lire cinquemila a lira trentamila, oltre Vinterdizione dai pubblici uffici per cinque anni. In tutti, i casi di omessa, falsa o incompiuta dichiarazione, ld associazioni possono essere sciolte con decreto del prefetto. Art. 2.-7 funzionari, impiegati, agenti di ogni ordine dello Stalo, delle Province c dei. Comuni, o sottoposti per legge alla tutela dello Stato, delle Provìnce o Comuni, non possono appartenere, neppure in qualità di semplici soci, ad associazioni, enti o istituti coHiluiti od operanti in modo clandestino od. occulto, e i end soci sono comunque vincolati dal segreto, sotto pena della destituzione. I funzionari, impiegati ed. agenti attualmente in servizio devono ottemperare alle dispoòizioni della presente legge entro quindici giorni dalla sua pubblicazione. Art. 3. — La presente Ugge, andrà in vigore il giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficialo del Regno. Coatro la Massoneria Di questi disegni di legge, quello sulla comunicazione alla Polizia degli elenchi dei consiglieri e soci di Associazioni, enti, istituti, ecc., tende praticamente a togliere il carattere di segretezza aU'assm-niziovie . jua^-jiìicij e ad ustiicoJiirt! l'anpariene.uza ! ad essa dei funzionari dello iitato. 1 L'Idea Nazionale scrive al riguardo: « Il progetto odierno deve riferirsi direttamente alle sette segrete totalmente anacronistiche e inconcepibili nella società moderna, se non come organizzazione di sovversione dello Stato, 11 quale ha ti diritto ed il dovere di difendersi. Il riferimento va direttamente alla Massoneria ». Dopo avere affermato che la massoneria ha « carattere squisitamente antinazionale » il giornale ufficioso conclude : « Nè meno grave per la formazione del carattere italiano sono, da un punto di vista morale, le disposizioni degli statuti massonici, che fanno obbligo agli adepti di negare la loro appartenenza alQa società. La massoneria deve essore presante in ogni luogo e non vista da alcuno. Questa caratteristica fondamentale e dichiarata dell'azione della Massoneria tendeva a creare insensibilmente, senza scosse, il proprio ordine sociale nuovo in antitesi con l'ordine nazionale. La. nuova legge fascista viene, a troncare la possibilità di questa preparazione lenta e nascosta di un processo rivoluzionario ». Il Corriere d'Italia, clericofascista, scrive : « E' la prima volta che in Italia il Governo lia il coraggio di affrontare una situazione di privilegio creata a certe categorie di individui che, contro ogni spirito di modernità, e fuori di ogni legge, potevano costituire delle associazioni, pericolo e nemico dello Stato. Abbiamo nominato la Massoneria, la sola associazione segreta, crediamo, che esista in Ralia; i cui componenti, sino ad oggi potentissimi nel vincolo che li univa, determinavano di fatto, per le interferenze dei diritti e dei doveri c degli interessi, uno stato di menomata libertà nella, tutela veii-so tutti gli altri cittadini ed una merita inframmettenaa nello Stato e contro lo Stato. R disegno di legge che costringe le os.mciaziom segrete ad uscire dalle tenebre alla luce e scegliere tra la luce del diritto comune e la soppressione, ò un omaggio alla libertà ». "La seconda fase dell'azione fascista,. Un notevole editoriale pubblica L'Idea Nazionale sui prossimi compiti del Governo e del Partito fascista, specialmente in, riferimento alla sessione attuale del Gran Consiglio fascista. L'organo ufficioso crede che il Governo debba, agire secondo 10 spirito del fascismo, per evitare che il fascismo sia chiamato all'» integrazione necessaria ». Quindi la necessità del governo forte, che provveda ad attuare sollecitamente i provvedimenti indicati dal partito. Appunto in considerazione di questi concetti L'Idea Nazionale ritiene che 11 Partito fascista « debba essere chiamalo a preparare la seconda fase dell'azione fascista, la fase della ricostruzione e dello sviluppo della nuova società nazionale ». Quindi prosegue : « Il programma che dopo il Consiglio nazionale di agosto è stato indicato alla Commissione dei 15. è appunto il programma di una preparazione legislativa, che è di difesa dello Sfato, di integrazione dello Stato, lasciato monco od inerte e di sviluppo della società nazionale. Legge sulla stampa, legge sul controllo delle banche, legge per le sette segrete ed 1 partiti internazionali ; ecco una serie di atti per il rassodamento dello Stato. Ordinamento sindacale, norme e rappresentanza della produzione, eventuale riforma del Senato: ecco eventuali elementi per lo sviluppo della società nazionale, n Governo a. mezzo del fascismo, deve soprattutto agire per la realizzazione di una nuova società nazionale; ma occorre, per questo, che la promessa sia assolta dal governo appoggiato daliìe forze del partito, ma non più 'bisognoso affatto del partito per stabilire la posizione della propria forza ». L'organo nazionale fascista afferma inoltre che la sessione del Gran Consiglio «deve liberare il partito dalle preoccupazioni di una imminente campagna elettorale, la quale sarà tollerabile solo se possa fondarsi sull'impostazione seria dei problemi ricostruttivi, che sono stati indicati alla Commissione dei quindici ». I lavori della Camera Oggi alle 16 si è riunito in un'aula di Montecitorio il Comitato di maggioranza. Erano presenti gli on li Pennavaria, Lessona, De Capitani, Madia, Romani, Torre Andrea, Sauna, Martire Bottai, Casertano. E' stata fatta anzitutto una cordiale accoglienza all'on. Casertano, quale designato alla presidenza della Camera. Ila avuto quindi inizio la discussione sui lavori della Camera lavori che avverranno in quest'ordine: subito dopo l'elezione del presidente, si discuterà la legge elettorale, ed in hit:! seduta mattutina, forse venerdì, il blocco dei dua-cii-lwsfcs; su .cui la fatta, una relazione l'on. Codac'Cl-Pfsan"Pi. Quandi la Camera si chiuderà o si riaprirà sulla .1 Co/accetchia- in febbraio per discutere la legge stampa Esaurita la discussione sui lavori mi tato ha preso in esame — ed ha tato — le dimissioni dell'on. Riccio, mando a far parte del Comitato stesso gli on.H Miliani e Venino ; ed ha soprasseduto • ilio elezione dei vice-presidenti mancanti. Con l'assunzione dell'on. Casertano alla presidenza delia Camera restano vacanti anche altre due cariche; quella di presidente della Giunta delle elezioni (per quanto alla Giunta delle elezioni non rimanga ora che l'esame di due circoscrizioni soltanto: Toscana e Sicilia) e quella di presidente della Commissiono per la riforma elettorale che, come S noto, dovrà restare in carica anche in caso di scioglimento della Camera. Per la Giunta delle elezioni si afferma che sostituirebbe l'on. Casertano l'on. Farinacci, attuale vice-presidente della Giunta; per la Commissione elettorale si fa il nomo dell'on. Sandrini. La ripresa parlamentare avverrà dunque ai primi di febbraio; ma può darsi che il programma dei lavori già stabilito dal Comitato di maggioranza, d'accordo col Governo, subisca uno spostamento in seguito allo ultime deliberazioni prese dal Consiglio dei ministri. Può darsi, cioè, che, subito dopo la legge elettorale, il Governo intenda fare approvare i disegni di legge di cui ha annunziato la presentazione. Le Opposizioni e l'ipotesi elettorale I giornali fascisti continuano a parlare di dissensi nel campo aventiniano, dissensi già recisamente smentiti. Oggi gli stessi fogli accennano a dissensi relativi al bloccò elettorale che sarebbe stato raggiunto tra i vari gruppi delle opposizioni secessioniste. La Tribune dice che contro l'astensione sarebbe la maggioranza del gruppo popolare e crede non improbabile la convocazione del Consiglio nazionale del Partito popolare per un più attento esame della questione. Ma la segreteria del Comitato parlamentare delle opposizioni ha diramato il seguente comunicato : » Poiché la stampa ha voluto dare alla discussione dì qufisli giorni del Comitato della Opposizioni, carattere e contenuto prevalentemente elettoralistico, è bene si sappia che il Comitato ha fatto bensì un ponderato esame di tutto il possibile sviluppo della situazione, ma, quanto all'èventualità delle elezioni, si è trovato concorde nel ritenere che non debba prendersi neppure in esame l'ipotesi che venga affidata una seconda consultazione elettorale al Governo che ha fatto le elezioni del 6 aprile ». Mette anche conto di riferire un breve commento del Mondo, che scrive tra l'altro: » Il fatto che gli aventinisti non si siano affatto sbandati o divisi, che tutti insomma siano rimasti al loro posto, dimostra che la situazione politica e. sostanzialmente immutata. Possiamo anche aggiungere che non solttuito gli aventinisti non si sono sbandati, ma che anzi essi hanno avvertito ed avvertono con sempre crescente intensità, che occorre restare uniti e stringere lo fila. Questo va inteso non in senso elettoralistico o pre-elettoralistico, perchè anzi l'atteggiamento delle opposizioni si è rapidamente precisato nel senso di escludere senz'altro dalle proprio considerazioni le elezioni fatte da Mussolini: va intesa, invece, nel senso di una più intima e profonda alleanza ai Ani della riconquista della libertà. L'asprezza della lotta imposta dal fascismo non soltanto non sopprime le ragioni — a torto disconosciute in certe sfero della ifl;j6se dirigente — che determinano la tenace battaglia delle opposizioni, ma anzi eleva full ragioni in una sfarà morale assai piti alta di quella nella, quale vivono i consueti motivi dello lotte politiche. Quando ci si trova di fronte a chi crede di potere risolvere una grave cominlessa crisi come quella che oggi traversa l'Italia, con la logica e con il metodo del colpo di forza, ò perfettamente comprensibile che l'opposizione, al colpo di forza, si trasformi da una contingente alleanza di forze politiche in una corrente spirituale, dotata della capacità di attrarre uomini di una corta tempra e di una certa vocazione morale con assoluta indifferenza dei loro programmi politici, i quali si riferiscono tutti ài di là dell'attuale battaglia, perduta la quale essi perderebbero ogni signtficato ». II Comitato delle opposizioni ha tenuto anche quest'oggi un , riunione per un semplice scambio d'idee, fi Giornale d'Italia accenna alla possibilità che questi scambi d'idee possano condurre in un momento opportuno ad un documento collettivo di notevole importanza politica. Bisogna notare, però, che per ora si tratta di voci. La tesi della disintegrazione nella relazione D'Alessio La relaziono D'Alessio sulla riforma elettorale fu oggi distribuita alla Camera. I concetti fondamentali della relazione sono noti. La prima parte illustra il principio antiproporzionalistico che ha trionfato; ma questo principio non c considerato dal punto di vista liberale, circa il ripristino del collegio uninominale, bensì, prevalentemente, dal punto dj vista della cosidetta degenerazione dell'idea di partito. 11 relatore ha assunto in pieno, a questo riguardo, la tesi fascista della disintegrazione sociale e statalo, derivata dall'idea di nnrHtn il relatore infatti scrive : « Se mancassero airi e yiijDtifkaziuaii dei movimento di fortunata reazione iniziata e proseguila dal fascismo, esee balzerebbero eloquenti dai segni indiscutibili di tale disintegrazione sociale e politica, prodotta dalla derivazione concettuale e pratica dell'attività assunta da codesti aggruppamenti, e specialmente dai cosidetti partiti ». Il relatore quindi spiega come, prevalendo oggi una diversa concezione politica, si imponga la necessità di adeguare, alla concezione stessa, i metodi di costituzione desìi organi legislativi, e poi continua illustrando il criterio seguìtn nella concessione del voto plurimo e dice: i Il> suffragio universale rappresentò ti tributo di riconoscimento accordato dallo correnti di democrazia al valore della personalità umana. Ma sarebbe assurdo ed incivile contrastare che la rilevanza o la graduatoria degli interessi nella vita armonica della so,i- tt quindi dello Stato, non può essere oM*i»L<a uiL..aa;.ani' lite culla baso della prevalenza del numeru. llaetj ooiiUapporre gli interessi produttori a cucili dei con», stimatóri per scorgere quanto sarebbe fai; lace, assurda e pericolosa una concezione di tale natura, l consumatori sono Innumeri ed I produttori pochi : una legge fatale impedisce che il maggior numero dei consumatori abria ragione dell'esigua minoranza dei pmdutt ►ri. Una gerarchia si stabilisco tra gli uomini in relazióne appunto alla necessità di combinare armonicamente gli interessi che ciascuno di c-ssi rappresenta •. Il relatore osserva quindi che, in base a questo concetto, è giustificata l'attribuzione di uno o più voti supplementari, per meglio utilizzare « nella funzione che coll'elcttorato si esplica, la designazione dei più capaci, la particolare attitudine che alcune categorie di cittadini all'uopo presentano ». Il relatore po' espone le basi che devono determinare il voto plurimo: « l.o I voti supplementari che possono essere concessi ad un elettore non devono superare i duo e devono avere, come necessario presupposto, che l'elettore non sia analfabeta (prima fondamentale specificazione di capacità) ; 2.0 L'attribuzione della maggiore capacità elettorale spetta agli elettori che pcssono vantare, oltre all'alfabetismo, uno dei seguenti ulteriori titoli di differenziazione; l.o coprire od avere coperto determinati uffici chu implichino il possesso o importino l'acquisto iti ima specifica attitudine e preparazione " comprenderò lo esigenze della vita putn.ica; i.o avere raggiunto un mimmo di cultura che permetta di seguire indirettamente lo vicende della vita puhbltea e forse una concezione il più possibile autonoma circa gli Indirizzi e le persone da preferirsi; 3.0 avere rajgtunto nel campo del lavoro e della produzione od anche della famiglia, un grado di responsabilità che importi, presumibilmente, una mag. giore maturità ad apprezzare le esigenze delle situazioni politiche. A questi tre concetti rispondono le variò categorie, l'appartenenza alle quali, a seconda della relativa l'importanza sociale e politica può dare luogo all'attribuzione di uno o due voti supplementari « La tabella della ripartizione dei deputati per circoscrizione, approvata dalla Commissione, è identica a quella pubblicata l'altro giorno dalla Stampa. Il voto plurimo e le sve assurdità Intanto si discute sempre alla Camera sul voto plurimo. « Le prime tre categorie — osservava un deputato — che danno ad ognuno il diritto ad un voto supplementare, comprendono tutti coloro che questo diritto hanno per il loro grado di cultura ; ma è strano che alla stessa stregua sia considerato colui che è in possesso di un diploma di licenza tecnica e colui che è membro effettivo di una Accademia di scienza ». Un altro esprimeva la speranza che la quarta categoria sia senz'altro abolita: « Dare un voto supplementare ad un cittadino solo per il fatto che è cavaliere del la Corona d'Italia, sembra in realtà eccessivo ». Molte osservazioni vengono mosse anche al concetto con cui è stata costituite la categoria quinta, nella quale sono compresi gli ufficiali ed i sottufficiali. Per molto tempo è stato oggetto di discussione se i sottufficiali potessero essere iscritti alle liste elettorali. Ora essi non solo vi sono iscritti, ma avranno diritto a dare due voti come gli ufficiali. Nè meno criticato è il fatto che coloro che accumulano almeno tre dei titoli indicati per il doppio voto, hanno diritto al terzo voto. In pratica, chi ha la licenza di una scuola inedia di grado inferiore è stato o ufficiale o sottufficiale ed ha qualche decorazione. Può considerarsi sufficiente questo cumulo di titoli per equiparare quell'elettore ad un decorato di medaglia d'oro, ad un presidente od expresidente della Camera o del Senato, ad un cardinale? II neo-sottosegretario Petrillo Il Gran Consiglio fascista L'on. Mussolini ha oggi provveduto a sostituire l'on. Scialoja, dimissionario dalla carica di sottosegiretario ai LL. PP. pei- le ragioni, che abbiamo accennato, col nuovo sottosegretario on. Petrillo, già sottosegretario alle poste e telegrafi, nel Ministero Facto. L'on. Petriililo faceva paarte del di sciolto gruppo « libe-raie-nazionale » e naturalmente è di quelli che non hanno seguito Satondra. Non è improbabile che .stasera, iniziandosi la sessione del Gnam Consiiglu'o fascista, l'on. Mussolini iilhistri, come al solito, la situazione politica del paese. L'assemblea del Gran Consigilio appare diversamente composta da quella delle precedenti sedute. Innanzi tutto, il numero dei ministri invitati si è accresoiuto, perchè i due mmistri Fedele e Giuriati, fascisti, sono membri dà diritto del supremo organo fascista, mentre i loro predecessori libeiraM ne enano esclusi. Questo aumento è però largamente compensato da altre reisirizioni. L'on. Rocco, che, partecipava prima al Gran Consiglio come presidente fascista della Camera, non vi parteciperà ora ohe conie un'atistro della grazia o giustizia in sostituzione dell'on. Ovigtio. Dal canto suo, invece, il successore deU'on. Rocco alia presid^nzi della Camera non inteirveirTà al Gran Consiglio non essendo fascista- La più importante limitazione riguarda però i membri del direttorio fa*cista. Questi, che sono 21, intervenivano prima tutti indistintamente al Gran Consiglio. Ora, invece, .si è deciso di invitare solo i membri della Giunta esecutiva: on. Barnaba., For',res Davanzati, Maurizio Maraviglia, Ciar'.•wiMui. Ma.zzollni e Risi.

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