La transazione dei 20 mlioni in treno

La transazione dei 20 mlioni in treno Bologna, -2S. s^ra. Okrì si discute nella città dello Quo torri per motivi di giurisdizione il « processo u<\ venti milioni » cosi detto per l'assalto no nn simile rotondo botu.no, mentre il direttissimo Roma-Milano 30 si inabissava sotto le Ballerie dell'Appennino bolognese, hi tratta di un criminoso tentativo dei pivi audaci e più rocamboleschi che eiano stati tentati in Italia. Oltre che notevole l'entità della somma, fu eingoiare il modo con cui venne organi: j[loto segreto. Era stata invece risaputa, e pi incaricati della delicata missione spiati e se- MI- Igei funzionari erano SolimeiViliPPO.icapo ufBclo della Direzione generale della Banca d'Italia; il dott. Bruni Vincenzo, sot-1 io-capo; Ugo Vettore, primo segretario; lAacioni Raffaele, sotto-cassiere: Sancln Alfredo, segretario; Niccolini Antonio, aiutali- te di eassa. La somma era stata divisa in la rivoltella in pugno nell'attiguo sco'm- talento, che trovò deserto. Vi si trovava- come comuni viaggiatori. «rimili pare che fossero effettuate dati istituto alla chetichella. 1 6ei viaggiatori si trovarono alla stazione «m'ora e mezza prima della partenza del treno, e precisamente alle 19.30, prendendo pesto in uno iscompartimento di prima classe e mettendo le preziose valigie sulla reticella. Il diretto 36 lasciò in perfetto orario la stazione di Roma. Verso le A del mattino l'ABCioni, che stava a eedere nello scompartimento insieme ad altri due suoi colleghi, avverti uno scricchiolio. Non vi fece caso at tribuendolo al rumore del treno e allo scrosciare della pioggia. L'A6cioui alzò la valigia affidata personalmente a lui, ma non vi trovò nulla di anormale. Più tardi, Insospettito da nuovi rumori, alzò nuovamente la valigia e notò con sua grande sorpresa che era stato praticato un largo foro rettangolare, delle dimensioni di 15 centimetri per venti nella parete. Esaminata attentamente la valigia, constatò che era 6tata tagliata e che mancavano parecchi pacchi di biglietti di banca. L'inseguimento in treno Dato l'allarme ai suoi colleghi, si precipitò fcon la rive" partlmento no però con alcuni scalpelli numerosi fogil di giornali ed alcuni strumenti che avevano servito al taglio della parete. Senza indu giare, fece insieme agli altri funzionari di corea 11 corridoio della vettura, e incontrò tonasi In fondo al treno quattro individui ai Quali Impose il fermo, mentre il Sanchl cercava aiuto in un milite ferroviario. Nel frattempo dei crwrttro individui fermati dall'Ascioni rimaneva soltanto Balsami Emanuele di anni 24, da Messina, dondclliato a Roma. Qualche minuto dopo giungeva nel corridoio un appuntato dei carabinieri insieme ad un milita ed al conduttore del treno. Lo scompartimento abbandonato venne visitato, e furono trovati nascosa anche sotto i cuscini Quattro scalpelli, un coltello a manico fìsso ed un altro a serramanico, ed altro numeroso materiale di scasso. Intanto il treno, approssimandosi alla stallone al Basso, cominciava a rallentare. I due carabinieri, a milite fascista e il conduttore, 61 disposero al lati del convoglio per poter osservare quel viaggiatori che eventualmente fossero discesi. Fermatosi il eotwpgllo, gli agenti tennero d'occhio lo «POrteno. Da uno di questi la comitiva noto nn individuo senza cappello sotto la pioggia, 11 quale, aggrappato alle maniglie dello ecempertrnento, appoggiava i piedi sul prelaeilino esterno della vettura.' Lo sconosciuto »entò di fuggire, ma venne impedito dai carabinieri con le rivoltelle spianate, che lo costrinsero a risalire nella vettura. Il fermato disse di chiamarsi Giardiana Guido di arni 36. da Messina, anche lui domiciliato a Roma. Perquisito, gli vennero trovati indosso due pacchi di biglietti da cintruanta lire wr una somma di circa 10 mila lire. Venne fermato sul treno un altro individuo che era stato visto in compagnia del primo arrestato, che dichiarò -li chiamarsi Balsano Guglielmo di anni 22. Perquisito anche lui fu trovato In possesso di biglietti da cinquanta e cento nre. Frattanto dalla vettura contigua un Individuo tentava discendere, e venne anche lui fermato. Dopo aver dato spiegazioni contraddittorie del suo viaggio venne trattenuto in arresto. Egli era Giovanni Ranista Contadini, romano. Giunto ii treno a Bologna gli arrestati vennero condotti in questura e sottoposti a stringenti interrogatori. I due nuovi impntaU L'Istruttoria laboriosissima seguita aveva ina rilevato 1 esistenza di molte lacune circal'organizzazione del colpo, per poter precisare le singole responsabilità degli arrestati e l'eventuale responsabilità di altri, che avevano potuto afuggire ai primi accertamenti giudiziari, pei dò la prudenza del magistrato maulrente richiese un supplemento di istruttoria, la quale rilevò l'esistenza di altri dueImputati certi, Pietro De Angelis, ex-uillcia:«decorato al valore, espulso dall'esercito permalvereazoni, ed un suo amico certo Occhio-^J^'iP^iii^ll^ìf51"11 delContèdini Le successive indagini hanno pre-eisato la posizione del Contèdini, individuointelligentissimo, astuto, audace, quaie orga aizzatore del colpo,- coadiuvato dal De Ancelle. L'Occhioni doveva essere, e fu realmente, l'esecutore materiale della trapanazione dello scompartimento. La combriccola 6i era messasotto la direzione dei Contèdini, perfettamen te informato degli invìi periodici di.sommeche la Banca d'Italia effettuava. All'ultimo momento sembrava che l'operazione dovesseessere aggiornata p-'-r il ritiro di colui che a->veva etsexe la parte principale, cioè dell'occhioni Romolo. Tutto era &tato combinato e preiisnosio per non destare la curiosità ed i sospetti. Vi era anche una valigia perfettamente identica ali» altre che stavano nello scompartimento oc-cupato dagli impiegati della Banca d'Italiaper una eventuale sostituzione. Il Guglielmo Balsano vestiva la camicia nera. Nello scom. partimenlo limitrofo a anello dei bancari alla partenza del treno avevano pret,o posto il Balsano Guglielmo. |] Gl andana e l'Occhioni. Gli altri avevano preso posto nello scompartimento successivo, ma lutti e sei si riunirono cosi cho. quando a Firenze tento di entrare nello s ompartimenio un ufficiate insieme alla sua signora, il Giardiana di?><4 rne io scompartiiiH.nto era gin occupato. Il Contèdini da Roma a Firenze tu in gran da fare per sorvegliare i lavori che vennero compiuti a lampadina accesa; il taglio deila parete In direzione delle valigie verni'; fatto mentre il treno attraversava le var e gallèri si trattava di completi re quel lavoro, masut più bello, dopo Firenze, quando lo esoinpartimento era nuovamente piombato nell'oscurità l'operazione venni; interrotta. L'amman-omniarito aìca e >i^ ìl de-xiunntaeo-flssato In un prtnv: inorai sulla di sessanta mi la lire (-• - I ,trentamila: ooichè le ann n utam ro sequestrate nulle lasche -:■-( arre* Giardiana però non aveva nuli: iti suppone che abbia potuto ■ \ naro. Infatti fasci di bk'Lei . da ■ lire vennero trovati lungo In lui ria. L'udienza: pubblico onorate L"udi«nzi bininola olle V< alla 111 del T'ibuualt penale, prestine un pubblico Presiede l'aw Graziarli, fa™ Giami-a ! quntro toi.pui nella piccola gabbia che . numerosi caraoiidert. ssasio a""»i™ • l'Occhioni L'Emanuele -••■:'< che lu U primo -, -ivelare resmc:iz<; ««;t complici, ne \r»elis ed Occhioni n*.' tentila tentato lue volle !n carceri? ai ticSoffia & Aiigelis è riuscito a riparare iniPKlflltemi '■ venne anzi «retata- m..^''l""su. d»Iif WMtre «un nifi che osr J riuscirono ad it'^nerne s» eh? ' aWr "im siedo contornala 'lotiiai:-' li •histradiiciO'ia Goàilir -imesio in liberta, not^ r percert le sue tracce. Del cali i! irretii i (tizia, contili si ^ riusciti mai ad avare ] Bieche ambedue saranno jrm- ! i a. Il De Angelis ha (atto id .'.■tini giornalisti una lettera icliiara innocente, e agtrluns-e dio: ■ scomparso ma lia anzi dato >l /o al capo della polizia giudlztalii. ! imputati hanno tutti raspollo giovanile e vestono con clc-ftanzà. L'imputa-1 • !Pn.<in • Guglielmo, che all'epoca del fatto ave".;, n anno sembra un giovanetto. ! presidente fa la chiama dei testimoni. in c Cjli SUO ria < .1 qUni tittr.- •lesun apparenza da scemo mon ricorda nulla, non iK,[0(i0 y difesa Vi "scpo" 'i^rò''^hlaccianti prove inesorah" ^ scniaccianii -"ili. A Moina nejrli ambienlì mondani si laceva chiamare conte Unii. Av suo cognome trovato anr Infatti non nari» i iui,.i.ì ncr. pana, mrisponde:, curioso j parte Civ. -èva irr sostenza n«T ■he il titolo . . lv" _ La Banca d'Italia si è costituita all'udienza ! nomili i ' «°n aver assistito al lavoro essendo fuori, 11 Presidente gli domanda: Facevate da palo? 'imputato ... famiglia siciliana decaduta se in sbriga presto confermando i suoi precedenti interrogatori. Il precidente, avv. Grazìani, che ha un si- SS 8? Vm l^ffifpaiole l'imputato ripete di essersi trovato una sera insieme al Giardiana, il quale gli dove- >va mille lire, ma gl: disse che era a'eorto di denaro, ina che però sapeva il modo di fare un grosso colpo. 11 Giardiana lo presento al Contèdini, ii quale infatti eli rivelò che era in relazione con due funzionari della Banca d'Italia e con altre persone, le quali lo avrebbero coadiuvato nella consumazione del colpo. 11 contèdini esigeva soltanto per sè tre parti del bollino. All'operazione dovevan partecipare l'imputato e suo fratello, nonché gli altri, fra cui il capitano De Angelis e l'Occhioni. Mostratagli la fotografia di entrambi i latitauti, li riionesce perfettamente. Co nte dini soffre d'amnesia L'Occhioni è l'individuo che procedette alla trapanazione della parete divisoria della vettura. II Balsano non riconosce però la fotografia della vettura, perchè afferma di — No. lo ero fuori perchè non ero persuaso dell'impresa; se avessi avuto II denaro occorrente per il ritorno sarei sceéo ad Orte oppure a Firenze. Ma non avevo un soldo, perchè tutti i miei quattrini li avevo consognati al Contèdini. n presidente osserva: — Di buone intenzioni è lastricato perfino l'inferno; se volevate discendere potevate avvertire i carabinieri dell'operazione che i vostri soci stavano compiendo. Dove in ogni modo voi eravate? — Io ero in un altro scompartimento. Presidente: — A sorvegliareT — No, io andai in uno scompartimenio anche in seguito ad una lite che scoppiò in treno fra il Contèdini ed il De Angelis. Costui credette ad un certo punto della notte che la manovra fosse stata scoperta e perciò diede in fretta e furia l'allarme Tutti stavamo per precipitarci dal treno quando capimmo che era un falso allarme, e allora il Contèdini assai irritato diede del vile al De Angelis; questi si offese e fra i due in treno sorse una lite che fu presto appianata. Il fratello Balsano Guglielmo conferma quanto ha gift detto il fratello. Anche l'imputato Giardiana conferma por filo e per segno le dichiarazioni degli altri due riversando la colpa del tiro sul Contèdini e sui due latitanti. L'interrogatorio del Contèdini riesce quanto mai umoristico: Egli dichiara: — Non ricordo nulla; non so niente, non saprei che cosa dire. Presidente:' — Voi avete organizzato tutto con molta intelligenza; anzi aggiungeste di essere in rapporto con funzionari della Banca d'Italia e perfino con funzionari di polizia. Confessate chi erano gli informatori. E' meglio per voi. Confessate chi sono gli occulti complici. Il Contèdini risponde: — Non so che cosa sia avvenuto in quella notte. Il Presidente: — VI esorto per il vostro meglio a confessare. — Non pos<-o dire niente; non ricordo nulla. P. M., ironicamente: — Ricorda però l'imputato di essere cavaliere della Corona d'Italia ed anzi di aver sollecitato anche l'ulflcialato ? Contèdini volge gli occhi in giro e risponde con il 6olito ritornello: —Non ricordo niente. Il Contèdini. all'epoca del rocambolesco colpo, era, per la sua intelligenza, per la vita brillante che conduceva e infine i>er le numerose sue conoscenze, il personaggio più singolare della combriccola, E lo è tuttora nella sua nuova parte di finto tonto- In carcero, lungi dalla vita di gozzoviglie che conduceva, è ingrassato e si è anche rimesso in salute E' diventato stupido, ma si ritiene sia un male passeggero. Finito il processo forse riaoqui=te',a la memoria ed anche la favella pcr (.-uanio Presidente insista affinchè ri- Veii ì nomi dei suoi informatori e dei suoi complici, l'imputato tare, gira gli occhi con Viene introdotto il fnro" etnrriHn e shail ha. teste prof. Nicola In¬ trona, delegalo del direttore della Banca d'Italia comm. Stringher. Egli afferma che per espressa disposizione tutti e 6ei frli impiegati avrebbero dovuto viaggiare, quella noti e, nelin stesso scomtpaTttmento. Racconta come il capo-ufficio Ar-cioni notasse il lavorio dei malviventi L'Ascioni senti un leggero rumo maHw K'O> .};n V]i ferra» corue im tarlo r'ic rodesse la parei*. Per. si?t<'ndo tale rumore, l'Asci ani usci rial rorridoio e v.v.n che lo scompartimento attiguo era completamente al buio e che anzi uno dei rirsteriiv-ì viaggiatori soiava jl corridoio, tenendo sollevata parte d<?l!a tendina. Il resto i> noto. 11 dott. Alessandro Orsi di Roma si trovava no prima del fatto in un negonentn. unendo notò il Contèdini, insieme ad altre duo o tre persone, il quale contrattava un succhiello. Fu sorpreso perche il Contèdini faceva vita ^mondana e non aveva certo bisogno di quell'arnese di lavoro. Presidente, all'inimitato Contèdini: — A-vele capito. Compravate un arnese per trapa• ire le pareti del vagon*». Anzi lo guardavate non con quegli occhi che fate ora, ma eco e-hio molto attento. Contadini seguita a fare lo «ee<mo ': non T'oni.ttdv "ti 'vii f ede tranquillamente, meo» ire" il pubblico ride. li commissario di P. P. Alberi-» Tr#-zra informa circa lo prime indagini della polizia. Vii funzionario di scorta Viene quindi introdotto, fra la viva aspettali teste Raiia^le Ascione. Era uno dei I uva, j i. 1 ] ! , hj jV funziunaii di èeorta n-3 I Narra i tie lino a Firenze non notò nuha di anormale. -V Firenze un colonnèllo fece per -a ■ nello scompartimento iii=ierne ad una signora, ma coloro che stavano dentro dis» ci •' era occupato. Dopo Porretta fu al(ii uno strano scricchiolio. Mando fuori il collega Niccolini a vedere di che si ì trattava li Niccolini notò -un giovanotto e i,. i, • che fosse un «paio». Anzi intuendo ... cosa di delittuoso, u.-ci anche lui a are '. lite un individuo che spiava otto ia ier.diiia. E il teste pro&cguc: -- | ivo d i t'.iiipo un tra-'e proseiitimen- io. Ventieei anni fa studiai un tipo di vi l-:nVa corazzava che avrebbe dovuto essere ' v- per questi trasporti di denaro, ma famoso viaggio. toce i lilla I - Lo adotteranno ora. Esaminai subito la valigia afn•••• tialtnente e soltanto loro, itlo nella parete del Irono . valigia. Balzammo fuori. ••• io i •• -.-'io eia vuoto. Prósegijinirno ■ • :•.-".» in pugno lungo il corridoio ■ ... feimarc i quattro irapu. lati fcttuaii, che cercavano di rifugiare! in un al.ro scompartimento odi discendere. Dei quattropotemmo tenerne fctretto uno boltunli centellini fu preso «ncnire aggrappalo io stava balzando dal treno. Qual- pivdell tic highttlo di lJamvi venne trovato lungo la strada ferroviaria. Sncoetisivautente a polii; munii! di distanza vennero arrestati anello tri i altri tre. L'impiegato Niccolini dà un'analoga ver» sloiie. rnni.-i dol fatto, uscendo ad osservare nel corridoio, ,-i imbatto in un giovane, cioè 1 imputato Giardina, elio era evidentemente f,no " ?i*loisK£ l«rc-ò chiesero il prolungamento lino a Firenze PKSsWcnWt at n,i:,-.!M Ballano : - Diceste clic eravate in bolletta 1 — Sì risponde il Maggiore dei due fra¬ !cl3i: ~.<*n.mi> tutto il nostro denaro al conledali, il Quale poi ci comprò il biglietto oc- coi mite. M£^|JS Contèdini perù tace f-ompre. Vengono escus» si altri testimoni elio riferiscono circa la cat- sMWa WSWr SS ttg» fi : era attaccato alle maniglie. L'appun¬ ti «ra dei Quattro imputati. Anche il Giardi lia, a rradiuo di Sasso era già sceso dal treno, ma venne fatto risalire sotto la minaccia delle rivoltèlle e ami).allettato. 11 capo stazione di Pradtiro racconta che il Giardina negli di essere disoeso allora allora dal L;. - , 1 >,?»„ ,ì* . ,.. ., , .,„-,.,„,. °iai ad avwc da lui un racconto logico od jJ carabinieri Antonio Monteleone dichiarò in arresto il Contèdini. Ouesti tentò di corromperlo. E il (milite precisa: — Mi promise protezioni e grandi favori purché lo salvassi, dicendomi che aveva 1n- Unenti amici anche in America. fuici Federici, controllore del direttissimo, ricorda che Guglielmo Balsano aveva il biglietto fino a Pistoia, ma che poi si munì del necessario biglietto di prolungamento. L'affi'fa carne re romana Dopo vari testi, i quali nulla depongono di nuovo, e introdotta Raffaela Ferroni, romana, affittacamere. E' una prosperosa donna. Affittava una camera all'imputato latitante Occhioni, il quale però si faceva passare per ring. Angelo Rossi. Nei giorni del reato e in quelli immediatamente successivi non abitò la camera affittata. Più tardi fece avvertire la padrona che si era rotto una gamba e doveva necessariamente rimanere assente. Si licenzio e pagò il conto a mezzo di «in incaricato rimasto ignoto. Nella camera dell'Occhioni fu trovato un vero arsenale di istruinenti atti allo scasso: seghe, trapani, succhielli. Evidentemente l'Occhioni fu il tecnico della combriccola. Era legato a doppio filo col Contèdini e col De Angelis. Tanto quest'ultimo che l'Occhioni poterono nel trambusto che segui al fatto passare inosservati. Sembra che l'Occhioni sia anzi disoeso quasi subito e che il De Angelis abbia invece proseguito tranquillamente sul treno fino a Milano. E con questa deposizione ha fine l'udienza antimeridiana. Il re del tante Nell'udienza pomeridiana si dà lettura dei vari rapporti di polizia. Gli imputati erano assidui frequentatori dei • danci-ngs » e di altri locali notturni di Roma mondana. Si aggiunge che avevano molte conoscenze anche fra giovani che coprono impieghi e professioni onorevoli e delicaAe. Risulta inoltre dagli atti che 1 malviventi, prima del fatto, lecere l'esperimento del taglio della parete dello scompartimento, recandosi appositamente in un vagone del parco ferroviario di Roma. 11 precidente legge anche una lettera allegata agli atti e indirizzata al « caro barone ». E domanda: — A chi era diretta T Emanuele Balsano: — Era diretta a me, ed ho diritto di chiamarmi « barone ». Alla presenza del perito proL Ferrari del Manicomio di Bologna, è interrogato il prof, dott. Achille Razzo, che curò per un anno e mezzo il Contèdini. La prima volta lo trovò in preda ad una forte crisi nervosa. Aveva un ascesso che guari. Sa che si abbandonava ad escandescenze e minacce allo scopo di ottenere dell'eroina, stupefacente di cui faceva largamente uso. Ne prendeva tre o quattro grammi al giorno. Ciò avveniva sei o sette mesi prima del colpo. Il Contèdini Inoltre si ammalò di flebite, in conseguenza di altri ascessi, ad entrambe le gambe. Presidente, ironicamente: — Ma ea che era un celebre ballerino? p. M. : — Anzi era chiamato il re del tango 1 CSI ride). . , Il teste prnse.Kue narrando che la natura di quegli ascessi dipendeva dalle Dunture degli aghi non disinfettati per le iniezioni di eroina in lutto il corpo. Altro teste è il dott. Carlo Pantaleone, domiciliato a Bologna c medico delle carceri. Narra che trovò il Contèdini in condizioni di salate molto depresse. Era come Giobbe. Presidente, stupito: — Perchè GiobbeT Teste: — Aveva ascessi e cicatrici per le centinaia di iniezioni cui si era sottoposto in carcere. Lo sottoponemmo ad un'energica cura di disintossicazione. 11 prof. Ferreri, che ebbe in csservazlone al Manicomio il Contèdini, afferma che costui è uno « smarrito mentale ». Non riuscì mai .. intelligente. Faceva soltanto pompa delle sue '< conoscenze nel mondo romano e « vantava i ili possedere un titolo di nobiltà, titolo clic 'in realtà non aveva. Aggiungeva che questo processo sarebbe stata uua vergogna della P. !■_-. che lo aveva arrestato innocente. Il dott. Razzo, richiamato dal presidente, dichiara di aver giudicato il Contèdini \n vanesio. Ferrari ripete che invece lo ritiene un morfinomane, ed un degenerato. Jl prof. Fermri dice rhe aveva la mania degli stupefacenti e perciò era invasato dall'idea di ricorrei e a tutti i mezzi pur di soddisfare questa sua mania. l'arte Civile: — Venti milioni e piò per la provvista di stupefacenti! [Risa). Il p-ea-ito prof. Ferrari aggiunge che il Contèdini era di modi distinti, ma evidentemente era un anormale e quindi riiiene possa beneficiare dell'articolo 47, cioè della scmiinfermita. Si dà lettura del certificato penale dogli imputati. Giardina venne condannato a 0 mesi di reclusione per truffa, ma riabilitato. Poro fu condannato dopo la riabilitazione nuovamente ad altri (i mesi, sempre per truffa, li Contèdini ha una sol-i condanna c ?o lire di mulia |ht lesioni. Nulla a carico dèi fratelli Balsano. L'Occhioni fu conila una io per diserzione ed recidivo s-iiéciflco in raderla di truffa. 11 De Angelis dal Tribunale di Roma fu condannato a. mesi •> per prevaricazione e quindi rimòsso dai erario di capitano di fanteria. Mancano parecchi testi. Verranno domani o nnn verranno? Il presidente dà allora senz'ali™ la paro'*, alla Parie Civile, l'avv. Nadalini, che par- I landò per la Banca '"Italia ha reso un - o- | maggio alla velocità con cui il presidente ha diretto l'odierna causa, velocità che costimi. sce dice l'oratore — un .record» ne?! » an- nal: giudiziari. Qualifica il tentativo del furio, oggetto dell'attuale processo, un vero atto di brigantaggio in cui furono usato tutte le ari', tutte lo astuzfe più raffinai". Afferma la. p'nn colpevolezza di tutti e sei pli jm. puf ali, indugiandosi specialmente sulla pPr. sonulita del Conietlitii. che fu l'organizzatore e che rielinisee scaltro e simulatore. L'udienza è rinviata a domani. Jn sera'a si avrà la sentenza. ERCOLE MOGGI. fscdcmdnpscqpbtcpvdRlpfge La transazione dei 20 mlioni in treno