Il Trattato italo-tedesco di conciliazione e di arbitrato firmato a Roma

Il Trattato italo-tedesco di conciliazione e di arbitrato firmato a Roma Il Trattato italo-tedesco di conciliazione e di arbitrato firmato a Roma ROMA, 29 notte. La Stefani dirama il seguente conrnrdfcato ufficiale: mOggi alle ore 16 è stato firmato a Palazzo Chigi, nel salone della Vittoria, un trattato di conciliazione e di arbitrato fra l'Italia e la Germania. Per l'Italia ha firmato il Capo del Governo Mussolini: per la Germania il barone Von Neurath, ambasciatore presso il Re d'Italia. Il trattato consta di 16 articoli. In base ad essi le parli contraenti si obbligano a sottoporre a una procedura di conciliazione le controversie cìte sorgessero fra di esse e che non avessero potuto essere risolte in via amichevole con i provvedimenti diplomatici ordinari. A t-al uopo è costituita una Commissione permanente di conciliazione. Qualora la procedura dì conciliazione fallisca, la controversia può essere portata dinanzi ad arbitri o alla Corte permanente di giuttizia internazionale dell'Aia. Il trattato 'determina con precisione le relative procedure, ed ha la durata di dicci anni ». L^importanza di un trattato tra due Nazioni è sempre in funzione d'un elemento realistico e di un elemento ideale. Il primo sta nella portata pratica delie disposizioni Contrattuali fissate a regolamento della particolare materia din esso considerata, il secondo sta nell'intenzione a cui la particolare intesa diplomatica vuole rispondere politicamente. Ora e certo che il docui mento firmato ieri a Palazzo Chigi dall'Italia e dalla Germania risponde, per l'uno e per l'altro elemento, a quell'alto concetto di concreta conciliazione tra gl'interessi nazionali e l'interesse internazionale a cui s'inspira, con chiaro e forte senso della realtà, la politica estera dell'ori. Mussolini. Praticamente, infatti, il trattato italogermanico, stabulando per le eventuali controversie giuridiche tra i due Paesi quella procedura arbitrale che con analoghe intese è già stato adottata da aitie Potenze i— l'Italia e la Germania comprese — costituisce una garanzia per l'avvenire deMe relazioni tra due grandi popoli, la cui amicizia ha un'importanza essenziale per U pacifico sviluppo dei rispettivi interessi economici e sociali. Vinta la guenra, reintegrata nelle sue frontiere naturali, risollevatasi all'altezza dei suoi destini nazionali, l'Italia non poteva non desiderare armonia costante di relazioni vitali anche con la Nazione germanica, che nel cuore dell'Europa costituisce un'entità economica e sociale di prima grandezza. Il trattato di conciliazione e di arbitrato, disponendo l'amichevole risoluzione di quei contrasti che tra due Potenze possono sempre verificarsi per questioni particolari — le quali, anche senza ingenerare yero e proprio conflitto politico, causano talvolta i peggi ani equivoci perturbatori — assicura ai rapporti italo-te deschi una continui'tà e una sicurezza propizie alla migliore cooperazione. E in questo concetto della cooperazione tra due Paesi di fattiva potenza mondiale sta appunto l'altro elemento morale e politico donde il trattato firmato a Roma {assurge a benefica importanza europea. Non solo il trattato tra Roma e Berlino in nulla contraddice o contravviene ai principi fondamentali dell'assetto internazionale stabilito dai trattati di pace, nò in alcun modo contrasta con le alleanze e le amicizie che l'Italia ha con altre Potenze, ima esso ha anzi il merito d'inserire una forza positiva di più nel quadro delle energie pacificatrici, un dato di fatto concreto, tanto preciso e sicuro in quanto particolarmente definito, nel problema della pace europea. L'accordo di Roma non è un contrappeso a Locamo e a Thoiry, bensì ne è un rafforzo, un complemento utile. Italia e Germania, con il loro trattato d'arbitrato, apportano oggi insieme — riconciliate a viso aperto di fronte al mondo che cerca pace — una pietra salda al grande edificio della ricostruzione europea, al quale più eflìcacemente avranno lavorato quelle Potenze che meglio avranno saputo ricercare la fortuna e la sicurezza dei propri interessi nelle intese della coopcrazione internazionale. L'attività dei cantieri mercantili italiani •logiata dal « Daiiy Tetegraph » Londra, notte. L'attività dei cantieri mercantili italiani richiama l'attenzione di un collaboratore tecnico del uallu Tetegraph, il quale informa che, oltre alle navi di considerevole stazza varate negli ultimi mesi, i nostri cantieri stanno costruendone oppure progettandone altre ancora, otto motonavi tra le due. mila e le tremila tonnellate con ampie comodità per il trasporto dei passeggeri, sono state ordinate ad uno stabilimento triestino, mentre il Vulcama, di 24 mila tonnellate, si accinge a fare quelle prove di massima che un'altra grande motonave nuova, il Maria Sanudo, ai ottomila tonnellate, ha testé felicemente compiute. L'informalo!*; accenna inoltre alla motonave Teresa Oderò, essa pure sulle ottomila tonnellate, e conclude: «In complesso, può dirsi che l'industria navale italiana sta godendo un felice periodo di produzione intonsa »• S soccorsi italiani ai terremotati di Durano Roma, 29, notte. Il 27 dicembre la spedizione della Croce Rossa, che era giunta a Durazzo il giorno Innanzi, iniziò con rapidità e con la più grande precisione la costruzione dell'accampamento per i colpiti dal terremoto, in località designata dallo stesse prefetto di Durazzo. L'arrivo in Albania di questa spedizione di soccorso ha destato la più favorevole impressione, sia per la rapidità con ta quale arrivò, sia per il materiate perfetto di cui disponeva. Il prefetto di Durazzo, accompagnato dal direttore delia Croce Rossa albanese si è recato alla Regia Legazione per ordine di S. E. il presidente della Repubblica, per pregare il Barone Aioisi, di trasmettere all'on. Mussolini i sentimenti di riconovoanza dal Governo albanese L'Impressione a Berlino (Servizio speciale della • Stampa •) Berlino, 29, notte. Il posto d'onore spetta, nei giornali della sera, al trattato italo-germanico, del quale essi annunziano la firma a Roma Non occorre dire che — astrazion fatta degli apprezzamenti di qualche organo di parte — l'avvenimento è accolto con generale compiacimento. Sono inoltre riprodotti i giudizi di alcuni dei principali giornali italiani, si riepiloga la storia dei negoziati (svolti dapprima a Berlino tra il nostro ambasciatore conte Aldovrandi Marescotti e il giurista del Ministero degli Esteri dottor Gauss e quindi da questi e dall'on. Scialoja a Ginevra) e 6i danno indicazioni sommarie intorno al contenuto del trattato di arbitrato e di conciliazione. La nota dominante nei commenti (del resto assai sobri) insiste sulla affermazione che il trattato non contiene la minima punta contro alcuna terza Potenza, ma è del tutto conforme nel suo spirito al trattato di Locamo e nelle sue modalità ai precedenti trattati di arbitrato conclusi dalla Germania. Tale insistenza sarebbe superflua se non vi fossero state le polemiche con le quali si cercò da varie parti di attribuire al trattato fini politici speciali oltre a quello evidente ed essenziale di contribuire a mantenere le cordiali relazioni tra l'Italia e la Germania, preparando inoltre la via per una pacifica eliminazione di future possibili cause di conflitto. « n trattato — scrive la « Taegliche Rund¬ schau » — corrisponde, nel suo cordonato, perfettamente al trattati di arbitrato ohe la Germania ha già concluso con una serie di Stati, come ad esempio l'Olanda e la Svizzeira. Esso dunque ha soltanto la portata che hanno codesti trattati di arbitrato, cioè affida il componimento di controversie giuridiche al giudizio — che ha forza obbligante — di un collegio arbitrale, mentre per "le questioni politiche entrambi gli Stati conservano le mani libere. La conclusione del trattato e una conseguenza del patto di Locamo, il quale appunto provede ,i trattoti di arbitraggio. Esso ha tuttavia una speciale Importanza politica giacché vi si può riconoscere un segno soddisfacente del miglioramento delle nostre relazioni con l'Italia. Sotto questo rispetto, la conclusione del presente trattato sarà accolta, in Germania come in Italia, con soddisfazione e con plauso >. Il Berliner Tageblatt riassume il proprio giudizio sul trattato scrivendo: « Non ci si può se non rallegrare della conclusione del trattato, giacché esso anzitutto pone termine ai malintesi italo-germ anici dell'anno scorso e crea una atmosfera nella quale sarà possibile trattare ora con reciproca buona volontà e con pacata Obiettività, gli argomenti che finora sono stati trattati con troppo sentimento e con una certa irritazione ». Parlando poi del ventilato incontro Musso! ini-Stresemann in occasione della firma del presente trattato, il Berliner Tageblatt giudica che dopo tutto è meglio se l'incontro non è avvenuto nel momento presente, in quanto — politicamente — la risonanza di questo fatto avrebbe potuto in qualche altro paese essere sgradevole od eccessiva. L. E. Una nota ufficiosa italiana Roma, 29, notte. Sul trattato italo-tedesco firmato oggi abbiamo una prima nota ufficiosa della Tribuna, la quale scrive: « Il trattato italo-germanico di arbitrato e di conciliazione, intorno al quale si è esercitata la solita oronaca giornalistica straniera, desiderosa di amplificazione e di interpretazioni insidiose — mentre la stampa italiana si dimostra estremamente sobria di notizie e di considerazioni — è un trattato che risponde al suo titolo ed ha la durata di dieci anni. Come è facile immaginare, esso non 6, non può e non vuole essere in contrasto col trattato di Locamo, ma se ne può ritenere invece integrazione, in quanto risponde alle direttive della politica italiana, chiaramente impresse dall'on. Mussolini e che, contro tutte le menzognere diffamazioni socialdemocratiche e massoniche, sono per la risoluzione di molti equivoci del dopo guerra, per il ritorno a relazioni normali quanto chiare, fra i grandi Stati responsabili. Con questo trattato la Germania e l'Italia sottopongono ad una procedura di arbitrato, e cioè di composizione pacifica, tutte le questioni che, indi pendentemente da quelle definite dai trattati esistenti, possano sorgere nelle complesse relazioni fra i due Paesi. Ed è chiaro che la comune decisione di questa procedura ha per premessa il riconoscimento che non esistono questioni pregiudiziali, antitetiche fra i due paesi, e che invece si può contare su una volontà di relazioni amichevoli ». Uno strascico di Landau Le dimissioni di Thyssen dal Comitato franco-germanico (Servizio speciale della • Stampa ■) Berlino, 29, notte. Come sapete, l'incidente di Magonza tra soldati francesi e cittadini tedeschi è stato ridotto n.lle sue proporzioni senza importanza anche da dichiarazioni ufficiali francesi. E' risultato che l'incidente deve attribuirsi ai due soldati che erano ubbriachi, e che non sono stati affatto feriti come si era dapprima detto. Di ciò la stampa germanica si affretta a prendere atto con visibile soddisfazione. Quanto all'episodio di Landau — secondo l'opinione degli elementi moderati più autorevoli — deve ormai considerarsi chiuso. Esso ha tuttavia ancora una eco nelle dimissioni presentate da Fritz Thyssen da membro del comitato di intesa franco-germanico presieduto da Mayrisch, de! quale fanno parte cospicue personalità del mondo economico e della cultura dei due paesi. La Kolnische Zeitung esprime il proprio rincrescimento per il suo ritiro, che può mettere in pericolo l'opera del comitato e soggiunge che anche il caso presente conferma qua! grave colpo abbia dato all'insieme delle relazioni franco-germaniche la sentenza di Landau.