I servizi di polizia privata di alcuni imputati

I servizi di polizia privata di alcuni imputati Il processo di Ganova rinviato al 3 novembri I servizi di polizia privata di alcuni imputati Genova, 30 notte. La prima ad essere interrogata nell'udienza antimeridiana è la 6ignora Maria Adelaide Bardi, che è a piede libero in quanto deve rispondere soltanto di ravoreggiamento. Essa è I amante del Ronchetto e conduceva con lui vita coniugale Dice che da £ì anni conosce il Porchetto e elio io aveva ricevuto in casail t'orcneiio e cue io aveva ricevine ui perchè suo padre beveva, suo fratello era unpoco di buono e lui le taceva pena nel vederlo solo. Prima lavorava in vele, ma ora è molto ricca; ha l'automobile ed un appartamento in via Malta, ora affittato al conso.e inglese, con ricchi mobili, nonché una casetta per 1 bagni ad Arenzono 11 denaro lo ebbe da suo marito, dal quale è divisa Circa Il suo lusso, l'imputata pensa che si esageriE viene a parlare del giorni in cui il Pprchetto era ricercalo contemporaneamente dai suoi più lidi amici, il De Leonlbus, i due Cogoni, il De Gloria, e dal maresciallo CavalliLe gite al rifugio dell'amante La Bardi narra quello che o già noto perquanto ne disse 11 Fioravanti, e pronunzia parole vivaci contro costui che ha messo In piazza l'affare dell'amante N. 2 del Porchetto Fu il Fioravanti, secondo la Bardi, che le rivelò l'asilo del Porchetto a Punnesi e che la persuase a perdonargli quella infedeltà tli via Smirne e a mandargli un po' di denaro. Le gite della Bardi a Pannesi furono tre; una prima nella macchina pilotata daFioravanti, che essa chiama • Fiore »; la seconda coll'autobus di Hocco, per portare una coperta, e la Ir-Tza, ancora col Fioravantiper pollargli un vestito, col quiue il Porchetto si sarebbe dovuto costituire. Una quarta volta vi andò per istigazione del FioravantiLa Bardi pensa che sia 6tato questi a riferire la cosa ai carabinieri. Segue Leoniero Tavantl, cocchiere di piazza a Siena. E' quegli che ospitò in casa sua il Cucinotto ed 11 Morello, durante la loro fuga Egli è stato definito pregiudicato, ma Il presidente, imparzialmente, osserva che le numerose condanne elio gli macchiano u certificato penale sono dovute ad uno strano reato: contravvenzione all'obbligo di attendere li treno. Nel piti puro linguaggio senesi; egli narra che aveva conosciuto il Carlini a Genova, in un'osteria di Sottoripa, quando, in una parentesi della sua vita di fiaccheraio, si era messo a vendere quadri antichi. Alla fine ndioemhre crii capitò in casa il Carlini con due amici, dicendo che essi in porto, per una bega coi sindacati fascisti, si erano picchiated avevano quindi desiderio di stai'; nascostiAl Tavamti segue Risieri Sandrini, falegname, altro imputato ili favoreggiamento- La sua deposizione, conforme a quanto disse giù il Cucinofto, non rivela nulla di interessanteCosi si passa, dopo un intervallo m'indianoul'l'intorrogatorio di due misteriosi individuii fratelli Cogoni, sardi. L'origine dell'agenzia Elisio Cogoni dice di essere nato presso Cagliari, di essere stato carabiniere ed avere gestito l'agenzia di piazza Cattaneo. L'imputato racconta che il Porchetto, nel 1923, mentre egli era carabiniere, venne nella sua caserma accompagnato dal maresciallo FossatiSi trattava di un investimento. Si fecero d'elle indagini alle quali egli contribuì. Fu cosche conobbe il Porchetto. Intanto suo fratello era stato congedato da guardia regia ed eglchiede per lui una raccomandazione al maggior" Tagliavacche ed al « detective » VialeDi qui l'origine dell'agenzia di piazza Cattaneo, secondo quanto si riesce a comprendere dall'ingarbugliato discorso deal imputato. Presidente: — Con che capitale fu impiantato l'agenzia? Imputato-. —11 denaro lo mise mio fratello10 non avevo un soldo. Dovevo anzi averduemila lire come premio di rafferma, ma non presi un soldo. Presidente: — E l'agenzia che scopo avevaImputato: — Era un'agenzia di affari, chsi tramutò in agenzia di informazioni per la Questura, la quale in questo caso non rilascia autorizzazioni. Io feci molti servizi di investigazione e lo cose andavano bene. I mobil11 forni Ja Bardi. Io non pagai un soldo, nò credo che mio fratello abbia versato molti quattrini. . ,,, , L'ex-carabiniere parla poi di una brillante operazione della sua agenzia; il ritrovamento di un violino, un Guarnerio, che era stato rubato al direttore della Colonia ArnaldiQuest'operazione fruttò al Cogoni 25 mila lire di premio e gli fruttò anche la conoscenza del De Gloria. . Presidente: — Venne mal il De Giona nevostro ufficio con un pacco di ferri? imputato: — No, certamente. Presidente: — Concludendo, che cosa sapete voi del furto alla Commerciale? Imputato: — Niente. Appena scoperto ifurto, il maresciallo Cavalli piombò da me a chiedermi notizie del Porchetto poiché lo aiutasse nelle indagini, ma il Porchetto non sapeva niente. Uscito il maresciallo, parlacol Porchetto, e questi disse in modo dubitativo: • Chissà che non siano i fratellBozzi ». Chi siano costoro, dal processo orale non appare. Il Cogoni continua la sua contusa deposizione, narrando come da questo momento il Porchetto cercò tutti i modi di allontanarsi anche da lui. Certo l'agenzia dpiazza Cattaneo non la frequentò più. Dopo Elisio Cogoni viene interrogato il fratello Giacomo. Egli dice che curava l'amministrazione deil'ulflcio di piazza Cattaneo e che suo fratello, l'ex-carabiniere, era uno spendaccione che si lasciava carpire le 15 e le 20 lire da un untorello confidente. — Non concludeva niente — dice — e poi toccava a me pagare il fitto e le fatture della pubblicità. - Un magazzino senza merci Il De Gloria lo conobbe a mezzo della Bardi. Quando costui gli parlò della sua intenzione di aprire un magazzino di generi alimentari, fu lieto di associarsi, e non si stupì che quegli si facesse chiamare De Medicidato che lo sapeva fallito. Fu fatta anche la carta intestata dell'azienda, ma a quanto dice lo stesso Cogoni, mancava una cosa non senza importanza: la merce. Intanto il Cogoni prendeva moglie e andava in viaggio di nozze. Prendente: — Vi sono parecchie persone che dicono che nel magazzino non si volevano formaggi ed altre merci. Non si capiva allora subito che il magazzino doveva essere soltanto un pietesto? Il Cogoni scivola su questa domanda e parla di altre cose; del violino e di altre bazzecole. L'avvocato Leale corre in soccorso dell'imputato, ma le cose non mutano molto. Piesidente: — Quel buco nel muro chi lo aveva fatto? La circostanza del buco è conosciuta da tutta Genova; ma il Cogoni continua a chiedere: «Scusi? Diceva? Che buco? Il ma-gazzino? Quale?». E altre domande analoghe. Conclusione: non ne sa niente. All'Imputato vengono mosse diverse altre contestazioni, anche dal P. C. e dagli avvocati della parte civile e ne nasce un putiferio con la Difesa. Il Presidente, che non riesce ad ottenere la calma, esclama: — 11 Codice di Procedura vieta !e interruzioni. Mi appello alla Legge'! Calmatasi la bufera, il Cogoni narra che cosa fece la sera del 28 dicembre. Vide, dopo varie vicende famigliari, gli amici in piazza Francia. Il Carlini proponeva una fuga in grande etile. Lui. Cogoni. attendeva di conoscere qualche grande notiaia da comunicare al fratello che l'avrebbe dovuta trasmettere al maresciallo Cavalli. — Io sapevo — prosegue — che 11 Porchetto era d'accordo col maresciallo, sapevo che il De Gloria era amico dei Porchetto; perciò, quando il De Gloria mi disse di andare a mangiare col Cucinotto e con altri. c4 andai convinto di fare bene. La dichiarazione dell'Imputato è accolta con una clamorosa risata dalla parte civile, ciò che provoca un nuovo putiferio. L'avv. Pellegrini commenta: — Lasciatelo favo quel povero Imputato! Non è cosa facile fare l'imputato! Con questa battuta l'udienza è rinviata al 3 novembre.

Luoghi citati: Arenzono, Bardi, Cagliari, Genova, Siena