L'insediamento del Podestà a Torino

L'insediamento del Podestà a Torino L'insediamento del Podestà a Torino Caloroso omaggio di saluto al generale Etna L'aula dove si tenevano lo adunanze del "on-Ofrtio Comunale, cosi assurda nella sua pianta di rettangolo allungato, che obbligava buona parte ilei consiglieri a lettere una posizione torctcollare, e cosi infelice nei suol murressi da topaia, eppure cosi simpatica nella sua bella veste granata con gli «ti Quadri di personaggi storici che la vigilano dalralto, è diventata un po' Il salotto del Comune di Torino, luogo dove la padrona di casa riceve gli Invitati, dove si festeggiano gli amici, dove si onorano tutti quelli die vengono a rendere omaggio all'Augusta Si- Enora. jIeri mattina poi, l'aula è stata addirittura Invasa da un'elettissima folla In occasione dell'insediamento ufficiale del nuovo Pode- sfa, ammiraglio Luigi di ?ambuy. Vi erano 1le principali autorità cittadine, capi di leti- futi, di enti, di associazioni, ufficiali di ogni grado ed arma, i capi servizio degli uffici municipali, ed un folto gruppo di signore, itanto nell'aula come nelle tribune, che con-1feriva grazia all'insieme !Fra gli altri abbiamo notato i senatori !Agnelli, Beria d'Argentina, Ferrerò di Cam-1blano, Cattaneo, Bietola, Gallina Ferraris D.. 'Rebaudengo, Biscaretti, Di Rovàsenda. Orsi. 1i deputati Bagnasco, Cemelli e Pedrazzl, 'S. E. Casoli e barone Torella della Corte d'Appello, S. E. il senatore generale Petittl :di Roreto, S. E. Tiscornla comandante il Cor. jpo d'Armata, il generale Biancardi coman-1dante della Divisione militare, II generale Da |Pozzo dei carabinieri, i generali Cazzerà e iAsinari di Vigliano, Il colonnello Di Robllant isegretario della Federazione provinciale fa-1scista, l'avv. corniti. Bardanzellu e ing Orsi, la Federazione sindacale fascista era ràppre- ìsemata dal comm. Conlglione, 11 presidente jdella Deputazione provinciale gr. uff. Ansel-1il A...». ,i .V ing Martinengo della Magistratura, monsignor Marenco, parecchi consoli della Milizia e numerosi rappresentanti delle istituzioni politiche, economiche e sindacali del Fascio. . Pochi minuti dopo le 10,:+0 fanno il loro ingresso nell'aula, accolti da applausi, il Prefetto gr. uff. generale De Vita, il Commissario prefettizio generale F.tna ed il Podestà. Tutti gli sguardi dei pubblico si appuntano sopra quest'ultimo. II prjmo Podestà di Tonno, pur senza raggiungere la statura del compianto suo genitore, e alto, snello, di aspetto abbastanza giovanile e veste, naturalmente, l'ahito civile. Benché appaia dista¬ li Questore, il capo-compartlmento gr. uff. !Ehrenfreund, il gr. uff. Crosta Curti e |. volto, è evidentissima in lui una certa emo- zione che probabilmente gli deriva dall'lm-ponente adunata di personalità, quanto dal grandissimo onore e peso della carica che sta per assumere. Quando si sta per diventare il primo magistrato di una grande citta come Torino e si porta il nome illustre, e cosi denso di tradizioni civiche, dei DI Sambuy, la somma delle responsabilità è tale da giustificare anche una leggera emozione. Il discorso del generale Etna ' 'Appena cessati gli applausi che hanno sa lutato 1 ingresso di questi personaggi, il generale Etna prende la parola e dice: ■ Eccellenze, Signori li Governo nazionale di Benito Mussolini nella sua potente opera di ricostruzione vuole che il Paese trovi U suo definitivo assestamento e che i cittadini possano dare fervore di iniziative e di opere.con la coscienza che la forza e la giustizia sono unicamente ad servigio della Patria L'istituzione del Podestà risponde a questo concetto informatore dell'i lungimirante politica del Governo e risponde meravigliosa mente alle esigenze dei momento, esigenze che si riassumono, per quanto ha tratto alla amministrazione delia cosa pubblica nel bisogno che gli Istituì' pubblici hanno di una continuità ed unità di principi informativi rispondenti nel modo più sensibile e fedele al pensiero del Capo del Governo. Io 6ono lieto che nell'ufficio da me tenuto oer un periodo di diciotto mesi, in questo posto di onore et ma anche di grandi responsabilità, succeda' come primo rappresentante dedla nuovissima magistratura cittadina l'ammiraglio Luigi di Sambuy, di oui U solo nome illustre è ga. ranzia di rigida, austera e-.i illuminata condotta di governo, dl fede tradizionale ed incrollabile nelle patrie istituzioni. « Illustre Ammiraglio Con sincero compia cimento vi porgo il saluto e l'augurio mio e della cittadinanza- torinese poiché so di ce dere II posto ad un valoroso soldato, ad uri fedele servitore dt*U'i Patria, cui l'animo gagliardo è pari all'importanza e alla gravità della carica alJa qut:le volle chiamarlo l'altissima fiducia del Gipo del Governo. Molti 6ono i problemi che in questo momento occupano l'amministratone cittadina, alcuni dei quali richiedono una sollecita soluzione Nel periodo In cui rossi la civica amministrazione mi attenni roridamente al principio di non deviare giammai dalla linea che la coscienza, la rettitudine, la giustizia mi indicavano e tesi ad una .vola mèta, quella di Indirizzare l'azione amministra'tiva al vero al so'o Interesse dfllla collettività, rifuggendo nel modo più assoluto da ogni decisione che potesse risolversi in favore ai pochi. L'opera compiuta « Le finanze comunali hanno trovato in me posso dirlo con sicura coscienza, un rigido tutore, perchè volli limitare sempre ed eliminare via via quelle spese che non riusiisse'O veramente utili a lutti t cittadini. Le ingenti opere intraprese per la sistemazione delia viabilità, per le fognature, ia Illuminazione 1 istruzione, l'assistenza pubblic-i e per il tali gliorarnento dei servizi in genere, hanno è vero, richieste spese altrettanto ingenti, ma posso con soddisfazione affermare che le condizioni finanziarie del Comune sono veramente buone. • Non poche difficoltà saranno certo da superare, ma esse sono inevitabili di front» al grandioso Impulso di rinnovamento imprèsso allo sviluppo cittadino dai rifiorire veramente meraviglioso delle sue energie e del conseguenti problemi da risolvere A Voi che amate e conoscete la nostra Torino, ritengo superfluo enumerare dettagliatamente i problemi da me affrontati e risolti in mezzo a non poche difficoltà d'ogni natura. Alcuni sono In via di risoluzione, per altri, a lungo studiati e ponderati, sono state poste le basi perchè possano venire favorevoimeiite risolti, ik-posie le armi dopo la vittoria, io dedicai le mie energie di soldato alla nostra Torino nel periodo più agitato della sua storia, ed obbedendo poi alla consegna datami, fui lieto di dedicarle la mia opera, materiata di dura esperienza dei problemi sociali e sostenuta da una incrollabile fede nel suo avvenire. « Forte del lavoro compiuto, con serena coscienza, come soldato e come primo Magistrato, io [tosso offrirvi la certezza che Torino ha intrapreso un cammino di ascesa che linpane incessanti manifestazioni di nuovi bisogni e di relativi provvedimenti, di nuovi servizi e di più moderni mezzi, in rapporto al moto accelerato della sua vita di lavoro e di produzione. Dl qui il sorgere dei problemi inerenti all'edilizia, all'Igiene, alla viabilità, ai mezzi di trasporto, al servizi pubblici che per la loro risoluzione richiedono imponenza di mezzi. I) compito di chi assume lo responsabilità dell'amministrazione cittadina è perciò a6sai arduo, ma io so che Voi, ammiraglio di Sambuy, vi assumete questo compito con animo sereno e sicura visione degli Interessi della grande Torino e che per l'amore che ad essa portate il vostro compito riuscirà meno gravoso. Elogio • saluto ai perdonale < Nei lasciare il mio posto consentite che lo rivolga una parola alla schiera dei funzionari del Comune che dedicano diuturna indefessa e volonterosa opera all'andamento dell'Amministrazione. A tutti io tributo una sincera lode Dai segretario generale gr. uff. Fubini, che con superiore coltura, con energia veramente rara e singolarissima versatilità, sopraituende a tutti i servizi, ai funzionari che per il loro grado e le loro Incombenze sono più vicini al Capo dell'Amministrazione fino a quelli dei gradi più umili, tutti mi hanno sempre ed in ogni occasione coadiuvato con competenza, disciplina e lodevole sentimento del proprio dovere. • Mi è caro segnalare l'alto sentimento del dovere e lo spirito di abnegazione che anima l'intero corpo dei maestri e delle maestre elementari che con encomiabili sentimenti patriottici, educano veramente in modo esemplare oltre 26.000 giovani anime per farne degli onesti, laboriosi cittadini, dei valorosi dllensori della patria e delle buono madri f famiglia. I Corpi firmati ed i loro Coman rtunli sono vein.inente all'altezza del loro compito per ordinamento disciplina e voglio anche dire, pvr spirito 11 sacrificio. DisciplJ nato ed ordinato 11 personale ini^rvlente I dipendenti rintnicipalf. che hanno con abne «razione servito la Patria in guerra, e nel : dopoguerra, con fede nel regime ed alto sen titnento del dovere servono ora la città, me ritano la particolare attenzione del Capo del Comune e sono certo che essi sapranno con- ] milstaraf tutta in stima de' nuovo Magistrato; cittadino. Ne! lasciare 11 mio posto voglio ancora da attesto seygio rivo^re un rin^ra- ziamento alle autorità cittadine che in rap- ! porti sfmpre cordialissimi collaborarono c-on me per il bene della città • Per Torino, io formulo dal profondo del i cuore i voti piiì fervidi di un avvenire di ; Prosperità e di grandezza di cui la fanno deSna la su» storia, la sua tradizione, le sue energie, la sua fedeltà provata ed incorrutti bj'<> Con pensiero di riconoscenza e devo ^one profonda ai Capo del Governo io m.f- fpnno la mia fede illimitata nella sita opera ™ governo e di rigenerazion? del paese che verit- In lui la piti sicura cruda vert=o un av venire di prosperità, di potenza e di gloria, cJon un devoto pensiero al nostro Re, »al no- , 6tro c^po supremo verso il quale ehhimo ; jenora teso il nostro sguardo di comandanti r<?f,*'l nei cimenti delta guerra, io vi conse-, ine>- signor ammiraglio, l'amministrazione d^!a «»à di Torino .. ,VI1B triplice salva di unanimi applausi, lun-1 e™ fd insistenti esprime a! onerale Ftna il 8,'11"to, s™40 e def rente dell'adunanza. E,1 V™ ,a Particolare compostone di questa, rt.1mo?.tra «manto sia stata apprezzata dal'n ««adinanjìa l opera di lui. inspirata sempre £ E'id.ata da tuia rigida rettitudine ed al'n *™?p™ sollecitudine verso gli interessi gene deUa Popolazione. L'insediamento ufficiale Il Prefetto, generale De Vita, che ha dato, ter primo, il sesna'.t degli applausi di saluto al generale F.tna, prende a parlare a sua volta Fgìi dice: « Non è senza una profonda commozione che io prendo la parola, per la prima volta in Torino ed in questa sunerba sala del palazzo di Città in cui si addensano i ricordi di secolari tradizioni e di vicende sempre gloriose, per compiere un rito solenne, quale quello dell'insediamento del Podenlà, voluto dalla nuova Iesrge. Con la estensione a tutti ' Comuni del Regno dell'Istituto Podestarile, vcnPono a raggiungersi completamente le fi nalilà che 11 Governo naziona'e si è proposto promuovendo la radicale riforma degli ordinamenti locali. Finalità che si possono cosi riassumere: Trasfusione di energie nuove nella vita dei Comuni, sostituendo alla rappresentanza elettiva un organo d! nomina Ragia, che garantisca un potere stnhile e sicuro e richiami l'attività municipale alla concezione concreta degli interessi pubblici- Finalità queste che si erano completarnente perdute con la rappresentanza elettiva, in quanto essa era diventata una meni espressione di parte che, nell'Amministrazione. LI più delle volte, prescindeva dagli interessi della collettività. Si era quindi completamenle svisato e sfiguralo il concetto del Comune, si che l'i sonito aveva perduto quindi !e sue tradizioni gloriose e, nella sua estrema fase di deca- "in- ?enza'uf?1!.n^clì lncne dl sommergere 1 v Nozione. « La riforma, che è tra le piti ardite e coraggiose tra quelle finora attuate dal Governo nazionale, cosi come ha già dato ottimi risultati per i piccoli comuni, non potrà non darne degli altrettanto ottimi per quelli maggiori, e specie per le grandi città dove la vita si svolge con un ritmo cosi accelerato la non consentire oltre l perditempo cui davano ' luogo ie logomachie delle istituzioni elettive l a e e i Ma perchè U nuovo istituto possa pienamente rispondere ai suoi scopi è essenziale che la carica venga conferita a persona che sia veramente a.H'aJtezza del grave compito che a lei si affida. E per Torino la scelta è stata veramente felice. « L'ammiraglio Luigi di Sambuy, alle glorie da lui conquistate sul mare con una vita di cimenti spesso ignorati ma sempre di esemplare valore, unisce le tradizioni del padre, Il compianto conte Ernesto di Sambuy, che Torino ricorda con venerazione e gratitudine per il grande Impulso che quella nobile figura di gran signore seppe dare a tutte quelle opere che in brevi anni porta rono questa vostra superba Torino al primo posto fra le metropoli d'Italia, per modernità di edilizia, grandiosità dl vie. pubblici giardini, numerose istituzioni di assistenza cittadine, non trascurando — colla sua fe conda e geniale attività - di penare lineile basi die dovevano fare della laboriosa ed ordinata sua città natale uno dei principali centri industriali del Regno. L'ammiraglio Di Sambuy porta con sè il retaggio delle virtù [interne- solcando i mari, ecli ha sempre seguita la vicenda della sua Torino, l'ha vissuta sempre anche da lontano con amore di figlio, ma forse anche perchè presago dl doverne un giorno impugnare il timone e. colla stessa mano ferma che aveva su ciucilo della sua nave possente, condurla, Iti uno colle altre sorelle italiane, verso quei più luminqsi destini che faranno della Patria nostra la grande Nazione che l'anima ardente, la volontà tenace ed il multiforme -runio del Duce stanno forgiando con romana concezione. « Noi, Illustre Ammiraglio, guardiamo a Lei con ogni fiducia e con ogni migliore speranza per la grandezza di Torino Klla riceve dalle mani di Si E 11 Oenerale Etna la consegna della Civica Azienda alla quale egli ha dedicato per oltre 18 mesi tutta la parte migliore della sua mefite della sua for te intelligenza e del suo grande cuore di figlio di questo eroico Piemonte Soldato, egli le passa la consegna colla semplicità che gli è propria, ma con l'intimo giustificato or goglio di aver compiuto tutto ed intero il proprio dovere, lo. a nome ilei Governo Na zionale, ito l'onore dl ringraziare S. E. il Generate Ktna per questo suo servigio reso al l'asse e che egli ha cosi nubilmente e fedelmente compiuto. E sono certo di Inter pretare il pensiero dl Torino se a lui rivolgo i più vivi sensi di grazie anche a nome dell'intera cittadinanza. « Ed ora, illustre Ammiraglio conte Luigi dl Sambuy. In nome ili S. M. il Re io la dichiaro legalmente insediato nella curiui di Podestà di Torino ». Vive generali approvazioni accolgono la formula conclusiva che insedia II Podestà nell'alta sua carica. Salutato da un cordiale applauso dall'assemblea, il Podestà passa al posto d'unore cedutogli, con una calorosa stretta di mano, dal generale Etna e, rispondendo al Preietto, pronuncia ÌJ seguente discorso: il discorso del Podestà « Signor Prefetto, commosso è il mio spirito nella celebrazione di questo rao che maggiormente perfeziona un periodo storico della nostra Italia, al pensiero che in questa stessa aula è vivo in questo momento fra di noi il ricordo di mio padre, che sindaco e Cd-nsigliete Comunale, non è mai stato dimenticato dalla riconoscenza dei niiel concittadini. Il mio cuore rallenterebbe i suoi palpiti per il grave compito che assumo, se non sentissi che l'anima eletta di Lui mi propiziéra la protezione della Provvidenza. « E rito storico è questo, perchè solo un Genio degno delia Stona poteva trarre dai secoli più lontani, dal Municipio Romano attraverso ai Convitili medioevali, la nuova forma delie Amministrazioni comunali dirette dalla autorità podestarile. - - • U preconrere 1 lampi è sensibilità e gesto da Genio. La democrazia è morta, ed Q suo ricordo è una malinconica rimembranza di gente che ha una paura preconcetta di qualunque riforma, o che, invecchiando anzitempo, ha perduto la sensibilità o meglio fìnge di non sentire che la democrazia, per una degenerazione progressiva, non rappresentava più una forma ideale di governo, ma 60lo uno strumento di sfruttamento del popolo, una demagogia ributtante E il popolo si ribellò I E la marcia su Roma segno la nuova tappa che chiuse definitivamente il periodo dell'ignavia per Iniziare ti periodo delia fronte alta nell'ordine, nella disciplina, nel lavoro. « Non più nello Stato repubblichette che dilapidando il patrimonio morale delle cittadinanze ne dilapidavano anche il risparmio, tramando contro lo stato che non era più sovra.no, ma asservito. Oggi è 11 ritorno allo Stato sovrano, che, conscio delle sue responsabilità citi vanti a Dio ed agli uomini, forte del suo sapere e dei suo potere, vuole che il popolo, ritornalo alla sua ragione, ìia retro nei Comunri da amministrazioni che nell'ordine gerarchico siano fedeli alle iat-ituz-ioni fondamentali dello Stato civile, e gelosi custodi del bene pubblico, morale e materiale, servatio il popolo nel perfetto ossequilo alle ìcuui. " So di poter contare sullo zelo sulla abnegaalóme, sul patriottismo ed anche sui sacrificio dei funzionari e dipendenti comunali, e le mìe maggiori responsabilità saranno alleviate dal parere della Consulta prevista dalla nuova lec-'ge, della quale faranno parte cittadini integerrimi e di alto valore tecnico, che saranno di prezioso ausilio alle delibera rioni del Podestà. • In assoluta obbedienza al Capo del Governo la nostra opera sarà da voi tutelata, signor Prefetto, in uno spirito comune di devozione al regime fascista ed allo Stato sovrnnn. • Concittadini I n mio saluto deferente giunga gradito a S. E. il generale F.tna la cui opera in Torino quali Commissario prefettizio è degna della vostra riconoscenza. Raccog'ietevi intorno a me per innalzare un devoto inno di amore a questa nostra città natia, bella nella nostra bellissima Italia, sempre fedele ai suoi principi monarchici, orcogiiosa di ospitare l'Fxede al Trono, e che neBn sua ammirevole operosità prepara un awpnire sempre plrt degno del suo glorioso passato. « Signor Pre-tetto. Mi permetta infine V. E. di darle il benvenuto a Torino che certamente apprezzerà in lei, valente generale, tutte le belle qualità che la distinsero nelle altre Prefetture a lei affidate dal Capo del Governo e di ringraziarla per le 'nsinghiero parole colie quali ha voluto presentare il primo Podestà alla città di Torino, per la quale 11 mio affetto profondo e devoto s1 è accresciuto cogli anni e si è ingrandito durante le lunghe crociere sul mare dove l'orizzonte t- un lim'tn soltanto per l'occhio, ma dove è infinito nell'animo del marinaro il sogno d'amore per il luogo natio e di grandezza per la Patria lontana I • Al Duce meraviglioso che il mondo ci invidia giunga gradito il nostro saluto d1 ammirazione per aver dà darto all'Italia la dignità della vita nel mondo e agli italiani la dignità di sè stessi. VIvr il Rei ». Tutti i presenti si associano al grido, ripetendolo, accompagnato da battimani. Quindi a siuTi'flcare il termine della cerimonia, 11 Prefetto protende il oracelo nel saluto fascista con un lieve Inchino del capo. E l'aula si sfolla. ppr l'occasione II palazzo civico era stato ornato con signorile profusione di piante decorative. Drappelli di guardie civiche, di pompieri o dazieri in grande uniforme rendevano oli onori. DI fuori, nella piazza una discreta folla assistette allo sfilare delle autorità. I telegrammi di omaggio del Podestà Nell'atto di assumere la sua carica, 11 Podestà Ammiraglio L. di Sambuy, ha diramato i seguenti telegrammi di omaggio : • S E. Gen Cittadini, Lo Aiutante di campo Generale di S. M. il Re. — Assumendo oggi carica di Podestà di Torino, mio primo pensiero devoto si rivolge aliti Maestà del Re formulando l'augurio che Torino che della Casa di Savoia ha vissuto tutta la gloriosa storia possa continuare le sue tradizioni di nobiltà nelle sue opere future per il bene della Patria e del Re •. < S. A. B. ti Principe di Piemonte. — V. AR. si degni gradire dal primo Podestà della Città di Torino l'espressione della sua profonda devozione e l'orgoglio della cittadinanza che ognora esalta in V. A. R. il suo. amore per la Casa Savoia ». « S. A. R. il nuca d'Aosta. — A V. A. R. che invitto condottiero in traerra prepara nella sua Torino boriose opere di pace, giunga deferente omaggio devozione dal Podestà. Torino nei lavoro prepara un avvenire degno delle sue nobilissima tradizioni ». « S. A R il Principe Tomaso dt Savoia Duca di Genova. — Memore essere stato agli ordini di V. A. R. all'inizio della mia carriera marinara porgo V A R. e Ducale famiglia devotissimo mio omaggio ■. • Eccellenza Primo Ministro Cavaliere Benlto Mussolini. — Insediato oggi nella carica da Vostra Eccellenza affidatami mi sarà guida nell'arduo compito la mia profonda fede nel Regime e conforto il pensiero che Torino non sarà a nessuna seconda nel realizzare gli altissimi ideali dal Duce luminosamente segnati per la fortuna d'Italia ». ■i Colonnello Di Robilant, Segretario politico provinciale del Fascio. — Insediato Podestà della nostra amata Torino porgo' a V. S il mio saluto fascista sicuro che la stessa fede e la comunanza di intenti assicurerà a Torino In avvenire la nobiltà delie sue tradizioni Viva il Duce i. « Sua Eccellenza ti Cavaliere Paolo Bosetti. — Torino che ammira In Voi, esemplo di cittadino e dl patriota, lo spirito giovanile dei tempi nuovi vuole che 11 suo primo Podestà le presenti con tutta deferenzn I] saluto *ornano simbolo della volontà degli italiani di riacquistare co! disciplinato lavoro la grandezza di Roma immortale ». • Commendatore Arnaldo Mussolini, • Popolo d Italia ». — A Voi che seguendo la luminosa scia del Duce nella stampa educatrice del popolo combattete la bella battaglia per '.a tutela dulia sua dignità nel mondo giunga gradito il mio saluto fascista» . Professore Del Giudice. Segretario provinciale Sindacati fascisti — Col mio saluto fa scista esprimo vivissima fiducia che sotto la guida di V. S. Torino operosa troverà crescente benessere nel suo lavoro fecondo ». Il manifesto alla cittadinanza Il Podestà ha pubblicato il seguente manifesto : « Concittadini I Per decreto di S. M. ti Re assumo la carica di Podestà di Torino. L alto ufficio affidatomi dalla benevolenza e dalla fiducia del Lapo del Governo e Duce del Fascismo, impone doveri e responsabilità che io assumo con fede e coscienza di fascista di soldato e di cittadino. MI assista iddio « L'orgoglio di essere Italiano, la fierezza di essere torinese, la devozione alla nostra amala Monarchia, la fede incrollabile nel Regime, siano sempre presenti al nostro spi rito perché ti lavoro di ciascuno, anche a costo di sacrifici individuali, faccia una sacra unione di forze per il raggiungimento di quegli ideali ctie il genio del Duce ha segnato per il henessere comune per Torino e per l'iltalia più belle e più grandi. • Solo cosi la nostra cara Torino proseguirà felicemente nella sua millenaria civiltà, esempio di operosità feconda, inqua drata nell'ordine e nella disciplina, stabilmente. Viva il Re! ». II Podestà Di Sambuy inaugura la Mostra dell'ufficio La prima cerimonia pubblica a cui interverrà il Podestà ieri insediato, sarà la inaugurazione della La Mostra dell'organizzazione dell'Ufficio, che avrà luogo dal 26 corrente al 2 gennaio, nel salone dell'Istituto Industriale in via Rossini 18. La cerimonia inaugurate si svolgerà alla Camera di commercio domattina alle 10,30. Subito dopo la Mostra sarà aperta. Una lettera dell'on. Boldo Da Napoli, eoa preghiera di pubblicalione, Loti. Boldo ci invia la seguente lettera: • Alcuni giornali commentando la preposta dell'on. Starace, piroposta tendente a radiare dalla Camera quei deputati che wnn stati aspubn dal p. N. F. per Indegnità morsi*, hanno incluso tra gli altri il mio uotue. Prego dl voler prendenti io di riucaia mia riiehiararione, che non teme smentita le non sono mal «tato espulso dal Par tlto. Ho ras&ettnato le dimUslont alla One del «ennaio iwìi per dissenni sorti nel lascmmo aleeauidi'in«>. e la Conuniwlon« «secutlva dal p s F prendendone afo. • mi conildsrava fuori dei P N. F. », cosi come risulta dal comunicato aouano «ut giornali del 4 febbraio Per guanto poi ti riferisce all'accusa fattami di aver Ormato cóme sindaco, bilanci falsi della Società Aiteae-Moafar rina dl Tramvle, ho la certezza che U magistrato noa potrà che riconoscere l'onestà o la correttezza che mi sono semr~\ state di norma nella riti pubblica e prlrata ».