Rapinato da quattro giovinastri mentre rincasa

Rapinato da quattro giovinastri mentre rincasa Rapinato da quattro giovinastri mentre rincasa L'arresto di uno dei colpevoli Assistiamo, a quanto pure, ad una ripresa di attivila dei rapinatori," di quelli, in particolare, che sono spinti dalla loro audacia a tentare i loro colpi in pieno abitato, durante le ore notturne. Poche sere fa, come 6i ricorda, un tabaccaio venne preso di mira e derubato- dell'incasso della giornata; l'altra notte altri malandrini hanno rapinato un altro cittadino. Tale Umberto Boresti, che abita in via San Domenico 27, verso le ore 2 della notte scorea stava rincasando ed aveva giù. raggiunto il portone, quando in un baleno era circondato da quuiiro sconosciuti, sbucati dall'ombra. Erano giovani sui ys-30 auni, ed uno si distingueva per la sua alta statura. Essi gli cbicsero dove andasse; l'altro non ebbe neanche il tempo di rispondere che già era afferrato per le braccia e per i panni, c tenuto immobile, mentre uno dei malfattori gli toglieva dBlla tasca Interna della giacca 11 portafoglio, contenente la somma di 100 lire e carte personalt. Poi, conio un volo di uccelli spaventati, i quattro si davano alla fuga per via dei Uuartieri. Ma il Boresti non stette fermo neppure lui. Ricorse a tutta l'energia delle proprie gambe per inseguire i rapinatori, e a quella dei polmoni per gridare: « Ai ladriI ai lutitii ». Fece C06l alcune decine di metri dietro la comitiva, e già stava perdendo !a speranza di venire a capo di qualcosa di concreto, quando una fortunata combinazione lo metteva nella possibilità di fermare ed arrestare uno del malandrini. 11 più alto del quattro, sebbene in possesso delle gambe più lunghe, stentava forse a tener dietro ai compari e già prevedeva il pericolo di essere raggiunto. Ricorse quindi all'astuzia; ma un detto popolare assicura che la furberia non è dogli alti, bensì del piccoli di statura, e il caso dell'altra notte sembra dargli ragione. Lo spilungone, ad un nato punto, rallentò la corsa, si fermò; poi, cheto cheto, come se nulla fosse, fece dietrofront, camminando a passi tranquilli, come un pacifico cittadino. Sperava infatti, con questa manovra, di farsi passare per uno qualunque, queir uno qualunque che torna cosi comodo in certe circostanze... Ma il Boresti aveva tenuto gli occhi bene aperti, e si era accorto della tattica di lui; inoltre il fatto dell'alta statura lo avrebbe aiutato senz'altro. a riconoscerlo. Perciò, quando il messere gli fu vicino, tentando darei l'arda del menimpippo, il derubato senza altro gli volò addosso, lo fermò e lo trattenne per gli stracci, nel mentre non desisteva dal gridare al soccorso. Intanto, attratti appunto dalle sue invocazioni, accorrevano il vigile notturno Felice Pugliesi e il milite rasoiata Pietro Martino, che si impadronirono senz'altro dell'ingenuo perticone, trascinandolo alla sezione di P. S. di Monceni6io. Polche gli altri tre prano, purtroppo, irrimediabilmente dileguati, il derubato accompagnò nnch'egli al Commissariato quello che era rimasto nella pania. Costui fu identificato per Policarpo Nieolello, di 18 anni, nativo di Vercelli o abitante in corso Ponte Mosca, 19. Negò. ma. per i motivi che abbiamo visto, ; suoi dinieghi non furono tenuti in nessun conto. Non volle dire i nomi dei complici, e indosso non gli fu rinvenuto nulla del portafogli rubato al Borestl. Questo era passato in mano ai più fortunati, che erano riusciti a svignarsela. Infatti ieri mattina un passante il magazziniere Vittorio Palla pellegrina di li? nnni, mentre transitava In via Cigna scorgeva a terra delle carte e documenti personali che risultarono poi essere del Boresti. I marluoli si erano tenuti danari e portafoglio, gettando via il rimanente che per essi non aveva nessun valore. tpit-

Persone citate: Boresti, Pietro Martino, Policarpo Nieolello, Umberto Boresti, Vittorio Palla

Luoghi citati: Vercelli