Lo straniero assassinato smerciava cocaina Agguato predisposto per il possesso della droga?

Lo straniero assassinato smerciava cocaina Agguato predisposto per il possesso della droga? Il misterioso delitto di Vito Lo straniero assassinato smerciava cocaina Agguato predisposto per il possesso della droga? Nel riferire tutte le circostanze che illumiiiano, non certo molto favorevolmente, la figura del aggraziato Leopoldo Fleischmann assassinato In modo tanto feroce e bestiale 6ulla strada di San Vito abbiamo subito rilevato come la prima ipotesi affacciata sul movente del delitto fosse quella di una vendetti, compiuta da un marito ingannato, o da un rivale in amore soppiantato dallo straniero. In questo duplice caso vien da pensare che il Fleischmann si recasso nella serata di sabato ad un appuntamento datogli dalla donna desiderata; ma non si pu6 tuttavia escludere che egli 6ìa stato tratto in quel luogo deserto con un inganno da qualcuno che lo odiava e eh© intendeva sopprimerlo. Le diverse ipotesi I risultati dell'autopsia, che hanno rivelato tutto il brutale accanimento -dell'aggressore, il quale colpì ben dieci volte la sua vittima e ne sfigurò il volto, hanno altresì dimostrato che il Flcischma.nn fu colpito a tradimento con un fendente del falcetto, o del mannarese che sia. alla nuca che taglio il cappello e penetrò nell'osso della scatola cranica. Egli non fu certo in grado di opporre una quaJsiasi resistenza e può anche darsi elio abbia tentato di addossarsi al muro per difendersi e sia poi caduto nella cunetta della strada dove fu trovato. Se veramente l'assassino attendeva m Flelsclimann al varco è logico dedurre che il misfatto fu premeditato. L'arma stessa di cui si 6ervì per compiere l'orribile scempio 6 una prova che l'aggressore era ben deciso a sopprimerlo. Ma un marito ingannato avrebbe proprio adoperato un mezzo cosi bestiale da grassatore di 6trada, o non piuttosto 6i sarchile indotto a lasciar entrare in casa il ladro del suo onore per freddarlo poi, magari a colpi di rivoltella, o affrontare il verdetto dei giurati? , Da questa deduzione, che non 6 illogica, nltre ne derivano: cioè la vendetta potrebbe anche non essere stata provocata dalla gelosia, ma do altro ragioni niente affatto passionali. Inoltro potrebbe anche darsi che il Fleischmann sia caduto vittima di un audacissimo rapinatore, al quale, il sopraggiungere di qualcuno sulla 6trada ab'bia impedito poi di consumare il furto. Il Fleischmann, infatti, fu trovato in possesso di tutto il suo denaro e dell'orologio e della catena d'oro. Ma, allora, quale motivo chiamava sabato sera il Fleisclimnnn in quel luogo solitario? Come si vedo c'ò tutto un groviglio <H ipotesi, che 6i collegano quasi l'una all'altra c che non h semplice e tacile poter districare. tlna più minuziosa conoscenza delle abitudini e dalle relazioni — non sempre del tutto onorevoli — dello straniero potrà servire alla polizia per orizzontarsi in questo complicato e fosco mistero. ■Le indagini perciò continuano serrate e rigorose da parte dei funzionari e non 6ono limitate a Torino soltanto. Ogni elemento viene esaminato, vagliato e discusso. Si era supposto che il Fleischmann sì fosse potuto recare in compagnia, per quella strada solitaria 1n un luogo dove poter cenare lontano dagli sguardi curiosi del pubblico. Quella 6trada di San Vito dal sinistro nome di strà d'i} mori, conduce infatti, in prossimità della Chiesa o precisamente dove essa 6i biforca, alla villa Manzone. DI fronte a questo; fabbricato sorge una birreria dove nella stagione estiva si recalo abitualmente coppie d'amanti; ma d'inverno l'esercizio chiude assai presto, non appena scende la sera, per mancanza di clienti, ragion per cui non ò possibile pensare che lo straniero l'avesse presa per meta della sua passeggiata. Si era parlato dei pezzetti di una lettera racoclti in prossimità del cadavere e su uno dei quali era stato lotto la parola Ponto. Questa lettera venno quindi pazientemente Ricomposta nella speranza di trovare In essa qualche Interessante indicazione. I frammenti erano stati ritrovati tutti o ne venno fuori al completo un epistola amorosa. Una donna dava precisamente appuntamente al ponte Isabella ad un uomo indicato genericamente : con la frase «mio amato», ma l'appuntamento era fissato per il Lo gennaio ed a quell'epoca 11 Fleischmann si trovava in viàggio. Venne tuttavia identificata la donna, una giovane fantesca, e l'equivoco fu chiarito. Un uomo fatuo Anche 11 controllore dei tram che la sera «di sabato si trovava di servizio al ponte Isabella per le partenze ed arrivo delle vetture aveva creduto riconoscere nel morto un tale che' egli aveva veduto nella sera stessa entrare in compagnia di una persona dal tabaccaio del corso Moncalicri, ma l'individuo che vestiva un soprabito somigliante a quello dell'assassinato fu identificato ed anche questa speranza di trovare una anche lieve indicazione sfumò. Le ricerche si intensificarono per tentare di scoprire la donna con la ouale sembra lo straniero avesse relazione. Tutti coloro che conobbero anche fugacemente lo straniero, vennero interrogati, si esaminarono le più lievi tracce. Si venne così a conoscerò che egli assai spesso telefonava ad uno dei principali alberghi della città e si ritenne in un primo momento elio egli telefonasse ad una amante, ma anche questo risultò errato. Tutti sono concordi a dire che egli era innamorato un po' di tutte le donne, ma nessuno sa precisare che egli avesse una relazione che durasse da qualche tempo. Tuttavia fra tutti i racconti qualche cosa, che appunto starebbe ad avvalorare questo fatto, sarebbe risultato. Si è saputo che il Fleischmann in treno, diretto in Germania, parlando coi compagni di viaggio, essendo, come al solito, faceto ed anche fatuo, aveva intavolato la sua conversazione solita e preferita: quella dell'amore. Questa di raccontare barzellette fa parte, si può dire insieme al campionario, del bagaglio di quasi tutti i commessi viaggiatori. L'austriaco, quella volta, dopo di essersi alcun tempo mantenuto 6ulle generali ed aver magnificato le donne di tutti i pae6i, quando 6ono belle, dichiarò galantemente che egli però peferiva le italiano le quali, a suo dire, avevano maggiore. distinzione, e fra le italiane erano da mettere in prima linea le torinesi. . , ' Lanciato su questo binarlo, il Fleischmann, per persuadere il suo uditorio che egli parlava con conoscenza di causa, raccontò che egli aveva stretta relazione con un amore di donnina. Non vi era che un intoppo a questo idillio: un marito Ma con un po irti furberia... E qui l'austriaco strizzava gli occhi e sorrideva maliziosamente. Un torinese che si trovava su quel treno faceva finta di dormire, punto lusingato di quanto il viaggiatore di commercio andava raccontando Era questo un racconto inventato di 6ana pianta? Forse una di quelle Innocenti vanterie, che qualche vòlta gli uomini un po' troppo fatui non mancano di spifferare per far conoscere a terzi buone avventure che non hanno mai avuto attuazione? O non piuttosto il raccontò corrisponde esattamente a verità e nonostante tutta, la 6ua furberia quel marito ingannato, dopo aver scoperto il tradimento, si era atrocemente vendicato? Su questa traccia la Polizia non mancherà di camminare, cercando finché la donnina infedele — se veramente esiste — potrà essere una buona volta identificata. L'arma non ritrovata E un'ultima ipotesi, non inverosimile, vogllamo prosaettare e che può avere qualche valore. Si è eletto che l'assassino si servi di un falcetto, o di un mannarese dalla lama quadrata e robustissima: orbene questo arnese ò caratteristico per l'uso che se ne fa in campagna. Polche il Fleischmann non era poi di gusti tanto delicati, non fi possibile ch'egli amoreggiasse con qualche servita del dintorni di S. Vito e che l'amante m costei abbia voluto vendicarsi dell'affron¬ tgfppgplshsddrmfqscpcmmdns a l a ' r e n e a l à e i a a n te ¬ to? E allora non è precisamente tra le signore che bisognerebbe cercare la donna fatale. A proposito dell'arma dobbiamo dire che i penrW settori non hanno ancora detto una parola precisa; anzi si 60no riservati venti giorni di tempo prima di rispondere con precisione ai diversi quesiti. Le ricerche nella località per trovare l'arma non sono cessate. L'infruttuosità del primi scandagli non ha tolto ai funzionari ogni speranza. L'assassino, con ogni probabilità, compiuto il delitto, avrebbe gettato 11 falcetto lontano da sé. Se non subito, di esso si sarebbe liberato fuggendo poco dopo, poiché tenere l'arma presso di se voleva dire compromettersi» fornire un indizio sulla 6ua persona nei caso venisse accidentalmente fermato. Poteùbbe quindi darsi che l'uccl6ore abbia gettato il falcetto al di sopra del muri che limitano la strada incassata ed esso sia caduto in qualche buca o in qualche 'cespuglio. Solamente più minuziosa ricerche potranno forse farlo rintracciare. Chiesa che l'arma non possa anch'essa fornire un'indicazione, una traccia per la scoperta del colpevole. Ritornando sul debole che l'assassinato dimostrava per il bel sesso in genere, dobbiamo diro che ne parlano tutti quelli che conobbero il Fleischmann. Sembra che si siano dati la parola d'ordine. Era una morbosa litania la sua, elio uon conosceva freni. E non solo in Italia ma anche in Austria faceva il Don Giovanni. Ad un amico raccontò che la moglie avendo scoperta una sua tresca, aveva fatto un baccano del diavolo, e fu ad un pelo dal piantarlo. A Vienna i costumi sono poco castigati, in Italia egli li credeva ancor più liberi, viene narrato, da da un'altro suo conoscente, che a volte Incontrando per la strada una donna che egli trovava di suo gusto, lasciava subito ogni altro negozio per seguire la sconosciuta. Nò si curava di nascondere la sua manovra, neppure se la donna era accompagnata dal marito, dall'amante o da un parente. La pedinava pazientemente per ore ed ore, fino a che ossa, alla line, andava a casa. Il Fleischmann non si accontentava di aver appreso in tal modo l'indirizzo di colei che aveva colpito la sua fantasia, ma a volte, con un'audacia non comune, avuto qualche chiarimento dalla portinaia, saliva a sua volta le scale e bussava alla porta. Bone spesso tanta sfrontatezza non otteneva fortuna, ma il viaggiatore innamorato a... vita non teneva calcolo delle lezioni ed alla susseguente occasione ripeteva imperturbabilmente l'esperimento. Una lacuna Come è facile comprendere, dati i suoi mezzi e la sua condizione sociale, le sue avventure, il Fleischmann, non le cercava molto in alto. Quando egli parlava di una signora distinta, vi era da giurare che la distinzione esisteva ma... per tutt'altro motivo. Por lui erano tutte eguali, purché fossero ptnceiiti. Se in quella strada tortuosa che conduce a San Vito vi fosse stata qualche villa dove si trovasse una fantesca belloccia in relazione col viaggiatore austriaco, si potrebbe dubitare clic egli si fosse recato in quel luogo per un convegno colla servetta. Ma questa circostanza non esiste. L'ipotesi della fantesca non è però fatta a caso: un amico di Fleischmann che un giorno l'incontro in automobile vide che costui aveva caricato sulla vettura insieme a molti fiori anche pacchi di dolci. « Vado a trovare una signorina molta aristocratica » — disse il viaggiatore sorridendo furbescamente all'amico. E lo invitò a seguirlo. Per vedere quale conquista avesse fatto lo straniero l'altro accettò, e dopo una breve corsa venne pre. scnteto ad una ragazza che egli aveva incon. trato le cento volte in quartieri equivoci, girare innanzi e indietro in attesa di occasionali amori. E per quella il Fleischmann ave. va preparato 1 fiori e speso denari nei dolcil In lui vi erano evidentemente due naturo distinte: quella dell'uomo di commercio, eco. nemo, ordinato, che aveva sempre paura di spender troppo per alloggio e cibo, che cambiava facilmente albergo pur di trovare un conveniente ribasso, e quella 'dell'uomo che per levarsi un capriccio avrebbe sacrificato senza pensarvi quanto teneva in tasca. A proposto del denari che il viaggiatore portava su di sé viene spontanea una considerazione. Il ■ Fleischmann proveniva da V/nna per intraprendere in Italia uh giro di affavi che, come le volte precedenti, poteva protrarsi per un mese ed anche due. Come mai egli vi veniva così sprovvisto di soldi da aver bisogno di farsi anticipare dalla ditta Bianchi di BTà duemila lire? E se questa, come avrebbe potuto benissimo avvenire, si fosse rifiutata di sborsare alcuna somma, come avrebbe diversamente provveduto alle Inevitabili ed urgenti spese personali con sole settanta lire.di tuo? Possibile che con cosi misera somma egli abbia intrapreso un tal viaggio? O non piuttosto aveva egli lasciato denari a Torino a qualche donna colla quale avesse fissato appuntamento per la sera del sabato? Polche provenendo da Tarvls il Fleischmann, prima di recarsi a Bra, si ò indubbiamente fermato la notte dal 2 al 3 a Torino, dove lia passata quella notte, se agli alberghi dove era solito recarsi non è andato e se la sua presenza non'fu segnalata in altri albèrghi della città? Riuscendo a sapere dove egli passò quella notte si verrebbe forse a stabilire che la sera di sabato, dopo essere 6ceso alla stazione di Porta Nuova e prima di recarsi al ponte Isabella, egli passò ancora un momento da quella casa. Tutto sia a dimostrare che le cose andarono così e, fra l'altro, una circostanza da oapìtale importanza. Salendo in treno a Bra, il viaggiatore austriaco" portava con sé una valigia, nella quale 6l trovavano bottiglie di vini e liquori, il campionario. Questa valigia egli non la depositò alla stazione, e non è probabile che andiisse ad un appuntamento amoroso con un ingombro di tal genere. Se per caso vi fosse andato, la valigia sarebbe stata trovata sul posto, perchè essa, come abbiamo detto, conteneva cose dì nessun valore. Chi lo uccise non aveva alcun interesse od impadronirsi di campioni di vini e liquori. So anche 6i fosse trattato, cosa che non fi, di un omiciklio a scopo di rapina, l'assassino avrebbo pensato per prima cosa al portatogli ed al gilet coH'orologlo e catena, ma mal 6l sarebbe impadronito del campionario. Ora se si escludo — come 6l deve escludere — che la valigia sia stata asportata da chi lo uccise, bisogna pensare che essa prima venne depositata dallo stesso viaggiatore in qualche postò. E dove, se non ffi una località vicina al corso MoncaMeri ? Aveva mal ti Fleischmann frequentato quel paraggi? Si trovano in quella località individui che egli conosceva? Possibile che con tanto scalpore attorno al delitto, il depositario della vali*letta non al faccia vivo? Questi 60no punti che hanno bisogno di essere chiariti. Alla prima domanda si può già rispondere subito. Sembra accertato che alcuni mesi addietro il tedesco si sia recato, in compagnia di un amico, in un pubblico locale, dove anche si balla e dovo convengono spesso e volontieri giovani donne. Con mi temperamento come il suo, se il Fleischmann non trovò in quel luogo qualche donnina che gli convenisse, vuol dire che in un posto assai vicino egli aveva adocchiato già quello che più si confaceva al suol gusti. Riepilogando si può confeaTnare che ora la ricerca della valigia rappresenta una cosa di grande importanza. Il suo ricupero potrebbe mettere in luce molte cose che per ora restano avvolte nel mistero. La valigia trovata a Milano ha servito a stabilire come l'assassinato fosse sposato ed avesse uno bimba; quella di Torino potrebbe anche indicare come e da chi fu assassinato in quella strada deserta U disgraziato austriaco. L'ora del delitto In quanto all'ora precisa in cui sarebbe avvenuto il delitto questa non si é ancora potuto stabilire con sicurezza. Quel contadi¬ ncncprcdpacphbfVscddsrmdncnbddstmesctad no di S. Vito che assicurò di aver veduto U cadavere in quel posto alle 2H.30 di 6era, non ò potuto ancora eteere interrogato poiché la mattina successiva al delitto parti per un paese vicino e non ha ancora fatto ritorno a Torino. Ma come abbiamo avuto che presentino urna soluzione tanto difficile di ore non sono molto precisi. VI sarebbe poi il conte Saln.no il quale assicurerebbe di aver s'enfilo, proprio alle 21.30 abbaiare i cani in modo inquietante e continuato. Apprendendo poi al mattino l'avvenuto delMto ha creduto di trovare- un rapporto fra l'abbaiamento e la presenza dell'assassino confermando l'ora data dal contadino di San Vito, come queMa 1n cui il Fleischmann sarebbe stato assassinato. Ma la villa del conto Salino si trova molto, troppo distante dal luogo dove é avvenuta la tragedia, perdio i cani abbiano sentito cosa alcuna che si riallacciasse all'aggressione. H proprietario di una villa posta invece molto vicino, m confronto a quella del conto, al muretto dove cadde l'assassinato, ha assicurato cta non aver sentito durante tutta la serata alcun rumore inquietante o sospetto. Un grido, nelda notte, in località così deserta, avrebbe potuto essere sentito benissimo; ma il disgraziato, austriaca, non ha avuto tempo di mandare un lamento. Colui ohe gli fu sopra colpiva con una ferocia e veemenza tale che fino dai primi colpi il Fleischmann morì. Le altre ferite gli furono 'Infera dopo e testimoniano l'odio Inestinguibile dell'assassino. Se l'ora del delitto viene spostata, chissà che la donna veduta gironzolare avanti e indietro In corso Moncalieri di fronte al Ponte Isabella, mori entri in qualche modo in questo triste fatto di sangue. Sembra anche stabilito, ma su questo punto, l'autorità di P. S. mantiene come sempre uno scrupoloso sWenz^o, che sia stato rintracciato lo chauftextr che avrebbe dalla stazione accompagnato al ponte Isabella il viaggiatore austriaco. La deposizione di questo testimone può servire non poco a stabilire efiroostenze ancora misteriose. La Polizia sta facendo un paziente lavoro, passando, 6e così si può diro, al vaglio tutte le conoscenze che il Fleischmann aveva nelfla nostra città. Fra i tanti sbucherà certamente fuori e noi vogliamo sperarlo quello che potrà fornire indicazioni precise. Questo non è uno di quel problemi cosi aggrovigliati che presentano una soluzione tanto difficile da rasentare l'impossibile. Ucciso da un cocainomane? In questo misterioso delitto abbiamo, infine, un'ultima versione che sconvolgerebbe completamente le primo ipotesi. 11 nostro corrispondente da Milano ci segnalava infatti questa notte che secondo la polizia di quella città, 11 Fleischmann, prima di venire a Torino, passò precisamente per Milano, dove era uso fermarsi talvolta. Orbene sarebbe assodato che lo straniero, sotto 11 pretesto di smerciare la « colla di Russia • commerciava clandestinamente in cocaina e non è escluso che un individuo al corrente di ciò lo abbia assassinato per impadronirsi non del denaro ma della preziosissima droga. E 11 misterioso appuntamento in luogo così deserto sarebbe stato combinato appunto per avere la cocaina. Anzi un vero e proprio cocainomane avrebbe commesso l'atroce delitto. Si è stabilito inoltre che l'avv. Giorgettfi di Milano, il quale, due anni fa, ebbe ad assistere come legale il Fleischmann in una causa per truffa, era al corrente dell'attività dello straniero in materia di smercio di cocaina. 11 Fleischmann aveva infatti confessato all'avvocato che la sua opera di viaggiatore di commercio egli la evolgeva allo scopo di smerciare cocaina e ovococalna. Fin dal 1822 lo straniero aveva stabilito una larghissima rete di affari in tutta Italia. Egli compiva Irequenti e lunghi viaggi nelle principali città italiane, allo scopo di collocare e vendere delle fortissime quantità di droga. Appunto per mascherare questo commercio criminoso il Fleischmann si fìngeva viaggiatoru In surrogati alimentari. Dopo il lungo periodo di assenza dall'Italia — durante il quale egli aveva scontato una pena nel carcere di Vienna — il commerciante era ritornato appunto per ristabilire la sua rete di affari che era già giunta a Roma, Napoli e Torino. Naturalmente por questo genere di commercio, lo straniero aveva allacciato numerose conoscenze specialmente negli ambienti dove il vizio Infame della droga impera. I suol clienti erano tutti indivìdui ormai dominati dal terribile vizio ed è appunto fra di loro che il colpevole viene ricercato, Non è difficile da questa rivelazione giungere ad induzioni, molto più sostenute dalla logica e dalla realtà medesima, che portano tutte le ricerche o le indagini in ben altro campo di quello amoroso e commerciale. Può darsi che i funzionari di P. S. debbano anch'essi completamente abbandonare le traccia precedenti per seguire la pesta inaspottatamente rivelata dalle indagini. Ad osni modo mentre il cav. Rossi continua l'inchiesta a Torino, per 1 confronti da eseguirsi davanti al fatto nuovo, il cav. Pumo ilella Questura di Milano prosegue pot conto 6uo attivissime indagini negli ambienti di ciucila città.