Il lieto fine ginevrino del dramma di Poincaré

Il lieto fine ginevrino del dramma di Poincaré Il lieto fine ginevrino del dramma di Poincaré Come Briand, minacciaivlo !e dimissioni e metten rio in pericolo il Ministero, ha vinto ia partita di Locarno contro Versailles /Berviaie speei&ìe .eiitr "Stampa,,) Parigi, 13, notte L'accordo ginevrino >iel li! dicembre !i<; destato qui un senso di sollievo, se non nei riguardi della soluzione intervenuta, almeno per il fatto che esso h.i permesso di evitare una crisi ministeriale. Le notizie che vi trasmettemmo ieri l'altro circa le minacciate dimissioni di Briand e il pericolo di smembramento corso poche ore pri ma dal Gabinetto non sono più un mistero per nessuno e, ormai che il pericolo è passato, anche i giornali rompono la consegna del silenzio. Con la febbre Nota l'ottimo osservatore politico del Paris-Midi: e Starno stati a due dita da ima crisi. Due politiche si sono affrontale: auella del blocco nazionale aggrappantesi disperatamente al trattato di pace e al rosilo dei mancamenti della Germania, entrambi cosi sgualciti e bistrattati, e quella del cartello, resa immortale dall'idillio di Chequers. di Locarno c di Thoirv. Da una parte, Poincaré; dall altra Briaùd In prezza delle minacciate dimissioni dd ministro degli Esteri, il Consiglio dei ministri deliberò due ore in mezzo alla febbre I.a partenza di Briand avrebbe significato lo smembramento del gabinetto, la rottura irrimediabile fra « sinistra • e « distra », 11 franco minacciato e il raggiustaraent.o compromesso ». La transazione che conoscete «alvo ogni cosa. Ma la paura fu cosi forte che ancora oggi, dopo 48 ore, da molte parti si levano voci colleriche e brontolìi di tempesta. Dice l'£re iVounelIe: • Durante la Conferenza l'accordo non fu minacciate da un conflitto di ordine diplomatico, ma fu invece messo in pericolo tanto in Francia rome in Germania dall'intransigenza dei partiti nazionalisti. Per poco non si assistette allo spettacolo paradossine ih ministri d'accordo fra di loro e obbligati a rompere in seguito alle ingiunzioni dei rispettivi governi, i Quali cedevano alle pressioni di una minoranza irreconciliabile ». La nuova edizione del «tiro di Cannes» La Volontà, l'altro battagliero foglio radicale, insiste: • Mentre Briand negoziava, la sua indipendenza era 6tata quasi Interamente rispettata dal Presidente del Consiglio e da alcuni membri del Governo, la cui. psicologia nazionalista non è un segreto per nessuno. Ma, non appena si è trattato di concludere, non appena si è trattato di rompere decisamente con un passato di sospetti e ni oppressioni internazionali, gli uomini della Ruhr han reagito. Versailles si è eretta contro Locarno. Dapprima il maresciallo Foch ha presentato conclusioni tali sul disarmo dei Reich, che la Conferenza degli Ambasciato; ri ha dovuto deliberare la impossibilita a* dare auietanza alla Germania Indi, torte d« questo f.picggio, Poincaré st..è opposto in Consiglic del ministri a qualsiasi soluzione che avesse rinviato ad un tribunale arbitrale l'applicazione dei diritti che la Francia detiene dal trattato di pace. Era, a quattro anni di distanza, la riedizione aggravata del « tiro di Cannes ». Legittimamente indignato contro coloro che compromettevano in tal modo la sua opera di pace e contro quelli che lasciavano fare, Briana non ha nascosto la sua amarezza ai giornalisti convenuti a Ginevra. v Se 11 governo francese, pur dando, grazie a Poincaré, lo scandaloso spettacolo di rifiutare l'arbitrato, non ha rovesciato 1 opera di Locarno lo si deve alla situazione parlamentare. La maggioranza dell'I! maggio 1924, eletta su un programma locarmsta. non avrebbe mai permesso quello che la maggioranza dell'll novembre aveva incoraggiato. Una rottura a Ginevra avrebbe provocato il crollo del gabinetto Poincaré. Tuttavia non è meno vero che Poincaré ha rotto — e altri con lui — il patto tacito sul quale vive il ministero di unione nazionale. Mentre 1 suoi colleghi si sono inchinati davanti al 6uoi progetti finanziari, mentre 11 gabinetto segue Herriot nelle sue riforme scolastiche, mentre ogni ministro rimane padrone nel proprio dicastero, Briand è stato combattuto mentre aveva bisogno di essere invece appoggiato. Ancora una volta si è rivelata la lamentevole finzione di cui 11 governo vive, e cioè che l'intesa non è possibile su nessuna seria riforma, su nessuna politica ricostruttiva, su nessun'altra cosa all'infuori di questa: respingere o rinviare. Ancora una volta infine apparisce in piena luce l'irrimediabile divorzio che separa 1 partigiani dell'intesa europea dai partigiani di una chimerica egemonia francese. Bisogna scegliere: Versailles o Thoiry. E due anni fa il popolo francese ha votato contro Versaglia • L'irritazione non è pero meno viva nel campo moderato dove Briand viene accusato al solito di impreparazione e di imprevidenza, come fa Pierre Bernus scrivendo sul Journal dei Débats; . « Ciò che importa è che quando nuove discussioni avranno luogo i nostri rappresentanti vi si preparino con cura, non si affidino alle loro Ispirazioni del momento. Questo sistema di improvvisazione ci è sempre costato carissimo. Se gli altri — per esempio i tedeschi — ottengono nei negoziati risultati spesso migliori, ciò non si deve affatto alla loro superiorità ma soltanto al fatto che non trascurano nulla per essere tecnicamente armati. Inoltre la nostra azione diplomatica deve essere sottoposta al controllo del governo Non vi è una politica estera ed una politica interna, bensì una politica francese, la cui armonia e la cui coerenza sono condizioni del successo tanto all'interno come all'estero ». Mòniti alla Germania Non sarebbe difficile dimostrare che questa volta le possibilità di insuccesso vennero per l'appunto dal controllo esercitato intempestivamente sul ministro dal Governo centrale. Ma ormai che l'accordo è fatto e che le apparenze sono salve, non mette conto di accordare alle dimostrazioni retrospettive più di un rapido cenno accademico. In quanto al valore della formula varata a Ginevra, anticipante al 31 gennaio quello scioglimento della Commissione Walsh che Parigi non avrebbe voluto accordare prima de) marzo, l'opinione degli osservatori spregiudicati è che essa non accorda alla Francia se non soddisfazioni di forma. Di qui ad un mese e mezzo, la Germania dovrebbe aver reso possibile la composizione amichevole delle due note vertenze non liquidate dalla Conferenza degli Ambasciatori. Ed 11 Temps spera che la patirà di vedere, In caso negativo, tali vertenze affidate ai buoni uffici delle Commissioni d'inchiesta della Lega delle Nazioni. Wìlga a spronare il Reich a mostrarsi condiscendente, dato oprattutto che la più spirnsa dplle due fin distinzione delle fortificàioni in offensive e difensive* offre già un rotto elegante per uscire dalla cuffia: « E' ev.dentissimo che il governo di Berlino deve avere la maggiore preoccupazione di evitare che dai giorno in cui la Commissione interalleata di coni./olio imi tare snia richiamata, il controllo della :-0H.ieià delle Nazioni si eserciti effettivamente in Germania attraverso le Commissioni di inchiesta Tutto impone ai tedeschi di dare prova della più certa buona volontà e di formulare al più presto proposte tali che la Conferenza degli Ambasciatori possa liquidare le questioni e concludere definitivamente, prima che la sorveglianza del disarmo della Germania passi di fatto alla Società delle Nazioni ». Spettri lontani Ma se i tedeschi facessero invece il ragionamento opposto, e ritenessero cioè che, qualora arrivassero a barcamenarsi con la Conferenza degli Ambasciatori fino al 31 gennaio 1927, avrebbero vinto la partita giacchè, sciolto la Commissione Walsh, nè Baratier nè Desticquer nè alcun altro generale francese avrà più la l'orza di ottenere che la Lega delle Nazioni imponga loro di radere al suolo le piazzuole e le trincee in cemento armato del triangolo pomeraniano? La differenza accusatasi durante i negoziati testé conclusi tra l'atmosfera d! Ginevra e quella della Conferenza degli Ambasciatori non è certo fotta per convincere de!l'infondatezza dell'ipotesi. 1? l'ipotesi deve essersi presentato anche allo spinga dei governanti di Varsavia dove — ad onta delle speranze manifestate a Ginevra ed a Parigi per opportunità diplomatica da Zaieski — la rivista Est Europeo scrive, secondo riferisce l'Ac/ùrn Franante ; • Una offensiva che parta dalla Prussia orientale è suscettibile di tagliarci in 24 ore l'accesso al mare, cii minacciare la capitale fin dai primi giorni, di indurre la Polonia a sgombrare la Pomerania e la provincia di Wilna, ciò che creerebbe per gli aggressori una situazione estremamente vantaggiosa dal punto di vista militare e politico, [.'eventualità di una tale situazione costituisce di per se stessa per i partigiani, numerosi in Germania, di una guerra contro la Polonia, un poderoso eccitante per tentare il colpo ». Ma pel momento eventualità di questo genere sono spettri troppo lontani. Governi ed opinioni pubbliche vogliono respirare, ed almeno sino alla prossima audizione del generale Pavvels da parte della Conferenza degli Ambasciatori la quiete non verrà turbata. Briand, seguendo Chamberlain a 12 ore di distanza, è giunto a Parigi stasera alle 23 e sul suo vòlto, che l'ombra del premio Nobel sembrava Mingere di ima certa solennità, gli spettatori poterono leggere, oltre ad un segreto malumore, molta, soddisfazione per essersela cavata relativamente a buon mercato. C. P. Cd SSìa 11 controllo in Germani cassili II 31 gennaio Lo scatto di Briand Abbiamo pubblicato nelle edizioni di tori un ampio resoconto dell'ultima riunione ginevrina del nostra fnvi.ifo Mario Bassi Ripetiamo ora 11 testo dell'accordo che ha concluso 1 negoziati e le vivaci dichiarazioni di Briand al giornalisti. Ginevra, 13, notte. Ecco il comunicato diramato al termine della seconda seduta della Conferenza dei sei, chiusasi verso le 19 di domenica: « Durante un incontro, che ha avuto luogo a Ginevra il 12 dicembre 1926, tra i rappresentanti dei Governi di Germania, del Belgio, della Francia, della Gran Brettagna, dell'Italia e del Giappone, relativamente alle questioni rimaste pendenti davanti alla Commissione militare interalleata di controllo ed alla Conferenza degli Ambasciatori, i stato dapprima constatato con soddisfazione che, su più di cento questioni, che al mese di giugno 1925 dividevano i detti Governi in materia di esecuzione dette clausole militari, navali ' ed aeree del trattato di pace di Versaglia, à intervenuto un accordo per la maggior parte di esse e due solamente restano in sospeso. Tutto permette dunque di sperare che queste due questioni potranno anch'esse essere ugualmente regolate amichevolmente. In queste condizioni si e convenuto quanto segue; a l.o La discussione diplomatica aulta questione delle fortificazioni e sulla questione del materiale da guerra sarà continuala davanti atta Conferenza degli Ambasciatori. Nuove proposte saranno fatte allo scopo di agevolare V progresso delia discussione e facilitarne la conclusione. « 2.o In attesa che si trovi una soluzione cesseranno tutti i lavori di fortificazione di cui è questione — senza pregiudizio per le parti di mantenere ciascuna il proprio punto di vista giuridico. «3.o La Commissione militare interalleata di controllo sarà richiamata dalla Germania in data 31 gennaio 1927 e, a partire da questa data, l'articolo 230 del trai tato di pace avrà la sua applicazione nelle condizioni determinate dal Consiglio della Società delle Nazioni. ■ « 4.Q Se a questa data e contro ogni speranza le suddette questioni non avranno raggiunto la loro soluzione amichevole, saranno portate davanti al Consiglio della Società delle Nazioni. u Riguardo a tutte le questioni in discus sione concernenti le soluzioni a cui si è addivenuti o cui si addiverrà, ciascuno dei Governi rappresentali alla Conferenza degli Ambasciatori potrà inviare alla propria ambasciata a Berlino un esperto tecnico, che avrà qualità per trattare con le auto rita competenti tedesche. — Ginevra, 12 di cembre 1926 ». Dopo che ieri mattina i set ebbero all'Ho tei Beau Rivage, alle 11,30, una prima riunione, che durò sino al tocco, Briand tornato per qualche momento ai Bergues l'albergo in cui alloggia, concesse, sostando brevemente nell'atrio, alcune dichiarazioni ad un gruppetto di giornalisti ivi raccolti Dopo avere accennato alla situazione a! punto in cui era. disse. ■ CIÒ che è più caratteristico si e li fatto che coloro che oggi sostengono la necessità del controllo militare In Germania, esercita to per mezzo della Commissione interalleata, sono preci6amentf' quelli stessi che, in altri tempi, erano recisamente contrari alla Coni missione e si opponevano a me, che l'ap poggiavo e la volevo vedere in funzione ». E qui Bnand cita dati e cifre riguardo ai risultati dell'azione della Commissione :n teralleata. cosi precipitosamente, che non ini è possibile registrarli Poi aggiunse: • Quando si consideri che nel giugno dei 1925 erano 101 le questioni dibattute tra noi " la Germania e eh* osci 99 «olio «late risolute e non ne restano più sul tappeto che due e di queste una pressoché anch'essa risoluta (Briand si riferisce all'esportazione dei materiali bellici semi fatturati per cui l'accordo è In realtà pressoché raggiunto) come si fa, come si può mandare all'aria tutto quanto T Evidentemente sono e più mediocri preoccupazioni di politica Interna, di politica parlamentare, che prendono il sopravvento sulla politica estera ». Briand pronunzia queste parole con una vivacità, con ima forza, che non gli è consueta nei ouol colloquii cou i giornalisti, di solito soprattutto infiorati di battute gaie, di spiritosità assai più attraenti che non conclusive. Uno del presenti gli chiede: — Dunque, voi disperate dell'accordo? — Niente affatto — ribatte Buànd. — ■ Siamo di fronti ad una nece-ltà, ad ima logica necessità di cose che non può non prevalere e prevarrà. Non si paria più di arbitrato, che è stato respinto. Ma le questioni si risolveranno com'è logico* che si risolvano. Oggi alle 16 ci riunì ^mo nuovamente: vedremo di escogitare lima formula semplicista; ia più semplice possibile: una formula in cui ci accorderemo, a malgrado di tutto. Ha finito di dire. Nelia foga che lo anima ha detto forse anche di più che non pensasse di dire. Si rivolge ai vicino perchè gli accenda la sigaretta e Lira grandi boccate di fumo. Saluta e sale i tre scalini che dividono l'atrio dal pianerottolo, donde cominciano le scale. Improvvisamente, dall'alto dei tre scalini si rivolge e, come da una tribuna, con un lirgo gesto oratorio e con gli occhi balenanti di combattività esclama: — Ah! Vorrei ben fare le elezioni su una questione di questo genere. Vedremmo... E si caccia le due mani nelle saccoccie della giacca e, scuotendo le spalle, si avvia verso l'ascensore Chamberlain a Londra « Soddisfattissimo » (Servizio speciale della «Stampa») Londra, 13, notte. Chamberlain non si è mai stancato di ripetere che, sulla via di Locarno e dintorni, non bisogna aspettarsi alcun passo più lungo della gamba. Ora, misurando il passo ginevrino di ieri verso lo smantellamento definitivo della Commissione militare di controllo In Germania, una minoranza di ineonteri; tabìl! - senza" eco nei giornali — lo giuri 'ah piuttosto stentato e corto. Inoltro, questa minoranza Ipercritica Ìndica i sintomi di fermento che trapelerebbero a Palazzo Borbone contro l'accordo di Ginevra e la faticosa adesione di Poincaré al medesimo. U giudizio dei più (che è anche quello su cui importanti organi di varia tinta gettano un mantello editoriale egualmente caloroso) suona invece quasi a festa. Non era il caso, consule Poincaré, di attendere cose del tutto liscie e rapide senza minaccia di pentimenti iaterraedìi. Pure, osservano gli ottimisti, un passo hreve approvato anche da Poincaré vale meglio di un passo lungo che rappresentasse la sola ed esclusiva andatura di Briand. Tuttavia, nel frattempo, almeno per quanto riguarda la situazione in Renania, varie cose si 6ono trasformate e gli ottimisti confidano che Poincaré finirà per riconoscerlo con grazia prima del marzo venturo, quando il Consiglio della Lega 6i radunerà. Ciò che Poincaré sembra temere è che il principio dell'arbitraggio una volta accordato per ie due categorie suddette venga esteso via via a tutti quanti i tentacoli del trattato di Versailles, incluso quello che riguarda l'occupazione militare della Renania e la possibilità di prolungarla oltre la data prestabilita per l'evacuazione totale. Senonchè, il trattato esige che i Governi alleati siano unanimi nei considerare giustificato il differì mento dell'evacuazione statutaria e la sola Francia — come fa notare il collaboratore diplomatico del Daily Telegraph — non sarebbe in grado di prolungare l'occupazione adducendo il semplice motivo che le garanzie già incorporate noi patto di Locarno non la soddisfano pienamente. Perciò Poincaré e quei membri del Gabinetto che lo assecondano potranno mettere a dura prova, nei prossimi tre mesi, la forza di persuasione che è la maggiore doti di Briand ma finiranno per concedergli ancora una volta la loro 'acquiescenza. Tale è il vaticinio degli ottimisti. Per ora, secondo il Daily Chronicle, « il senso comune e Briand hanno ottenuto il sopravvento ». Ed un altro Incaglio è rimosso su la via dei buoni accordi europei. La stipulazione ginevrina di ieri può dirsi la conseguenza logica dei trattati locarnistici e dell'ingresso tedesco nella Lega. La Commissione militare di controllo veniva infliggendo alla nazione germanica una serie di umiliazioni non necessarie. La politica più saggia, da parie degli alleati, è quella di non umiliare senza necessità. Le ultime battute del Daily Chronicle coincidono con quelle del Daily News, il suo confratello di opposizione Urge, secondo questi due organi, abbreviare le cose in guisa da promuovere l'inizio concreto di una politica in favore del disarmo generale. Il Times ed il Daily Telegraph, organi assai pi6 lealistici ed importanti, si limitano a r al egrarsi dei formali allestimenti concertati a Ginevra per operare il passaggio verso un nuovo e più serio tipo di controllo degli armamenti germanici. La surrogazione del controllo militare aleato con un sistema saltuario sotto gli auspici della l.ega, non costituiscono affattto, secondo il Times, un salto nel buio, ma una conseguenza naturale del patto di Locarno. Le punture di spillo non rius iranno mai ad impedire che la Germania torni ad essere una ganrie Potenza militare, se tale è 'a volontà del 6uo popolo. Anzi, sentirebbero l'affetto contrario. Per fortuna, ormai quasi tutti gli statisti europei percepiscono la verità. E' giunto il tempo - conclude 11 Times — in cui il compito di porre argine ai pericoli di sviluppo del militarismo tedesco deve essere lasciai• ad altre forze, cioè ad una opinione pubblica tedesca illuminata e rassicurata mediante più intimi e liberi contatti colle nazioni circonvicine, nonché aìl'ing "nera'si della sensazione della comunanza di interessi fra i pupo i europei ed allo sviluppo della organizzazione economica internazionale. Chamberlain è giunto stasera a Londra con il treno de le 20 35. il quali subì circa un'ora di ritardo. Il minisfo degli Esteri fu a colto alla stazione da un alto funzio' ario del Foreign Office, col qnale t'hamb rlain conversò alcuni Istanti Un reporter di un'Agenzia avvicinò li ministro, ma ne ottenne queste so'e parole: «Non- ho niente da dire fuorché questo: che mi sento soddisfatissimo ».