Serata negra al "Vittorio"

Serata negra al "Vittorio" Serata negra al "Vittorio" gRecentemente, al Teatro Dai Verme di Milano questa Compagnia di colore ha fatto un incasso in una serata di 73 mila lire. Ieri s-ra :1 \ iitorio ora gremito in modo eccezionale n il prezzo della poltrona era di l. m. Eppcl si dice die il pubblico non Incoraggia gli artisti!.Li iticoruggia persino se sono neri, pagando dei prezzi da far... impallidire di mortificazione qualsiasi artista bianco. Prezzi simili non li ricordiamo neppure per la lìn~a clic aveva il solo torto di essere bianca. In America □ « l'invasione del-i ,r^,zza «dalla, la quale modestamente si artefatta ai più umili mestieri: in Europa abintimo 1 invasione della razza nera, la quale invade ì palcoscenici e fa affaroni. Dall'Africa tenebrosa ci vendono gli artisti. Una volta ci calavano dalla Galleria di Milano, ma erano bianchi indiscutibilmente. Anche gli impresari sono stati sinora sempre blandii, qualcuno magari negriero, ma bianco di peno, te la moda attucca, bisogna correre •u riparo ronfio il pericolo nero e prendere 1 necessari provvedimenti non esclusi i più eroici, te il bianco e finito e il pubblico vuole ad ogni costo, il più alto costo, artisti neri, non e escluso che si possa pensare a una adeguata verniciatura colla terra di felina dei nostri migliori attori e delle nostre attrici. La Melato, Andreina Rossi sono §■« HPI um"l. eolla chioma corvina. Più difficile riuscirà a far prendere il colore ad „J?a sorelli e a Mimi Aìlmer. Forzano ha «ria messo in scena « Gutllbi » ma di solito eia un nero falso. Presto avremo un Gutllbi \ero oppure una Violetta congolese che muore tisica senza che il pubblico se ne accorpa e Alfredo che le fa una scena nera di gelosia e 1 abbandona colla più nera ingraaLu ™Jv Attendiamo sul palcoscenico don Aiinondio interpretato da un autentico negro aei durian con contorno di « bravi » veri ex antropofaghi delle isole Figi. Dicono che 1n ™iei •°j?>a n,andare giù moki bocconi amari Inacutissimo il negro delle tribù antropof aghe... Gran calca adunque al Vittorio. I ritardatari quelli che hanno dovuto prendere un posto ali ultimo momento sono di umore Piuttosto nero. Anche la galleria si dimostra nera e rumoreggia. Tutti in carattere. La vastissima platea è gremita di un pubblico magnifico, da grande « première ». In un palco di proscenio assiste il Principe di Piemonte colla sorella Contessa Calvi. )a Principessa Bona, i Principi di Genova. Titolo della rivista « Black Peònie » in due atti e sei quadri. Gli autori non contano. Lo spettacolo comincia con un ritardo da vettura... Negri alle 21.25. Nell'atto primo siamo in una piantagione di cotone. Cotone dappertutto, specialmente nei costumi. Sono fn scena otto « giris » negre, ma non tanto. Quelle otto ragazze fanno quello che possono, ma nero del tutto non appaiono. Le gambe hanno quei colore mattone che 6'acquista al mare: nel resto sono un po' sbiadile. Ma ecco due neri sul serio. « Dandy » il « giovane più. bello della piantagione » che sarebbe come dire il negro più brutto, ama « Dinali » la più carina secondo il punto di vista indigeno. Quei due neri vedono la vita rosea e allora scappano e da questo momento il pubblico comincia a vederne di tutti 1 colori. I due scappano passando nella piantagione dei cocomeri. Il paesaggio è reso sobriamente da un pittore futurista negro il quale nel fondale si è inspirato al color cocomero a forti tinte. Pazienza, i negri sono fatti cosi. I due amanti arrivano sulle rive idei Missislpl dove, la sera di festa, si riuniscono tutti gli operai (non molti, ma neri) della piantagione. E adesso piantiamola perchè Dandy sposa Dinah e i compagni danzano in loro onore al suono di una musica più negra che mai. Purtroppo è il maestro cho non la pianta e tira avanti. Ma per fortuna cala la tela. Nell'atto secondo slamo in una via di New York. Gli scenografi non si 60no rovinati la salute nel prepararla. Anzi il palcoscenico risulla jiiti grande della via cosicché si capisce che la scena si è dovuto allargarla in fretta e furia adattando delle tele alle parti. Ah, se si potesse fare così anche di via Roma! Una squadra di membri, anzi di raembre (poiché sono donne) dell'armata della Salute sono riuniti nella strada. Essi chiedono del denaro per la loro propaganda e cantano per attirarne l'attenzione. Arriva Dandy insieme a qualcuno dei 6uoi compagni. « tósi vogliono Sur lucidare le loro calzature che desiderano avere mollo brillanti. Essi sono particolarmente fieri d'avere le calzature « lucentissime » ma sono altrettanto fieri di sè, ben sapendo che la loro grazia e la loro eleganza lanno molta impressione ». Hifcriamo festnalmcnle questo punto che è un po' oscuro. L'orchestra intona 11 tema che direno della lucidatura. Qualcuno in poltrona, ricordando le sue cinquanta lire spese per lo spettàcolo, pensa piuttosto che il tema ricorrente sia deila... stropicciatura. Beh I, con un po' di pazienza le scarpe, anzi ! piedi dei cantanti sono lucidati e ognuno 'anta coi medesimi. Prima di aiTivare all'ultima parte, cioè (la diamo da indovinare In mille), alla scena d'un Hai Tabarin, gli artisti danno corso a un programma libero 'H balli indiavolati, di fantasie vocali, di scenette mimiche con abbondante esposizione di gambe e relativi attributi. Le negre in Europa godono di un trattamento speciale, a quanto abbiamo... visto. Le ballerine biunche a Torino e negli altri tealri sono obbligate a indossare le maglie color rosa, il che importa una notevole spesa. Le ballerine negre possono furo senza la maglia. Pel resto si eri sparsa la voce che il Commissario di servizio avesse ordinalo a tutte d'Indossare la maglia rosa e ciò aveva creato un po' di panho in teatro. Nello spettacolo non ci sono stati 60lo i contorcimenti dei due sposi innamorali. Carina la sposina, a questo proposito, in abito bianco scollato dal di sotto in su. E una moda di quei siti. Di qualche etfetin sono state le romanze sentimentali ili « miss » Reavis, una ragazza che ha un bel tono... baritonale. Studiando potrà alimentare la massa della sua voce e magari superare il nostro Viglkme-Borghese. Singolare e stato anche il duetto tra un cantante della Compagnia (un po' bianco, ma era l'emozione) e il saxofono in galleria, Francis Mores ha cantato alcune romanze soffuse di un sentimento etiopico, che faceva persin caldo a udirle. Ed ha cantato anche in italiano con un bel'accento da far bene sperare della nostra penetrazione fra gli indigeni: Sensa telo sensa cuna La mea viltà e nel gioir. Tra l quadri di cui si parlava, prima di vederli, con meraviglia, c'era una veduta del Mississipi, che è un fiume ragguardevole ma che ieri sera non ha figurato come avrebbe dovuto . La colpa però non era ne dei Mississipi, né della società proprietario del Teatro, riè nell'orchestra. Tutti hanno fatto quel che hanno potuto. 11 pezzo forte del resto era costituito dal quadro finale, il Bai Tabarin all'ombra delle palme, con veduta lontana, molto lontana, delle « foreste imbalsamate ». In questo Tabarin indigeno, autentico (basti dire che i professori d'orchestra suonano persino coi piedi) si svolgono tutti i balli migliori che si ballano in Europa nella più distinta società, tanto che non si saprebbe giudicare dove comincia l'Europa o dove comincia l'Affrica. Queste danze 60no state eseguile con pnrlezione indigena. Passano tutte dalle antiche alle moderne, il « charleston • compreso. E sono state eseguite con una foga meravigliosa, instancabile e con una precisione ritmica che 'difficilmente un ballerino europeo potrebbe uguagliare senza cadere svenuto dopo un quarto d'ora. Invece sul palcoscenico si lira dritto imperterriti e infaticabili. Piutlosto se qunlchcduno corre il rischio di svenire è tra gli spettatori. Infatti le note sincopate del jazz-band a lungo andare danno un po' il mal di mare, ma santo cielo, bisogna pensare che si e in Africa. Un tipo molto interessante é miss Maud, «n dinamico tipo di ragazza-maschio con braccia gambe e ragioni annesse di un nei nero garantito. A un certo punto essa viene lanciata in libertà fra gli spettatori. Essa percorre la platea ballando, cantando e agitando le braccia come presa dal « Ballo di San Vito » che, come si sa, non é una danza ma un brutto male. L'Incursione della negra solleva viva ilarità in tutto il teatro. Prima di lasciare la platea si butta sul cranio d'un nobile signore che è in poltrona e o bacia appassionatamente, all'africana. Poi arriva fremente in palcoscenico e si Imita «ambe e braccia in una barcaccia di proscenio afferrandosi ad un giovanotto e minacciando di rapirlo. Poi abbandona la sua preda e tutto finisce in una danza in cui Maud primeggia con contorcimenti di ventre come se fosse assalita da crudelissimi crampi. Questa crisi si chiama « danza dei ventre ». E cosi finisce lo speitacolo che lascia un po' dubbiosi sull'avvenire delle singole razze. Una volta erano gli europei che andavano alla scoperta del continente nero. Ora è l'Africa che viene alla scoperta del'Europa e... trova l'America. emme.

Persone citate: Andreina Rossi, Dandy, Forzano, Francis Mores, Melato, Principessa Bona, Sensa