L'episodio di Lucrezia...

L'episodio di Lucrezia... L'episodio di Lucrezia... (Tribunale Penale di Torino) Narra e insegna la storia alle giovani generazioni avide d'imparare, sui banchi della 6cuola — come debba contenersi l'uomo virtuoso, ed eziandio la donna, nei pili delicati momenti — l'episodio dd Ijucrezla, dama romana, illustre per bellezza e nobiltà di natali e consorto a Collatino. Lucrezia vinceva tutte le matrone romane di quel tempo in virtù e in bellezza. Brutto caso questo, perché Sesto Tarquiinio detto il superbo, romano di una esagerata intraprendenza (oltre agli altri difetti) preso d'amore per Lucrezia si porto di nascosto nella di lei casa. La bolla clama — narra testualmente la storia — nulla sospettando gli fece le più oneste accoglienze. Fu n Mestila la cena e quindi venne introdotto nella 6taaiza in cui dovea passar la notte; ci non dormi, ma aspettando che tutti fossero immorsi nel sonno entro nella camera di Lucrezia col ferro sguainalo... La storia non aggiunge a questo punto verbo. Dice solo che la aiobile dama non potè reggere all'affronto e tratto un pugnale che aveva nascosto 60tto la veste per i più estremi bisogni, se lo immerse nel petto. Forse noi posteri avremo l'aria di pigliare le cose molto alla larga, ma invece ricordiamo il fosco fatiacoio di cronaca semplicemente per affermare che se al giorno d'oggi esistono ancora le Lucrezie, i tempi sono cambiarti e le matrone non tirano fuori di sotto le vesti (già molto succinte) il pugnale, ma riferiscono l'avvenuto al marito, il quale agisce secondo i predetti tempi suggeriscono. E tutto finisce con meno sangue... L'episodio romano ha moMi punti di somiglianza con quello ch'ebbe uno strascico piuttosto allarmante nel mese di agosto nella « Trattoria dei cornigli » in quel di Beinasoo e di cui molto parlarono giorni sono 1 giornali. Ma in quell'occasione il coniglio fu uno solo, quel mattonaio Giacinto Franco, di 24 anni, il quale avendo osato un giorno mettere gli occhi addosso ad una donna maritata, si vide piombare questa che, per rimar nere nella materia, chiameremo una mattonata sulla tesia. Ricorderanno i lettori come si svolse l'originale cattura di quel mattonaio Giacinto Franco, di 24 anni. Tre giovani dall'aspetto risoluto, stavano nel pomeriggio del 9 agosto traducendolo prigioniero non si sa dove, quando vennero rincorsi e fermati dai carabinieri debitamente avvertiti da alcuni clienti dell'osteria. 11 caturato Franco, alla vista deila Benemerita, rinfrancatoci biascicò poche ma emozionate parole. Disse: - Socio questi tre che mi vogliono portare via ed io non 60 il perche. I tre individui vennero immediatamente arrestati Erano ire fornaciai, abitanti in strada Pellerina, nel territorio della nostra citta- i fratelli Luigi e Giuseppe Rossi, rispettivamente di 24 e 22 anni e certo Giovanni Miglietti di 19 anni. Perquisiti, addosso al Miglietti fu trovato un coltello a lama ns6a, della lunghezza di più di io centimetri, che teneva nascosto sotto la maglia, nonché una corda di canapa lunga tre metri e mezzo. Il Rossi Luigi, invece, era in possesso di un'arma che poteva raggiungere lo scopo di atterrire ove fosse slata spianata contro qualcuno, ma che in effetto ora inoffensiva: una pistola automatica di quelle che formano il trastullo dei bambini. Il fratello Giuseppe, infine, non aveva con sè alcun strumento, neppure di portata offensiva minima o discutibile. Franco narro che mentre si trovava nel cortile della trattoria giocando alle bocce, gli si fecero dinanzi i fratelli Rossi ed il Miglietti che, dopo averlo provocato con qualche aspra parola, lo invitarono a seguirli. Il Luigi sembrava il capo della spedizione ed era quello che più atterriva. Spianata la pistola, intimò: -— In alto le mani, altrimenti sparo I Per timore di peggio, il Franco si indusse a seguire la poco allegra comitiva, e appena fuori dell'osteria, 6i senti rivolgere questo discorso: — Da quindici giorni 6t;amo csreandoti, e giacché ora sei nelle nostre mani, ci vendicheremo. Dapprima ti legheremo e dopo verrà il bello. Sappi (era il Luigi che parlava) elle io sono maresciallo della Milizia, il Miglietti è tenente e l'altro è sergente. Gli altri due assentirono ed aggiurL-aro frasi che rafforzavano le minacele. A suo malgrado, il Franco dovè seguire il terzetto, ma per sua huona fortuna, veniva hen presto liberato dal sopraggiungere dei carabinieri. Si capisce facilmente che i tre giovani che avevano destato molto allarme nella popolazione di Bernesco non erano affatto graduati della Milizia Volontaria. Per far colpo e per riuscire nel loro intento, si erano arbitrariamente attribuite questa qualità e questa funzione. K alla singoiaie impresa erano stati indotti da uno dei fratelli Rossi, il Luigi, il quale tendeva in tal modo a vendicarsi di un certo affronto recatogli dal mattonaio Franco. Il retroscena ed il movente della vicenda aveva un carattere... romano antico. II Franco aveva abitato in addietro, per poco .più di due mesi, in casa del Rossi, a Torino, in strada Pellerina, 324. Tra i due, che lavoravano nello slesso opificio, esistevano rapporti di amicizia e di cordialità; motivo pp.r cui il Franco lento un giorno di stabilire rapporti di sfretta cordialità anche colla moglie del Rossi una giovane bionda e piacente. Pare che 11 mattonaio un giorno 6ia entrato nella stanza dell'ospite proprio come Sesto Tarquinio. La donna si ribellò e più tardi non trasse il pugnale, roba d'altri tempi, ma riferì tutto al marito, il quale cliiamati a raccolta il fratello ed il Miglietti, concordò la spedizione ed irruppe coi compagni a Beinasco. E la vendetta si sarebbe effettuata, te il provvido intervento dei carabinieri non l'avesse tempestivamente impedita. Ieri in Tribunale, presidente l'avv. Levi, si è avuto l'epilogo dell'incruento episodio. I tre arrestati vennero chiamati a rispondere del delitto previsto dagli art 63 e 146 C. P. per avere illegittimamente privato il Franco della libertà personale con minaccie a mano armata e del delitto previsto da'l'art. 18g C P. per c-sersi nella stessa circostanza arrogata la carica di ufficiali della m. v. s N. II Miglietti .era poi imputato anche dì porto di coltello proibito. 1 tre sedicenti ufficiali apparvero nel ban¬ co degli accusati molto dimessi e piuttosto pentiti della brutta avventura in cui si erano cacciati. Quando il presidente loro richiese dove volevano portare il malcapitato Franco e a che cosa dovevano servire quei tre metri e mezzo di corda, i tre imputati risposero concordi che intendevano portare il seduttore (o mancato seduttore) al cospetto della moglie offesa perchè le chiedesse scusa dell'affronto. Vedete quanta semplicità moderna !.. C'è, diremo quasi, nell'episodio odierno della generosità, della carità cristiana. Lucrezia, moglie di Coniatine, purtroppo eia pagana. — Ma queii tre metri e mezzo di corda — ■ domandò ironico il P. M. avv. Buscaglielo. Queilla corda rimase, nell'interrogatorio, un mistero che gli imputati non chiarirono. — Giuda traditore — mormorò uno dei difen sori anche lui forte in storia antica— pei rimorso non s'è forse impiccato?! Gli imputati avrebbero offerto gentilmente la carda a Franco... Ha testimoniato anche l'oltraggiala consorte. In sostanza il suo racconto, salvo il finale troppo tragico, è nella prima parte preciso a crucilo sopraccennato riguardante la infelice Lucrezia. Il Pubblico Ministero ha chiesto pel tre Imputati tre anni di reclusione ciascuno. i difensori aw. Maccari e avv. Adolfo Bona perorarono con molto calore affermando in sostanza che i loro clienti sii comportarono nel meno cruento dei modi e che l'audacia del non mal abbastanza deplorato Franco (Franco di nome e di modi) sotto l'ospitale tetto dei Rossi, in Sicilia, chissà quali conseguenze irreparabili avrebbe avuto. E' stata persino citata la solita musica di Cavalleria rusticana... Il Tribunale nella sua sentenza ha dichiarato responsabili i tre giovani di sequestro di persona, concedendo ai fraiteJli Rossi la attenuante della provocazione grave (di cui ai suoi tempi beneficiò pure il nominato Collatino) e al Miglietti le discriminanti della seminfermità mentale e della minore età. Ha perciò condannaito i fratelli Rossi a 10 mesi dì reclusione e il Miglietti ad 8 desila stessa pena. Ha ordinato il sequestro giudiziario dei tre metri e mezzo di corda anzidetta e del coltello trovato tra maglia e pelle al Miglietti. Ha ordinato infine la restituzione della pistola di cariane sequestrata ad uno dei Rossi poslochè è pacifico che le pieioile di cartone sono innocue. Ma

Luoghi citati: Beinasco, Sicilia, Torino