La Spagna sotto la tenda

La Spagna sotto la tenda L^ultimo appello ginevrino (Dal li <> m ì io Inviato) nostro La Spagna sotto la tenda i o o non°sia soltanto unavana parola,* ma altresìirrefutabile testimonianza del desiderio di.accogliere il voto della Spagna, entro i limiti idi ciò che essa considera il proprio dovere!verso l'organismo, nel quale la Spagna, ha1fino ad oggi avuto una cosi cospicua ed ono-irevoie parte ». |Il presidente: « Ci riuscirebbe penOSO IGinevra, 3, notte. L'improvvisa burrasca di ieri sera,_ in sede di commissione di studio per la riforma del Consiglio della Società delle Nazioni, stornane alle 10 aveva lasciato il posto alla quiete più idillica. Allorchè il presidente Motta presentò la propria relazione, riveduta a corretta, secondo uno spirito di conciliazione e con il debito paragrafo circa le richieste spagnuole ad un seggio permanente, nessuno chiese la parola. La calorosa mozione di Cecil Soltanto lord Robert Cecil diede, a sua volta lettura della seguente mozione conclusiva : • I membri della Commissione incaricata di studiare la riforma della composizione dei Consiglio della Società delle Nazioni, prima di separarsi desiderano pregale il loro collega spagnuolo di trasmettere al suo Governo la loro fervida speranza che esso vorrà prendere favorevolmente in considerazione tutti gli 6forzi fatti dalla Commissione per soddisfare, nella maggiore estensione possibile, date le circostanze attuali, i desideri del Governo spagnuole. La Commissione ha raoco! mandato la ereazione nel Consiglio della So' cietà delle Nazioni di seggi rieleggibili, tali da permettere ai loro molari di restare membri del Consiglio per un tempo indefinito, a patto solo di 6aper mantenere la fiducia degli altri membri della società delle Nazioni. Per dare a questi seggi carattere di dignità e di sicurezza, la Commissione ha deciso che la designazione di rieleggibilità non sarà fatta al momento dell'elezione come membri non permanenti, ma con una speciale votazione dell'assemblea. Per impedire che si verifichi un intervallo, durante il quale i paesi che giustamente domandano tale seggio possano essere incerti riguardo alla loro posizione, la Commissione ha stabilito che ia prima designazione 6arà fatta immediatamente dopo le elezioni del 1026. Per evitare qualsiasi impressone di incertezza circa 11 mantenimento di questi seggi, la Commis6ione ha ritirato la proposta relativa ailla facoltà dell'assemblea di ordinare una rielezione generale per tutti i seggi non permanenti del Consiglio e ciò avuto riguardo all'ansietà dimostrata dal Governo spagnuolo in materia. La Commissione 6l permette di credere che tali disposizioni dimostrano come l'unanime espressione di buona volontà verso ia Spagna, mostrata dai membri del Consiglio che la Spagna si reparasse da noi » La mozione del delegato inglese, che fu adottata alla unanimità e senza osservazioni, è sufficiente a caratterizzare il contenuto del rapporto del presidente Motta, rapporto, come già ebbi a dire, che è di indole riassuntiva e che trova appunto le sue conclusioni nella mozione Cecil. Terminate così le parti ufficiali dei lavori della Commissione, il presidente Motta volle illustrare l'opeia compiuta. Egli dicliiarò che la Commissione era giunta ad un compromesso, che serrava da vicino il più possibile la realtà e proclamò che il buon diritto della Spagna troverà nell'avvenire il riconoscimento che merita. Bipetendo che la Cina e la Polonia si adatteranno al seggio temporaneo rieleggibile, l'on. Motta ha reso omaggio al loro spirito di conciliazione « che è lo stesso spirito che anima la Società delle Nazioni». Passando -a considerare il futuro atteggiamento della Spagna lon. Motta pregò il signor De Palacios di informare Madrid dei sentimenti della Commissione: « Nessuna parola è stata detta in questo consesso che non fosse inspirata dal più cordiale senso di amicizia. Ci riuscirebbe penoso che la Spagna sì separasse da noi e si disinteressasse ai lavori della Società delle Nazioni. Noi abbiamo perduto ultimamente il Brasile, ma la provvida disposizione per cui gli Stati che ci lasciano rimangono per due anni legati al Covenant, costituisce un filo di speranza e ci auguriamo che il Brasile ritorni a noi, tanto più che abbiamo cercato di dare all'America Latina la promessa di tre seggi nel Consiglio ». Avendo il Presidente terminato, con il ringraziamento rituale il suo discorso, l'on. Scialoja si rese interprete dei 6ensi della Commissione pregando i colleghi di votare, senza scheda, la deliberazione seguente : « Viva il presidente Motta ». Una piccola salve di applausi salutò lo scioglimento della Commiss'one di studio, il cui rapporto figurava nell'ordine del giorno della riunione, che il Consiglio della Lega doveva tenere alle 15,30. Diversivi Ma invece il Consiglio, riunitoci sotto la presidenza di Benes, privo del rappresentante spagnuolo, 6altò di pie pari l'argomento; esso portò in prima linea la questione di Memel, di cui era relatore sir Austin Chamberlain, il quale richiamò la attenzione del Consiglio su alcuni punti di forma e di procedura, sollevati dal Governo della Lituania nella sua comunicazione relativa al memorandum della dieta di Memel. Chamberlain propose la costituzione di un comitato, di giuristi, desti- (Dal li <> m ì io Inviato) nostro nato a studiare tale questione, d'accordo col Governo della Lituania. Ed inoltre soggiunse che, qualora non fosse possibile un accordo, la questione venisse rinviata alla Corte permanente di giustizia internazionale. Il rappresentante della Lituania espose il punto di vista del suo Governo e, dopo una breve discussione, alla quale parteciparono oltre a Chamberlain, Briand, Benes e Unden il Consiglio incaricò il presidente di costituire un comitato di giuristi che dovrà presentare il suo rapporto entro 10 giorni. Briand lesse quindi un rapporto circa i lavori del comitato per la cooperazione intellettuale, invitando la Commissione a proseguire la sua attività e incaricando il segretario generale a trasmettere ai vari Governi le raccomandazioni di un sottocomitato, relativamente all'insegnamento per la gioventù. Una battagliola sui mandati Vanderveldc rese conto della recente riunione dei rappresentanti delle agenzie di stampa ed infine, alla presenza dei rappresentanti dell'Africa del sud e della Nuova Zelanda, come pure del vice-presidente della Commissione dei mandati, il Consiglio prese conoscenza di un rapporto dello svedeve Unden sui lavori della Commisisone dei mandati. Poiché la Coni, misisone raccomandava in ispecie di essere autorizzata alla audizione degli autori di petizioni, Chamberlain attaccò questa procedura, e Briand, con una indescrivibile eloquenza da tavolino, agitando appena gli occhiati tra le due dita, ebbe qualche accento vivace, allorchè, appoggiando la richiesta del suo collega inglese, accennò al losco ambiente in cui si fabbricano le petizioni mentre qualcho potenza mandataria prodiga l'oro dei suoi abitanti e il sangue dei suoi soldati. Il ministro degli Esteri francese propose la istituzione di un comitato di inchiesta preliminare sulla serietà e sul valore delle petizioni. A lui si associano il visconte Ishii, Va.ndervelde. il rappresentante della Nuova Zelanda e dell'Africa del Sud. Il relatore, lo svedese Unden, viste le obiezioni sollevate dal proprio rapporto, annunciò che lo ripresenterà modificato in ! una delle prossime sedute. E il Consiglio . rimandò la continuazioni dei suoi lavori i a domattina alle 10,45. ! Si ritiene quindi che domattina il rap1 presentante giapponese Ishii farà la sua ire]azione al Consiglio circa il progetto | deUa commissione di studio per i seggi I del Consiglio stesso e che verrà deliberato r a a - rinvio alll'Assemblea del rapporto Motta. Bileviamo che la mancata adesione della relazione Unden circa i mandati, è un episodio della lotta che la Commissione dei mandati conduce contro le Potenze mandatane, obbligandole a adempire appieno i loro obblighi, mentre esse invece tenderebbero a considerare gli impegni ginevrini come semplici formalità. Oggi, per bocca di Briand ? di Chamberlain, prevalse la tesi delle grandi Potenze, ma è indubbio che la Commisisone non si lascierà battere di punto in bianco. Degno di nota è altresì che la Conferenza per la Corte internazionale di giustizia, nel suo esame della richiesta di adesione con riserva degli Stati Uniti, ha ritenuto che, se gli Stati Uniti aderiranno allo statuto della Corte dell'Aja, essi avranno diritto allo stesso trattamento degli Stati membri della Società delle Nazioni. La Conferenza ha nominato una Commissione incaricata di redigere le conclusioni della discussione e della Commissione fa parte, per l'Italia, il dottor Massimo Pilotti. Infine segnaliamo che la Bomania e la Jugoslavia hanno depositato alla segreteria della Lega, per la registrazione, il protocollo per l'alleanza difensiva tra lo due nazioni, firmato a Bukarest il 13 giugno 1026. I tedeschi soddisfatti Circa la Germania è degno di nota, oggi, il colloquio Briand-Von Hoesch. Nei cir^ coli tedeschi non si nasconde la soddisfazione per le conclusioni della Commissione di studio per i seggi del Consiglio. Si annunzia la partenza per Parigi del dottor Gauss. Quanto all'altro rappresentante tedesco, cioè von Hoesch, egli passerà in una città, nei pressi di Ginevra, i giorni che ci separano dalla data dell'ingresso della Germania nella Lega. Per il personaggio principale, la Spagna, non vi è finora nulla di nuovo. Prende sempre più piede l'ipotesi, indicata fin da ieri: e cioè l'allontanamento temporaneo dall'attività della Società delle Nazioni. Si può aggiungere che /I Journal de Genève, in un curioso editoriale, fa balenare la minaccia dell'abbandono del Marocco da parte della Spagna, come suprema mossa per mettere nell'imbarazzo le grandi Potenze, che hanno negato il seggio permanente. La teoria sa di romanzesco, quantunque, a pensarci bene, la minaccia possa avere qualche efficacia. Il delegato spagnuolo De Palacios partirà da Ginevra, secondo quanto mi si informa, entro domani: non è detto che egli faccia qualcosa di più, oltre a prendere il treno. ARRIGO CAJUMU