Due campi di battaglia monetaria

Due campi di battaglia monetaria Due campi di battaglia monetaria VARSAVIA, ottobre. — Le crisi le e te affannose ricerche, dopo l'agitato e csazione, offrono copioso materiale di osserropeo. A Praga — dove mi sono fermato dermi conto delle successive fasi della zloty. L'accostamento delle due rassegne [cinabili), aiuta a. rilevare non pochi puntraverso le tre fasi della inflazione della La corona ceca Interessantissimo l'esempio offerto dalla Cecoslovacchia. Essa ha saputo sollevarsi dalla pesante, eredità della Banca AustroUngarica e riusci non solo ad arrestare la svalutazione delle nuove corone cecoslovacche ma a determinarne, attraverso una coraggiosa deflazione, una rivalutazione notevole facendone risalire il corso da cinque centesimi a quindici cenlesimi e trenta millesimi di franco svizzero: e dopo due anni di conservato equilibrio sulle nuove posizioni, superata l'acutissima crisi finanziaria ed industriale determinata dalla deflazione, la stabilizzazione è stata ufficialmente sanzionata dalla Banca Nazionale Ceco-Slovacca, la nuova Banca di emissione, che ha l'incarico di amministrare la circolazione monetaria e 3l'impegno di mantenere la quotazione della corona nei ristretti limiti tra dollari 2,90 e dollari 3,03 per cento corone ceco-slovacche alla borsa di New York. . La mobilitazione dell'oro La cronaca di questa deflazione e di questa stabilizzazione si svolge in tre tempi, ciascuno dei quali ò dominato dal proposito di risanamento monetario. 1° tempo: — In primo luogo, alla fine di febbraio del 1919 la Ceco-Slovacchia procedette alla stampigliatura dei biglietti di banca che si trovavano sul proprio territorio. Allo scopo di diminuire la circolazione lo Stato trattenne a titolo di prestito forzoso, all'interesse dell'uno per cento, il cinquanta per cento delle somme (fatta eccezione per quelle inferiori a 300 corone) presentate alla stampigliatura. La circolazione, che si elevava a 7 miliardi e mezzo di corone venne diminuita con questa defalcazione di due miliardi e 134 milioni, sostituiti con obbligazioni di Stato inalienabili e rimborsabili a volontà del governo. In tal modo la circolazione fu ridotta di circa un terzo. Occorreva costituire alln nuova moneta una copertura metallica. Si sapeva che la popolazione aveva tesaurizzate, nel corso Ideila guerra, importanti quantità di mo nete d'oro e d'argento e che avendo perduta la fiducia nella corona austro-ungarica aveva acquistato un gran numero di biglietti di banca di paesi stranieri a valuta sana. Lo Stato procedette alla mobilitazione dell'oro e delle divise straniere emettendo un prestito, per la durata di quattro anni, in oro, in argento ed in divise straniere. I depositanti ricevevano l'interesse del 4 per cento ed un libretto recante la designazione delle monete depositate che il Governo si impegnava di restituire immutate alla scadenza del prestito. Lo Stato raccolse, in depositi di monete d'oro e d'argento, la somma corrispondente a circa cinquanta milioni di franchi svizzeri. Entrarono nelle casse dello ' Stato persino talleri di Maria Teresa, monete d'oro di Bukkara, del Transval, del Perù, dello Stato Pontificio. In divise straniere il prestito fruttò 8' milioni 800 mila franchUsvizzeri. Le basi delle riserve auree erano poste. Fu ripreso lo sfruttamento delle miniere d'oro di Ruony che danno un rendimento di circa 250 chilogrammi d'oro all'anno. In principio del 1920 venne stabilita l'imposta sul patrimonio e l'imposta sull'aumento di patrimonio verificatosi durante la guerra. Il gettito di queste imposte doveva servire a rimborsare i biglietti di Stato che erano rimasti in circolazione e che costituivano un debito di Stato, lo obbligazioni all'uno per cento date in cambio dei biglietti di banca ritirati all'epoca della stampigliatura, i buoni di cassa ed i conti correnti. Ma nonostante questi provvedimenti le emissioni di carta moneta rese Tiecessarie dallo squilibrio del bilancio di Stato, e gli acquisti di grandi quantità di materie prime e di derrate alimentari all'estero, determinarono una svalutazione della corona ceco-slovacca che, discesa nel 1919 fino a quattro centesimi sul mercato svizzero e risalita nel 1920 a dieci centesimi, precipitava nuovamente, nell'autunno del 1921, al disotto di sei centesimi, mentre la circolazione cartacea, che alla fine del 1920 era di cinque miliardi e mezzo, raggiungeva circa i dodici miliardi e mezzo di corone. Bisognava ristabilire l'equilibrio dei bilanci di Stato e delle altre amministrazioni pubbliche facendo delle economie. Furono diminuite le spese del personale riducendo il numero dei funzionari e utilizzandoli meglio nell'amministrazione pubblica, nelle istituzioni di Stato e nei co- muni- i j a • La deflazione 2? tempo: — Contemporaneamente si iniziava col ricavato dell'imposta patrimoniale la deflazione. Alla fine del 1922 la circolazione era discesa a poco più di nove miliardi di corone. Nella prima metà del 1922 il corso della corona era risalito sul mercato svizzero a 12 centesimi e nella se conda metà aveva raggiunto i diciannove centesimi, e successivamente, disceso di alcuni punti, si era mantenuto, intorno alla quotazione, continuata a tuti'oggi, di circa trenta corone cecoslovacche per un dollaro. La deflazione e la conseguente rivalutazione determinarono peraltro una crisi assai acuta. L'inflazione e il deprezzamento della corona avevano avuto per risultato la creazione di nuove società anonime ed un esagerato aumento di capitale di quelle esistenti. L'aumento dei prezzi in seguito a! ribasso del cambio fu contrassegnato da un'insufficienza di capitale di sfruttamento. Si dovette ricorrere al credito e presto il credito non corrispose più all'importanza del capitale-azioni e dei fondi di riserva della società. Il deprezzamento del denaro aveva inoltre provocata la tendenza a fissare il valore della moneta in titoli od in beni immobiliari. La caccia ai titoli ne aveva fatto rialzare il corso in modo che esso non era più in rapporto al rendimento del titolo ma determinato dal valore della moneta sul 'mercato internazionale. Tuttavia in Ceco-Slovacchia il controllo dello Stato sulla creazione di nuove società e sull'aumento di capitale di quelle esistenti limitò gli aumenti di capitale, dal 1919 al 30 settembre 1921, ad un miliardo e mezzo di corone. Ed il capitale complessivo fieli» nunv" «r..-!c •• ;<-•.>- y e difficoltà e le esperienze monetarie dei n convulsivo periodo della inflazione, di unrvazione sui vart e com-plessi aspetti del fo alcuni giorni, prima di venire qui, per st crisi della corona cecoslovacca; qui ho vi[che pure si riferiscono a paesi per molli nti di contat'o tra gli sviluppi e gli effetti dea deflazione c della stabilizzazione. 1920 e nel 1921 si aggirò intorno ad un miliardo e duecento milioni. Con la repentina rivalutazione, le industrie si trovarono scoperte dato lo squilibrio tra costo di produzione e valore di vendita. Le merci venivano cambiate sul mercato estero con un numero di corone cecoslovacche assai inferiore a quello previsto, dato il miglioramento del cambio, ed inferiore anche al prezzo di costo. Assillati dalla ne6essità di procurarsi corone e nel timore che la rivalutazione continuasse lino ad imprevedibili altezze «li industriali affrettarono la vendita degli stock di merci. Essi avevano grossi debiti presso le banche — il pagamento di parecchi debiti dovette essere protratto ed ancor oggi non è compiuto — ma non ricavando dalla vendita delle merci la quantità di corone che si erano ripromessa si trovavano nell'impossibilità di soddisfarli. I salari, non diminuiti subito, pesavano troppo sulle industrie, parecchie delle quali si trovarono nella necessità di sospendere il lavoro, mentre parecchie altre caddero per il disordine amministrativo delle aziende, per lo squilibrio tra il costo di produzione (materie prime e lavoro) in corone ed il prezzo'di vendita, per la carestia del denaro, per te difficoltà di far fronte ai debiti presso le banche e presso i privati. La crisi industriale imperversò per due anni: per due anni la Ceco-Slovacchia, che nel periodo precedente aveva avuto pochi disoccupati si trovò sulle braccia quattrocentomilo. disoccupati. Anche il commercio fu soggetto a grosse perdite. La borsa, debolissima, segnò, e segna tuttavia, una contigua, diminuzione del valore delle azioni. Per coprire, in parte, le perdite causate dalla deflazione agli istituti finanziari, pur essi duramente colpiti, ed alle cooperative venne creato un fondo speciale di soccorso alimentato dai contributi versati dagli istituti finanziari associati e da una sovvenzione statale di cinquanta milioni di corone annue. La corona che prima della rivalutazione a.veva avuto sul mercato interno una capacità d'acquisto assai mag- Igiore della sua quotazione internazionale, a o o d o e a o o o l i e n e y dopo la rivalutazione, diminuiti lentamente e di poco i prezzi, la sua capaciti'', d'acquisto fu in^riore al suo valore estero. La stabilizzazione 3° tempo: — In seguito alle proporzioni della crisi il Governo abbandonò l'idea di spingere più oltre la deflazione e nella primavera dello scorso anno presentò una legge sulla Banca d'emissione, entrata in funzione quest'anno, che ò l'espressione legale della stabilizzazione attuale del cambio.' La Banca nazionale è una società, anonima con un capitale di dodici milioni di dollari oro. Essa deve prendere tutte le misure per mantenere la corona al livello in cui essa è rimasta durante gli ultimi due anni relativamente ài cambi-oro stranieri. Il Governo ha già progettata l'istituzione della moneta aurea; la transizione tra la corona carta e la corona oro — vi dicono — non avverrà nè per inflazione nò per deflazione ma per un semplice calcolo tecnico che non co- ]stituirà nessun cambiamento per i detentori di corone. La Banca dovrà possedere una copertura metallica che dovrà ascendere al 20 per cento della somma totale dei biglietti di Banca in circolazione, fatta deduzione dei debiti rappresentati dai biglietti di Stato. Durante un periodo di 15 anni questa copertura sarà aumentata ogni anno dell'uno per cento. Lo scorso anno la crisi industriale e finanziaria parve superata; le industrie ripresero la loro completa attività. Quest'anno una nuova crisi, specialmente nel campo delle industrie tessili, intorbida l'orizzonte economico ceco-slovacco. I disoccupati ascendono ad oltre centomila. Nei primi otto mesi di quest'anno è stata constatata una diminuzione del 7 per cento delle importazioni e del 10 per cento delle esportazioni in confronto alle cifre dell'anno precedente. Tuttavia la bilancia commerciale, che ha non poca parte nel risanamento monetario ceco-slovacco, rimane attiva. La circolazione monetaria odierna ascende a circa sette miliardi, dei quali quattro miliardi ottocento milioni rappresentano il debito di Stato presso la Banca Nazionale. La copertura metallica ascende ad un miliardo. La banca possiede inoltre divise e banconote estere per il valore di un miliardo e trecentosessanta milioni di corone. La tassa patrimoniale ha già dato un gettito di cinque miliardi di corone che hanno servito alla deflazione. Su questa imposta deve ancora percepire due miliardi e mezzo di corone. La Borsa Vi sono ancora degli squilibrii accentuati dalla nuova crisi. La depressione in borsa continua; tutti i titoli hanno subito, dall'epoca della deflazione ad oggi, fortissime perdite. E la diminuzione del valore delle azioni non par abbia ancora raggiunto l'ultimo termine. Le azioni industriali danno un reddito che oscilla tra il cinquo e il sei per cento mentre i titoli di Stato danno un reddito del 7 e mezzo per cento. Se il tasso ufficiale dello Stato è del 6 per cento le industrie, per ottenere dei crediti dalle grandi banche, devono pagare un interesse che oscilla daini al 13 per cento. Certo la prova attraversata dalla CecoSlovacchia, in questa rivalutazione della corona, che una volta in moto è andata al di là di tutti i piani del governo, è stata dura; le perdite furono assai notevoli (veramente l'inflazione e la deflazione non determinano una perdita effettiva di beni da parte d'uno Stato ma si traducono in un travasamelo di denaro da \ina tasca in un'altra, nel primo caso sono favoriti il commercio e l'industria nel secondo caso guadagnano i piccoli risparmiatori, i pensionati, la piccola e media borghesia, i salariati), le scosse di assestamento, che in parecchi casi furono di distruzione, aprirono larghe ferite: ma oggi, attraverso gli inevitabili sacrifizi degli industriali ed anche degli operai rimasti per un lungo periodo senza lavoro, la Cecoslovacchia è giunta tilla stabilizzazione della propria valuta. L'avvenire dirà se questa stabilizzazione sia veramente definitiva e consentirà un più ampio esame ed una miglior considerazione Idei suoi molteplici aspetti e della sua in. r...!.hV utilità. nuovi Stati usciti dalla grande guerra un campo di risanamento e di stabilii fenomeno monetario nel dopoguerra eu studiare il problema — ho potuto ren visto ora conv. vanno le faccende dello aspetti economici e politici non ravvi della crisi nell'uno e nell'altro paese, at Lo zloty polacco ] anno segnò o e . E vediamo ora la situazione polacca, situazione che non può ancora dirsi stabilizzata, perchè rimangono all'orizzonte non pochi dubbi e non lievi incognite sulle sue possibili vicende future, ma che ha subito in questo ultimo anno, grazie allo sciopero minerario inglese e grazie anche alla draconiana limitazione delle importazioni, un considerevole miglioramento. Le industrie hanno ripreso flato in seguito all'aumentata capacità di acquisto del' mercato interno. La copiosa esportazione del carbone lia rifornito il paese di una notevole quantità di divise estere. Il bacino minerario altoslesiano non riesce, per carestia di vagoni, e scarsità di linee ferroviarie (in alcuni casi vi è la cattiva volontà dei venditori che non vogliono consegnare il carbone contrattato ad un prezzo inferiore a quello odierno) a soddisfare tutti gli impegni assunti. Le deficenze di organizzazioni ferroviarie e portuali paralizzano una parte del traffico. Oltre un migliaio di vagoni italiani ò adibito al traffico del carbone. I porti di Danzica e di Godynia (per l'invio del carbone nella zona Genova-Milano è più conveniente, per la minor spesa, la via marittima) non sono attrezzati per l'esportazione del carbone. Malgrado queste difficoltà la Polonia ha potuto riversare il suo carbone sui principali mercati europei; da quello inglese a quello italiano. Attività destinata a diminuire, ed anche il prezzo del carbone dovrà necessariamente diminuire, qualche mese dopo la fine dello sciopero inglese. La nuova svalutazione La riforma monetaria ha avuto notevoli ripercussioni sulla situazione economica della Polonia. Preceduta da un'inflazione, fon la conseguente svalutazione del denaro, è stata anche seguita da un'inflazione e da tin secondo deprezzamento. La circolazione cartacea, che dal dicembre 1920 al dicembre del 1922 era salita da 19 a 793 milioni di inarchi, nel 1923 sali a 125 miliardi. Nell'aprile del 1924 il ministro Ladislao (ìrabski attuò la riforma monetaria fissando, corno coefficiente di conversione, un milione e 800'mila marchi polacchi carta per uno zloty, moneta di carta aurea equivalente a un franco oro. L'emissione, affidata alla «Banca di Polonia » appositamente creata, venne garantita da una riserva minima al 30 per. cento in oro e divise estere. La riforma monetaria ebbe per conseguenza un enorme rialzo dei prezzi delle merci espressi in oro, una carestia di denaro, una notevole diminuzione della capacità di acquisto del paese ed una conseguente crisi industriale aggravata dalla cattiva organizzazione amministrativa delle industrie. La Polonia divenne il paese più caro d'Europa Per diminuire i prezzi e adeguarli a quelli del mercato mondiale vennero aperte le frontiere alle importazioni e le considerevoli ed esagerate importazioni determinarono uno squilibrio della bilancia commerciale che lo scorso un « deficit » di 270 milioni di zloty. Per il primo anno, e cioè fino j al luglio 1925, il cambio estero col dollaro I fu mantenuto intorno alla parità legale I (5,18 zloty per un dollaro). A minare la ' stabilità della nuova moneta, alla passi vita della bilancia commerciale si aggiunse lo squilibrio del bilancio dello Stato. La Banca di Polonia garantiva le proprie I emissioni al 30 per cento, ma lo Stato, ' per procurarsi del denaro, emise grandi quantità di una non garantita monéta divisionale, in nikel ed in carta da due a cinque zloty, aumentando la circolazione di una somma quasi eguale a quella emessa dalla Banca di Polonia, cosicché al primo orlobre ultimo scorso, accanto ai 511 milioni di zloty garantiti dalla Banca di Polonia con una copertura del 36 per cento, vi era una inflazione di non garantita moneta divisionale emessa dallo Stato per 450 milioni di zloty. Nella seconda metà dello scorso anno lo zloty si svalutò progressivamente fino a raggiungere, nei primi mesi di quest'anno, la quotazione di dodici zloty per un dollaro. Di fronte al deprezzamento dello zloty — deprezzamento che diminuiva i prezzi delle merci espressi in oro, diminuiva i salari operai in oro e rappresentava un nuovo premio di esportazione per le industrie, che allargarono gli impianti, ed un fittizio miglioramento generale della situazione economica della Polonia — il Governo ricorse a dazi proibitivi ed a divieti per limitare le importazioni fino al limite estremo (per ciò che riguarda le importazioni dall'Italia si è riusciti a far diminuire, in seguito ad una convenzione riguardante gli acquisti di carbone, fino al prossimo gennaio, il dazio di importazione degli aranci da 120 zloty a 48 zloty per quintale). Le importazioni, che nel primo semestre dello scorso anno rappresentavano la somma di 1 miliardo e 48 milioni, nel primo semestre di quest'anno sono discese a 352 milioni. Le esportazioni che nel primo semestre dello scorso anno ascendevano a 630 milioni di zloty, nello stesso periodo di quest'anno figuravano per 573 milioni di zloty. Nel primo semestre di quest'anno vi sarebbe quindi un'attività della bilancia commerciale per 221 milioni. Ma nessuno potrebbe giurare sull'esattezza di questa cifra. E' probabile che essa non comprenda, gli acquisti, e quelli militari in ispecie, fatti per conto dello Stato. 235.000 disoccupati Il corso dello zloty è migliorato di alcuni punti e si mantiene da alcuni mesi i'n|-torno alla quotazione di 9 zloty per un dollaro. Il Governo non tende ad una maggior rivalutazione, ma ha l'intenzione di procedere ad una nuova stabilizzazione, che dovrebbe consolidare la svalutazione attualmente segnata dallo zloty. In seguito al miglioramento della situazione economica, ì'ex-ministro delle Finanze ha diminuito il tassa legale di sconto delle Banche («rivale da 20 a 18 per cento, ed il tasso della Banca di Polonia da 12 a 10 per cento. Intanto si parla di grandi opere pubbliche per dar laA-oro ai disoccupati e di nuove ingenti spese militari. Mi consta che' proprio in questi giorni il Governo va cercindo di collocare all'estero delle forniture militare per l'importo di 20 mi¬ lioni di dollari pagabili a rate nel termine di sette anni. In queste forniture è compresa la costruzione di sei sottomarini! E l'esercito attuale, di oltre 250 mila uomini, costituisce già un carico assai pesante per l'erario dello Stato. I grandi, progettati lavori pubblici, importeranno grosse spese se saranno messi, come pare, in esecuzione e non potranno risòlvere il problema della disoccupazione se non parzialmente e temporaneamente. Vi sono oggi in Polonia 235 mila disoccupati. Alia fine dell'anno la somma complessiva spesa per i disoccupati ascenderà a cento milioni di zloty. A rendere la situazione finanziaria più delicata sono giunti gli scarsi risultati conseguiti quest'anno dall'agricoltura. I raccolti sono stati notevolmente inferiori a quelli dello scorso anno. Di fronte alla eccedenza di sette milioni e mezzo di cercali esportati lo scorso anno dalla Polonia, quest'anno le eccedenze sono calcolate a. cinque milioni di quintali. Di fronte agli oltre cinque milioni di quintali di grano esportati lo scorso anno, quest'anno si potrà esportare poco più di un milione rli quintali di grano. La Banca dei dollari Conelu fendo: ima volta entrato nel ballo di San Vito del deprezzamento e delle oscillazioni dei cambi, non si scorge ancora, con qualche certezza, il punto di stabilizzazione e la via di uscita dello zloty. Forse bisognerebbe che la Polonia facesse una seconda riforma monetaria ritornando effettivamente all'oro: poiché non si vede come possa essere immobilizzato durevolmente il corso dello zloty sull'attuale piano inclinato delle ascese e delle discese. I! Governo, per difendere il cambio, proibisci; l'esportazione dalla Polonia di somme, in zloty o in divise estere, superiori ai mille zloty. Praticamente questo divieto non ha influenze sul coreo dello zloty e forse ha un risultato negativo sulla psicologia della popolazione, una parte della quale, per assicurarsi contro le possibilità dell'ignoto domani, tesaurizza divise straniere e specialmente dollari. Si parla della imminente costituzione di una banca dei dollari. Difatti la Banca di Polonia, ha studiato da alcuni mesi questa questione e le modificazioni agli statuti della Banca di Polonia., votati alla fine dello scorso agosto, le permetteranno di partecipare ad una simile impresa. Lo scopo della « banca dei dollari » dovrebbe essere il finanziamento delle esportazioni ed il capitale, all'infuori del capitale sociale, sarebbe fornito dai depositi in monete straniere, e principalmente dollari, che si trovano in Polonia in rilevanti quantità e sono tesaurizzati dalla popolazione. Da alcune settimane le Banche di Stato sono stato autorizzate ad accettare depositi in dollari. Il che dimostrerebbe che una notevole parte della fiducia pubblica ha ancora delle non ingiustificate esitazioni e delle diffidenze sull'avvenire dello zloty. LUCIANO MAGRINI

Persone citate: Maria Teresa