Vecchio caldendario

Vecchio caldendarioVecchio caldendario Ho sul mio scrittoio, fra libri e carte inutili, un vecchio calendario « pei Resi Slati ». Beata epoca quella! 11 - Reprio » s'apriva a Santo Stefano — e la consuetudine è stata ripresa due anni fa — a cura della nobile Società dei Cavalieri. A tale uopo la Società traeva dal suo seno dieci cavalieri i quali prendevano il titolo e facevano l'uffizio di direttori della Società, mentre l'amministrazione tecnica del teatro era affidata alle curo, di altri sette direttori. Cosicché, sommando, erano diciassette direttori al posto ogKidl occupato da un direttore solo. Quando i cronisti scrivono che questi durante la stagione si moltiplica, 6 sottinteso che si moltiplica almeno per diciassette. Nelle sere di rappresentazione c'erano al '« Regio » forse piti direttori che pompieri, perchè il suddetto Calendario mi informa che in quell'anno di grazia il Corpo dei pompieri, detto altrimenti « Compagnia operai guardie del fuoco », non era gran che nume, roso. Lo componevano un capitano, un luogotenente, due sergenti, otto caporali, un trombetta e trenta guardie effettive. Ma erano i tempi in cui s'andava in diligenza. A proposito, non c'era confusione d'orari. Si partiva una volta sola, alle tre del pomeriggio e le linee principali erano Torino, Ciamberì, Genova, Novara. II biglietto per un posto interno per Novara costava 13 lire c 12 lire il posto esterno. Il freddo e il sole erano a carico del viaggiatore. Sì andava a Genova con 30 lire. Per Milano il biglietto costava 31 lira, per Venezia 64,50, per Bologna 57, per Roma 132. Per quei tempi erano prezzi favolosi. Dice una nota pel viaggiatore : « Gli uffizi in questa capitale sono situati in contrada Bogino n. 13. I viaggiatori sono tenuti di mostrare il loro passaporto o foglio di via ». Si pagava con una quantità di monete per cui era necessario un prontuario: doppio da 20 lire, doppie da 40 e da 80, scurii e pezzi da 5, da 3 e da 1 centesimo; eppot quadruple di Genova, 6cudi di Savoia e di Genova. Le pagine sono ingiallite dal tempo, ma si scorrerle si prova una impressione pacata, serena e sembra di vivere in quel tempo di esistenza misurata e parsimoniosa. Penso che l'uomo per non invecchiare dovrebbe circondarsi dì calendari veochi e di fotografie della sua giovane età. Il calendario, insomma, che cosa è? Un'opinione. Certi popoli raddoppiano l'anno. Per altri bastano 365 giorni attuali, e personalmente c'è chi lo trova interminabile e chi troppo breve. Nella vita teatrale si è giunti ad una specie di accomodamento col tempo. Ci sono delle giovani artiste, ad esempio, che non si fanno più fotografare da anni. Si sono fissate sull'ultima posa e successivamente ne fanno tirare delle copie, lìepetita juvant... Cosi tirano avanti, magari sino ai sessant'anni, con quel ritratto giovanile. Al vedere una di queste artiste in fotografìa si esclama con convinzione: — PerbaccoI non invecchia mail Dunque, al tempo. Il mio calendario è vecchio e non cercherò certo di cambiarlo. Mi terrà compagnia durante il nuovo anno e cosi vivrò in un'epoca lontana e beata. E' completo, per quell'epoca. Ecco l'elenco del '* sovrani e principi più ragguardevoli in Europa ». In testa c'è naturalmente il sovrano regnante: Carlo Felice, Re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme, Duca di Savoia, di Genova ecc., con Maria Cristina di Borbone, Infanta delle Due Sicilie, sua consorte, sposata in Palermo il 6 aprile 1807. L'Italia è ancora divisa nel Calendario. A Modena trovo infatti un arciduca di Casa d'Austria, Francesco IV, eziandio duca di Reggio e Mirandola; a Massa Carrara ecco un'altra arciduchessa d'Austria, Maria Beatrice d'Este; invece re delle Due Sicilie è Francesco I e in Toscana Leopoldo li arciduca come sopra. La Diocesi di Torino è la più ragguardevole degli Stati di S. M. e la regge mons. Chiaveroti, torlnes», monaco eremita camaldolese, traslato all'arcivescovado di Torino Il 21 dicembre 1818. L'arcivescovo è pure « cancellarlo » della R. Università, titolo che risale al 1406. Numerosa la Corte di S. M., La Regia Cappella, per esempio, conta un c Grande Limosinare • il reverendo Cacherano di Bricherasio abate Giuseppe e nove limosinieri, un primo cappellano e cerimoniere, Michelotti avv Francesco, diciotto cappellani effettivi e sei onorari oltre a sei chierici di camera. Imponente è il numero dei personaggi della Casa Reale: otto maggiordomi, diciotto « gentiluomini di bocca effettivi » e altrettanti onorari. Numerosi pure gli scudieri e gentiluomini di camera. C'è persino un > Gran maestro della guardaroba di S. M. » che è Perrone di S. Martino di Quarto barone Carlo Francesco, un a Gran cacciatore e gran falconiere » Camera di Salasco colonnello di cavalleria e governatore di Venaria Reale. Comandante degli equipaggi delle Reali Cacicie è il conte Luigi Umolio di Vernier. venerando bisnonno del collega conte Carlo Olivieri di Vernier. Sedici paggi d'onore aveva la Corte: primo paggio del Re il marchese Giambattista Spinola, primo paggio della Regina il marchese Filippo Augusto Paolucci. Penso a questi vispi personaggi, 1 più giovani della Corte, i più graziosi, i più invidiati: a Bernardino di Villamarina, a Carlo A6inari di Bernezzo, ad Emanuele Morozzo della Rocca, ad Alfonso Gazzelli di Rossana. Crebbero alia Corte, furono illustri nelle armi, nelle scienze e nelle amministrazioni pubbliche. Scomparsi anch'essi... Un bel numero di medici, tra effettivi e cnorari ha Casa Reale: ne conto quindici. Il capitolo VI del calendario riguarda le « fame di camera » (traduzione molto libera di « lemme de chambre » ed aiutanti di camera, artisti, musici ed altri ufnzii di Corte. Leggo, e fa piacere, una schiera di artisti al servizio di S. M. Primo pittore è Giambattista Biscarra; pittore di S. M. è Giuseppe Mazzola : pittore di paesi Reviglio Baipassare; pittore dì miniature Luigi Poggiuoli; regio disegnatore di vedute e paesi Giuseppe Bagetti. L'elenco continua coi regi scultori in marmo e in bronzo, coi pittori in ritratti e coi « misuratori dei reali palazzi ». Appartiene alla Corte la « Manifattura delle tappezzerie di alto liccio » (arazzi) e tra gli « apprendizzi » vedo il nome di Paolo Morgari. Curioso è l'elenco dei partecipanti alla sezione musici e suonatori di cappella e di camera Fra i suonatori di violino c'è 11 nome di Pietro Forzano (forse un avo di Giovaccliino Forzano) e tra i tenori, nome fatidico, certo Cane Giuseppe Antonio. Più Cane ài cosi.. n primo violino aveva il titolo di « primo virtuoso della camera di S. M. ». Il personal? di cucina era composto di 25 persone elencate nel capo V t Uffìzi di bocca ». A. quell'epoca il rettorato dell'Università era affidato ad un «magistrato della riforma degli studi» che era il conte G. F. Galeani Nazione di Cocconato. C'era una facoltà anche di Teologia che aveva tra gli altri a professore un pa\1re Tomaso Cilavegna dell'ordine dei predicatori. All'Università era pure annesso un oratorio e tre reverendi erano incaricati dell'anima degli studenti... 11 padre P Bassi monaco cisterciense da Bra era 11 direttore delle congregazioni degli studenti del 3.o. 4.o e 5.o anni di Jet'ge. Adesso gli studenti non soltanto degli ultimi corsi, ma le stesse ■ fetenti » matricole frequentano il Tabarin oppure agli esercizi spirituali preferiscono quelli sportivi. Tutta colpa del Calendario che. pubblicato con licenza del superiori e coi privilegi dalla Stamperia di Giuseppe Pomba, è rimasto al 1828 cioè indietro di cent'anni. ■uà» » i ii ■ Un « Te Deum a> m Duomo La Prefettura comunica: «Sua Altezza Reale il Principe di Piemonte'ha disposto che venerdì 31 corrente alle otre 16 sia cantato ih Duomo un c Te Deum » di ringraziamento di fine d'anno. 1! Prefetto della Provincia Invita i signori senatori e deputati, le autorità civili della citta, le rappresentanze degli Enti patriòttici c- degli Istituti scientifici, di istruzione superiore, inedia ed Inferiore, e di beneficenza ad assistere alla pia funzione lisse prenderanno poeto nella navata centrale della chiesa. Per la cerimonia è prescritto l'abito da visita, yale 11 presente avviso per invito personale »