La solenne celebrazione francescana ad Assisi

La solenne celebrazione francescana ad Assisi La solenne celebrazione francescana ad Assisi Il Cardinale Legato sul trono papale, tra cardinali vescovi e cavalieri -- 11 transito dalla chiesa superiore all'inferiore -- L'invocazione al Santo per la benedizione all'Italia e al mondo Il saluto di Merry del Val al glorioso esercito Italiano e a Mussolini Il discorso di ringraziamento del ministro dell'Istruzione. (!>»£»» noattro laviate ASSISI, 4 notte. E' notte: nelle chiese, nei conventi, nelle ca-" se francescane s'è veglialo. Il raccoglimento di due minuti poteva bastare al popolo comune; ai francescani tutta la grande notte fu raccoglimento spirituale. Ad Assisi, nella grande basilica, fu un succedersi di funzioni religiose: vesperi, messe, comunioni e a ogni passaggio dall'una all'altra funzione il campanone, dall'alto ideila Torre Magnifica, avvertiva il popolo di Assisi degli avvenimenti jche si compivano intornio all'altare dove rl| posa la salma del Santo. A Santa Maria in| vece silenzio. Sono disceso a tarda sera al I piano e sono entrato, in compagnia di un I frate amico, in Santa Maria. Quel silenzio I nella solitudine della notte, sotto l'ampiezza Idi quelle volte immense, in quell'oscurità rotta solo da pochi lumini ardenli dinanzi a'la Portiuncola, incombeva nell'anima. La cella del Santo era deserta; splendeva soltanto una piccola face. Era una pace profonda, penetrante. Stttecent' anni la cella è ancora la stessa: quadri, Imma gini, arredi sacri non tolgono la potente suggestione della realtà materiale. Settecento anni fa in questa notte Frate Francesco rimase per 12 ore 6teso su questo pavimento, ravvolto in una povera tonaca, il corpo inerte dopo tanta vita. Inginocchiati al suo fianco Angelo e Leone; ai piedi Suor Giacomina. E U silenzio era rotto di tratto in tratto da un singhiozzo o dal mormorio di una preghiera. Taceva anch'egli, Frate Elia; alto, solenne, dal gesto teatrale, impressionante le folle, si era abbandonato dapprima ad un torrente di lagrime, come la donna, unica donna ammessa là dentro. Ma ella era tale che Francesco aveva rotto per lei ogni regola comune. Deve entrare? — avevano chiesto i frati trepidanti, quando ella sapendo la morte imminente era arrivata da Poma. — Oh! non vi sono cancelli per Frate Giacoma! rispose sorridendo Frate Francesco. Fxl ella entrò ed assistette alla morte. Ma quando l'anima fu spirata e il corpo rimase là, inerte sul nudo terreno — quel corpo sanguinolento di un uomo che ella così devotamente ma così intensamente aveva amato — Frate Elia, generale vicario, traendola da parte e vedendola tutta bagnata di lagrime, tirandola a sé e ponendole il corpo dell'amico fra le braccia: « Ecco — le disse — Colui che hai amato vivo; tienilo anche morto ». Ed ella bagnando 'di lagrime cocenti quel corpo, raddoppiò i lamenti e i singhiozzi; rinnovando gli abbracci dolorosi e i baci, rialzò i veli per vederlo rivelato. Non invento. Se anche a memoria, traduco a lettera dal testo del primo biografo, che fu presente. Intanto il cielo imbiancava ili sopra al Subasio. Dalle Carceri, da Bettona, da Cannara, da tutti i luoghi vicini arrivavano i fratelli piangenti.- Ognuno si accostava lagrimando al corpo venerato, sollevava le vesti e i veli e contemplava venerando le piagne ohe l'amore aveva, al Manco e ai piedi, impresso su di esso. « Contemplava — si esprime il biografo — quel vaso prezioso nel quale era stato nascosto il prezioso tesoro, ornato da cinque perle; vedeva le cesellature che solo la mano dell'onnipotente aveva fatto per la meraviglia del mondo e, pure nella morte del Padre e del Maestro, riviveva insolito gaudio », 11 cielo dalla parte di oriente si faceva sempre più bianco e dalla città — ove la notizia si era ormai divulgala — scendeva il popolo a frotte, scendevano a schiere sempre più Alte i cittadini, ma non piangevano. Piangevano i frati: il popolo giubilava. Chi portava fra le mani rami di ulivo, chi di altri alberi, come palme di gloria e ognuno cantava: cosi, prima che la notte fosse finita, la veglia di pianto e di preghiere si era tramutata in trionfo e il trionfo era di iiopolo, die lo aveva per impulso spontaneo di. cuore, operato. E Chiara? Ignara di tanta trasformazione, piangeva nella solitudine del suo cremo e pregava, pregava di ootcr rivedere, almenu una volta, il morto amico. Egli le aveva promesso, prima di lasciarla, che sarebbe tornato. Poteva egli mancare? La processione Quando abbandonai Santa Maria la notte era ormai molto avanzata. Da Assisi fulgente di luce venivano canti e suoni. Lassù si celebrava il trionfo. E questa mattina è stato veramente un trionfo. L'autorità ecclesiastica e civile, frati e popolo, si sono fusi insieme per celebrarlo. Prima che la grande funziono commemorativa cominciasse il sindaco di Assisi, col suol valletti, andò a prendere i! ministro della P. 1., rappresentante de! Governo. 1 valletti portavano una corona mugnirica di ulivo e di alloro. È questa ministro e sindaco deposero siill'siltare del santo, Intanto comin¬ ciavano le grandi funzioni nella Chiesa Superiore, così lucente per i freschi di Giotto, dove tutta è narrala la vita del Santo, ma dove cosi ili rado si funziona. Nella Chiesa superiore il Cardinale Legato salì sul trono papale con attorno quattro cardinali e i suol cavalieri vestiti di ricche divise alla spagnuoila, e contornato da non so quanti vescovi recitava le Ore canoniche. Nell'ampia sala il popolo non era ammesso. Esso 6ttpava la piazza e il prato circostante, attendendo che il Cardinale Legato uscisse solennemente in processione per passare nella Chiesa Inferiore a celebrare il Pontificale. Erano ormai le 10. Il ministro, le autorità civili e militari attendevano nella chiesa di sotto. Il Cardinale fu vestito dell'abito pontificale. Gli mancava solo la tiara per essere In tutto il Pontefice. Discese dal trono e 6l avviò. Lo precedevano salmodiando i chierici de! seminario conventuale e del grande seminario regionale pontifìcio; i vescovi in nutria bianca e i grandi dignitari della Chiesa e i tre Generali dell'Ordine Francescano: il Conventuale, l'Osservante e il Cappuccino. ^Dinante fi canto delle Ore canoniche I tre Generali erano rimasti seduti ai piedi del trono in grave solenne positura. Nel mezzo il j Generale conventuale, alto energico espressi| vo, la faccia risoluta rivelante 6irt»to la faI miglia dei marinai del Cherso onde egli ft derivato. Seguiva il Legato in tutta la dignità e la pompa dell'altissimo suo ufficio, in urna mano il pastorale e l'altra teneva alzata a benedire la folla genuflessa. Dietro di lui i quattro altri cardinali e una folla di clero. La processione girando ampiamente intorno al prato e poi per la piazza sottostante entrò nella Chiesa Inferiore. Altro ambiente, altra scena. Le quasi infinite fiammelle elettriche disposte con sfarzo e con finissima arte per tutte le volte, non riuscivano a rompere la penombra solenne della vastissima chiesa. Nella Chiesa di Sottra un fulgore di luce, anche se poche fiamme erano accese, prodotto dal sole irrompente da tutte le parti; nella Chiesa di Sotto un'ombria discreta che penneiieva di vedere distintamente ogni cosa e di godere di tutte le bellezze artistici te sotto le gotiche volte, ma che dava nel tempo stesso un'aria di solennità e di mistero. V omelia Il Cardinale si avvio verso il suo irono eret' to di fianco all'altare. Il ministro e le auto{ riia stavano sedute a destra, di fronte a lui. i Le cancellate di ferro che separano il coro ! dall'altra parte della chiesa furono chiuse e [il pontificale cominciò. E' inutile qui ogni descrizione: a queste funzioni, per averne un'idea, bisogna aver assistito ed esse, d'altra parte, nel cerimoniale sono su per giù sempre eguali. Qui di notevole era la bontà dei canteri die seguivano con le loro armonie lo svolgersi della Messa. Dopo l'Evangelo il Cardinale lesse l'omelia in onore del Santo; la quale si fetniò piuttosto sulle verità generali del Cristianesimo, Ma infine fu la grande invocazione. Egli invocò con voce commossa il Santo perchè benedicesse, come prima di morire aveva fatto, la sua città, benedicesse anche l'Italia, Madre privilegiata di santi e di eroi, benedicesse tutto il mondo cristiano perchè abbia a ritornare sulla via della fede e della virtù. La grande cerimonia poco dopo era finita. Altri suoni, altri canti e uno scampanare alto, lungo, spandentesi per tutta l'ampiezza della vallata. Di fuori un fulgore di 6ole abbacinante e una folla immensa, che in quella luce, con lo sfondo della mole immane biancheggiante e del rialzarsi lento del colle fino alla rocca dominante, ricordo della giovinezza del Santo, produoevano un effetto veramente meraviglioso. Fu dunque grande e solenne festa, degna veramente dell'eroe che si celebrava. Eppure, che volete, io avrei amato qualche cosa di diverso. 11 trionfo del Santo mi sarebbe piaciuto si fosse celebrato con più aderenza alla realtà storica. Ricordo la grande rievocazione del 5 settembre, quando 400 cavalieri di Assi6i e altri paesi e borgate umbre convennero a sarti ano per rammemorare la cavallata compiuta dagli uomini di Assisi i>er muovere incontro al loro grande cittadino, che ritornava da Siena per morire in patria; ricordo la recentissima rievocazione del 28 settembre, quando una lunga processione di popolo mosse da Assisi, 'per la porta del Seruentone, verso il piano e un'altra schiera di popolo salì nel tempo stesso da Santa Maria e i due cortei si incontrarono a mezza strada dove ora è la casa Gualdi e dove sorgeva una volta l'ospedale dei lebbrosi. 11 corteo rievocava il giorno indimenticabile che il Santo, sentendo ormai la morte imminente, si fece dal Vescovado di Assisi, dove alloggiava, trasportare alla Portiuncola. Là dove aveva avuto la grande rivelazione, presso la culla dell'Ordine f.hf" ec|i aveva creato, egli voleva morire. Ma quando fu presso l'ospedale ordinò si sostasse, si fece sollevare alzando lo sguardo verso la città dove era nato, le mandò l'ultimo saluto e la sua benedizione. Fece bene il Cardinale Legato questa mane a ricordarlo. Ma oggi la seconda parte della grande rievocazione storica fu ommessa. E Chiara? mi domandavo nella prima parte di questa nota. Chiara attendeva a San Damiano. Quando furono dinanzi al convento be riveduto ancora una volta. E frati e popolo sentirono quella mattina che cosi doveva essere; o il lungo corteo, invece che prendere per la solita strada che tutti compiono per salire dal piano alla città, voltò per San Damiano. Quando furono dinnanzi al convento delle Povero Donne fermarono. Fu aperta la grata per cui le ancelle di Cristo solevano ricevere il corpo del Signore. Fu sollevato il corpo del Santo e Chiara e le sorelle sue uscirono una a una per baciarlo e per contemplarne le piaghe. Bicordate il quadro di Giotto? Giotto non ebbe il senso della povertà francescana e colorò rumile dimora di San Damiano di marmi preziosi; ma ebbe il senso tdell'efflc-'iciiv realistica, e chi- ha veduto quel quadro non lo scorda più per tutta la vita. Ora, og.oi non c'(- sfato quel quadro che delia grande rievocazione del 28 settembre sarebbe 6tato il naturale compimento. . In Municipio Ma lasciamo queste rievocazioni e torniamo alla cronaca. B Cardinale Legato venuto in modo così augusto a dare sanzione di autorità pontificia a questa festa, e perciò a. tramutarla da cittadina e da italiana in festa di tutto il mondo cattolico, non poteva non essere ringraziato in modo solenne dalla città. Nel Municipio rinnovalo erano a tale scoilo addobbate le sale per il ricevimento, ed erano convenuti il ministro della P. I. raptpresentante il Governo, il sindaco d'Assisi, una folla di autorità- dvili, mlrnari e religiose e i cittadini fra i più ragguardevoli. Ma anche qui tralascio ogni nome, perdiè questa cronaca si tramuterebbe in una lunga sequela di titoli, E' il tramonto. La piazza è gremita di popolo. Prestano gli onori i carabinieri, e i soldati della brigata -tipi indossanti, sotto la giubba, la russa camicia garibaldina, iti Cardinale arriva e si odono le note dell'inno d'Assisi. Accompagnalo dal sindaco e del ministro, egli si avvia attraverso una fuga di stanze verso la sala maggiore dove sta il trono, apposta preparato con lo stemma papale in alto. E allora nel silenzio generale dei convenuti prende a parlare il sindaco della città E' un omaggio devoto, intessuto di rievocazioni storiche, all'illustre rappresentante dell'autorità papale, cui egli presenta, segno langibile di riconoscenza, la cittadinanza d'onore; ed è insieme una celebrazione del Governo che ha voluto decretare questo giorno festa nazionale e per la circostanza ha aiutato in modo così cospicuo la città. Si alza in piedi a rispondere il Cardinale. 11 Cani ina le legato Merry del Val ringrazia Ansisi dèlia sua offerta. Bingrazia dèlie accogMenze non rese a lui ma al Pontefice e nel ringrazi amento rammenta « i distinti ufficiali e baldi soldati del glorioso Esercito italiano ». Tutto il popolo Italiano egli vuole ringraziato, ma soggiunge.: « Vorrei anche die giungesse il ' mio ringraziamento a chi tiene in mano le redini del Governo d'Halia e con chiara visione della realtà delle cose, ha voluto e vuole che la religione sia rispettata, onorata e praticata. Visibilmente protetto da Dio egli ha sapientemente rialzavo le sorti della Nazione, accrescendone il prestigio in tutto il mondo». E con questi sentimenti imparte la benedizione francescana ad Assisi e all'Italia tutta. E' la volta del Ministro. Egli parla con voce alta e con magniloquente solennità. SI etico fiero di rappresentare il Governo in questa festa dove è il rappresentante del Pontefice « capo augusto e venerato della nostra religione • e associa insieme ■ l'alta e sapiente parola del Pontefice e il nobile massaggio del Presidente del Consiglio »; ricorda il salmo inviato al mattino sotto le volte del tempio dui Legato all'Esercito e si afferma sicuro che il popolo italiano « sotto la guida del Duce, intento all'opera di un alacre e ordinato lavoro • accoglierti quel saluto. • 11 popolo italiano — soggiunge — ha inteso ciò che il Legato questa mattina ha asserito e il Capo del Governo ha tante volte ricordato: come il segreto della restaurazione nazionale è nell'esercizio del dovere e del sacrificio ». E con le parole applaudile del Ministro la cerimonia ha line. 11 Cardinale Legato si alza per uscire. La folla degli intervenuti si assiepa intorno per baciargli la mano. Fuori la banda intona la Marcia Beale ed il Cardinale sale rapidamente sull'automobile benedicendo. Poco appresso al suono di « Giovinezza » esce anche il Ministro e gli ultimi echi delle musiche si spandono per la storica piazza. ' U. COSMO.

Persone citate: Duce, Gualdi, Marcia Beale, Merry Del Val, Mussolini, Poma, Suor Giacomina, Torre Magnifica