La «mobilitazione» finanziaria e gli incidenti politici

La «mobilitazione» finanziaria e gli incidenti politici FRANCIA E GERMANIA La «mobilitazione» finanziaria e gli incidenti politici ISer vizio «pedale della • Stampa*) Berlino, 4, notte. Si parla sempre molto del programma finanziario per svolgere e realizzare le premesse di Thoiry, ed in primo luogo deliaventilata mobilitazione di parte delle obbligazioni ferroviarie, e, poiché il mercato di tale operazione finanziaria dovrebbe essere soprattutto costituito dagli Stati Uniti, si seguono attentamente le manifestasiòni dell'opinione americana. Ma gli americani in generale e — stando ad alcune informazioni — lo stesso presidente Coolidge, si mostrano tutt'altro che entusiasti della prospettiva. Prima di tutto, l'Europa paghi i suoi debiti; questa sembra rimanere la parola d'ordine di Wall Street. I due miliardi di marchi e la Francia La Vossiche Zeitung, esaminando in che modo la Francia potrebbe giovarsi della mobilitazione di un paio di miliardi di marchi di obbligazioni (cioè del loro collocamento nelle mani di privati possessori) indica due vie: «La Francia potrebbe. In primo luogo, procurarsi — per mezzo delle obbligazioni — un prestito a base oro ed offrire titoli (cer: tamente ben commerciabili) ai possessori di buoni della Difesa nazionale e in cambio di questi, alleggerendo così il suo debito a breve scadenza; oppirre la Francia potrebbe vendere le obbligazioni ferroviarie, e col denaro rosi ottenuto riscattare i suoi buoni della Difesa e procurarsi inoltre un prestito estero per risanare la sua moneta. In ogni modo un'operazione di credito che fosse lanciata 60tto la garanzia comune della Francia e della Germania — fatto non mai più visto dalla fine dell'impero di Carlomagno in qua — sarebbe un avvenimento senza precedenti nella storia e nella vita finanziaria. E si può contare che un prestito siffatto andrebbe a ruba tra i capitalisti non solo di Europa, ma anche di America. Gli americani hanno sempre affermato che la premessa necessaria per la concessione di crediti- sia alla Francia che alla Germania è la conciliazione tra i due paesi « E' mal possibile che proprio nel momento In cui questo sogno diventa realtà, coloro che lo hanno più intensamente vagheggiato e lo hanno propagato nel mondo intero — gli americani — debbano restarsene freddamente in disparteT ». Superfluo è aggiungere che varie voci si levano ad ammonire, una volta di più, che ae si vuole avere sul serio una riconciliazione franco-tedesca, bisogna anzitutto ■opprimere l'odiosa occupazione militare, che dà luogo a casi come quelli di Gemersbeim. L'incidente è sempre oggetto di attivi contatti diplomatici tanto col Quai d'Orsày quanto colla Commissione interalleata della Renania e colle autorità militari francesi in territorio occupato. 1 due Governi si sono accordati, in massima, nel senso che le sanzioni per il grave caso di Gemersheim dovranno essere decise attraverso la collaborazione delle autorità francesi e germaniche. Ciò è annunziato da un comunicato della Wolff, che tende evidentemente alla pacificazione degli animi. Stresemaan non risponderà a Poincaré Ma allo stesso fine — dobbiamo aggiungere — sarebbe bene far tacere le polemiche sulla responsabilità della guerra, che ai sono malauguratamente riaccese e che Contano oggi una nuova battuta nell'amaro dialogo franco-tedesco. Alle serene, ma •evere parole di Stresemann a Colonia in replica al discorso di Bar-le-Duc. ha ribattuto un comunicato dell'Ha»»*, nel quale Poincaré mantiene più fermamente che mai — come era da prevedere — le proprie affermazioni, e fa sapere che il discorso di Bar-le-Duc era stato preventivamente approvato dal Consìglio dei ministri. Si nota qui, come fa ad esempio la Kreutt Zeitung, che a quel Consiglio dei ministri non partecipava Briand, e che nel caso presente si ha appunto un sin tomo del dissidio tra Poincaré e Briand. • Avremo ora una nuova controreplica tedesca? Pare di no, a giudicare dal commento col quale l'ufficiosa Taegliche Rundschau accompagna il comunicato dell'Ha vas. Il giornale dà pienamente ragione a quei francesi che dicono che se si abbandona la tesi della responsabilità unica della Germania cade anche tutta la base giuridica e morale del trattato di Versailles, e prosegue: ■ Ma la verità.', prima o poi, si fa sempre strada. Da fonte competente si aggiunge che il Governo non ha l'Intenzione di raccogliere la nota dell' « Havas » a proposito dei discorso di Stresemann a Colonia. La tesi della Germania nella questione della responsabilità della guerra è stata in essa chiaramente esposta Non esiste alcun motivo per trattare ancora della questione. E' forse degno di nota che nel comunicato « Havas > è espressamente rilevato il consenso dato dal Gabinetto francese a Poincaré, e nel tempo stesso il tatto che anche da parte della Francia non el è mai addossata fa colpa della guerra al popolo tedesco. Questa distinzione non tocca invero il nocciolo della questione, ma è tuttavia interessante in quanto, nel famigerato articolo del Trattato di Versailles circa le responsabilità della guerra, non si paria del Governo imperiale, bensì della Germania •. L. E.

Persone citate: Briand, Carlomagno, Coolidge, Poincaré, Wolff