Le gravi responsabilità accertate a carico degli amministratori della "Banca di piccolo credito"

Le gravi responsabilità accertate a carico degli amministratori della "Banca di piccolo credito" Le gravi responsabilità accertate a carico degli amministratori della "Banca di piccolo credito" L'imponente movimentata assemblea dei creditori - Bilanci non rispondenti a verità - Partite intestate a nomi fittizi - Prime conclusioni: 11 milioni ripartibili Ieri, alle 14,30, è stata tenuta l'annunciata riunione dei crediiori della Banca centrale di Piccolo credito di Torino, le cui vicende abbiamo già esposto, riferendo anche Stlll'avveriutO arresto del cav. Reverdini, direttore, del cav. Angelo Cavalli, ex-amministratore delegato, e sulla irreperibilità del presidente, cav. Temilo Sarasino. Per partecipare a questa adunanza erano venuti dai paesi della regione numerosi gruppi di creditori: donneile, agricoltori, piccoli possidenti, preti e penino un maresciallo dei carabinieri. La folla era tanta che nessuna aula del Palazzo di Giustizia potè contenerla, cosi che la riunione avvenne sul grande terrazzo prospiciente gli uffici della Procura geierale, che ne fu gremito. La presidenza venne assunta, naturalmente dal giudice delegato avv. marchese Gaspare Kavara. Il giovane curatore provvisorio del fallimento, rag. doti. Zimino, dovrebbe esporre alla foltissima adunanza la relazione sugli accertamenti da lui compiuti. Ma la cosa non e facile perchè dall'estremità del terrazze ove crìi si trova la voce non arriva a tutti i presemi. Dopo avere tentalo, salendo sul tavolo, di farsi intendere, egli è obbligato a andare proprio al centro dell'assemblea e di li. 6opra una sedia, e forzando la voce, può finalmente parlare. Il dott. Zimino, che ha dovuto compiere un rimarchevole tour de torce per esaminare, in (lodici giorni, l'intricata contabilità della Banca e procedere ad accertamenti che diventavan, man mano che le indagini propredivano, sempre pili gravi p sempre meno facili per l'irregolarità delle scritture e l'assenza di registri e di verbali, inizia la sua e» --islzione. • La relazione premette un breve cenno riguardante la fondazione della Banca, avvenuta nel 1890, per iniziativa di alcuni operai appartenenti all'Unione cattolica della parrocchia di N. S. del Carmine, ed infatti tra i promotori figurano falegnami, fabbri, calzolai, aggiustatori, portinai, ecc., e rileva che fino al 1916 la Banca ebbe svolgimento e andamento perfettamente regolari. In quell'anno, venuto a morte il presidente Della Valle, fu sostituito col cav. Teofllo Sarasino, già consigliere. E rileva il curatore che « durante gli esercizi dal 1917 al 1922 entrarono nella Banca i primi germi delle forti esposizioni... ed il largo, incontenuto e detestabile giro di affari in Borsa, per effetto dei quali avvenne la dissoluzione del tronco creditizio >. Dopo avere — molto opportunamente — messo in evidenza che un tempo 1 sindaci facevano intero il loro d ^ere, dall'esatto adempimento del Quale > tanto dipende in tutte le Società anonime l'andamento economico e molte volte 1?. sorte delle stesse «. il curatore chiama « indecifrabile conto » quello del portafoglio-sconto, e poi dichiara che il bilancio della Banca sostanzialmente era eia in deficit fin dall'esercizio 1923. L'ultimo ConsigHo d'amministrazione Viene quindi a parlare del nuovo Consiglio di amministrazione, eletto nella singolare assemblea del iH marzo 1926. Risultarono allora eletti ad amministratori: Asinari di San Murzuno conte Amedeo, on. Domenico Baguasco, aiy. cav. Giovanni Bernocco, cav. Angeio Cavali:, avv. comm. Francesco .Devecchi,..rag. cav. Attilio Falco, cavaliere Mario Goglino, cav. Francesco Raviolo, cav, Teofllo Sarasino, cav. Giacinto Trinelli, cav. Pietro Vltrotto. A sindaci effettivi: ragioniere Adami, ing. Boccardo. prot. Chianale, rag. Durando, geom. Vanrtone. A sindaci supplenti; cav. Brusasco, cav. Deruslicis. A probiviri: avv." Gino Cavalli, on. professor Vittorio Cian, avv. cav. Mensio. Nella prima sua adunanza il nuovo Consiglio elesse a presidente, il conte Asinari di San Marzano, a vice-presidenti Fon. Bagnasco e il cav. Saranno, a consigliere delegato 1! cav. Angelo Cavalli. Senonchè, prosegue la relazione, nel macnio il conte Ai-inari si dimetteva dalla carica, e nel luglio si dimettevano l'ing. Berriocoo e l'avv. Devecchi, cosi che il Sarasino ritornava al suo antico 6eguio presideuziaie. Ti Cavalli non si dimise che verso la line di agosto. Soggiunge ancora il curatore che « la maggior parte dei nuovi consiglieri sembra non abbia presa vera considerevole ingirenza nelle direzione dell'Istituto, tranne il Cavalli Pero la relazione espone come i candidati al nuovo Consiglio vollero avere una malleveria dai vt'rchi amm nitratori, ed in proposito il verbale del Consilio riporta in seguente dichiarazione rilasciala il 2? mmzo e recante la controfirma del direttore Rever- dÌ« V =otfoscritt1. '•omponpniì il Consiglio di Amministrazione della Banca Cooperativa di Picco'o Credit»-, di Torino, dichiarano concordemente di assicurare che la situazioni- dlpStearslsTVcfigagdacvnociPpetb23 delia Banca predetta è quale risulta dal Bilancio 31 dicembre 1925 fcenza che esistano partite scoperte o non denunziate, o larvate. Solidamente si obbligano a garantire la situazione quale risulta dal bilancio predetto e posteriormente e fino alla Assemblea e all'insediamento del nuovo Consiglio, ed a ritenere sollevata l'Amministrazione che uscirà dall'Assemblea 28 marzo 1926 da qualunque responsabilità per la gestione passata. Torino, 27 marzo 1926. F.ti: Sarasino Teofllo, Raviolo Francesco. Bruno Clemente, Vitrotto Pietro, Trinelli Giacinto •. La relazione passa poi ad esaminare le cause ed 1 caratteri del fallimento. Gravi rilievi E' in questa parte della relazione che affiorano constatazioni che avranno un seguito giudiziario. Ad un certo punto il relatore, ad esempio, osserva: • Purtroppo ad aggravare le tristi conseguenze della larga concessione di fidi, cosa di per sé abbastanza riprovevole quando si abbiano presenti, lo scopo, la natura e il campo di attività in cui avrebbe dovuto muoversi la Banca, ha agito in misura ed effetto non indifferente un forte accentramento, per ora non ben definibile, di capitali a Ditte cui era ed è rimasto legato con diretta od indiretta partecipazione e comproprietà, il Presidente della Banca. Esistono tuttora, appartenenti a q'uef-ta categoria, conti scoperti per cifre elevate e che con molta probabilità andranno ad alimentare il deficit. Tra i meglio identificali ve n'ha uno, por esempio, aperto nel febbraio del 1925 che si svolse, attraverso operazioni varie, con progressiva eccedenza dei prelievi sui versamenti e portante disposizioni, non sempre servite, sembra, all'intestatario di etso cortto, figurante attualmente scoperto per L. 682.S00. Altro conto della stessa specie, aperto nel dicembre 1922, inattivo dal febbraio lO-'ò, è scoperto ora per L. 395.120 ». Sul conto « Riporti » — rileva il curatore — • venivano inoltre passate a debito o a credito differenze incontrate nelle liquidazioni di fine mese con riferimento a nominativi diversi, ma soprattutto a certo Chiodino Gerolamo, nominativo che por concorde affermazione di persone a conoscènza delle operazioni di Banca, è meramente fittizio c, a giudizio del sottoscritto fu fatto scrivere per nascondere gli affari fatti dal Dire;:ore». Esposte poi altre .. irregolarità contabili commesse per celare le sempre più gravi conseguenze dell'imperizia e peggio dei dirigenti, gli artiiizi usati dal direttore per occultare le operazioni di Borsa fatfe fare alla Banca, il relatore mette in evidenza che rin dal 1924 veniva praticola l'illecita operazione di vendita di titoli altrui, e dice: • Secondo un calcolo approssimativo ricostruito sulla scorta di libri e carte dal sottoscritto compulsate, nel solo periodo dall'ottobre 1924 (all'incirca), all'aprile 1925 di sola rendita 3,50 % furono effettuate le seguenti vendite di titoli avuti a comodato, avuti per cambio, avuti per garanzia, o di proprietà di creditori per un importo nominale di lire 2.488.700, realizzando lire 2.036.996.25. Conclusioni La relazione, infine, espone interessanti cifre conclusive dicendo: «In riassunto si ha dunque: 1. — Un attivo generale nomi¬ nale di circa L. 28.697.617,282. — Una presunta perdita (oltre il deficit di lire 7.238.034.23) di ■ 10.500.000 —3. — Un residuo attivo quindi reale di 18.197.617,28da ritenersi, dedotta, la partita d'ordine « Titoli in Garanzia e Custodia » di » 3.150.763,604. — nell'importo ripartitine di » 15.046.853 6S5. — contro un passivo privi¬ legiato di circa » 4.000.ix,() —6. — con una disponibilità quindi di » 11.016.353,63per i crediti chirografari risultanti, con la necessaria detrazione dell'importo complessivo privilegiato di L. 3.759.012,38 portato in bilancio, e delle lire 3.150.763,60. costituenti la contropartita d'ord'ne, dei titoli a garanzia e a custodia, compresa sotto la voce « Depositanti Titoli » di . . . 29.025.875.53 « Pronunziare pronostici sull'esito definitivo d»! fallimento non*<- facile né sembra, data la complessità e vasi Ita delle operazioni tuttora in corso e le diverse, fnrs'aneVte opposteragioni che su molte partite verranno eserci 8 3 o a , ¬ mentare, opportune. • Da-Ue affermazioni e i rilievi fin qui illustrati balza ìn piena evidenza, denso di responsabilità l'operato degli Amministratori della Bainca. Per concludere anche su tale punto, il sottoscritto, ritiene doveroso indicare i principali reati che a suo parere emergono dalle cause, circostanze e caratteri del fallimento. Non gli sembra dubbia l'esistenza del reato di bancarotta fraudolenta oltreché di quello di bancarotta semplice, perai essere stati distribuiti utili insussiste.iti in conseguenza di bilanci falsi : b) essere stato cagionato, in conseguenza di speculazioni di borsa, contrarie allo Statuto della Società, il fallimento della Banca; c) essere stati venduti titoli di terzi •. E il curatore termina la sua diligente e chiara esposizione con queste, parole : « Si impone, per un superiore principio di equità e di giustìzia, una diversificazione e graduazione di responsabilità, non certo una sanazione però dell'operato in conseguenza del quale tanti umili risparmiatori oggi soffrono la perdita del gruzzolo faticosamente accumulato e noi affidato alla fallita Banca di Piccolo Credito ». Momento di burrasca Benché l'esposizione del curatore "abbia portato a conoscenza degli adunati delle risultanze poco confortanti, cosi che molte superstiti speranze ed illusioni sono crollate, la relazione viene applaudita con calore, quasi ti rimeritare il ragioniere Zunino della grande e meritoria fatica compiuta. Il giudice avv. Favara si fa interprete dell'amaro compiacimento dei creditori per la severa indagine fatta per la miglior tutela dei loro interessi dal curatore. Quindi soggiunge: — Ora bisognerebbe procedere alla elezione della Commissione di vigilanza. Ma è impossibile che questa designazione possa esser fatta du-ll'assemblea i Sui componenti non possono aver modo di conoscere le persone più adatte, lo mi sono preoccupato di ciò e vi propongo cinque nomi che appaiono bene indicati ad assolvere degnamente il compito: il direttore della Banca d'Italia {bene), l'avv. Antonio Cairola che rappresenta un forte gruppo di creditori (bene, si)... Ma a questo punto l'oratore viene interrotto. Un giovanotto, che 61 qualifica, poi. per il signor Demaria, chiede ad alta voce la parola e parla subito, dicendo che questa elezione, fatta cosi, non è regolare... Molti dei presenti insorgono e gli gridano di tacere, che si vuole venire ad una conclusione. Ma egli resiste e, nel baccano, continua a parlare concitatamente. Le sae parole )>erò non arrivano fino a noi. Il Tag. Zunino sale sul tavolo e ottenuto un silenzio molto relativo, dire che bisogna evitare ogni discussione ed ogni diatriba sui nomi.Il signor Tarizzo di Cuorgnè grida che i contadini debbono essere rappresentati nella Commissione: — I contadini, signori miei, vi hanno portalo dodici milioni e non 11 rivedranno più...Succede un nitro coro di commenti e di apostrofi di vario genere durante il quale qualcuno grida che non si vuole sentir par:arp del Consorzio dei creditori. Allora l'avv. Forno, presidente del Consorzio, sale a sua volta alla improvvisata tribuna e fa per parlare. Ma l'assemblea, che è divenuta nervosissima, glie lo impedisce col clamore delle grida contrastanti. Quasi tutti .1 presenti si agitano e urlano, cosi che il baccano è-allissimo. Anmra una volta il rag. Zunino ottiene un po' di trema e riesce ad enunciare, i cinque nomi designati per la Commissione df vigilanza, che sono: Direttore della Banca d'Italia o un suo delegato, l'avvocato Antonio Cairola. il commerciante Alfredo Ghezzi, l'avv. Piccinini! ed il rag. Guido Ortaldi, agente superiora dellp imposte, in rappresentanza del ("hi^resp. particolarmente colpito. Quésta lista viene messa ai voti per alzata ; ili mano. La grandissima maggioranza approi va. Ma a.lrune voci si levano dal folto: 1 — Vogliamo la controprovai La controprova viene fatta e risulta che vota coailro solo una non grande minoranza. I Si tevn qualche applauso e qualche grido. I Ma la tempesta é ormai passata. Allora il i marchese Favara chiede ai presenti se in"-r:dono rh« a curatore definitivo del falli•rcnto venga confermato il rag. Zunino ed in nutrito coro di si » gli risponde. E così ì adunanza è finita. *** 11 Comitato provvisorio del Consorzio Cre'iitori della fallita Banca centrale di piccolo : redito. nominato nella adunanza del giorno 1 lfi alla Camera di Commercio e con sede in via Lagrange 29. comunica c-hs questa sera alle ore SI c indetta, una adunanza dei creditori che già hanno aderii'! di quelli che intendono aderirvi, nel salone della Borsa via Ospedale.' 28. Per partecipare alla riunione è necessaria l'esibizione di documentcomprovanti la qualità di creditori.

Luoghi citati: Cuorgnè, San Marzano, Torino