Il punto di vista inglese sulla questione dei debiti alleati

Il punto di vista inglese sulla questione dei debiti alleati Il punto di vista inglese sulla questione dei debiti alleati (Servizio svecialc dolla « Stampa •) Londra. 3, notte. Non si colgono nella stampa londinese molti lumi sulle due prime giornate della Conferenza finanziaria di Parigi, ma non si crede qui che la sua stupenda segretezza sia destinata a coprire molto costrutto. Regna peraltro la speranza che la Conferenza si metterà d'accordo almeno sui conti della levatrice. Disgraziatamente la levatrice dello riparazioni, in tutti questi anni, è stata sminuzzata in una quantità iperbolica di tentacoli : esercito dì occupazione, commissioni interalleate e parcelle e provvigioni da tutte le parti. L'Inghilterra ha pensato se non fosse ormai tempo di ridurre j salarsi clie vaDno a beneficio della levatrice, dal momento che, in regime Dawes, questi dispendi non li salda più la Germania, ma vanno a carico del solo ed esclusivo fondo comune, attraverso cui gli alleati possono sperare di tirare a casa qualche cosa. Churchill ha avuto dal Gabinetto l'incarico di vedere se non fosse possibile di indurre gli alleati a qualche energica economia in questo campo. Nel suo discorso di ieri sera egli indicava chiaramente la opportunità di stabilire e di effettuare subita questa revisiono di macchinario, o meglio ancora dello, quantità di combustibile assorbito dal macchinario. .11 ter¬ respi cvctepreno è friabile. Molli interessati preferi- iisposw aim umpirau» ve.*o •azie del suo originario parentaTameo. Infatti, ]a cosa si da quasi ] a ù rebbero non vederlo toceare, giacché al quanti di loro vedrebbero assottigliarsi le rispettive prebende. Ma è possibile che la conferenza riesca davvero a sistemare un organico più economico di prima, e che, sotto questo aspetto, esso, non sia avvenuta invano. Qualche giornale aveva prospettato uno scontro finanziàrio anglo-americano sulla faccenda della richiesta degli Stati Uniti diretta ad ottenere che 70 milioni di sterline di danni materiali causati dalla guerra ai sudditi dell'Unione vengano attinti dalle annualità Dawes, cioè rientrino nella, stessa categoria delle normali riparazioni dovute agli alleati europei. Nessuno scontro poteva evv'enire fra lo Zio Sani o John Bull, perchè quest'ultimo non è mai stato meglio disposto alte indulgenza verso 1^ idiosincraz' transocean accomodata del tutto Ecco le linee dell'accordo sul quale anche la Francia, l'Italia, il Belgio e cosi via sarebbero felici di mettere su la sabbia: l'America esige 50 milioni di sterline per il costo dell'occupazione' militare, e 70 milioni di sterline per quei danni materiali su cui l'Inghilterra, da principio, per distrazione, provò a piantare una piccola grana giuridica, in base alla massima che tentare non nuoce. Orbene, l'America acquisterà il diritto di prelevare dalle annualità Dawes dodici quote annue di quaranta milioni di sterline cadauna e poi altre tredici quote annue di eguale valore. Le prime dodici serviranno a saldare il Governo americano per il costo dell'occupazione e le altre tredici a soddisfarlo per i danni materiali d. guerra Venticinque, anni sono una inezia di fronte all'eternità." L'America è disposta a incassare anche adagio. Questo salvo complicazioni impreviste. Fatto ciò, c'è da aggiungerò che l'Inghilterra, anziché digrignare i denti, fa notare allo Zio Sam, col più s.ave e tenero dei sorrisi, che Londra ha saputo fargli una splendida concessione, tanto materiale quanto morale. Lo zio sorride in contraccambio e la pace è ristabilita attraverso l'Oceano. E per i debiti di guorraT Si crede qui fantasUtica la diceria parigina, secondo cui Churchill avrebbe approvato il memoriale d.i Clémentel al Governo americano. No. Churchill nou devo avere espresso alcuna particolare veduta al riguardo. Il motto inglese del quarto d'ora è : * Tra la Francia e l'America, l'Inghilterra non vuole mettere le dita ». Puro, 6i discorra, o non 6i discorra accademicamente anche ded debiti nei corridoi conferenziali, il collaboratore diplomatico del « Daily Telegraph », ad ogni buon fine, crede benigno e rallegrante per tutti fungere da porta voce del « punto di vista inglese sui debiti alleati verso l'Inghilterra », punto di vista ohe, evidentemente, deve essergli stato offerto dal più meravigliosamente ottimista dei funzionari che la stirpe anglosassone abbia ti-, nora messo al moudo. Ecco il ben ragionato c impeccabile pronunziamento : « Noi cono-sciamo l'esatto ammontare delle annualità elio l'Inghilterra dovrà versare all'America in base al nostro accordo di consolidamento dol debito di guerra. Non appena la conferenza di Parigi sarà finita noi sapremo quali annualità avremo il diritto di aspettarci a titolo di riparazioni, ossea all'infuori dei gravami dt trattato, in virtù del piano Dawes e della uo&lra prestabilita percentuale del :i2 per cento. Le somme annue che noi esigeremo dai nostri debitori alleati còrriupoudcJ'anno alla differenza annua fra cjuclic che noi pagheremo all'America c quello che in pari tempo riscuotoromo dalla Germania. ii Rimarranno tuttavia tre variabili etementi di incertezza: in primo luogo non è possibile calcolare in anticipo la produttività dell'indice di prosperità tedesca, il quale, in conformità del piano Dawes, potrebbe portare i nostri introiti, provenienti dalla Germania, al disopra della nostra (piota-parte delle annualità Dawes prestabilite. Orbene, da ogni versamento soprannumerario che in lai modo riceveremo dalla Germania noi, dedurremo una somma corrispondeute a quanto esigeremo dai nostri debitori alleati. Al contrario (e questo è il secondo elemento) dato che le somme che riscuoteranno dalla Germania risultino inferiori a quelle previste dal prestabilito dato ordinario delio annualità Dawes, allora noi compenseremo tale perdita, esigendo che i nostri alleati provvedano a versare la differenza. In ter/o luogo, sino a tanto che l'ammontare totale delle obbligazioni della Germania non sarà stato definitivamente determinato, cioè finché non sarà fissato il numero delle annualità che essa dovrà versare in base al piano Dawes (i pagamenti derivanti dalle ferrovie e dalle industrie termineranno nel 1961, ma nessun limite di tempo è stato sinora fissato per quelli derivanti daile tasse e dai monopoli! statali), saia impossibile dire, à partire dal 1961, se i nostri debitori alleati dovranno provvedere i fondi necessari per fare fronte interamente alte annualità che noi dovremo all'America, oppure soltanto in proporzioni ridotte. « Le presenti vedute inglesi differiscono materialmente dalle proposte di Bonar Law e di lord Curzon da ciò, che in quelle due occasioni offrimmo di ridurre i debiti alleati in iasione di uno determinata percentuale, oppure ii> uria determinata cifra, sciita introdurre, come facciamo ora, una salvaguardia assolutamente necessaria, contro la possibilità clic la Germania non paghi all'Inghilterra la quota parte di-li" riparazioni. Ma le circostanze odier- McErtsicgJacnmpeacvasfisdvu ne non sono più quelle che determinarono le precedenti offerte. L'offerta di Bonar Law mirava a dissuadere la Francia a penetrare nella Ruhr e quella di lord Curzon era intesa ad indurla a ritirarsi da quella regione. Ambedue le proposte vennero respinte da Poincaré e la stessa sorte ebbero i nostri consigli e le nostre domande. In ciò risiedo la nostra giustificazione per le variazioni introdotte nei limiti dello precedenti offerto. Ma non è detto che tali alterazioni siano necessariamente in senso più gravoso, proprio sotto ogni aspetto ». M. P.