Sola per tre giorni e tre notti presso il compagno gravemente ferito

Sola per tre giorni e tre notti presso il compagno gravemente ferito LS signorina Emma Stuardi, brava alpinista del Club Alpino, riparata in un sufratto del canalone del Cristallo, sui fianchi del Monte Colombo, posto fra la Val Soana e la Val Orco, ha vegliato pietosamente il suo compagno di gita, precipitato da una roccia e gravemente ferito, signor Vincenzo Grassa, Gegretario dell'Uget, per tre notti e tre giorni, finché una carovana di soccorso, partita da Torino, è arrivata ieri mattina a liberare i due prigionieri della montagna. Questa, In poche paiole, è la terza sciagura alpinistica che in poco piti di due mesi la cronaca registra; ed essa particolarmente ricorda, per alcune circostanze salienti, quella del Monte Bianco, la quale tanto ha commosso il sentimento pubblico. La montagna indubbiamente è una grande maestra di coraggio e di abnegazione, e 6e talvolta pone a durissimo cimento coloro che la amano, dona però ad essi la forza, di superare anche i suoi pericoli e i suoi agguati, pur non rinunciando sempre, pur troppo, alle sue vittime. La tragica peripezia avvenuta lunedi sul Monte Colombo rivela Improvvisamente una vera eroina, all'abnegazione della quale torse un uomo deve la Eua vita. Purtroppo, diciamo forse, perche le condizioni del ferito sono gravi- Esso è arrivato Ieri 6era a tarda ora al San Giovanni, dove è Btato trasportato in automobile dai generosi amici che hanno, per lui e la signorina, composta la carovana di soccorso. La traettoria nel vuotò Domenica una comitiva, della quale facevano parte i signori Avanzo, Felìsaz, Vincenzo Grassa e la signorina Emma Stuardi, dovevano salire il Monte Colombo. I primi due, dovendo rientrare in città, sono tornati nella sera stessa a Torino; il signor Grassa e la signorina Stuardi avevano invece deciso di tentare la salita nella giornata di lunedi. Il Monte Colombo, alto 2843 metri, non presenta eccessive difficoltà. Soltanto qualche passaggio di roccia impone l'uso della corda. I due alpinisti, raggiunto il piano del Crest, superato 11 vallone Ciaval e lasciato il lago Latin, hanno attaccato la montagna per il canalone del Cristallo. Essi avevano una ventina di metri di corda circa. La salita era proceduta senza inconvenienti, quando, nell'attraversare un lastrone di pietra levigata, 11 6Ìtmor Grassa, che era in testa, ha perduto l'equilibrio ed è caduto, scivolando lungo il declivio. 11 corpo dell'alpinista è passato velocissimo presso la signorina e, sempre legato al dieci metri di canapo, lia descritto una paurosa traiettoria nel vuoto, battendo quindi violentemente sopra una spianata petrosa, sulla quale si è fermato. Passato il primo momento di angoscia, la signorina Stuardi ha raggiunto il compagno tìi gita. Il Grassa aveva perduto i sensi. Egli aveva il viso torturato da profonde grama, ture e al capo una larga ferita, dalla quale usciva abbondantemente il sangue. Fortunatamente i sacchi da montagna non erano andati perduti. In essi erano contenuti dei viveri per due giorni e alcuni indumenti di lana. Tre volte sorse il Sole La signorina ha iniziato subito l'opera pietosa. Medicate con ogni cura le ferite del compagno, ha tentato di ridestarne i sensi sopiti. La Stuardi aveva davanti a sè tutte le ore della giornata e credeva che non le mancasse il tempo necessario per mettere il Grassa nelle condizioni di riprendere il cammino per la discesa. La notte invece è venuta ed ha sorpresi la donna e l'uomo nelle stesse disperate contingenze. Le ore passavano lente, interminabili e l'alba non ha portato nessun giovamento allo stato del ferito. Un'altra giornata, più terribile della prima, ricominciava. La signorina Stuardi avrebbe forse tentato di discendere da sola la montagna, malgrado il pericolo che presentava un largo nevaio che avrebbe dovuto superare, ma non ha avuto il cuore di abbandonare il compagno. C'è sempre, ecco, in ogni vera donna un senso di tenera maternità latente, che si risveglia non appena se ne presenti il caso. E la signorina ha seguitato la sua opera di infermiera- Piccola e solitaria infermiera, spaurita dalla minaccia della montagna, affranta da un giorno e una notte di fatica, estenuata dalla contemplazione continua del martirio fisico dell'uomo svenuto. E passò così tutta la giornata del martedì. Per la montagna non anima viva, non un lontano richiamo di pastore, non lo sperduto scampanellare di una mandrà al pascolo ha rotto il pauroso, altissimo silenzio. Il cielo si è caricato di azzurro un'altra volta, un'altra volta si sono accese le stelle ed è sorta la luna, e l'uomo svenuto non si è mosso, non ha pronunciato sillaba, non ha aperte le labbra per un respiro più profondo. Sembrava che la bocca gli. fosse stata chiosa dai leggeri e tenaci fili di sangue raggrumato. L'umile infermiera è rimasta per altre dodici ore, colme di ombra, presso di ferito, raccogliendovi attorno al corpo tremante di freddo le poche sciarpe di lana, mangiucchiando U pane duro, tanto per non morire di fame. E per •la terza volta rispuntò il sole, scivolo suDa punta tersiva. irradiò sul ghiacciai della Grivola e plano discese lungo i fianchi granitici del Monte Colombo; imbuco 11 canalone Cristallo e vivificò un poco, con il suo tepore, 1 due corpi intirizziti. Col sole camminarono alte nel cielo e lentissime le ore; tornò il terzo meriggio, l'aria si incupì per una terza volta e la notte riawolse l'uomo svenuto e la donna estenuata, rigida ormai come una roccia, nella 6ua eroica volontà di sacrificarsi o di vincere. Le grida disperate adite dal cacciatore A Torino Intanto l'assenza troppo protan- gata del 6Ìgnor Grassa e della signorina Stuardi aveva destato l'allarme e ieri mattina, una carovana composta dal dottor Zucchetti, vice-presidente dell'Uget, e dai soci signori Pautassi, Viretti, Ferraris, Felisaz e Bianco e dai soci della Geat Berla e Marie, è partita In automobile per Pont Canavese di dove dono Bibordone ha cominciato a aove, aopo lunoraone, na cominciato a 6alire la montagna, Alle otto del mattino la comitiva 6i è incontrata alle grangie Ciavanis con un cacciatore che scendeva precipitosamente la montagna. Il cacciatore prima che spuntasse il giorno aveva udite delle grida disperate e si era affrettato verso il luogo dal quale queste provenivano. L'eroica signorina Stuardi ha accolto il bravo cacciatore come si accoglie un messaggero della Provvidenza n gagliardo montanaro, senza badare ai pericoli, si è precipitato nel canalone alta ricerca di soccorsi ed ha appunto Incontrata la carovana che saliva. Dopo poche ore il ferito, curato sud posto al dottor Zucchetti, veniva con ogni cura trasportato in fondo valle di dove, in automobile, è stato condotto a Torino, all'ospedale San Giovanni. L'eroica signorina Stuardi, alla ricerca della quale era anche partito il di lei fratello, si è fermata a Ronco. Non aveva più la forza per compiere il breve viaggio. All'ospedale San Giovanni il Grassa è stato ricevuto dal dottor prof. Pinardi il quale ha giudicate le sue condizioni gravi e lo ha ricoverato con prognosi riservata. Nella sede dell'Uget, intanto, più di cinquecento 60cà, stipati nelle sale, hanno atteso fino a tarda ora ansiosamente notizie dei loro amici. Un cuore di donna sulla montagna Sola per tre giorni e tre notti presso il compagno gravemente ferito

Luoghi citati: Monte Colombo, Torino