Gli industriali e la lira

Gli industriali e la liraGli industriali e la lira Roma, i7, mattino. L'on. Mussolini ha trascorso la giornata" ìi Palazzo Chiavi, dove nella mattinata ha pviito un lungo colloquio coll'niwbascintore d'Italia a Parigi, barone Romano Avézeana, che si trova in questi giorni a Roto a, tìove si tratterrà ancora per poco. 11 caup idei Governo ha ricevuto quindi i canottieri del Circolo napoletano « Giovinezza >>, che gli hanno recato un messaggio di tutta la genti: napoletana e che erano actompagnali dal vice-segretario del partito Icomm. Mèlchtorri, in assenza dell'on.-Turati. Il cotnm. Mclchiorrl, che non ha potuto partecipare, per ragioni tipi suo ufficio, ai recenti lavori del Direttorio, ha quindi informato l'on. Mussolini dettagliatamente sulla situazione del fascismo ad Ancona, ove egli era già stato in qualità di commissario straordinario, e l'on. Mascolini ha approvato le direttive seguite. In assenza dell'on. Foderami, che ha inaugurato a Montecatini il quinto Congresso nazionale delle stazioni di cura, il capo del Governo ha poi avuto un colloquio col capo-gabinetto del ministro degli Interni comm. Gasperini, che gli ha fatto il consueto rapporto sulla situazione interna e lo ha informato del l'applicazione nelle varie Provincie della legge sui podestà. Sono assenti da Roma il ministro delle Finanze on. Volpi, che si e. recato a Firenze e che farà ritorno a. Roma martedì, e l'on. Rocco, che ha inaugurato ad Aviglia.no il monumento a Giantui'co ed ha pronunziato uri discorso. Un articolo dei « Popolo d'Italia *■ Negli amhiemi politici ed economici ha prodotto viva Impressione l'editoriale ohe il l'ovolo d'Italia ha ieri do.dicu.io agii industriali. Anzitutto, un menilo: « ijli utili die non sono più dati dal irioco dilla svalutazione della moneta, le esportazioni che non sono più facilitate dallo stesso, fenomeno, debbono orietiersi per altra via, la via più sana da! punto di vista economico: la riduzione dei costi di produzione, bua parte notevole dell'industria italiana deve periamo rivedere i propri quadri e le proprie anni, affidandosi esclusivamente, sull'esempio delie industrie migliori, all'organizzazione tecnica, uuesto è il compito veramente urgente che la Confederazione penerai? fascista dell'industria italiana deve assolvere attraverso i propri orpanismi periferici; questa è la parola d'ordine che essa ueve propagare e propagandare; ma un'azione altrettanto importante essa deve svolgere sin ria ora. E' un fatto oramai constatato e lamentato che vi sono oggi in Italia, in alcuni rami della produzione, troppe, inutili e daanose ripetizioni; die si sotto costruiti in passato degli stabilimenti senza preoccuparsi se la località scelta era la più indicata per i! rifornimento delie materie prime o per la distribuzione dei prodotti, che infine non sempre ;i si è occupati delta utilizzazione dalle materie prime nazionali. E' pertanto evidente che uno studio e un'azione successiva si impongono: « a) per stabilire quali aziende, per ragioni tecniche o economiche o per entrambe, debbono cedere il campo agli orgaiusnd più robusti e meglio attrezzali; « o) per consorziare i fabbricanti efficienti di prodotti identici e di categorie eguali, nell'intento di specializzare la loro produzione, per evitare che troppi organismi intisichiscano in una identica produzione; « c) per spingere all'utilizzazione delle ma ferie prime italiane, e specialmente dei combustibili nazionali, che in molte delle industrie che hanno per base dei processi termici (citiamo, per esempio, fra esse quelle delle calci, dei cementi, dei laterizi, del vetro. delle ceramiche) possono sostituire il carben fossile •. Inoltre l'articolo dice:' « Abbiamo la sensazione che più del problema tecnico contingente, l'industria italiana sia oggi preoccupata e, parrebbe, assai sgomenta della strada presa dal Governo so:to la guida del suo Capo per la naturale, logica e saggia soluzione del problema monetario italiano, strada che sarà inflessibilmente percorsa lino alla mèta. E questo scriviamo perchè pensiamo che l'industria italiana avrebbe dovuto essere se mai spaventata cai fenomeno di svalutazione della, lira e specialmente di quello che sarebbe awenuio t,a le decine di miliardi, pazientemente accumulati dai risparmiatori italiani, si fosr-ern polverizzali. Francamente, non comprendiamo queste preoccupazioni che non st sono avute (piando, nel 1921, in poco più di dne mesi, il Iranco svizzero da 400 è sceso a 320. e la -terUna da 105 a "0 e il dollaro da 28 a 181 « Perchè questa preoccupazione odierna'? Foree la mentalità degl'industriali Italiani si era decisamente orientata verso l'inflazionismo ed essi hanno operato in conseguenza, investendo quanto potevano e dove potevano, creando il rialzo di tutti i prezzi anziché tenere la riserva adeguata d: capitale circolante. Se questa fosse la venta dolorosa, non c'è che da tornare indietro e rivendere quello che si era comperato ir. case e terreni o monete pregiale, smobilitare quindi cucilo che era stato immobilizzate: tutto questo costerà dei sacrifici, delle perdite, ma noi diciamotanto peggio per coloro i quali volevano guadagnare ed arricchire sulle sciagure eon*"guenil alla svalutazione della nostra moneta. • Ma, per forti,na nostra, l'industria italiana non è tutta di questa opinione. Le industrie tecnicamente forti sanno che gli n'iti industriali 6i devono cercare nell'organizza zione della produzione, nell'applicazione dei postulati elencati nella piana parte di questo scritto. Applichi tutta l'industria italiana questi postulati, e a breve scadenza essa sarà grata al Capo de: Governo che. salvando 11talia dal baratro mortale, ha salvato anche l'industria profondamente italiana, degna di vivere. E' tempo di convincersi che dai campo della produzione industriale devono essere sradicate lo cattive erbe, per lasciare liberamente prosperare le piante che si chiamano scienza, organizzazione tecnica, specializzazioni», istruzione, provvidenza e previdenza per i lavoratori All'ombra di queste piante solamente si rafforza e si intensifica la produzione di qualità che può certamente lottare, in Patria e fuori di essa, con la produzione straniera ». Rivalutazione e disoccupazione Il Popolo di lioma, occupandosi della materia finanziaria, pubblica la seguente nota: « La giornata di venerdì, che si è chiusa con una discreta ripresa di tutti i valori lascia bene sperare. Indubbiamente hanno'fatto cambiare rotti le precise parole dei conte Volpi, che hanno disilluso i ribassisti. Il Governo non defletterà di una linea la politica monetaria iniziata cosi vantapgiosampnte Si può ormai gridare vittoria per la prima azione. Il nostro cambio, in confronto della sterlina, ha guadagnato 20 punti e la miglioria si consolida giorno per giórno. Ritornando alle Borse, i riporti si sono operati con sufficiente facilità con tassi normali. Anzi: si vociferava di qualche crai;, ma le notizie sono confortanti,- almeno sino ad oggi, su tutte le piazze. La situazione è già migliorala, perché anche le situazioni false al rialzo sono state liquidate e si respira un'aria migliore. In «mesti giorni è stara abbastanza commentata ne^li ambienti bancari un'intervista dell'on. Grandi All'Assonateti t'res-i. Le parole dell'on. Grandi dimostrarono infatti che il Governo ha gli occhi bene aperti e non teme sorprese perche provvede a tutto. E' perfettamente naturale che una politica di delia zione monetaria debba portare della riFoe cupazione, ma questa sarà unicamente transitoria, perché subito dopo un equilibrio più saldo si ritroverà con beneficio di tutti. Prevedere la disoccupazione significa por il Governo allestire i mezzi iter affrontarla o perciò si può essere sicuri che, senza soverchie scosse, senza troppe rovine, l'economia italiana si apparecchi ad un migliore domani». Lo stesso Popolo di Roma, nel suo editoriale, riportando il Foglio d'Ordini del Partito fascista, scrivo che esso dà l'impressione di un esercito che avanza sicuro e disciplinato verso le sue vittorie, ed aggiunge : « Nulla servirà a turbare questa disciplina, questa consapevole unita di interni, che è condizione essenziale di successo, fi Foglio d'ordini odierno ne dà ima ripiova a tulli coloro che, ai inargini, per incomprensione delio spirito profondamente unitario del fascismo, tentano dubitarne. Come sempre, giorno per giorno, sì va scrivendo con le opere il primo capitolo della nuova storia d'Italia. Menno tutta la-nazione tende i muscoli in ■uno sforzo incessante nella gara di un continuo sacrificio, di cui danno un nobile esempio i metallurgici torinesi rinunziando all'aumento di salario, potrebbero trovare posto il pettegolezzo e la discordia? L'individuo scompare con 'e proprie passioni in questa opera da Titani per il raggiungimento del proprio rango di grande paese ». La milizia e le « falangi d'assalto » Sul settimanale Milizia Fascista viene propugnata dal console Diamanti la costituzione delle falangi di assalto in seno alla Milizia sulle seguenti basi: « Dagli Rilievi premilitari, che per due anni consecutivi frequentano i corsi nei territori dolio singole legioni, i comandi stessi di legione dovrebbero scogliere conio uomini per ogni leva dei migliori por l'ode, per capacità, por attitudini tisiche, elio abbiano possibilmente appartenuto ai balilla ed all'avanguardia. Questi cento allievi dovrebbero costituire dei reparti permanenti nelle sedi di comando di lesioni od in quelle sedi di legioni viciniori dove l'importanza della località richiedesse un numero di uomini superiore ai conio, 'l'ali allievi Urinerebbero un atto di allenamento di mesi 12, di servizio permanente, e per successivi quattro anni obbligo di rispondere a 'uno le chiamate por servizio di ordine pubblico, di parata e ì>er istruzione. Alla line del ;>.o anno ogni legione avtobbe così un nucleo di SUO uomini, su cui fare sicuro od effettivo assegnamento in ogni necessità di tiare o di guerra, 6enza correre l'alea delle incognite che il volontarismo localizzato porla con sé e basandosi nctt soltanto sulla poesia della fede propugnata, ma anche sul vincolo eiiettivo da cui non è posibisle sfuggire. 1 militi di questi reparti verrebbero retribuiti colia stessa paga del soldati, più una modesta indennità, o verrebbero così a sostituire quei reparti permanenti attuali necessariamente costosi e ad intesa-are r.el contempo le forze di polizia con un numero notevole di circa 10.000 uomini, calcolando a conto lo legioni, numero ohe, per quanto notevole, non importerebbe certo delle conseguenze alle necessità della leva ». Sempre a proposito della Milizia, sulla recente costituzione della Milizia forestale, che ha iniziato In. propria opera per là tutela del patrimonio boschivo, si hanno 'e seguenti notizie: « I sette consoli della milizia forestale hanno già raggiunto : comandi di legione. Ecco le città comando di lepione ed i nomi dei rispettivi consoli comandanti: t) Udine, console Felice; 2) Treviso, console Tamburini; 3) Torino, console Chorici; 4) Firenze, console De Luca; 5) -Roma, console Candeloro; (il Salerno o Caserta, console Adinolfl; 7) Iton-pio Calabria, console Fanuele. La Sardegna non ha una legione, ma è retta da un primo seniore alle dipendenze dirette del comando generalo. Per ora i compiti dei consoli sono tre: propaganda, organizzazione o scTvegUanza. La propaganda si svolpe venendo ;t coni atto con tutti coloro che hanno mansioni educative verso il popolo: maestri elementari, parroci, ecc.: mettendo nella giusta evidenza i danni ed i benefìci nei ri.':iar.-ij della .silvicoltura, della caccia e della pesca II criterio organico della milizia forestale quasi simile a quello dei carabinieri: comando accorale, lesioni, coorti, centurie, manipoli, distaccamenti e squadro. Cambiano i nomi, ma la sostanza è identica. J.a -orveglianza oltreché alla caccia ed alla pesca si estende anche all'ingiusto taglio dei boschi ed all'esportazione di piante rubate, ecc. ». La questione romana Il Portolo di Tìoma, a proposito della nota sulla questione romana, apparsa siiWOsservaiore Romana, scrive: a La nota dell'orbano della Santa Sede sta a dimostrare una realtà Incontrovertibile: che l'animus non è più quello con cui, prima del fascismo, veniva considerata la questione romana- quando i Governi prevalentemente massonici invoco di vedere la Chiesa Cattolicu ed il suo capo come una gloria di Roma che ha consentito all'Italia di conservare nel mondo il suo primato, anche quando il suo impero ora stato infranto, tentavano di usare verso d ossa il trattamento che ci' usa verso Stati stranieri, di cui si debba 'diffidare e del quali si debba infrenare la minaccio Noi vediamo la questione sotto un aspetto elio si potrebbe definire del tutto opposto a quello del liberalismo. Guardiamo uuindi al cammino percorso con soddisfazione Non esitiamo a riconoscere la serenità nella nota pubblicata dall'Osservatore- ed aggiungiamo di più: che ci è caro guardale con fiducia all'avvenire ». L i pietra alla Spezia

Persone citate: Candeloro, De Luca, Fanuele, Gasperini, Mussolini, Romano Avézeana, Tamburini