I risultati del nostro "referendum,,

I risultati del nostro "referendum,, Ciò che vuole Torino: le elezioni amministrative I risultati del nostro "referendum,, Coaichiudlanio oggi la serie delle risposte ni ■referendum! sulla situazione amministrativa della nostra citta, pubblicando le dichiarazioni fatteci daJl'on. Bruno VÓiabrùnà, dte ha cosi largo seguito Tra le masse dogli «-combattenti piemontesi. Ad esse facciamo seguire le considerazioni suggerite d:al complesso dalie risposte ricevute. L'on. Bruno Villabruna L'ex-deputeto on. VUlaoruina c! ha detto: « Le ragioni, che consigliano un sollecito ritorno al regolare funzionamento delle amministrazioni locali, e por le quali non può essere più oltre negato ad una città, come Torino, il diritto di essere amministrata dalla sua legittima rappresentanza, sono cosi ovvie, che non richiedono particolare illustrazione. Ve invece un altro lato de] problema, che merita di essere esaminato: si tratto di decidere su quali basi, con quale spirito, e con quale indirizzo dovrà essere preparata la prossima battaglia elettorale. Non manca chi, a questo proposilo, si illude o tenta di illudere, facendo intendere ' che i problemi che la prossima amministrazione comunale dovrà risolvere, (lasciati miseramente insoluti da quella straordinaria) sono di tale natura da rendere indispensabile la coopcrazione di persone di sicura competenza, la cui scelta, quali candidali, dovrebbe avvenire, prescindendo da cons'il eruzioni d'indole politica. Con questo rag'onamento. si vorrebbe impostare la battaglia elettorale sul terreno tecnico-amministrativo sottraendola, per quant'è possibile, all'influenza dei Partiti e delle passioni politiche. Ma lutto ciò ha, per me, sapore d'illusione1, se pure non coFtiiuisce uno strattagemma, abbastanza ingenuo, con cui si tenterebbe di rendere meno ostici eventuali contatti ed iccorcli con elementi, a etti, per motivi politici, la "rande maggio, ranza degli elettori sarebbe decisamente avversa. Non è possibile prescindere ci n l : e condizioni del momento attuale, dallo stato d'animo della cittadinanza, che, desia e vigile, attende l'ora del cimento, per Imprimer i alla battaglia amministrativa un carattere essenzialmente politico. « Il punlo di differenziazione e di lotta ver. rà necessariamente a determinarsi in rapporto al Partito Fascista « Con esso o contro esso » sarà il motto di battaglia: Il problema è implicitamente risulto per quei Partiti la cui posizione è. non da oggi, eli nelta opposizione rispetto a quello faslcst'a, b più delicato e più complesso per il Parlilo liberale, posto a cavaliere tra le correnti fasciste e quelle decisamente anti-fasciste. Ancora una volta il Partito liberale si trova dinanzi ad un bivio: ed ognuna, delle due vie, presento 1 snoi pericoli. ■ E' intanto da escludersi ogni possibilità di accordi con il Partito fascista: Dopo la esperienza del passato, di cui oggi si raccolgono 1 frutti amari, e dopo il Congresso di Livorno, il quale, non ostante le In'terespaté attenuazioni, degli immancabili zelatori Hel regime attuale, tu una ardente manifestazione di riscossa e eii liberazione, io credo die, ben pochi liberali sentano nostalgia per l'ovile filo-fascista, ove, l'idea liberale minacciava di avvizzirsi e di soccombere in un'atmosfera di perenne mortificazione. Un secondo matrimonio, dopo quello politico, di infausta memoria, sarebbe un errore imperdonabile per il PartUo liberale; gli aliene, rebbe la quasi totalità dei consensi; con il rischio, in più, di doversi preparare ad una non lontana amarissima vedovanza. Non rav. viso nemmeno, l'opportunità di un'alleanza con i Partiti socialista c popolare. I punti di coincidenza, che si sono determinati in forza di eccezionali circostanze d'ordine politico e morale, non bastano, secondo me, per legittimare delle alleanze, le quali, per esaere veramente salde e proficue, richiedono completa identità di vedute e di intenti. D'altra parte il-Partito liberale, se non erro, e più che il Partito, le correnti liberali e democratiche dispongono In Torino eli forze sufficienti per combattere da sole la loro battaglia, e per sperare nella meritata vittoria. « Insisto sullo « correnti liberali • non solo perchè esse, com'è noto, Superano di gran lunga le forze, tesserate del Partito, ma anche perchè non intendo tacere alcuni orrori, che non a torto, si imputano ai Partito liberale, ed ai quali urge metter riparo, se da esso vogliamo attenelerci un'azione veramente fattiva ed efficace. E' indubitato otte l'atteggiamento tenuto da taluni dirigenti del Partito, durante e dopo le elezioni politiche, fu tale da sopire non poche simpatie, e da destaro non pochi malumori. SI segui una via di dedizione e di accomodamenti, che, se potè giovare a taluno, nocque enormemente alla dignità del Partito. Furono necessarie, la nobile resistenza di alcuni tra i suoi maggiori esponenti, a l'animosa indipendenza dei giovani per impedire che 11 Partito abdicasse ad ogM sua idealità. Si rimprovera, inoltre, alla Sezione Liberalo Torinese, di lasciarsi soverchiamente dominare daMe forze dell'alta Industria e dall'alta Banca: ciò che la costringe ad una politica di classe, non sempre coincidente, e spesso contrastante con gli interessi delle classi medie, le quali, in definitiva, sono, lo vere sorgenti del liberalismo. «Orbene, io, che auspico e ritengo indiapensabile, per una possisile vittoria, la coalizione di tutto le forze liberali, di tutte le gradazioni, tesserate o non, coalizione, al cui centro deve essere, corno organo di attrazione e di coordinamento, il Partito liberalo, io penso che questo abbia il dovere e la nocosaltà di svolgere un'azione tale, che valga ad accaparrarsi 11 consenso e l'adesione delle class; medie, delle conentl schiettamente democratiche, in una paria, di tutti coloro, che, al di fuori ed al di .-opra di ogni estremismo, aspirano ad un issetto di graduali, benessere economico e di ranquillità sociale. Se il Partito liberale Sipra decidersi .per questa via, credo di non errare, affermando che verrà ad incontrarsi e I a stabilire, spontaneamente, un duratura e provvidenziale contatto con una forza di primissimo ordine, con quella cioè dei combattenti. Non intendo Indugiarmi in vano disquisizioni, nè suscitare sterili polemiche intorno all'azione poli tica dei combattenti. Sto ai fatti, ed agli avvenimenti odierni, i qwli dimostrano, a luce meridiana, come la giau parte dei combattenti, dal voto di Assisi in poi, persegua una via, che è la più persi iena affermazióne dell'Idea liberale. Quando : combattenti, per ipotesi, dovessero stringerai in partito politico, la loro politica, in ostanza, non po trebbe essere che una po itica liberale, di contenuto schiettamente Oclocratico. « Liberali-democratici e ennl attenti sono, a mio credere, lo due seicenti destinate a dare v'ita.-a ciucila correste »" centro, a"cui, in un prossimo avveniri sarà aflldutu il compilo, più allo e più rubilo: la vera restauratone del Paese ». Conclusione La serie di brevi interviste da noi pubblicate sulla situazione amministrativa della nostra citta ha dato modo a molte personalità di esprimere chiaramente il loro ponsic. ro ed alla cittadinanza tutta di veder sintetizzate: per bocca dei suoi più chiari Interpre. ti i desideri; i bisogni' e le aspirazioni proprie. Reputiamo ormai «Bperiiuo prolungare ancora lo consultazioni sul problema delle elezioni, giacche pare a noi che la questione sia siati abbastanza ampiamente trattata e lumeggiata nei vari suol aspetti dalle risposte date da coloro che interrogammo. Piuttosto fi sembra di maggior interesse e utilità generale trarre dalle varie risposte le linee fondamentali ed essenziali del pensiero eli quelli che, rendendosi-interpreti dei diversi strati della cittadinanza hanno esposto 11 loro giudizio e 'formulati 1 loro àuguri e, qualcuno, anche le previsioni per la lotta elettorale amministrativa che, di fronte al plebiscito della cittadinanza, coloro che sono al poterò non potranno più procrastinare u lungo. Responso unanime Primo risultato, infatti, che emerge dalla austro. Inchiesta è l'assoluta unanl'nità del giudizio tntorno alla necessità - r.òn più prorogabile — di ridare a Torino la saa amministrazione regolare, eletta. In piena liierta, dalla cittadinanza alla quale e .^tato prcpotentemente tolto — senza ragione -- il diritto di essere amministrata da persone di sua fiducia e di sua scelta. Su questo punto tutti i nostri intervistati sono stati cancor d1, rispecchiando, In questo, fedelissimamente l'animo ed il pensiero senza divisioni di tutti i cittadini torinesi. Nessuno riserva, nessuna perplessità su questo punto è stala affacciata da quanti hanno manifestato 11 loro giudizio. Tutti sono all'unissono nel rilevare che non è possi, bile continuare nell'attuale situazione die avrà la nostra grande città ad un progressivo decadimento di cui 1 più pensosi cittadini possono quasi, giorno per giorno, constatarc i segni umiliami. Gravi problemi — dichiarano, in sostanza, l nostri Intervistati - che riflettono gli interessi, la dignità, il diecoro, e l'avvenire della città sono mantenuti insoluti per l11 mancanza di un'Amministrazione regolare. Prolungare l'attuale stato di cose signiflca comprometterne, forse irrimediabilmente, alcuni, rendere più onerosa la soluzione di altri, peggiorarli tutti. Dunque, ogni ritardo nell'lndiré lo elezioni vuol dire prolungare l'offesa alla cittadinanza " 'Vaneggiare seriamente 1 suol Interessi r - e tnaleriiUI. F. su questo punto, sembrr .. .. che, se l'avviso dei più chiari ed c.,>eri cittadini, in grado d'interpretare i desideri' ed i Insogni della collettività, può essere — corno deve essere — tenuto nel debito conto dai potori elio hnn da decidere in siffatta questione, 11 nostro «referendum » abbia fornito la più efficace, incontestabile o luminosa dimostra, zione del dovere che ha 11 Governo di restituire al più presto al torinesi la normale Amministrazione cui hanno diritto. Blocco elettorale: ma come? Un punto sul quale non era possibile prevedere uinanimitè. di giudizi è quello che riguarda la evenienza di alleanze fra ie varie forze elettorali torinesi. La necessità generica di queste alleanze, o blocchi, è ammessa però — esplicitamente od implicitamente — da tutti. E, a giudicare da questo riconoscimento generale, pare che, come per il passato, accordi elettorali fra i diversi partiti, siano veramente considerati come clementi indispensabili per assicurare alle elezioni un risultato positivo e duraturo. Lotta di coalizioni, dunque. Ma, quanto al modo, cioè fra quali forze sia utile, augurabile, possibile o probabile un blocco, 1 giudizi variano, colorandosi — com'è naturale — delle varie tendenze politiche rispecchiate dalie personalità interrogate. Però una osservazione s'impone: una sola fra lo personalità interpellate adombra, e in forma non esplicita, la possibilità di comprendere 1 fascisti in un auspicato blocco che raccolga anche i liberali ed i democratici. Altri, fra gli intervistati, prevedono tali mutamenti politici .nella situazione generalo da non ritenere possibile vaticinare quali forze cittadine si uniranno nella battaglia elettorale amministrativa che non può non essere grandemente influenzata dalla s.tuazione politica nazionale. Qualcuno auspica finanche, mostrando perciò eli ritenerlo possibile, un accordo di uomini e di competenze al disopra ed all'infuori dei Partiti. Molti ritengono utile, anzi, necessaria, la divisione netta tra fascisti e non fascisti, corno dovere di chiarezza, di lealtà e di educazione politica delle masse, onde metter fino al periodo dello transazioni, ritenute — nel particolarissimo momento politico che attraversa il nostro Paese — pericolose per la saldezza della futura Amministrazione. Le colonne d'Ercole di cpiesta divisiono sono indicate, in genere, come abbastanza lontane: secondo un autorevole esponente della corrente liberale l'ipotetico blocco potrebbe raccogliere i liberali, i democratici, i popolari ed anche i rappresentanti di altre correnti politicho ancor più a sinistra purché riconoscano le istituzióni attuali. I rappresentanti più dirotti dei combattenti, invece, prospettano la convenienza che la base delle forze elettorali- coalizzate per la conquista de-1 Comune, sia costituita dal gros. so nucleo dogli ex-combattenti, come piattaforma centrista, senza pregiudiziali di Partiti, sull'unico comune programma della restaurazione della normalità nell'Amministrazione e elei ripristino par tutti dei principii, immortali di libertà e di giustizia Volontà comune Questi, a grandi linee, i risultati della con. suItaziono degli esponenti delle varie classi 0 tendenze rappresentate nella cittadinanza. Non crediamo di errare ritenendo che il pensiero dell'intera cittadinanza sia fedelmente e precisamente rispecchiato dagli egregi, nomini clic tianno reso pubblici i loro convinci, menti su (mesto argomento. Agli indubbi segni della volontà del torinesi già espressi dalle Associazioni od Enti nostri, si s'"iiio ora aggiunte lo parole nette p precise dello personal ila più in vista di tutti 1 Parliti e di tutto le classi cittadine1. E' un vero plebiscito eli tutta la popolazione elio, dopo un anno e mezzo di regime straordinario reclama che il danno e l'umiliazione inflirto — inrriustampnte e arbitrariamente — a Torino cessino, per far luogo al rispello della legge e al rispetto verso questa seria, co. sciente e polMicamcnte matura popolazione. Ora la cittadinanza, per mezzo delle sue vario organizzazioni c per bocca delle più rappresentativo sue personalità, ha espresso eliiavamoiite l'an\niO suo. Tocca adesso ai po. ieri competenti rendere omaggi" a questa unanime consapevole serena volontà e far cessare uno stato di coso che non è più oltre tollerabile.

Persone citate: Bruno Villabruna, Bruno Vóiabrùnà, Volontà

Luoghi citati: Assisi, Livorno, Torino