Figure del mondo balcanico Radic, Alexandroff, Ciauleff

Figure del mondo balcanico Radic, Alexandroff, Ciauleff Figure del mondo balcanico Radic, Alexandroff, Ciauleff Non e la prima volta che Stefano Radic, il capo combattivo del panilo repubblicano dei contadini croati, viene arrestato dalla polizia elle obbedisce agii ordini del Governo belgradese, e rinchiuso nelle carceri di Zagabria. Nel 1920 Radic trovavasi in carcere del pari e, allora, egli dovette la sua liberazione all'elezione trionfale a depulato, in quelle prime elezioni Jugoslave per l'Assemblea Costitiiente. chiamata a comporre e a votare la carta costituzionale del nuovo Regno uno e trino. Stefano Radic. d'accordo con gli altri eleiti del suo partito, non partecipò ai lavori della Costituente, dalla quale, pertando, fu adottala una legge statutaria a ti|>o accentra, toro, rispondente ai desideri di predominio del poverno serbo di Belgrado, che i croati impugnarono come contraria al patto di Corfu del 1917, il quaJe aveva stabilita la piena eguaglianza e autonomia delle tre nazioni iugoslave, destinate a costituire il nuovo Regno riunito sotto lo scettro dei Karageorge. vich. Da allora l'attività politica di Radic fu volta ad1 estendere e a fortificare l'organizzazione del suo partito, il quale, anche nelle successive elezioni per la nomina della Scupcina, sì affermò con una conipattezza, con un'unità, con una decisione di propositi, che impressionarono le antiche classi dirigenti del Regno, e fecero dubitare della forza di resistenza del nuovo Stato. Radic, mirava :a salvaguardare la massima autonomia della nazione croata, pur accettando l'unione politica con i serbi e con gli sloveni; e malgra. do egli si fosse dichiarato esplicitamente repubblicano, non può dirsi ch'egli abbia sempre insistito su questo postulato del suo programma di rivendicazioni politiche: egli, In certi momenti, parve anche disposto a transigere sulla forma monarchica dello Stato Jugoslavo, purché alla Croazia, che anche contro i Re d'Ungheria aveva, in passato, reclamato privilegi d'autonomia politica e amministrativa, fossero assicurati quei diritti di piena maggiorità, che il partito dei contadini croati non era disposto a mercanteggiare 0 a veder menomati in favore degli antichi ceti dirigenti serbi. Radic solava affermare: • Noi croati ob« Wamo una psicologia differente, una sto« ria diversa e altri costumi: siamo un popò. « lo colto, abituali alle torme della vita po« litica europea, mentre 1 serbi non hanno « ancora potuto rinunciare ai metodi d'am« ministrar.ione balcanica. Noi siamo sempre « stati l'avanguardia delia coltura europea » protesa verso l'Oriente, mentre ora si vuol « fare di noi la retroguardia della Ralcania « selvaggia protesa verso l'Occidente. Si vuol « cambiare in una stalla di porci la nostra « casa, che, sormontando gravi ostacoli, ab« biamo costruito in secoli iti arduo lavoro. « Contro una simile politica dobbiamo lotta« re in tutti i modi. Abbiamo trionfato degli « ungheresi, trionferemo dei serbi ». Parve, per un momento, che la tensione fra croati e serbi fosse destinata a mitigarsi: e fu quando, nell'estate del 192i, il gabinetto Pasic si ritirò per dar luogo al ministero Davidovich. Allora, Radic, "che dopo la prigionia aveva dovuto andar esule, fuori della sua terra, potè tornar a Zagabria. Ma il gabinetto Davidovich, fautore di accordi con gli sloveni e 1 croati e i bosniaci ed i macedoni, non resse gran tempo. Pasic fu chiamato un'altra volta al potere e Radic fu costretto nuovamente ad eclissarsi, finché da Belgrado non parti l'ordine del suo arresto. E questa volta, l'agitatore croato, non riuscì a sottrarsi alla cattura con una fuga tempestiva. 11 motivo che fu adottato dal Governo di Belgrado per la nuova persecuzione contro i croati ribelli, fu offerto dallo stesso Radic ai suoi nemici. Radic, nell'estate dell'anno scorso andò a Mosca, e quivi egli portò l'adesione del 6uo partito alla terza internazionale dei contadini : e poiché In Jugoslavia il partito comunista non ha diritto di cittadinanza, Pasic dette corso all'accusa, rivolta contro il partito dei contadini croati, d'essere ormai un partito comunista travestito sotto costume nazionale. H partito fu disciolto e il suo capo catturato. •*» Un'altra figura di notevole rilievo del piocolo mondo balcanico, fu quella di Teodoro Alexandroff, l'indomito macedone, sul cui capo i turchi avevano messo una taglia di 4000 lire turche e i serbi, più tardi, una taglia di 700.000 dinari. Alexandroff aveva lottato coiptro i turchi per la libertà della Macedonia. Dopo le guerre del 1912, del 1913, del 1914-1918, la Macedonia si trovò ad essere divisa fra tre Governi, il serbo, il greco ed il bulgaro. Alexandroff, In nome della sua patria smembrata e divisa, riprese la lotta contro i serbi e contro i greci: e fu lotta accanita, implacabile. L'ascendente di Alexandroff, in tutta la Macedonia, era profondo, assoluto. In lui 1 macedoni vedevano il segreto motore dell'idea di libertà, dell'idea di nazione. In lui s'accentrava la resistenza all'opera progressiva di snazionalizzazione che serbi e greci non tardarono un momento ad intraprendere, nella terra macedone rispettivamente conquistata dai due Regni balcanici. Alexandroff continuava ad affermare-]a tradizione di quel patrioti macedoni, i quali non disgiungevano l'amore rivolto alla loro terra natia, dall'amore costante rivolto verso la più gran patria bulgara. Infatti i fuorusciti macedoni, oggi come in passato, trovano asilo nella Bulgaria: e dalla Bulgaria continuano ad affermare la loro speranza d'una non lontana rinascita nazionale. Radic e Alexandroff, entrambi avversari del Governo serbo di Belgrado, finirono per troverei divisi nella valutazione delle prossime decisioni politiche, allorché Radic, pervenuto nelle mani di Davidovich il Governo del Regno serbocroato-sloveno, mitigò la sua acerba opposizione allo Stato Iugoslavo, che egli, Radic, sperò davvero di trasformare in una Confederazione, dove tutte le nazionalità slave conviventi avessero parità di doveri e di diritti. Fu in quell'occasione che il capo macedone pronunciò le parole che qualche settimana più tardi dovevano assumere a6petto di profezia, data la Iona disperata che nella Penisola quel popoli 6ono decisi a combattere : « Io affermo — scrisse Alexandroff — che anche i croati di Radic si persuaderanno die con i Governi serbi non 6i può discutere altrimenti che con il coltello, il fucile e la bomba ; ed oggi, quando voi, Radic, pensate di aver distrutto la tirannia e la corruzione di Pasic, io non credo che abbiate del pari distrutto la tirannia e lu corruzione del-serbo ». Pochi mesi dopo, Radic, prigioniero, avrà confessato a se stesso che la sua speranza di poter imporre il. suo programma federalista a Belgrado era una illusione, e che Alexandroff aveva avuto una più esatta nozione della realtà della .politica serba. Il dissidio Radic-Alexandroff s'inquo.'!:-:!'.-.-! nell'influenza ohe l'internazionale di A.^.i tendeva a riprendere nei Balcani. Lotte ai nazioni, conflitti di governi, gelosie di principi, ambizioni di politici, tutto confluiva su quest'aspro terreno. La resistenza di Alexandroff esasperò i fautori di un grande movimento federalista balcanico, visto con simpatia anche da Mosca Alexandroff fu ucciso in sulla fine di agosto. I suoi partigiani risposero al delitto con altri delitti: 1 comunisti ed i federalisti dell'organizzazione interna rivoluzionarla macedone furono perseguitati, e molti di essi uccisi: uno fra questi fu quel Peter Ciauleff, alto, magro, tranqillo, sereno, che dopo parecchi lustri di lotta per la Macedonia, combattuta contro i nemici della sua patria, fu ucciso a Milano, da un altro macedone, rimasto fedele al progran> ma di Alexandroff. Tragico destino della libertà dei popoli, che essa reclama il sacrificio dei suoi migliori. Anch'essa nasce nel dolore e nel sangue, come ogni altra commista duratura. OAESAR.