Il feroce aggressore dell'ufficiale in treno è un giovane meccanico disoccupato

Il feroce aggressore dell'ufficiale in treno è un giovane meccanico disoccupato Il feroce aggressore dell'ufficiale in treno è un giovane meccanico disoccupato ta confessione: « Lo credevo un ricco inglese Pareva una cosa facile — Due pugnalate » » Il ferito migliora sensibilmente Napoli, 20, sera. Nel pomeriggio di oggi è giunta notizia che e 6tato arrestato 13 feroce aggressore dal maggiore Giuseppe Pomarci, fuggito per le campagna dopo avene commesso il delitto sul treno. Come è già stato riferito iì maggiore Pomarci, di 33 anni da Anzi, è stato vittima di una paurosa avventura. Egli era giunto da Roma l'altra sera e qui aveva preso il treno della Basilicata per recarsi a trascorrere una licenza ad Anzi. Aveva pieso posto in una vettura di seconda classe in compagaia di un suo fidato mastino. Portava un bagaglio e due cuscinà. Dopo la stazione di Salerno, rimasto solo nello scompartimento, si addormentava. Ad un tratto fu svegliato di soprassalto da un forte pugno alla goda. SU trovo di fronte un giovane, di altezza regolare, di aspetto e vestiti eleganti, senza gìlet e con una sciarpa scura avvolta ai callo. Il Pomarci portò la mano alla gola e la ritrasse grondante di sangue. Si avventò allora contro lo sconosciuto, impegnando una viva lotta cui partecipò anche iì suo mastino. Il giovane però riuscì a liberarsi dalla stretta ed aperto lo sportello si lanciò nel vuoto. 11 fatto era avvenuto poco dopo la stazione di Battipaglia. Non appena saputa la notizia dell'aggressione e del ferimento del maggiore la Stazione dei reali carabinieri di Battipaglia trasmetteva a tutte le Questure e a tutte le Sezioni di carabinieri un fonogramma, per l'arresto dell'aggressore. Si sapeva che questi 6i era precipitato dal treno in un momento che :1 convoglio rallentava e che si era rialzato, allontanandosi zoppicante: non poteva quindi essere molto lontano. Bisognava perlustrare le campagne circostanti. Do facchino intelligente Intanto, verso le 9, circa sei ore dopo il delitto, un giovane dell'apparente etn di 22 anni, 6i presentava allo sportello dei biglietti della Stazione di Battipaglia, e chiedeva un biglietto di terza classe per Salerno. Ti giovane, avuto 11 biglietto, passeggiava lungo il montatoio per aspettare il treno, allorché si fermo su di lui l'attenzione del facchino della Stazione, certo Nicola Farina. Il Farina Stette un momento a guardare il viaggiatore, che vestiva un abito • sport », con calze di seta, e giacca di stoffa abbas'mza elegante: ma l'aspetto del quale contrastava molto con gli abiti. La giacca era sporca, un po' stracciata: ed egli inoltre aveva echimosi al viso, e la mano destra fasciata alla meglio con un fazzoletto. L'individuo camminava un po' zoppicante, come gli facessero male le ginocchia. Il facchino notò tutto ciò; ed un po' Insospettito, ed un po' semplicemente per soddisfare a una sua curiosità, si avvicinò al giovane, e gli chiese rome si fosse ridotto in quel modo L'individuo guardò diffidente il facchino; e, dopo un istante di esitazione, raccontò che. figlio di un ferroviere, doveva recarsi per certi suoi affari da Nanoli a Salerno: quando, giunto nelle vicinanze di Battipaglia, era stato assalito sulla strada provinciale mentre era in biroccino, da quattro malfattori che !o avevano bastonato e depredato del portafogli e del biroccino, lasciandolo solo in mezzo alla strada. Riavutosi un po' dalla sorpresa, aveva fatto a piedi 0 resto della strada ed era venuto a raggiungere la Stazione di Battipaglia, per proseguire per Salerno, n facchino non credette al racconto, e poiché subodorò qualche cosa di grave nella strana avventura dello sconosciuto, avvicinato 11 maresciallo dei carabinieri di Battipaglia, Villani, lo fermò e gli raccontò tutto. D. maresciallo, c-on' alcuni militi: fermò subito lo strano viaggiatore e lo interrogò. Il giovane ripeteva a] maresciallo la storia dell'aggressione, me con oualchc contraddizione, subito rilevata dal Farina. Messo in sospetto il maresciallo ingiungeva al giovane di eegralrlo all'ufficio di P S. D < dèmone » del furto In caserma il giovane era sottoposto ad interrogatorio dal capitano dei carabinieri cav. Pranzone Intanto da Napoli giungeva il conuEissario Mancini per le indagini inerenti alla aggressione del maggiore Pomari. L'in terrosa tori j o>j giovane viaggiatore fu stringente e implacabile. Egli cadde in parecchie contraddizioni, cambiando perfino le proprie generalità. SI sapeva frattanto l'esito delle Indagini subito ordinate da! capitano Pranzone sull'aggressione denunciata dal giovane, aggressione die era riconosciuta inverosimile. Il viaggiatore aveva evidentem stmnppfrte mentito ed aveva finto una aggressione per nascondere qualche cosa di più grave. Se ne traeva perciò la conseguenza logica jhe lo strano viaggiatore, falso aggredito, potesse essere l'aggressore del povero maggiore. Il giovane fu interrogato di nuovo e gli furono contestate tutte le contraddizioni nelle quali era caduto. Gli fu detto delle indagini fatte e che smentivano tutto quanto egli aveva raccontato. Dapprima egli tentò tergiversare e volle cercate delle scappatoie: ma poi fini per confessare, qualitUandosl certo Carlo Pizzano di 21 anno, nato a Potenza, domiciliato a Napoli in via Vasto, operaio meccanico disoccupato, privo di mezzi ài Irecava a Salerno da alcuni amici .per trova[?._15yoro- Per avere un aiuto pecuniario quando nel passare dal suo posto di terza elasse in un altro scompartimento vide un signore disteso sul divano in una vettura di pnmaclasse. Il signore sonnecchiava: aveva i aspetto di un Inglese, vestito irreprensibsl-mente. Aveva a portata di mano il fodero .li un fucile : nella reticella era un ricco ed elegante bagaglio. Il giovane fu preso ad un tratto dal demone del furto; gli sembrò che gli dovesse essere cosa facile depredare il ricco inglese, che non era che il maggiore romaici. Allora si avvicinò, allungò una mano: stava per raggiungere la tasca interna nella giacca del dormiente, quando questi si sveglio e con un rapido e agilissimo salto fu in piedi. Incominciò fra i due una colluttazione: 1 due si acciuffarono, ma quasi subito il Pizzano tentò di fuggire. Il maggiore Pomarci tentò di trattenerlo. Vistosi a mai partito il Pizzano estrasse U pugnale e ferì due volte il maggiore. Intanto qualcuno iveva dovuto tirare il camipanello di allarme, poiché il treno rallentava. Dee cani contro il delinquente Il maggiore era caduto riverso sul Uvano ed aveva allentato la stretta. L'assassino poto aprire lo sportello e gettarsi a terra. Si rialzò subito e fuggi. Senti delle voci che gridavano: — Arresta, arrestai Riuscì tuttavia a nascondersi. Il Pizzano ha soggiunto di essere stato spinto all'atto delittuoso dalla 6ua indigenza. Da parecchio lernpo disoccupato, era giunto agii estremi; non sapeva più che cosa fare. Disse di avere agite in un momento di follia. Quando gii si rivelò che il ferito era un valoroso maggiore di aviazione, egli si mostrò molto :on uanaio, assicurando che se il maggiore domarci fosse stato In divisa egli non lo avrebbe colpivo, perchè ha una vera venerazione per l'Esercito. Non avaetobe mai compiuto un gesto inconsideiaio contro un militare. In giornata il Pizzano è stato tradotto a Napoli, per essere riuciiiuso nelle carceri di Poggioreale. Le condizioni del maggiore Pomarci, ricoverato all'Ospedale dei Pellegrini, e oggetto delle più amorevoli cure, da parte degli ottimi sanitari del pio luogo, pure permanendo gravi (il valoroso ufficiale infatti è stato quasi sgozzato), migliorano sensibilmente. Stamane egli ha potuto essere interrogato ed ha raccontato la sua triste av ventura, dicendo che si era assopito quando sentì un colpo di pugnale alia gola. Fece appena in tempo a balzare in piedi e lo raggiunse un secondo colpo. Benché ferito gravemente, il maggiore Pomarci, che è di statura erculea, balzato in piedi e vincendo il dolore, agguantò l'assassino e impegno una feroce, terribile colluttazione. Intanto un colonnello di artiglieria dallo scompartimento vicino, udendo le grida e il rumore della colluttazione, per prima cosa tirò il campanello d'allarme, poi accorse nello scompartimento dal quale provenivano le grida. Tutto il treno era in subbuglio. Un grosso mastino, che il maggiore Pomarci aveva con se. si era lanciato contro l'agpressore, mentre un altro cane di un altro viaggiatore, 6i lanciava anch'esso contro il Pizzano Al segnale di allarme 11 treno aveva rallentato la sua corsa e l'aggressore, con un ultimo, disperato sforzo, riusciva a liberarsi dai cani, che lo assalivano e dai viaggiatori, die cercavano di trattenerlo, e si lanciava dal treno ancora in corsa. Ma la sua audacissima fuga, come s'è visto, doveva essere di breve durata. 11 maggiore Pomarci era vire-comandante del Koige. prima che questo passasse al comando del gen. Nobile e prectearaente durante il periodo in cui 11 dir'cibile e-egul il volo di orovi prima di partire per Osto. E' stato poi comandante in seconda del dirigibile che venne a Napoli a l'arrivo di Nobile e che. per le ava'ie subite, si pe-dette nel golfo di Gaeta Attualmente è comandante del dirigibile Esperla. E' stato un valoroso combattente ed è passato alla aero¬ nautica da genio militare.

Persone citate: Carlo Pizzano, Farina, Giuseppe Pomarci, Mancini, Nicola Farina, Nobile, Villani