Il problema dei debiti ineralleati di guerra non sarà affrontato nè risolto a Parigi

Il problema dei debiti ineralleati di guerra non sarà affrontato nè risolto a Parigi Il problema dei debiti ineralleati di guerra non sarà affrontato nè risolto a Parigi Riguardoso atteggiamento inglese ver§o Francia ed America (Servìzio speciale delta v Stampa ») Londra, 5, notte. iBIl Cancelliere dello Scacchiere, \VinsUm ■ PChurchill, ha ricevuto oggi il viatico go-id■vernativo per l'imminente Convegno dei vMinistri dello Finanze a Parigi: non gli ereità che-lare lo valigie per la partenza, la dquale avverrà domattina, cQuali armi gli sono state affidate? Pro- ebtìtoilniehte, ci riducono al più cristiano dèi qcatechi.sn'i : andare molto adagio, e guai-jbdarsi, soviattutto, dal giiaslaro le uova nel idpaniere a Ticino! in ispecie c alla Francia inin genere. Il llodytjeorgiano Daily Chroni- rde almeno urli.-'Mie colonne informai he,, psegnalava stamane un Winston Churchill | uinvestito di ima formidabile armatura per la imminente giostra d.'i debiti iideralicutiI contribuenti inglesi, avvertiva il «'.ornale, esigono che Churchill torni a Londra con dei rimborsi in tasca. L'operazione si sarebbe potuta defluire come il rinfocolamonto di appetiti insulari a spese degli Stati continentali. Ma il Times, nel frattempo, si pronunciava ni modo diverso: il si io: gesto non era quello di-colui che presenta un conto, ni" piuUo svnlidmt.msto quello di colui ebe dono aver compita-\nla una fattura, si. spaventa della propria I,iniziativa e si decide a ir, tu .-..<, ancora, l.una volta, nel eas»- lo. rLa psicologia esattoriale viene distribuì- mta a pione inatti dai fogli a buon mercato, gtanto ò vero che il Dailu Mail non esita n trattare la Francia come una debitrice, mentre, fino a ieri, la trattò come la regima, di Saba. Le vuole ancora molio bene, ma indirettamente le fa sapere che gliene vorrebbe di niù se la Francia pensasse un poco a regalare il suo conto con l'Inghilterra, prima, di mostrarsi cosi desiderosa di saldare 1"America. Senonchè, questa campagna per l'incasso, alla quale sono più o meno costretti a fare eco i leailers politici di tutti i partiti, non esercita ancora molta, presa sull'opinione pubblica. Discussione non necessaria li TimKS, evidente interprete dei riposti pensieri de! Governo, cerca di ridurre al minimo la prosa sull'argomento'. Esso esorta, i partecipi al prossimo Convegno parigino, non a non sciupare, il tempo e l'energia in dibattiti, sia pure confidenziali, sui debiti di guerra-. Il programma ufficiale itgtdaccGnArlgptctldella Conferenza esclude questo problema Idalla cerchia dei lavori. Converrà attenersi, con disciplinata rigidezza al programma &SST^r&nS^arióPclW gli ar- gomeuti messi all'ordine de Riorno siano trattati insieme cor. quello dei debiti, sulla,\base del nrincinio dell'interdipendenza? il 3ime.* esclude tale noa»ssiià. Le dìscussio-1 ni complessive non gli garbano; meglio ancóra, gli sembrano destinate a ostacolare il felice approdo della pesante nave, che i Ministri alleati sono chiamati a pilotare. La sola soeranza. di pervenire ari una sistemazione finale degli aggrovigliati problemi della finanza post-bellica risiede oggi, secondo il giornale, nel trattarli e risolverli, finché è possibile, a uno a uno. Si facciano damine.) conti della Ruhr e si bisrreddili fratti dall'applicazione del piano Dawes, fra tutti i cointeressati, la Conferenza avrebbe fatto abbastanza. 11 resto potrà discrtersi più tnrdi. Nessuno potrà impedire che nei corridoi i membri della Conferenza mirtino anche dei debiti interalleati, ti Times non si propone di impedire queste discussioni su un problema, dì cui, osso aggiunge, tutto jl mondo sta ora parlando. "Senonchè parlino pure i delegati, ma, domanda il Times: «Rimane davvero molto da dire al riguardo dopo tutto quello che già è stato detto?». La conclusione è che nessuno potrà suujwiTe che le consultazioni di corridoio a Parigi possano modificare, in tema di debiti, la posizione presente. Quest'ultima, secondo, il Times, è che la faccenda dei debifti, 1 adesso, concerne sovrattutto la Francia e gli Stati Uniti. 1 passi francesi a Washington sono noti, come l'accoglienza che essi vi hunno trovato. Possono insistere. 11 Times ha J'aria di asserire che, per ora, l'Inghilterra non c'entra e non vuole entrarci. La palestra è franco-americana.. L'Inghilterra e meglio che non l'accia niente. « E' difficile — termina il Times — immaginari: die qualsiasi discussione generale "sui debiti interalleati riesca in questo momento a condurre ad alcunché. Qualsiasi eventualità possa esistere di ulteriore sviluppo, questa non risiede in Europa ma bensì in America". Incidentalmente la Francia viene dal giornale esortata a iniziare senz mlatrmspmsmspclstindugio j ' praticihc eoi^t^e per consolidare il suo debito verso l'America. L'opinione pubblica americana si è fatta impaziente. Guai ad illuderla! Questo pronunciamento del Times 6 ìm-iportante, perchè segue quasi esplicitamen-j te una linea che è emersa qua e là nelle ultime settimane, tra i commenti della stampa ministeriale, dopo le Indecifrabili nebulosità dell'esordio governativo di dicembre; una linea che sembra ormai in via di cristallizzarsi, se non t-'ià c-istallizzata interamente. L'influenza francese cresciuta La questione non fu' risollevata dal Governo il quale, anzi, si guardò daU'accennarvi nel discorso del Trono. A sollevarla furono gli uomini politici di opposizione, li Governo, una voita tratto su questo terreno, fu costretto a marciare. Ma poche settimane bastarono a sopprimere persino ogni velleità di illusioni. L'anno nuovo si preannunziò intemazionalmente più preoccupante del vecchio. Era scritto che l'avvento dei consetvatori in Inghilterra mon avrebbe servito a meglio spianare la via, che il Governo labourista si era arrabattato ad aprire; ora previsto, anzi, che alquanti [etti sprofondati sul fondo della strada, sarebbero tornati alla superficie, più taglienti di prima. Gli eventi, non solo confermarono" le previsioni, ma presentarono una realtà più scabra del _ ,, ,, previsto. Tra I altro, il fattore italiano. I nella situazione generale, siila un'accen- 1 ,„..;. molamm'frwi rlfvntn nH unii oiiim ltuata metamoitosi, auLw .ut una situa-, ' zione interna, intorno alla quale non si può impedire a^mondo di fabbricarsi anche le concezioni più strampalate, perchè non c'è mai fumo senza che ci sia fuoco ed il calcolo sulle dimensioni del fuoco è un privilegio degli spettatori. Risultato: il peso del fattore francese è cresciuto via via ed è divenuto rn.m,;.; schiacciante, agii occhi della politica inglese, che non si fonda sopra teorie di lunga mano, ma si regola, per lo più, in base ai fatti attuali. 1 conservatori, da ormai venti anni, rappresentano il partito ìn.B'V'se pifi riguardoso di tutti verso là Francia, come pure il partito più diffidente di tutti nei riguardi della Germania, anche dopo Tintermezzo storico della gtande gnerra. II primo Gabinetto iBnliIwin si provò a rizzare il pelo contro ■ Poincaré; : questo fu il primo semestre ideila sua attività. Nel semestre surces*' vò, ti Gabinetto Baldwin abbassò il pelo ed andò :i lisciare Poincaré, in isnècie durante quel mese di settembre, rlie fu cosi movimentato e psicologico, dopo di eli e la Francia potò continuare ;1 faro quello ebe voleva, trovando qualche trarjbato argine soltanto imlln sopraggiunta idiplomazia cristianeggiante di MocDo inaici. Tornando n.i poter.», i conservatori ritrovarono subito il loro vecchio debole , per Parici. Ma. principio, preferirono | un poco di cmiilihrio. tanto più che non si sentivano mollo persuasi dalla pressi v'i radicale Ilerriot. T successivi avvenimenti esteri, insième con certi rinnovali patemi d'anima, di fronte ad un intravisto pericolo di risurrezione tedesca, indussero i conservatori a volcersi rapidamente a favore della Francia. Il timore della Germania Potremmo citerà al riguardo una quantità di prove indirette, ma basterà reni¬ .mentri re che. negli ultimi giorni, la JJor\niny Posi, la quale ora. sotto certi aspetti, I,,-, considerarsi l'organo, non più eslro, lnis1o> ma centrale del partito - conservato re, riprendeva ad additare il pericolo gei- manjCo, (piasi con gli stessi accenti di ante, g„on.a. j1a \y sintomo decisivo balzava ieri dalle colonne editoriali dèìVObserver, traverso certe dichiarazioni inattese, che già. vi riferimmo. 11 Garvin, scrittore politico che possiede ora le maggiori chiavi delle direttive estere del nuovo Gabinetto, abbandonava su! suo giornale, tutto quel compendio di idee e di 'atteggiamenti che chiunque intende" nei semplice rilievo che Garvin in passato propugnava una revisione radicale del Trattato di Versailles. Adesso, eli punto in bianco, egli si e fatto revisionista di se stesso ed ormai propùlgna una perfetta, garanzia militare, da parte dell'Inghilterra, a favore degli attuali confini belgi ° francasi, con tutto ciò che tale garanzia coinvolgerebbe nella politica estera. Il Times, l'altro ieri, concludeva un .articolo sulla politica interna francese e sulla posizione di Herriot, proclamando che quest'ultimo si è nuovamente consolidato a Inpari tempo, il grande giornale della City , chiedeva, alla Germania se essa stia o no a riarmandosi per une rivincita P.d il nspr- gere dell'Intesa Cordiale ad alta pressione veniva constatato,, senza..ìLmenomo dispia. a,\ce™r 1 Orbene, in base a questo indirizzo, ebe si rivela in modo praticamente indubitabile, è possibile che Winston Curchil! abbia avuto da! Gabinetto il mandato di fungere, a. Parigi, da usciere, verso la Francia, in fatto di debili di guerra? In verità, ogni mandato al riguardo sembra essere svanito del tutto dopo :l Consiglio dei ministri di oggi, riferendosi iil quale il redattore parlamentare, benissimo informato, del Ornili Telegrapk, riferisce: icCirca ' debiti iuiteralleati si co- mediata del problema, quale risultato dello prossime conversazioni de! Ca.ncelliore a Parigi ». Dal canto suo, il collaboratore diplomatico dello stesso giornale assegna, aprioristicamente, a. CJementel, la facoltà di mettere limiti all'esame del problema nei suoi colloqui confidenziali con Churchill, per cui l'informatore prevede che difficilmente pottà realizzarsi qualche «progresso sostanziale », non solo verso la sistemazione, ma verso la delibazione degli stessi preliminari del negozialo. In lingua povera questo significa zero, con un anticipo di kS ore, sulla data di apertura della Conferenza. Dobbiamo per altro constatare che l'informatore ventila l'eventualità che «l'esplorazione dei mezzi e dei ir metodi, in ogni caso, venga a facilitare «un sollecito inizio di trattative concrete». Pessimismo prevalente Dunque, l'immenso nugolo di fumo eruttato dalla stampa iutermondiale sui debiti interalleati, rimarrà senza arrosto nella Conferenza di Parigi. Sotto questo aspetto, essa lascerà ij tempo che faceva. I contribuenti paesani si adatteranno benissimo, per un paio di mesi, ad un bilancio churcliilliatio, che potrà prevedere tutto, fuorché la più lontana prospettiva di rimborso da parte dei commilitoni di guerra. Le istruzioni che il Gabinetto può aver dato a Churchill sui prugramm'a vero e o j proprio della Conferenza non sono asso' duttili. Ma il Cancelliere dello Scacchiere *a seco a Parigi alcuni alti funzionari de! Ministero del Tesoro, i quali, tin qui, si sono mostrati costantemente pelosi de- -igli interessi finanziari inglesi e probabil -j mente faranno i conti all'osso, tanto per e a i n a l'occupazione della Puhr, quanto per 'a partecipazione americana ai frutti del piano Dawes, se Chun-h'll non interverrà I (e interverrà certamente), con legittimi criteri politici, ispira1 i ai maggiori riguardi, tanto verso la Francia quanto versi l'America. Del resto regna a Londra un pronunziato pessimismo sullo stesso esito dei prossimi lavori ufficiali. _ M. P. li furto dei 3 mil oni e mezzo