Poincaré e i cartelllsti

Poincaré e i cartelllsti Parigi, 29, notte. L'agitazione inscenata ani residui del bartellismo contro Jc riforme amministrativa e giudiziaria, con la segreta speranza di provocare una crisi ministeriale, accenna, come avevamo pronosticato, ad afflosciarsi. Oggi all'Hotel d'Orsay ha avuto luogo l'annunziata riunione, cui l'on. Dumesnil aveva invitato giorni or sono deputati c senatori, con una circolare minacciante rappresaglie elettorali in c:tso di assenza; ma l'esito sperato dagli organizz/iluri non si è verificato. Allo stesso modo che la settimana scorsa non si erano uo111ti riunire se non 110 sindaci su 10.000, oggi degli S00 e più pari amen tan non si presentavano alia riunione più di una trentina di deputati e una diecina di senatori. E' quanto diro che l'insuccesso dell'opposizióne, alia Camera si delinea chiara mente. Un'astuta manovra Lo scarso numero degli intervenuti è tanto più notevole in quanto che alcuni fra essi, come il Francois Marsal e il De Jouvene!, si trovavano all'Hotel d'Orsay più con lo scopo di scalzare l'offensiva dei cartellisti che non con quello di prendervi parte. Dopo che Fon. Falcoz, il noto deputato radico-socialista di San Giovanni di Moriana, ebbe parlato contro la riforma giudiziaria e presentato un nuovo ordine del giorno di protesta contro la medesima, l'on. Frangois Marsal prese infatti la parola per temperare i bollenti spiriti dei presenti e dichiarare che, pur non essendo partigiano dell'applicazione integrale e incondizionata della riforma giudiziaria a motivo dei dubbi nutriti sulla sua efficacia finanziaria nè lui nò il suo gruppo intendevano recare il minimo ostacolo all'azione intrapresa dal Governo di Unione nazionale per svecchiare l'organismo burocratico. Il cartel! Lsta Dumesnil replicò vivacemente, ma l'amico di Millerand ricevette tosto il concorso di Enrico De Jouvenel e il risultato della sapiente manovra di due deputati amici del Ministero fu che l'ordine del giorno Falcoz venne cestinato, e in vece sua ne fu votato un altro, dove la sola soddisfazione rimasta agli organizzatori della riunione fu quella di scrivere in testa al documento la cifra di 200 votanti, sommando alla quarantina degli intervenuti effettivi, le 150 o 160 adesioni che si affermarono giunte preventivamente per iscritto. L'ordine del giorno era così concepito: « Duecento deputati e senatori, riuniti senza distinzione di partito per l'appello dei sindaci di capoluogo e circondario (o che hanno dato la loro adesione per iscritto insieme a questi ultimi) affei-mano la loro volontà di non ostacolare in nulla l'esperienza tentata rial Governo nel 6iio sforzo di restaurazione nnamziaria; si dichiarano disposti a ratificare tutte le misure capaci di realizzare delle serie economie di Bilancio, 60tto riserva di tutti i provvedimenti necessari per realizzare una larga decentnaiLlzzazlonc amministrativa. Ma domandano al Governo di sospendere, in vista di un esame più approfondito, l'applicazione della Tiforma giudiziaria, i cui principi 6olleva.no in tutto il paese delle proteste legittime, e che deve esserp iniziata in modo più vantaggioso per i privati e per il Tesoro ». I « congiurati » e il Paese I congiurati hanno dunque già abban donato alla sua sorte la riforma amministrativa per ritirarsi sul terreno della ri forma giudiziaria. Non è impossibile che a questa prima ritirata ne venga dietro una seconda. II Soir, commentando umoristicamente la riunione odierna, nota: c I congiurati hanno recitato, nel pomeriggio di oggi, il prologo del loro capolavoro. Gli impresari si erano riuniti in un famoso ristorante per organizzare una specie di pròva generale dello spettacolo. Se si deve ere dere alle voci corse dietro le quinte, la oommedia non rimarrà a lungo 6ul manifesto. Si dice anche che non affronterà il fuoco dalla ribalta. Anzi, el è constatato scarso interes se negli attori invitati a questa fe6ta. I direttori avevano un bel battersi il- petto, prendere a testimonio il cielo, i circoli, i comitati e i gruppi per denunziare il pericolo che minaccia la Repubblica. Nessuno voleva ere dere nè al pericolo, nè alla purezza delle in tenzioni che animavano i congiurati. Chi ascoltava in silenzio, chi affermava altamente di esser venuto alla riunione senza nessuna intenzione ostile verso il Governo. Altri, infine, che provenivano dalla loro provincia, pretendevano che il paese era lungi dal condividere l'emozione di quei deputati che, da quando sono ridotti a rimanere nell'opposizione, non possono darsi pace della partenza di qualche sottoprefetto ». E' innegabile infatti che molti Consigli provinciali hanno, in questi giorni, colta l'occasione /iella seduta inaugurale per votare ordini del giorno di plauso all'indirizzo del Governo. Quello degli Alti Pirenei, ad esempio, ne ha approvato oggi uno che dice: c II Consiglio generale degli AHI Pirenei, rendendo omaggio agli sforzi sviluppati dal governo per il miglioramento della situazione finanziaria del Paese e il consolidamento della pace europea, fiducioso nella sua azione per la realizzazione della politica di unione repubblicana in vista della quale si è costituito, gli domanda di eseguire, con l'unica preoccupazione dell'interesse pubblico, le riforme richieste da lungo tempo dall'Intero paese, riforme che per essere giuste ed eque debbono -procedere da un piano complessivo di riorganizzazione amministrativa e di economie ». Avremo dunque certamente ancora epiBodi più o meno vivaci di opposizione su questo terreno, ma in ogni caso nulla di grave. I Débats stasera osservano : « Il Paese non vuole sentire parlare di orisi ministeriale nelle circostanze in cui ci troviamo. Sarebbe un salto nell'Ignoto, un 6alto in un abisso che abbiamo visto da vicino tre mesi fa. e dove ricadremmo in virtù delle leggi inesorabili della pesantezza, se il paracadute dell'unione nazionale dovesse ripiegarsi. Soltanto coloro che non vivono che per la politica e in vista della politica possono pensare ancora, nel punto in cui ci troviamo, al piccolo giuoco dalla buccia d'arancio ». Per quanto riguarda le riforme, l'applicazione è indiscutibile. Ma un'altra svolta non facile attendo il Ministero: la liquidazione del problema dei debiti. Esso verrà in discussione a fine mese, in una delle prime sedute della Camera, la cui sessione straordinaria incomincicrà fra venti o venticinque giorni. Il presidente della Commissiono finanziaria della Camera, che se ne è intrattenuto questa mattina con Poincaré,'è già in possesso della maggior parte dei documenti relativi e presenterà ti proprio rapporto ai colleghi pon più tardi del 15 ottobre. 0. P. L Poincaré e i cartelllsti

Persone citate: Enrico De Jouvenel, Francois Marsal, Frangois Marsal, Poincaré

Luoghi citati: Orsay, Parigi