La Apra dello straniero assassinato

La Apra dello straniero assassinato Il delitto di S. Vito La figura dello straniero assassinato L'orribile scempio del cadavere - Dieci ferite alla testa Diffusamente abbiamo narrato ieri in quali circostanze sulla strada di S. Vito, detti dal popolino « stra d'I) mori », ifu dal conte Sulino, che, uscito dalla sua villa, scendeva ini città, trovalo il cadavere dei commerciante austriaco Leopoldo Flel6Chmann, assassinato a colpi d'una pesante e taglientisslma arma,' forse un falcetto, in misteriosissime circostanze. Il cadavere giaceva nella cunetta lungo il ìnuno che limita la strada. Il volto era orribilmente straziato, lanto elio un occhio era schizzato fuori dell'orbita. La perizia medica rilevò 6ui cadavere cinque ferito due delle quali mortali. Sulla strada furono trovati un cappotto a cencio verde-scuro ed un berretto do Ciclista: il cappello del morto ed il berretto dell'assassino, a meno che costui ve lo abbia appositamente lasciato per ingannare con una falsa traccia la Polizia. Indosso al morto fu trovato il denaro, 2000 lire, insieme ad alcuni documenti personali. Abbiamo già detto quali indagini siano state fatte dolila Polizia nella stessa giornata di domenica per chiarire il. mistero. La corsa a Bra IO comandante della Squadra Mobile ha creduto opportuno, ieri, recarsi a Milano, dove risulta cito l'ucciso aveva una vasta rete di affari, e dove si ritiene sia più facile trovare un filo conduttore. Contemporaneamente, a Torino, si cerca qualche indizio, qualche testimonianza utile. Possibile che nessuno abbia notato la sera di sabato la presenza del Fleischmann nei pressi del Ponte Isabella? Eppure, la sua carutteristica figura, quel • paletot » di color chiaro, stretto alla vita, avrebbe dovuto attirare l'attenzione dei passanti. Polche In quel luogo vi è il capo-linea del tram N. 15, e le vetture manovrano proprio su quel tratto del corso Moncalierl, è da supporre che qualche controllore posto di guardia all'estremità del Ponte, a presiedere agli arrivi e partenze dei trama, o qualche manovratore o fattorino ricordi di aver veduto 11 Fleischmann. In quel caso, l'indicazione che il testimone potrebbe fornire, sarebbe utilissima, polche, in tal modo si verrebbe a precisare una circostanza di grande valore, e cioè, se il viaggiatore straniero era venuto solo In quel luogo, oppure accompagnato, se da un uomo o più probabilmente da una donna. E se, nel caso fosse giunto solo, non sia stata rimarcata una persona attendere, passeggiando avanti e in dietro, in miei posto. Insomma, anche da queste ricerche w Polizia spera trarre qualche chiarimento al mistero. Da quanto si ò potuto apprèndere ih città, dove il Fleischmann era solito prendere stanza, o all'» Albergo della Stazione •, in via Sacchi, N, 14, o a quello del «Ferrovieri», in via Bertholliet, 6, sono venuti in chiaro il carattere e le abitudini dell'assassinato. Egli era •un uomo faceto, come lo sono, in generale, 1 viaggiatori di commercio, facile a contrarre amicizie, non disdegnava le donne, anzi, dimostrava, almeno a parole, di avere uno spiccato debole per loro. Non parlava l'italiano che assai malamente ed anche la sua imperfezione nel conversare nella nostra lingua era per lui oggetto di Ilarità. Nel pomeriggio di sabato, a Bra, egli si recò dalla Ditta Bianchi: una fabbrica di «ver. mouth », dalla quale si fece anticipare 2000 lire, dicendosi sprovvisto di denaro. Nel trattare gli affari aveva perduto molto tempo, tanto che giunse alla Stazione in ritardo, appena in tempo per prendere il biglietto. Per paura di perdere il treno, passò dall'ufficio del capo-Stazione, ed ecco per qual mo. tivo il biglietto trovato in tasca al morto noera stato bucato. Il diretto era giunto alla Stazione di P. ti. alle 20,05. Lo straniero deve subito aver preso il tram del Ponte Isabella, che passa appunto da piazza Carlo Felice, e con «niello essersi diretto-a quel tragico appuntamento. Prima di commerciare nella « colla di Russia », cosi viene in commercio chiamato il prodotto chiarificatore di vini e liquori, il Fleischmann smerciava Impermeabili. Un altro viennese, anch'esso viaggiatore in. Italia per una Casa tedesca, si è presentato quest'oggi in Questura, domandando di vede, re la fotografia dell'ucciso. Non appena l'ebbe veduta, dichiarò, con evidente commozione, di riconoscerlo, Non era però legato coll'assasstnato da vecchia amicizia, l'aveva occasionulmente incontrato in treno alcune volte, mentre entrambi si recavano in Italia. In quelle occasioni 11 Fleischmann gli aveva parlato dei suoi affari, e, fra l'altro, aveva accennato a Torino. La notizia dell'atroce omicidiio. appresa dai giornali, l'aveva vivamente colpito, e dubitando si tramasse di quel tale suo connazionale, si era recato In Questura per sincerarsene. Eqli esclude che l'ucciso si sia mai interessato di politica, quindi propende anche esso per l'ipotesi di una vendetta per conto di donne, ammenoché, egri aggiunse, non si tratti di una tentata raDina. L'aggressore, dopo ucciso lo scono, scito, non avrebbe potuto derubarlo, per l'Improvviso sopraggiungere di miei contadino che si recava n San Vito. Ma anche In questo caso resterebbe però du spiegare come mai lo straniero si Tecnsse In tutto fretta ed in quell'ora in una locoilità cosi deserta. L'autopsia Ieri alle ore 1G 6 stata eseguita l'autopsia del cadavere. Presenziavano all'esame necroscopico, eseguito dal prof. Carrara, il sostituto procuratore del He, aw. Cottafavi, il capo dell'Ufficio d'Istruzione Mussi Isnardi. col.giudice incaricato di condurre il processe ed un concelliere. Dall'esame del morto apparvero nuove circostanze. Il Fleischmann aveva riportato, oltre alle cinque ferite riscontralo al primo esame, altre gravi ferite alla nuca, elio il colletto di pelo del soprabito, rialzalo, nascondevano, quando il morto si trovava disteso nella cunetta della strada. Anche queste ferite risultarono prodotte dalla stessa or. ma che aveva provocato le altre alla faccia e cioè ■un'arma da taglio di tipo pesante, si suppone trattarsi come avevamo detto di un comune falcetto. Queste altre ferite fauno supporre che il delitto sia slato compiuto in modo diverso da come si era supposto fosse avvenuto prima: il Fleischmann sarebbe sta. to aggredito a tergo e colpito col falcetto alla nuca; il disgraziato si sarebbe rivoltato ed allora l'assassino avrebbe seguitato a colpir¬ lo sulla faccia con maggior violenza. la. rottura dell'osso frontale o dello zigomo stanno appunto a provare con quanto ferocia l'asso, lìtore menasse colpi su colpi, poiché aveva deciso di finirlo. Un ferita a margini stretti, tanto che non era stata veduta nel primo esame, fu pure riscontrata verso la parte posteriore del capo. Quando questo colpo venne Inferto al viaggiatore egli teneva ancora In testa il cap. pello, il quale ora appare nettamente taglia, io nella posizione corrispondente alla ferlia che si nota-sulla testa deTTùcctso. Dall'esame dei periti è pure apparsa un'altra circostanza e cioè che il Fleischmann si trovava a stomaco completamente vuoto. Non avendo mangiato a Bra, là cosa più logica che avrebbe dovuto tare» non appena giunto a Torino, sarebbe stata quella di recarsi in uno dei due alberghi òhe era solito frequentare: e cioè in via Sacchi, In via Bòrthollet. Ma il disgraziato viaggiatore doveva avete un appuntamento di capitale importanza, tale da fargli pel momento dimenticare anche quanto lo stomaco indubbiamente reclamava. Forse appunto per tacitare gli stimoli dell'appetito egli si era messo a fumare quella sigaretta che gli si spense fra le labbra quando venne assalito coi primi colpi di falcetto alla nuca. Quest'arma fa nascere strani dubbi sulla persona dell'assassino. Quale individuo può scegliere per uccidere un arnese di questo genere, non facile a nascondersi sotto gli abiti, e per maneggiare il quale occorre una certa pratica? Un'arma che non si trova facilmente a portata di mano. E questa è l'arma propria dei contadini. Nei delitti avvenuti in campagna 6i riscontra spesso il falcetto, ma quasi mai in città. Colpire con un arnese simile indica in chi ss ne serve un «angue freddo ed una ferocia non comuni. Pensare ad una accidentale aggressione non è possibile esaminando lo scempio compiuto su questo cadavere. Solamente l'odio ed un odio terribile poteva portare a conseguenze cosi tragiche. Va debole per le donne Chi se non un marito ingannato, od un nmante tradito avrebbe potuto trovare in sè tanto livore da commettere un cosi orrendo delitto? Che il Fleischmann fosse un uomo facile a lasciarsi sedurre dai vezzi di una donnina è cosa che hanno ripetuto quasi tutti coloro che lo conoscevano. Uno di essi ha soggiunto fra l'altro che quello straniero cosi tranquillo quando trattava gli affari, si accendeva come un fiammifero quando si trovava a contatto con una gonnella. Una volta era stato visto, proprio qui a Torino, in automobile con un grande mazzo di fiori : interrogato aveva risposto ridendo di compiacenza, che andava ad un'appuntamento interessantissimo. — Sarebbe andato a Rivoli a piedi per trovare una donna I — ha esclamato uno che 11 Fleischmann conosceva da qualche tempo. Questa sua debolezza non influiva però sui suoi sentimenti per la famiglio, poiché è effettivamente risultato che l'infelice uomo finito miseramente nel deserto stradale di San Vito, aveva moglie ed una bambina. Che àmasse la sua piccola con grande amore lo dimostra la cura colla quale egli conservava quasi religiosamente nel portafoglio una serie di fotografie della bimba ritrattata in pose biricchinc e maliziosette. Povera piccina che non vedrà mai più il suo babbo I Fra gli uomini d'affari si nolano — assai spesso — questi individui esuberanti che cercano il piacere ovunque Io trovano senza dare ai Joro atti un'eccessiva importanza. Sembra che appunto il Fleischmann fosse uno di quel tipi. Ad ogni modo se il movente del delitto è stato, come tutto sembra concorra a far r rederp, originato da uno relazione amnrosii, egli e cinto ben crudelmente punito della suo debolezza. Si poteva a tutta prima, dubitare quando fu rinvenuto il cadavere e dalle prime indagini iniziate che lo straniero venuto di fuori avesse pensalo di recarsi a cena in prossimità di S. Vito dove esiste effettivamente un esercizio, ma In quel luogo l'austriaco non si era mai recato, in precedenza non vi era conosciuto e solamente un'altro individuo pratico del luogo avrebbe potuto coTldurvelo. Tutto le ipotesi finiscono sempre contro questo muro: chi era la pereona che accompagnò od attendeva il viaggiatore in quella deserta località? Alle 2t o alle o?e-21,30 una persona che at. traversava per il ponte Isabella notò sul corso Moncalleri vicino alla malfamata « stra d'i] mort » una signorina elegantemente vestila, di piccola statura passeggiare nervosa, mente avanti e indietro come persona che attende ansiosamente qualcuno. Il passante notò la elegante « silhouette • ma non potè vederla in viso, data la distanza. Sorrise pen. sando che la bella aspettasse inutilmente un qualche infedele, poi tirò diritto poi fatti suoi. Solamente 11 giorno dopo leggendo la notizia dell'orrendo delitto ricordò la giovane che aspettava alle ore 21 o alle 2t,30 sola In quel posto deserto. Si è detto che 11 cadavere alle 21,30 sarebbe stato visto da quel contadino che andava a S. Vito ma quel contadino avrebbe anche potuto errare ed invece delle 21.30 essere le 22; chi può precisare un'ora in modo assoluto? Sui mezzi che il Fleischmann avrebbe adottato per portarsi dalla stazione al Ponte Isa. bella, vi è chi propende a credere che egli sì sia servito di un'automobile. Anzi che egli sia stato addirittura atteso alla stazione du qualcuno che avesse avuto interesso ad attirarlo nell'Imboscata, e fattolo salire su di uno macchina lo abbia senz'altro portato al macello. In mezzo a questo groviglio di supposizioni e di induzioni corredato da qualche fatio positivo a poco a poco comincia a delincarsi lì movente che culminò nella tragica scena svoltasi nell'oscura strada di San Vito. Una grossa fortuna perduta Come si è detto, il Fleischmann da oltre un anno viaggiava l'Italia per il suo commercio della colla di pesce, del tannino, ecc. a ragione del quale era entrato in relazione con molle ditte, specialmente fabbricanti di liquori o produttrici di viui. Era quindi nu- turale che il commerciante austriaco stabilisse numeroso relazioni d'affari In Piemonte e Torino. Il suo passaggio presso l'una e l'altra Casa ha lasciato, naturalmente, delle Impressioni e delle informazioni. Raccogliere le une e le altre, dopo l'efferato delitto della strada di San Vito, può essere qualcosa di più che curiosità; può Illuminare qualche piega oscura della vita dell'ucciso, può fornire qualche elemento, può aiutare, in una parola, l'autorità, nell'arduo compito delle riderelle. 11 Fleischmann era ammogliato, ed abitala con la moglie e la suocera a Vienna, via Freilagergassc n. 4. Prima della guerra, egli viaggiava per conto di una fabbrica di bocchini per sigari e sigarette. Vivacchiava. Ma durante la guerra le sue sorti finanziarie cambiarono. Fu anche lui un vero e proprio pescecane di guerra. Trattando affari d'occasione, sempre più importanti e vistosi, riuscì a farsi una grossa fortuna. Prova ne sia che aveva, in quel tempo, una villa presso Vienna e due automobili. Poi, in seguito a falso speculazioni, quella fortuna era repentinamente crollata, ed egli aveva perduto quasi tutto. Ultimamente egli possedeva scar. si mezzi finanziari; Il suo commercio non era, a quanto pare, .di grandi risorse. Egli Infatti, come già si è rilevato, viaggiava interza classe, alloggiava in alberghi modesti. Personalmente, ti Fleischmann ha fatto ovunque l'impressione di un giovane gioviale, intelligente, intraprendente, scaltro. Aveva uno scilinguagnolo abbondantissimo e pronto. Scherzava volentieri. Nei suoi discorsi, quando questi prendevano una impronta un po' confidenziale, non tardava a tradire una sensibile inclinazione per il bel sesso. Se in molti la disinvoltura dell'austriaco non suscitò dubbi o sospetti di sorta, in altri la stessa peculiarità del suo carattere non ebbe a fare una buona impressione. C'è poi una ditta torinese che va più in là. e non esita a dichiarare che essa fu truffata d'ai Fleischmann. Ciò naturalmente è basato su dati di fatto e non su semplici prevenzioni o induzioni. E I fatti si sarebbero svolti così. Il marzo dello scorso anno il Fleischmann, già conosciuto dallo ditto, si presentò a questa in compagnia di un russo, certo Katzmann, pres'a poco della stessa età dell'austriaco, e come questi d.i religione ebraica. R russo parlava il tedesco, ma non l'italiano. L'ouslriaco lo propose alla ditta come suo esclusivo rappresentante per la Russia dei suoi vini e liquori. L'affare fu concluso. Dietro garanzia firmata dal Fleischmann, poiché il russo era nullatenente, fu corrisposto a questi un anticipo di tre mila lire, nonché un completo campionario del valore di alcune centinaia di lire. L'austriaco, a garanzia, lasciò anche in mano della ditta della merco per un valore di circa 2000 lire. La coppia russo-austriaca Senonchè la ditta torinese è poi venuta a supere che il Katzmann non aveva messo piede in Russia, perché impossibilitato dalle contingenze politiche; ma essa venne anche a conoscenza che già in precedenza i due sapevano che nulla avrebbero potuto fare in Russia, nè che il Katzmann avrebbe potuto recarvisi.' La buonu fede della ditta eia data sorpresa anche in aliro modo. Mentre i due garantivano ad essa la rappresentanza esclusiva del suol prodotti in quel paesi, la coppia due giorni prima aveva concluso un affare consimile con un'altra nota ditta di CiUielLi, alila quale pure aveva garantita la rappresentanza unica ed esclusiva, facendosi corrispondere un anticipo di lire sei mila nonché il campionario. Altra cosa che si seppe poi fu che i campionari erano 6tati goduti a Vienna dai due amici in lieta compagnia... La ditta torinese, senza sporgere formale denuncilo, interessò del oaso la nostra Questura Tale ditta, del resto, andò incontro ad un'altra disavventura, nel trattare affari con l'austriaco. Essa scontò all'austriaco una cambiale a lui rilasciata da un cliente della stessa Casa torinese, cliente che si presentava solvibile. Senonchè questi notificò che il Fleischmann aveva agito con lui scorrettamente, xi quanto la cambiale era stata rilasciata come pagamento di merce che poi non era stata spedita. Amelie quest'affare della cambiale — lire quattro mila — fini a danno della ditta torinese, poiché nel frattempo il cliente che aveva emesso il « pagherò » aveva dichiarato fallimento, ed il Fleischmann aveva fatto, ai ripetuti richiami, orecchio da mercante. Dopo quanto abbiamo detto non apparirà strano se. interrogati in proposito, i dirigenti della ditta pensino che la morte del Fleischmann debba ricollegarsi a un genere di affinità commerciale dell'austriaco, se non proprio delittuosa, almeno alquanto scorretta. Si tratterebbe di rivalità e malumori suscitati fra il Fleischmann od i suoi collaboratori — uno o più che questi siano — di antagonismi, di contrasti di interessi che avrebbero potuto generare la vendetta. Ma questa, come ben si comprende, non è che una supposizione, basata — occorre dirlo — su impressioni superficiali e personali, che potrebbe anche essere totalmente campata potrebbe anche ossero privo di una vera base. Contrasti e scenate E' però'giustizia soggiungere che in favore di tale ipotesi si potrebbero portare alcuni fatti ; fatti che sono pure a conoscenza dei dirigenti dellhi Casa di cui discorriamo e che appunto hanno cooperato n creare in essi la supposizione della vendetta iter contrasti di Interessi non completamente confessatili. In questi fatti, che si presentono in uno scorcio non troppo Illuminato, i protagonisti sono due: il pÉeiselinmnn e il suo correligionario e compagno Katzmann. E si trutta appunto di conti asti fra di loro; contrasti abbastanza gravi, perchè diedero luogo a scene abbastanza violente. Infatti c'è ehi può testimoniare che in aprile, nei pressi della stazione di Porta Nuova, tra i! Fleischmann e il Katzmann è sorto un clamoroso diverbio, che ebbe origine ap, punto da motivi di interesse. Sembra anzi che si trattasse appunto dei due affari combinati con la Ditta torinese e con quella di Canelll per la rappresentanza In Russia; affari ohe, a quanto pare, nella loro natura non troppo rettilinea, non avevano mancato di generare fra i due malumori e dissapori. Questo avveniva a Torino; ma risulterebbe che anche a Vienna si ebbe una 6cena consimile, che fa con quella pendant. Fra l'austriaco ed il russo sarebbe scoppiato laggiù, In epoco forse posteriore, un clamoroso diverbio, in cui i due per poco non vennero allo mani E sta di fatto che per lo meno da sei mesi il russo, non è più stato visto in Italia. Tutto ciò per quanto riguarda l'ipotesi di una vendetta originata da divergenti e non chiari interassi. Ma, ripetiamo, non si tratta che di ipotesi: una delle molte che a proposito di questo misterioso delitto si fanno come 6i fanno a proposito di delitti di tal genere, che lasciano intorno a sè tanto mistero, cioè tanto campo di supposizioni. La Questura le ha considerate e vagliate tutte, specialmente In un pTimo tempo: da quella del movente politico a quella dello scambio di persona; e sareltlte inutile perdersi in siffatte congetture, che equivarrebbe a costruire un.romanzo su sabbie mobili, senza capo nè coda. Pare che le indagini della polizia si siano orientate e polarizzate più specialmente verso queste due ipotesi da noi In special modo Illustrato: la vendetta per contrasti diciamo cosi professionali, e quella di origino femminile; e ciò tenuto conto del carattere della vittima e dei suoi trascorsi Per allargare la cerchia delle indagini, il comandante della nostra squadra mobile, commissario cav. Rossi, si è recato a Milano, dove il Fleischmann. durante le sue peregrinazioni in Italia, aveva modo di fermarsi più frequentemenle che altrove. Fino a ieri sera il cav. Rossi non aveva fatto ritorno a Torino. Si ignorano quindi i risultati da hit conseguiti nella capitale lombarda. Certo si è che le indagini procedono febbrilmente anche a Torino. Se le nostre impressioni sono esatte, la polizia — che serba in proposito nn rigoroso riserbo — sarebbe già in possesso di clementi Importanti, che, se non la certezza, darebbero la fondata speranza di risolvere l'appassionante enigma. Disgrazie Regina Pignatta di anni 87, dimorante in via Lanzo. 254, è stata medicata al San Giovanni della frati tira di una gamba, riportata nella sua abitazione dove in seguito a scivolone cadde malamente. Il dottor Trabucco la giudicò guaribile In tre mesi e la fece ricoverare. — Lavorando olle Ferriere Piemontesi l'operaio Armondo Cinaglia di 38 anni, abitante in via Ferrara, 15, si lasciò cadere un pezzo di ferro sopra la mono destra, e riportò 1'ammitazione (li una falange,-nonché ferite, che il dottor Trabucco del San Giovanni medicò e giudicò guaribili in 35 giorni. — Lo stesso sanitario medicò tale Alinda Mersi, di 66 anni, abitante in via Macerata, n. 6, la quale all'angolo di via XX Settembre angolo via Cappel Verde era rimasta investita da un carro, riportando contusioni ed abrasioni varie guaribili in 15 giorni.