La Spagna e Tangeri

La Spagna e Tangeri La Spagna e Tangeri ( Vi ri i ii o » * r o Inviato) Prtma di lasciare la Spagna por ti suo nuovo viaggio, Luciano Magrini ci Ita spedito da Madrid onesta lettera sulla importante questione di Tangeri, che interessa vivamente anche l'Italia. MADRID, settembre. Da un anno si sussurrava negli ambienti militari spagnuoli che la Spagna avrebbe conseguito, in seguito agli accorai franco-spagnuoll intervenuti per le comuni operazioni contro Abd-Ll-Krlm, sensibili vantaggi a Tangeri. Forse anche qualche franiióes-e, ipcr assicurane la continuità, e l'efficienza della collaborazione spagnuola, aveva tatto balenare agli ■alleali questo miraggio. Ora la Francia ha conseguito i proprii obiettivi, ha eliminato !Abd-El-Krim elio le aveva mosso guerra, ha quasi pacificato lo proprie frontiere, Usufruendo in questo suo successo non tallito della collaborazione militare spagnuola qu.an.Tto del diritto assicuratosi mediante l'accordo, di inseguirò Abd-ElKri.m e lo sue milizie enitro la zona riservata dai trattati al protettorato spaglinolo. La Spagna cerca se ha ottenuto dalla collaborarono franco-spagnuola un benefizio corrispondente a quello corascgiiito dalla. Francia; tira le «minio delle entrate e delle uscite o constata elio l'avvenire rimano gravido di minacce. I.c rimangono lo montagne del Riff ed i riffaiii con tutte lo loro incognite. De Rivcra non si è nascoste le possibili future difficoltà; nei giorni scorsi esclamava: « Io sono sempre buon profeta: fra due, tre o cinque anni la ribellione ricomincerà ». Per oltre 4 secoli la Spagna ha dispensato denaro e vite umane nella tentata conquista del Marocco settentrionale. Dietro alle bianche città litoranee vi era una zona vuota ed al di là del vuoto c'erano i monti del Riff. popolati da genti guerriere elio fratto tratto si rovesciavano con la veemenza di un'onda irresistibile sugli stranieri invasori j quali non potevano comprenderò come mai, dopo aver conquistati mondi lontani, non riuscissero a penctra.ro in un continente vicinissimo che riempiva di bramo le loro immaginazioni nutrito dai tesori moreschi di Andalusia. Quindi l'ostinazione secolare iberica, continuata a tutt'oggl, come la tragica ed indomata eredità di una passione, fece di «ruesto lembo di terra africana il primo e l'ultimo promontorio dell'antico spirito avventuroso dei conquistatori. Vi era nei partiti politici spagnuoli una. accentuata tendenza, ad abbandonare il protettorato dilapidatore delle fortune e delle vite spagnuolo: si ricorda die poco più di un anno fa l'ex-minti's-tro Francesco Cembo invitava con una Letteria pubblica Primo Do Rivera alla rinunzia del troppo costoso protettorato. Primo De Rivera limitava l'occupazione ad una zona ristretta.. Ora De Rivera ha invece voluto sollevare la questione di Tangeri, chiedendo the Tangeri, focolare di intrighi, di agitazioni, di contrabbandi per le irrequiete genti del Riff, venga assegnata al protettorato .spa.gnTiolo. Da questione è aperta: De Bivera. annunzia ch'egli insisterà in forma decida per conseguire — sotto forma di protettorato o di mandato delle potenze firmatarie dell'atto di Algesiras — il riconoscimento ampio ed effettivo dei predomtòainti interessi politici ed economici della Spagna a Tangeri. Lo Statuto 1923 Lo statuto tangerino ela.borato alla fine del 1923 — era già collisolo di Spagna Primo De Pavera — nella Conferenza di Parigi tra i rappresentanti della Francia, della Spagna e dell'Inghilterra, con l'esclusione dell'Italia e col misconoscimento dei nostri interessi mediterranei, lungi dal rappresentare un elemento di equilibrio e di pacificazione locale ed internazionale, ha aggravata la competizione fra i maggiori interessati alla soluzione del problema ed ha creato alla popolazione una situazione giuridica e politica più confuta • di prima. L'Italia e gli Stati Uniti d'America rifiutarono di riconoscere lo statuto e conservarono le loro legazioni e le loro capitolazioni, segnando una permanente protesta contro la sostanza e contro lo spirito delle decisioni franco-anglo-spagnuole. La popolazione sotto la pressione del crescente disagio economico — i commerci sono in continua decadenza, i tributi mal distribuiti sono eccessivi per la struttura di questa zona con poca e povera agricoltura e senza industrie, condannata ad un soffocante squilibrio economico, il bilancio irrazionale non tien conto dei bisogni di una saggia amministrazione cittadina ed 6 in gran parte assorbito dalla complessa impalcatura burocratica ispirata a criteri politici — non ha tardato a dar segni del proprio malcontento. La Spagna e l'Inghilterra, che troppo facilmente avevano consentito alla firma dell'accordo, non tardarono a rilevarne le deli cenze, i pericoli e gii squilibrii di influenze che esso incautamente aveva sanzionato. Ed entrambe, e probabilmente aniche la Francia che si era fatta la parte del leone, riconobbero il danno e l'errore compiuto con l'esclusione dell'Italia dalla Conferenza di Parigi.. Lo statuto colloea là zona di Tangeri sotto iil regime della neutralità permanente, vieta qualsiasi installazione suscettibile di essere utilizzata a scopo di guerra — ed è questo che importava all'Inghilterra — ma per tutto il resto è congegnato In modo che fa di Tangeri, attraverso la fittizia sovranità del Sultano, quasi una r/.ipendeiLza politica della residenza di Rabat e del protettorato francese. E' vero ohe lo statuto apparentemente largisce alte zona* di Tangeri i poteri legislativi ed nnuninistrativi più ampi. Ma diplomaticamente rimane circoscritto alle limitazioni Jlch'articolo 5 del trattato di protettorato francese del 1912. « Il commissario resiliente generale — cioè di rappresentante della Francia a Rabat — sarà il salo intermediario del Sultano presso i rappresentanti stranieri e nei rapporti che questi rappresentanti trattengono col Governo marocchino. Sarà particolarmente incaricato di tutte le questioni interessanti pli stranieri nell'impero scerifflano. Avrà il potere di approvane e di promulgare, b nome del Governo francese, tatti j. decreti, resi da sua maestà scerifftana ».• Tuttavia le autorità qualificate della zona possono trattare coi consoli le questioni riguardanti l'autonomia di Tangeri. All'estero la protezione dei sudditi marocchini della zona di Tangeri e dei loro interessi È affidata agli agenti diplomatici e consolari della Francia. I « dahir » (decreti) iBceriffiani contro i tedeschi © le laro metrici in seguito al trattato di Versailles non possono esseie modificati che d'accordo col potere centrale seeniffiano. L'amministrazione della popolazione indigena © defili interessi musulmani della zona e l'esercizio del potere giudiziario continuano ----- &d esser assicurati da un personale marpc- citino nominato direttamente dal Sultano (leggi Francia) e dai suoi agenti. Il sultano è rappresentato da un mendub che presiede l'assemblea legislativa; e accanto al mendub vi è un controllore francese nominato da Rabat. Per la durata di sei anni l'amministratore che dirigo l'amministrazione internazionale ed eseguisce le decisioni dell'assemblea sarà di nazionalità francese e poi verrà nominato dall'assemblea. Francese dev'essere l'ingegnere dei lavori pubblici di Stato e spaglinolo quello dei lavori pubblici municipali. Lo Stato scoriffiano, cioè il protettorato francese, si riserva il possesso della Legazione tedesca, del palazzo del sultano, della Kasba e sue dipendenze, della caserma dei mokazni sui bastioni, del terreno e della salita del bordi et. Maria (batteria del porto costruita dal sultano Mulay cl Hassan) c del faro di capo Spartcl. Quasi tutti questi vincoli non bastassero a caratterizzare la natura di questa « cosidntta » zona internazionale s'è pensato ad accrescerli con la composizione dell'assemblea [Legislativa internazionale costituita da ventisci notabili cosi distribuiti: sei musulmani designati dal mcndub e quindi dal controllore francese che gli sta accanto, tre ebrei designati dal mendub su una lista di nove nomi presentata dalla comunità israelita, quattro francesi, quattro spagnuoli, tre inglesi, due italiani, un americano, un belga, un olandese ed un portoghese designati dai loro consolati rispettivi. Vi è quindi una enorme sproporzione a favore della Francia, perchè Italia e Stati Uniti d'America non riconoscendo la legittimità dello statuto, non nominano i loro rappresentanti alla assemblea legislativa. Non vi è un censimento di Tangeri e si calcola che la popolazione sia composta di trentamila musulmani, dodici mila ebrei, ottomila spagnuoli, millecinquecento francesi, quattrocento italiani c duecento persone appartenenti ad altre nazionalità. Per i musulmani e gli ebrei indigeni la giustizia è amministrata dal mendub. Per gli italiani e gli americani i rispettivi tribunali consolari provvedono all'amministrazione della giustizia. Per gli altri stranieri, che assieme ai musulmani protetti non superano i dodicimila abitanti, vi è tin macchinoso organismo giudiziario che comprende sei magistrati (due francesi, due spagnuoli e due inglesi), quattro segretari e due scritturali che pesano complessivamente sul bilancio di Tangeri circa ottocento mila franchi all'anno. La mossa di De Rivcra Lo statuto di Tangeri, in vigore da quindici mesi, dovrebbe avere la durata di dodici anni e prolungarsi automaticamente, in mancanza di denunzia, per periodi di eguale durata. Ma esso appare già consunto e la Spagna chiedendo il passaggio di Tangeri sotto il protettorato spagnuolo ne ha fatto Un'implicita, anticipata denunzia. Nei circoli governativi spagnuoli si afferma che Primo de Rivera insisterà per una soluzione clic tenga in dovuto conto la sua richiesta. L'opinione pubblica spagnuola non mostra interesse alla risorta questione di Tangeri ed in grande maggioranza, compresi i partiti conservatori e liberali, vedrebbe volentieri l'abbandono del protettorato che ha costituito la palla di piombo al piede della politica e delle finanze spagnuole. (Anche in questi giorni giungono dal Riff dolorose notizie di nuovi fatti d'arme e di nuove difficoltà opposte dalle tribù montanare ■ alle logorate truppe spagnuole di occupazione). Ma l'esercito insiste perchè il Marocco settentrionale sia conservato al protettorato spagnuolo; e Do Rivera, che sentiva minata la propria posizione nell'esercito, si è fatto interprete di questo stato d'animo dello sfere militari ed ha chiesto l'assegnazione di Tangeri alla Spagna. Egli ha affermato che il controllo assoluto di Tangeri è necessario alla Spagna per assicurarsi il protettorato sul Riff dalle infiltrazioni di microbi insurrezionali alimentati nel brodo tangerino. (Ma è assai dubbio che l'assegnazione di Tangeri alla Spagna spenga i focolari di perpetua ribellione del Riff). Per ora la questione subisce delle battute d'arresto. De Rivera ha accettato che, in un primo tempo, la discussione sia limitata ai rappresentanti delle tre potenze che, con l'esclusione dell'Italia, concordarono alla fine del 1923 lo statuto di Tau geri. Discussione fatalmente ristretta che ove giungesse, cosa assai improbabile, ad un risultato positivo, questo non potrà essere sanzionato, anche per ragioni di forma, dall'Italia e dagli Stati Uniti d'America perchè rimarrebbero immutate io cause della loro iniziale protesta. Al 15 no vembre si riunirà una Commissione di esperti inglesi, francesi e spagnuoli por csaminare lo statuto vigente e studiarne le eventuali modificazioni. In questa conte renza la Spagna chiederebbe l'abrogazio ne dello statuto ed il riesame della quo stione di Tangeri, nel senso della richie sta spagnuola. La minaccia dell'abbandono E' dubbio che la conferenza di esperti che avrà inizio il 15 novembre, e che si prolungherà parecchio — perchè si sa quando gli esperti cominciano a discutere ma non si sa quando si accingeranno, dopo prove e riprove, a rendere manifesto il loro probabile dissidio, — accolga inte graLmente la richiesta di De Rivera. Se la Conferenza di esperti si risolverà in un nuovo insuccesso Do Rivera mette rebbe in esecuzione la minaccia di abbandonare tutto, o parzialmente, il territorio marocchino assegnato al protettorato spagnuolo. Si afferma con insistenza che questo sviluppo della politica spagnuola sia stato trattato ed approvato nel Consiglio dei Ministri svoltosi nei giorni scorsi sotto la presidenza di re Alfonso XIII a San Sebastiano. E' probabile che, nel caso di una rinuncia alla continuazione del protettorato, la Spagna, oltre Melilla, possesso spagnuolo dal 1496, Ceuta, che appartiene alla Spagna dal 1580, lo isole di Velez de la Gomera e di Alhucemas che non fanno parte della zona del protettorato conserverebbe Tetuan e Larache e la rinunzia al protettorato si limiterebbe alla zona montagnosa del Riff già abbandonata lo scorso anno da De Rivera. Inoltre la Spagna ritirerebbe i propri rappresentanti dall'assemblea legislativa di Tange geri e boicotterebbe lo statuto tangerino che nella sua attuale costruzione mostra già molti segni di decadenza e di decomposizione. .. , 1 L'abbandona da fr&rttà della Spagna del. la zona marocchina affidata al suo protettorato creerebbe un territorio in anarchia sulle rive del Mediterraneo ed alle spalle di Tangeri e costituirebbe una. rottura del trattato franco-spagmiolo del 27 novembre 1912 e quindi una modificazione dell'atto di Algesiras, del quale questo trattato — comunicato a tutte le potenze intervenute alla Conferenza di Algesiras — è un complemento ed una concordata sistemazione che interessa tutti i firmatari dell'atto 6tesso. L'articolo 5 del trattato franco-spagnuolo dice: « La Spagna si impegna a non alienare ne cedere sotto alcuna forma, neanche a. titolo temporaneo i suoi diritti in tutto o parte del territorio comprendente la sua. zona d'influenza ». E' evidente che questo impegno non riguarda solo la Francia e la Spagna ma tutte le potenze firmatarie dell'atto di Algesiras. Perciò la rinunzia spagnuola, costituendo una modificazione dell'atto di Algesiras, renderebbe necessaria la convocazione delle potenze — fatta eccezione per la Germania e per l'Austria che coi trattati di pace hanno rinunziato ad ogni beneficio od interferenza derivante dall'atto di Algesiras — che parteciparono a. quella conferenza ed alla stipulazione dell'atto stesso. Molle, considerazioni si fanno sui futuri, probabili sviluppi di questa nuova fase della politica spagnuola al Marocco. I più dubitano che il passo di De Rivera, sia destinato ad un completo successo c deplorano, considerandolo un grave errore, l'abbandono della Lega delle Nazioni da parte della Spagna. Anche se la. Spagna otterrà a Tangeri il riconoscimento di diritti assai maggiori «li quelli attuali, la questione fanferina non potrà, dirsi risolta finché non saranno nettamente riconosciuti e tenuti in equa considerazione — in un nuovo, e assai diverso da quello odierno, stati). to internazionale tutti gli interessi di tutte le grandi potenze mediterraneo. LUCIANO MAGRINI.