Tumulti alla Camera francese durante il dibattito sull'amnistia

Tumulti alla Camera francese durante il dibattito sull'amnistia Tumulti alla Camera francese durante il dibattito sull'amnistia (Serrino fpeciaJe della • Stampa*) Parigi, 3! notte. Per la terza volta 11 progetto di amnistia è tornato innanzi alla Camera, e, tonto per giustificare il suo nome di « legge del perdono » esso ila provocato un pugilato ne.la seduta antimeridiana, quando gli animi non erano ancor tesi nel lungo esercizio di dibattiti spesso veementi. Il presidente appena aperta la seduta dà la parola al comuuisia Berthon, il quale chiede alla Camera di rinviare il dibattito affinchè si possano ottenere, nell'intervallo, le informazioni statistiche necessarie per illuml. narla. A un certo punto ricorda i numerosi errori giudiziari che la Corte di Cassazione aveva riconosciuti, e motte in rilievo il caso di esecuzioni avvenute senza regolare processo, fra le altre quelle dei due tenenti Harduine o Milon. Il deputato repubblicano Balanant interrompe l'oratore per rammentare che questi due ufficiali morendo avevano detto: • E soprattuito, camerati, non fate quello ohe noi abbiamo fatto ». L'Estrema sinietra prorompe in violente in. lerruzioni. Le tavolette sono sbattuto con estrema violenza, mentre epìteti ingiuriosi si incrociano con la Destra e col Centro: socialisti e comunisti appaiono furenti. In piod! al suo banco, il deputato Balanant, approfittando di un momento di calma relativa; intima con voce stentorea a coloro che dall'estrema ingiuriano i generali di tacersi. Un pugilato SI vedte allora il deputato comunista Reynaud, die già varie volle aveva qualificato di assassini i generali, precipitarsi dal suo banco, dirigendosi verso il Balanant, che raggiunge, dopo aver con un orione allontanati aue uscieri che volevano sbarrargli la strada Ma il deputato Balanant, appetta u pie fermo l'avversario al quale, vibra un violetitlssimo pugno tanto da rompergli un dente. Gdi uscieri si precipitano di nuovo verso i due deputati, separandoli, mentre altri colleglli intervengono. Nel frattempo il presidente Painièyè non aveva cessato di scampanellare disperatamente, senza ottenere alcun risultato. Quando la calma, a poco per volta, si ristabilisce nell'emiciclo il presidente dichiara che non vj sarebbe stato più regime parlamentare possibile se i deputati non fossero rimasti mi po' più padroni del loro nervi Il deputato Bonbon, che aveva assistito impassibile dalla tribuna all'iacidc-nte, continua il suo discorso, insistendo eulla necessita delle informazioni che egli chiede, afflncitò la Camera possa farsi un'esatta idea della questione. 1,1 Guardasigilli Renoult respinge la domanda di rinvio ed il Berthon la ritira. Ma. prendendo la parola nella discussione generale egli rifa la storia dslla legge di amnistia e delle condizioni nello quali la discussione del progetto si è svolta. Bammentò che la Camera, se aveva amnistiato Caillaux e Malvy, aveva pure perdonato al Maurras, il quale aveva menata la nota campagna ohe aveva condotto all'accusa formulata contro l'ex presidente del Consiglio e conto l'ex ministro degli interni — E poiane vedo al suo banco Malvy — . prosegue l'oratore — gli dirò ohe quando egli era disgraziato, in esulo, ha avuto per sé tutto le nostre simpatie, mentre dagli uomini come Aristide Briand, che potevano metter fine alle sue pene, non hanno pensato a difenderlo se non dopo l'U maggio. Malvy, voi avete sofferto... Dal suo banco di destra, il generale De Saint Just lo interrompe: — e i soldati fu» cilatl a causa sua non hanno forse sofferto? Un nuovo tumulto, un nuovo scatenamento di urla e dt tavolette sbattute, risponde a questa interruzione. Bistabiiiia la calma, l'on. Delthil, in nome dei radicali socialisti, spiega perchè egli awrebbe votato il testo del senato, senza mutarne una sola virgola, e termina dicendo che egli come i suoi amici, erano lieti di marciare insieme ai socialisti, pure conservando ciascuno il proprio programma. Dopo alcune osservazioni giuridiche formulate dall'on. Hesse. relatore del progetto, il socialista Blum ricorda che l'amnistia a tirava nel programma del suo partito, e spiega per quali ragioni lui ed i suoi amici avessero deciso di aderire al testo del Senato. n Guardaslgiillj, salando a sua volta alla tribuna assicura la Camera della buona volontà del Governo per modificare le cosidette • leggi scellerate > (le leggi promulgate m seguito agli attentati anarchici del ìwwlS3ij, leggi dettate da circostanze speciali e che dovevano essero abrogate. Assicura poi che la reintegrazione dei ferrovieri dovrebbe essere ampia, esprimendo la persuasione che le Compagnie vi avrebbero proceduto nelle tre settimane die intercederanno prima che il Parlamento riprenda i suoi lavori, e soggiunge che, qualora le compagnie non avessero fotte quanto era in loro potere, si sarebbe visto se fosse venuto il momento di costringerle. Chiusa la discussione generale, mentre si sta per passare alla discussione degli articoli, viene presentate un'interpellanza del comunista Marcello Caohin sulle espulsioni di operai stranieri, in risposta al deputato comunista il guardasigilli assicura che il diritto di asilo continuerà ad essere rispettato in Francia, ma che il Governo non poteva in nessun modo ammettere certi eccitamenti. Dopo un'osservazione del socialista Blum sulla necessità di riorganizzare la giurisdizione delle espulsioni che non dovrebbero essere operate per semplice via amministrativa, ma essere sempre basate su fatti precisi, il rinvio dell'interpellanza, chiesto dal Governo è pronunziato dalla Camera con 546 voti contro 26, essendo contrari i soli vola comunisti. Dopo di che la seduta è tolta e rinviata al pomeriggio. 11 testo del Senato approvato Nella seduta pomeridiana poi la Camera ha proceduto alla discussione degli articoli del progetto di amnistia. Un emendamento del deputato Desobliri, tendente a rendere obbligatoria la rointograzioine dei ferrovieri, venne respinto con 536 voti contro 3-4; un altro di Berthon, tendente a ristabilire, a proposito della diserzione e dello spionaggio, le parole: « Quando la dichiarazione di guerra e intervenuta nelle forme legali », parole che il Senato aveva cancellate, è stato respinto con 510 voti contro 35. Finalmente un terzo emendamento di Laffont, per sopprimere la parte del testo, votato dal Sonato, per vietare l'inscrizione dei disertori nelle listo elettorali i, venne respinto con 510 voti contro 33. Tutti gli articoli del progetto vennero cosi votati senza modificazione alcuna. Prima del voto sull'insieme del progetto il deputato Lo 'lTocquer, in nome della sinistra repubblicana democratica, e del repubblicani di sinistra, dichiarò elio egli ed i suoi amii;i avrebbero votato il progetto, date le modificazioni elio il Senato aveva apportate al testo primitivo della Camera. Queste dichiarazione venne accolla dall'Estrema sinistra con grida di: «Abbasso 11 Senato 1 >. In nome del gruppo dell'intesa repubblicana democratica il deputato Lemire dichiarò clic egli pure ed i suoi amici avrebbero votato il progetto, date le disposizioni che contiene per i condannati dall'Alta Corte. Doriot, in nome dei comunisti, rimproverò ai socialisti ed ai radicali che lo interrupero con violenza, di aver rinunziato alle prinpali disposizioni del progetto primitivo della Camera e di aver rinunziato all'amnistia integrai*;. Annunziò che lui ed i suoi amici si sarebbero astenuti. Leone Blum ed I suoi amici socialisti voteranno il progetto. Il deputato dichiarò Infatti di rimanere fedele alle sue Idee, in particclar modo per quel che riguarda la reintegrazione dei ferrovieri. « Ma — soggiunse — abbiamo voluto eviterò Il ritorno di! progetto al Sonato, o contiamo sull'azione del Governo, nel riguardi dello Compagnie, persuasi che «ssa sarà efficace. L'insieme del progetto di amnistia, quale venne votato dal Striato, e stato approvato, dopo controprova, con 3-iO voti contro l"(ì La sedili a continua, polche la Cimerà devo o.-:iii!ir<- questa notte l'ordino del giorno priinci ohe il Governo proceda alla chiusura della celione.

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