Roma ha risposto a Madrid

Roma ha risposto a Madrid Roma ha risposto a Madrid pRoma, 23, notte. Il Governo italiano ha ieri risposto alla nota della Spagna relativa a Tangeri ed alla questione del seggio permanente a Ginevra. 11 documento diplomatico è stato consegnato qui a Roma all'ambasciatore De la Viiiaza e contemporaneamente ne è stato informato il nostro ambasciatore a Madrid marchese Paolucci de' Calboli. I du» problemi Quanto al contenuto della risposta italiana, che sarebbe assai breve e redatta in termini amichevoli, indiscrezioni ufficiose precisano che la nota manifesta la buona volontà del nostro Governo nel prendere in considerazione il memoriale presentato e il vivo desiderio di uniformarsi al desiderio della Spagna. Sul problema politicamente più importante, cioè Tangeri, il Governo italiano aderirebbe di buon grado all'idea di trattarne in ima speciale riunione internazionale accogliendo con ciò un progetto già ventilato dalla Spagna medesima. Circa la riforma del Consiglio della Società delle Nazioni e la questione di un seggio permanente, il Giornale d'Italia crede di sapere che le due questioni siano attentamente vagliate nei loro termini contingenti e prospettate secondo l'opportunità che l'imminente riunione dell'apposito Comitato ginevrino suggerisce e consiglia. Nel suo complesso, la nota italiana viene giudicata dagli ufficiosi come inspirata dal proposito di andare incontro favorevolmente alle proposte di Madrid pur mettendo, nel contempo, in evidenza particolari elementi che tendono a far prevalere criteri di opportunità e di prudenza. 11 Giornale d'Italia aggiunge: e Essa rispecchia i sentimenti di lealtà che hanno portato al felice ravvicinamento tra le due grandi penìsole mediterranee, come abbiamo gin avuto occasione di rilevare, l'intervento dell'Italia nel problema in discussione non può essere inspirato che dal concetto di obbiettiva e serena valutazione e dall'intento di collaborazione oroHoua. L'errore commesso in passato nel volere evitare la nostra partecipazione al regime di Tangeri è oggi superato per la forza degli avvenimenti e per il riconoscimento degli altri principali interessati. Sotto tale aspetto la nota della Spagna è stata molto significativa. Prendendo atto del nuovo sviluppo assunto dal problema, l'Italia torna ad esercitare la 6ua funzione che e essenzialmente di equilibrio mediterraneo, e la nazione spagnuola può essere'sicura di tutta la nostra simpatia nell'apprezzamento e nell'applicazione del compito storico a cui, come anche ora si è dimostrato, l'Italia è inevitabi'mcn. te chiamata ». « La Tribuna »» • Niente SVnintà delle (fazioni» L'adesione, italiana alle proposte spagnuole di una conferenza internazionale che esamini le richieste del Governo di Madrid cercando di conciliare gli interes¬ si eventualmente in contrasto, è sottolineata dalla Tribuna che si affretta ad aggiungere : • Niente dunque Società delle Nazioni, la quale è evidente non porrebbe avere voce in una questione di questo genere ». Come questa conferenza sarà costituita non ò ancora possibile conoscere dato il rifiuto da parte dell'Inghilterra, ma una cosa sembra però certa alla Tribuna in via progiudiziale, che cioè la Germania non potrebbe partecipare ad essa. Il giornale si appoggia a questo 6copo 6ull'art. 141 del Trattato di Versailles che dice: ■ La Germania rinuncia a qualsiasi diritto titolo e privilegio risultante in suo favore dall'atto generale di Algesiras del 7 aprile 1906 e dagli accordi franco-tedeschi del 3 febbraio 1909 e 4 novembre. 1911. Tutti i trattati e accordi firmati dalla Germania con l'impero 6ceriffano sono ritenuti abrogati a datare dal 3 agosto 1914, ed in nessun caso la Germania potrà valersi di questi atti ed essa si imuxgna di non intervenire in alcun modo nei negoziati che potranno avere luogo tra Francia e altre potenze per quello che riguarda il Marocco ». Questo sembra al foglio ufficioso un punto fisso degno di rilievo. Il trattato segreto baleanleo Non si erede alle smentite Mentre il problema di Tangeri sarà così sottratto — si crede — alla competenza della Società delle Nazioni, e da qualcuno prospettata la possibilità che nella prossima riunione della Lega si abbia invece una eco delle apprensioni sollevate dalla notizia di un accordo segreto greco-jugoslavo. L'informazione data dall'Humanité è stata, come sapete, smentita dalla llavas e successivamente dalle agenzie ufficiose dei Governi di Atene e di Belgrado, ma l'impressione concorde in questi circoli ufficiosi e della stampa, che rispecchia il pensiero di essi, è che le smentite non sanano i motivi di inquietudine che si sono manifestai; in Italia. Il Messaggero alla smentita, jugoslava fa seguire questo commento: « Diamo alto all'Agenzia di Belgrado della sua dichiarazione, il che non impedisce di rilevare come la dichiarazione stessa giunga con un ritardo notevole. La gravità della notizia diffusa dal giornale parigino richiedeva infatti un ben più pronto intervento. Non possiamo a meno, a nostra volta, di constatare che le affermazioni dell'4ffenjia Arala contrastano tuttora nettamente con quanto si afferma in proposito negli aninienti diplomatici internazionali, nei quali! l'esistenza del trattato segreto gieco-jugo-<1 * slavo non è messa In dubbio. Resta inoltre 'la chiarire da quale recondito motivo la priorità della smentita al giornale di Parigi sia stata lasciala dai due Governi dì Atene e Belgrado, ad un'Agenzia straniera, e va infine precisato dall'Agenzia Hauas il perchè de) procedimento singolare del suo intervento a carattere ufficioso in una questione riguardante due Governi esteri ». Meno rassicurante ancora è considerata la smentita dell'Aaen-iu di Atene, perchè parla di clausole segrete che non esistono, mentre la notizia data dall'Humanité si riferisce ad accordi segreti, separati, diversi da quello noto depositabile alla Società delle Nazioni, A queste considerazioni la Tribuna aggiunge: » Poiché non c ammissibile la conferma pubblica di un accordo segreto e pertanto queste due lente e tardive smentite erano perfettamente prevedibili, noi dobbiamo constatare come sia stata largamente connessa la crisi greca con la stipulazione dell'accor- ràscfeql'osimvgLnspilcedenz'seogngelagmcodnnriLrtrccMrtnrnfindo jugoslavo: come sia stato precipitoso lo zelo francese a dichiarare) che il nuovo Governo ellenico ora impegnato dagli impegni del caduto Pangalos c dalla Arma da questi posta in artlculo mortis, e come sia stata precipitosa, la smentita dell'/Zara-', che ha voluto niellerò le niami avanti. Dopo ciò ci si può avviare a questa settembrina cerimonia societaria ». Il Lavoro d'Italia così conclude un suo articolo : « Le prove dell'ambiguità delta politica francese nei nostri confronti si vanno moltiplicando. Speriamo cito il signor Besnard abbia messo al corrente il suo ministro degli Esteri del risentimento diffuso ih Italia, come pure della generale insoddisfazione, per la vana attesa di una parola chiara e precisa della Francia sulla sorte dell'emigrante italiano in Tunisia ». Un dilemma Dal suo canto ii Mondo prendendo lo difese dell'istituto ginevrino scrive: « L'esistenza di una Lega delle Nazioni forte, che possedesse l'autorità di dirimere le vertenze internazionali, inalveandole pelle vie dell'accordo e l'osservanza dei diritti di tutti e degli interessi generali, annullerebbe automaticamente ogni possibilità di accordi segreti, i quali, apptinto perchè segreti, nascondono insidie e pericoli di ogni genere. Invece coloro die più protestano contro l'eventuale esistenza di un patto dal contenuto ignoto tra due Stali balcanici, sono gli stessi che cercano ogni giorno di deprimere la Società delle Nazioni, prospettandola come un organismo irremissibilmente incapace di compiere la sua funzione. La contraddizione è cosi stridente che non richiede di essere illustrata : o europeismo attraverso la Lega delle Nazioni, o accordi come quelli che si attribuiscono ai due ^tati balcanici. E' un dilemma dal quale difficilmente si scappa ». Per quanto riguarda particolarmente il presunto accordìi segreto greco-jugoslavo lo stesso giornale scrive: « Se i giornali ufficiosi hanno elementi più positivi della smentita llavas per affermare l'esistenza del trattato segreto tra Belgrado ed Atene, parlino chiaro, altrimenti, per nostro conto, riteniamo assai più prudente attendere il resoconto di Ginevra, ove qualcuno potrebbe e dovrebbe portare la questione ». dpdnzsBmannsrrtscICdsNnmmtanglqlsncpqbcuduBortrlLgfistlfnasilcncì

Persone citate: De La Viiiaza, Pangalos, Paolucci