Il sole dopo l'acqua ed il fango

Il sole dopo l'acqua ed il fango |1 nubifragio sulle tre Finale - Finalborgo, 0 mattino. in questo lembo della riviera di ponente «love i sorrisi dei cielo ni congiungono a quelli della terra e del mare - - mi Finalmarina e Finalpia gioconde di bagnanti o su Finalborgo coi suoi orli e con le suo distese di ulivi e di peschi — per tre ore ha imperversato venerdì notte uno dei più violenti nubifragi che mente ricordi, uno di quei cataclismi in cui sembra die una bufera infernale si scateni contemporaneamente dal cielo e dalle viscere della terra. Un diluvio di acqua da.'le :;l circa a mezzanotte si rovescio in tutto il Finalese e quest'acqua, precipitando a valle, gonfiò ruscelletti e torrenti, creò fiumane che precipitando a loro volta in questi paesi di paradiso arrecarono mino e desolazione. Un momento di panico Su Finalpia e Finalmarina questo scroscio d'acqua ebbe il suo inizio quando cominciava la serale vila propria delle stazioni di villeggiatura. I ritrovi erano animatissimi: gii stabilimenti sulla spiaggia erano agli ultimi bagliori della stagione. Suonavano le orchestrine quando cominciarono i lampi e poi i tuoni e quindi — interminabile — una pioggia torrenziale, una di quelle piogge da temporali d'estate che di solilo durano fortunatamente pochi minuti ma die — corno si è detto — venerdì sera durò quasi tre ore. .Vegli stabilimenti sulla spiaggia il nubifragio causò ore di panico. L'acqua nello sfociare a mare, incanalandosi verso la spiag| già, improvvisò dune c scavi protondi, but' laudo in aria Ilio di cubino e ingoiando sandolini e barchette, sedie e poltrone. In uno siabiliinento del centro abbattè un bel gruppo di cabine che una numerosa famiglia di bagnanti aveva arredato con particolare ricchezza trasformandole in altrettanti camerini di palcoscenico. A Finalpia e a Finalmarina la popolazione rimase calma. Negli stabilimenti si seguitò a ballare — poiché la luce elettrica era venula a mancare — al fioco chiarore delle candele. A una cert'ora questa colonia danzante s'accorse di essere lappata negli stabilimenti. Piazza Oberdan apparve trasformata in lago. I ballerini, le ballerine. ICdedi cineLegrcittaaff.siapapudedi rimpatete prl'»tecpeprchsach•ailaprcopolat abezisinorgeht sto, insomma, di espressioni vocali che ricorrono durante gli improvvisi e inconsueti cimenti. Già un notissimo giovinollo torinese aveva preceduto il grosso della comitiva lanciandosi, nel pieno della bufera, in quel lago improvvisato per recarsi a rinchiudere il proprio garage dove una (ìammariio automobile minacciava di essere trasformata -in motoscafo. Bloccati nei caffè Nel centro di Finalmarina la genie rimase lappala sullo i portici della piazza, al « Callo Caviglia», ma in via Garibaldi, al « Cafì le. Ivalili .> la genio non ebbe più via d'usci! la e trascorse lo ore, attendendo il deflusso I delle acque, in piedi sulle sedie, pronta a i montare sui lavoh o sui bigliardi. Fu soli lanio verso il l'ondo di via Garibaldi che la , scena cambiò aspetto e gli episodi assunsero ben altro tono: l'acqua cadeva torrenzia- U i a o o IlQ dal cielo e a torrenti scendeva dallo stra- - dale di Finalborgo. All'imbocco di via Ga- j ribaldi questo torrente di acqua, di melma, • Ui. arbusii. per quasi tre oro fece impeto contro le case e contro i negozi. Fu nei pianterreni che specialmente si verificarono i maggiori danni. L'acqua penetrò specialmen¬ te nella pasticceria Boncardo, Jinda e bianca ziostetapeesncoilndipdstasfepmmidmce fece uno scempio d'ogni cosa, Verso mez-j mzanotte arrivarono carabinieri, soldati e mi- \ mliti fascisti muniti di torce a vento e il loro so o , l o a o o o i i e e al e a o ne. lma a l n a nle nli 21 arrivo valse a rinfrancare gli animi. Il diluvio del ciclo era cessato: la gente usciva di casa per provvedere allo incomben-1 za più urgenti: alira gente gocciolante, spau-1 rita rientrava in fretta. La furia delle acque imperversò soprattutto nella zona di Finalborgo. Ne ho visto le Tracce. I.a via è resa impraticabile poco dopo l'ufficio del dazio di Finalmarina. Torrenti straripati Finale sorge ai piedi del promontorio di Caprazoppa, denso di case, stretto di vie pulite e selciate, con un aspello medievale, li' posto ira i torrenti Poni e Aquila che s'uniscono nei pressi di Finalmarina in uno solo che si scarica in mave. Questi due torrenti in pochissimo tempo gpnllarono spaventosaincute, strariparono, ruppero argini. Da dove veniva l'acqua? — ho domandalo ad alcuni abitanti. Rispondono ancora emozionati:' — Veniva da tulio lo partii La 6trada provinciale e il torrente Aquila costituivano una sola massa l'acqua. L'acqua che non irrompeva dai due torrenti, precipitava dalla montagna in decine di altri improvvisati torrenti, o scrosciava dal cielo percorso sinistramente da lampi che sembravano vampate. Una notte infernale. Nessuno chiuse occhio: tutti trepidarono. Una lapido all'ingresso di Finalborgo ricorda il limilo d'altezza che segnò una altra inondazione il 28 settembre 1900. Questo limite non ò stato superato, questa volta; ma l'irrompere della massa d'acqua venerdì notto come violenza fu superiore senza confronti a quello di 26 anni addietro. Basta porre occhio sui grandi tronchi d'alberi sradicati come fuscelli e trascinali in Finalborgo e adiacenze e all'enorme massa di terriccio, di pietre, di sabbia. L'opera dei soldati Per Finalborgo non si gira che affondando in oltre mezzo metro-di fango e lo spettacolo degli abitanti, dei soldati e delle autorità a piedi scalzi o calzoni rimboccati sino alle coscio o semplicemente in mutandine ha, in tanta desolazione, aspetti di comicità. Si passa lungo strade dove gli abitanti espongono le più svariato masserizie al sole, dove i soldati del 41.o Zappatori giunti da Savona e la Milizia fascista lavorano di badile a riempire carri di limo che viene trasportato nel torrente Aquila. Triste c lo spettacolo dei negozi allagati, rovinati, mezzo sepolti dal fango. In taluni di questi negozi i proprietari rimasero imprigionati coll'acqua alla cintola sino olire la mezzanotte e furono tratti di là fradici, allibiti, terrò rizzali, al primo arrivo dei soldati e dei carabinieri la cui opera fu sempre — comò in tutte lo sventure — piena di abnegazione. All'imbocco del ponte di Finalborgo le guardie del casotto daziario han inesso al solo tutte le loro scartotlio d'ufficio. Non c'era altro da travolgere in quel luogo. Ma nella bella farmacia dirimpetto l'acqua ha menato 6tragc. Non si visita questo luogo senza una pena. Piazza Garibaldi coi suoi negozi offre pure una vista desolante e cosi tutte le altre vie, cosi quasi tutti i negozi. Un orologiaio fu salvato in un modo acrobatico. Investito dall'acqua da tutte le parti chiamava 60c corso dall'interno del suo negozio. I coinquilini della casa, dal piani superiori gli calarono delle corde. Egli si legò alla vita e cosi gli altri lo tirarono su. Il Sindaco con un manifesto ha requisito tutta la mano d'opera paesana. L'on. Lesso na ha mobilitato la milizia fascista. Finalmarina e Finalpia hanno dato il pane e la farina a Finalborgo e l'acqua potabile di Fi nalmaTina. con una conduttura provvisoria, è portata ora ai fratelli imitami C'è uno slancio di carità, e di bontà. Su questa solidarietà aleggia oggi un 60fflo di Provvidenza divina: «c'è il cielo clemente dopo il diluvio, finalmente il sole vivifica t0r°- . , C. M. Ecndcdqlaz.gcztetztnpapql'esslgeaigdcemfsfmpsClvvrpsNiaam Il sole dopo l'acqua ed il fango {Dal nostro invialo)

Persone citate: Aquila, Boncardo

Luoghi citati: Finalpia, Savona