Il diamante rosa in una mela

Il diamante rosa in una mela Il diamante rosa in una mela Lo stupefacente ritrovamento del «Gran Condé », il famoso gioiello rubato al museo di Chantilly - La cameriera golosa nella camera dell'alsaziano — L'arresto dei due ladri e la confessione del comodo furto. (Servizio speciale della (Stampai) Parigi, 20, notte. Una sega, qualche metro di corda, due scale, tali erano gli Indizi lasciati dagli audaci ladri che nella notte dal 10 ali'll ottobre u. $. avevano metodicamente saccheggiato le saie del museo di Chantilly, impadronendosi — tra altri gioielli — del famoso diamante rosa conosciuto sotto il nome di « Gran Condè ». La pesta? Due solchi che partivano in direzione di Parigi; e, per aggravare le difficolti, delle ricerche, l'impressione che i banditi non facessero parte di una combriccola di ladri specializzati in questo genere di furti. L'inchiesta iniziata dalla polizia non aveva fatto alcun progresso ed ormai si disperava di venire a capo della faccenda. Ma il caso, questo prezioso ausiliario dei poliziotti, doveva ancora una volta dimostrare di essere ti migliore dei loro collaboratori, ed ecco in quali circostanze comico-romanzesche la Sùretè Generale potè mettere le mani addosso ai due autori del clamoroso furto. Il pome., al detta Sabato mattina Leone Kauffer, un alsaziano originario di GrosviUer e da qualche tempo dimorante all'Hotel Metropol sul boulevard Strasburgo, lasciava l'albergo, abbandonando la camera nel massimo disordine, dell'andartene, egli dichiarava alla proprietaria che si sarebbe assentato per 24 ore. Soltanto ieri mattina, quindi, la cameriera si recò a mettere in ordine la stanza. Vari oggetti erano per terra e la ragazza volle rimetterli nella valigia del locatario. Aprì quindi la valigia, da cui cadde a terra una magnifica mela. La ragazza la raccolse e, lasciandosi vincere dalla gola, cominciò a mangiarla. - Afa ad un tratto gettò un grido. Essa aveva morso lin corpo durissimo, che le aveva quasi spezzati gli incisivi. Un momento dopo essa scopriva qualcosa che a lei parve un pezzo di vetro roseo, profondamente incastrato nella mela. Era invece una pietra preziosa. E' facile immaginare la sua meraviglia, e quella della padrona alla quale la cameriera portò subilo la strana mela. Quale poteva essere il valore della pietra preziosa, che il Kauffer aveva con tanta cura nascosta in una mela, in un nascondiglio cioè in cui era evidentemente difficile — a meno di un caso provvidenziale come quello verificatosi — scoprirne l'esistenza? La padrona dell'albergo, la signora Potomièe, telefonò immediatamente al commissario speciale della stazione del fiord, signor Laurent, pregandolo di venire subito ad esaminare la pietra. Dieci minuti dopo il magistrato giungeva c, proceduto ad un rapido esame, dichiarava sorpreso: — Questa pietra è meravigliosa, deve essere ti famoso diamante rosa! Il ladre ed il suo eomplloe Posta con ogni cura la pietra nel. portafogli, il commissario si recò immediatamente alla SHreté Generale, dove convennero il ministro degli Interni Sarraut e il segretario generale Chiappe, ai quali fu mostrato il prezioso e raccontata la sorprendente vicenda del suo ritrovamento. Vennero subito date disposizioni per l'arresto del Kauffer. Due ispettori principali si recarono subito all'albergo « Metropol » dove il Kauffer era allora allora rientralo. Egli si trovava nella sua camera quando i poliziotti entrarono e lo scorsero che slava frugando tra la sua roba. — Che cosa cercate? — domandò a bruciapelo uno degli ispettori. — Una camicia... — rispose dopo breve esitazione il Kauffer. — O piuttosto una mela?... A queste parole il Kauffer diventò pallido come un morto e per poco non svenne. Ma questa debolezza non durò che pochi secondi soltanto. Ritrovato u suo sangue freddo, egli riprese : , — Dal momento che sapete ogni cosa, è tnutile negare-, cercavo infatti una mela nella quale avevo nascosto il diamante rosa, che io e Scuter abbiamo rubato a Chantilly. Era la confessione formale; era la conferma che il diamante trovato nella mela era proprio il • Gran Condè ». 71 Kauffer fu subito condotto alla Silreté Generale dove non tardò a raggiungerlo lo chauffeur Emilio Souter, che egli aveva designato come suo complice e che fu agguantato un'ora dopo dagli ispettori di polizia che tacevano buona guardia al ■ Metropol ». Cugino del Kaufler, dell'età di 21 anno, il Souter è pure un alsaziano. Incorporato nell'aviazione al Marocco e liberato da qualche mese, egli va soggetto di frequente ad accessi di epilessia, che ne fanno un • minus ha bens » posto alla completa dipendenza del Kauffer. Questi io dominava completamente, non tollerava da lui nessuna obiezione, ne riduceva con la forza qualsiasi velleità di resistenza. Il tari* e la fteeada della retartlta Era stato appunto il Kauffer che, in occasione di una visita al castello di Chantilly, dove, ti era reso, conto delia facilità di acces- io, aveva avuta l'idea del furto. 1 due, dopo aver comperato una sega a Parigi, avevano nella serata del 12 ottobre preso il treno, che li condusse a CliantiUy verso le 18. Alla stazione del campo di corse si erano muniti di scale, ma queste erano talmente pesanti che parecchie volte il Souter, sentendosi venir meno le forze, protestò di voler abbandonare l'impresa. Ma sotto le minacce di Kauffer dovette continuare. E fu lui che dovette tagliare con la sega una delle imposte dette finestre e scassinare la vetrina per impadronirsi del diamante rosa e degli altri oggetti preziosi, lì. Kauffer si era limitato a fare la guardia. Solo alle i del mattino, in possesso di quel prezioso bottino, i due abbandonarono quei luoghi e ritornarono a Parigi senza essere molestati. Immediatamente, il Kauffer si pose alla ricerca di un acquirente, che gli apparve in una donna, certa Maria Havransart, una aioielliera stabilita nel boulevard di Strasburgo. La gioielliera dichiarò anzitutto al Kauffer che dei diamante rosa non voleva occuparsene ritenendo che la vendita di esso era impossibile ; e in quanto al resto, essa staccò le pietre preziose dal cingoli oggetti, consigliò al Kauffer di gettare nella Senna — ciò che egli fece — quelli la cui vendita avrebbe potuto riuscire pericolosa e fece fondere le montature d'oro. Questa operazione produsse una somma di 25.000 franchi, che il Kauffer, il 17 ottobre, portò alla sua amante, certa Eugenia De Curly, una ragazza di 20 anni, che abita a Strasburgo dove essa è stata arrestata xtamatlina, quantunque abbia protestato energicamente ia sua buona tede, affermando di ignorare l'origine delittuosa del denaro. In quanto alle pietre preziose, la Havransart, per mezzo di un antiquario abitante in via San Giorgio, certo Giacobbe Goldenrat, di origine polacca, che si fece garante, riusci a venderle ad un onorevole commerciante. Questi fece qualche obiezione, poiché il taglio antico delle pietre preziose gli aveva fatto nascere qualche sospetto. Ma il Goldenrat gli assicurò che provenivano da una eredità di famiglia e l'affare fu trattato per 30.000 franchi. Poco dopo, a sua volta, questo acquirente rivendeva le pietre preziose a un suo collega, che gliele pagò 40.000 franchi. L'acquisto venne fatto in buona fede e oggi stesso, informato dell'accaduto, il gioielliere ha restituito la lotatilà dei gioielli. Ma — secondo il Kauffer — manca ancora una pietra preziosa di 14 carati venduta ad un altro gioielliere, che sarà senza dubbio identificalo. Il giudice istruttore di Compiègne, messo al corrente dei risultati dell'inchiesta, ha emesso quattro mandati di cattura-, contro il Kauffer, il Souter, VHavransart e l'antiquario Goldenrat, che saranno messi tra breve a sua disposizione. L'arresto dell'amante 71 Souter e il Kauffer hanno trascorso la giornata nei locali della Sùreté Generale dove sono stali a lungo interrogati. Il Souter, dopo il suo interrogatorio, colto da una crisi violenta di epilessia, è stato accompagnato alla infcrmeria del Deposito. Nella serata si parlava di un nuovo arresto, ma la buona, fede, della persona interrogata nel corso del pomeriggio è apparsa cosi evidente, che il suo arresto non è stato giudicato opportuno, almeno per il momento. Invece, Eugenia Decurty, amante del Kauffer, è stata arrestata a Strasburgo. Essa t una dattilografa ed ha confessato di essere, dall'aprile 192-4, l'amante del Kauffer.

Luoghi citati: Marocco, Parigi, Strasburgo