Salesiani sfuggiti ai pirati cinesi

Salesiani sfuggiti ai pirati cinesi Missionari torinesi Salesiani sfuggiti ai pirati cinesi Più volte, occupandoci della Mostra delle Missioni salesiane, abbiamo parlato dei pericoli gravissimi cui vanno serenamente incontro i sacerdoti di don Bosco per compiere la loro evangelica opera di fede. Proprio di questi giorni è giunta a don Rinaldi, il Padre superiore dei Salesiani, una lettera del - c~«o. - <=„ labiate sulla barca, ripetendo spesso: . Se sacerdote Giovanni Guarona. da» Chantuns !(Cina), il quale narra un drammaticissimo episodio, che per poco non è costato la vita Ial missionario torinese don Bardelli. Don Guarona si trovava nella casa della Missione di Shin-Chow, di cui era ospite il vescovo don Versiglia, allorché fu recata la notizia che don Bardelli era stato attaccato a Tai Wan Tan dai pirati, i quali avevano bruciato la barca che lo trasportava- Del missionario nessuna notizia. Era scomparso. I compagni di don Bordelli alla Missione trascorsero ore ed ore d'angoscia, ma finalmente ecco comparire il servo di lui, od annua ciare che il sacerdote era salvo e attendeva al Pet-Moun (Porta Settentrionale) e chiedeva calze e scarpe. Don Guarona prese gli indumenti richiesti e corse al luogo indicato, accompagnato dal servo, che lo informò della raccapricciante avventura» Scrive don Guarona a padre Rinaldi:' « Da giorni don Bardelli desiderava eoende re a Shiu-Chow, e ne aveva avvisato il barcaiuolo die fa servizio della Missione. Ma da un po' di tempo le barche sul fiume erano divenute rare, più nessuno ornai osava usci re dal porto, che i pirati eran cresciuti a dismisura. Il nostro barcaiuolo, sapendo per esperienza che il missionario non teme troppo nè i pericoli ne i briganti, specie dinanzi al dovere, non osò neppure far presente la situazione e tanto meno opporre un rifiuto. In cuor suo, però, rimase assai costernato, e si preparò a partire, lasciando a Loft-Chong la moglie e le figlio. Sembrava che un triste presentimento gli annunciasse la sciagura. • Don Bardelli qualche parola aveva udito, ma pensando trattarsi delle solite prodezze, non ci badò guari. Pel giorno convenuto si portò in città ed alla sera stessa si mise in barca, dovendo partire per tempissimo. La Messa l'avrebbe celebrata sull'altarino portatile. La canoa filava ripida da due ore, e già le prime luci si riflettevano sull'ondulata superficie dell'acqua limpida, e si era giunti olla famosa rapida di Tai waiTan, quando don Bard°lli fu ibruscamente svegliato da 9ecchi colpi di fucile, mentre il barcaiuolo, lasciato il timone, 6'era già precipitato verso di lui e prendendolo convulsivamente per mano mormorava spaventato: « I pirati! Scappiamo! », e senz'altro si buttò in acqua, seguito dai pochi passeggeri mezzo vestiti. L'ancora aveva toccato il fondo e la barca si fermò... « Vistosi ormai quasi 6olo e continuando la fucileria, il nostro missionario si gettò in acqua s^nza neppure infilare la vesffe: ma le palile lo sfiorano e sfsmhrano tutte dirette sopra di lui. Riflette che il color bianco ai primi chiarori dei giorno serve di ottimo bwsogKo e torma cautamente a prendersi la sottana : quindi, a stento, tocca la riva, mentre i pirati raggiungono l'imbarcazione. Che fsre?' Il servo Io trascina verso Shiu-Chow, per un lungo (ratto a piedi, senza acarpe si ripetevano a vicenda passione di noi! ». non facciam presto, ci raggiungeranno, che vogliono ostaggi ». La fucileria continua e un denso fumo sì solleva dal letto del fiume. Julia barca eran rimaste una giovane don . na, in istato interessante, e te vecchia madre i del barcaiuolo, che non potendo scappare. Avranno ben com- rio. 11 carico non li interessava, sarebbe « Quelle belve rovistano lo scafo per ogni dove, rivolgendo secche parole alte poverette. Ma poco poteron trovare all'infuori dell'altsre portatile e della valigetta del Missione- stato un imbroglio: e rivolsero tutta la loro rabbia contro la giovane donna, e i più la¬ ferocia, a colpi di coltello, la squartarono, fecero discendere la vecchia, e diedero fuoco alla barca. « Storie dolorose, attacchi di pirati ne sentii moltissimi ed io stesso per ben tre volle mi ci trovai in mezzo, vittima in parte, ma nessuno m'aveva cosi commosso. Al Pet-! Afoun Don Bardelli attendeva su d'una bar chetta, pregando. Pensavo di trovarlo àbbatI tuto, spaventato, e lo vidi calmo, tranquillo sorridente. L'abbracciai, benedicendo il Signore : Dea grattai ! ». La lettera conchiude annunciando che le Autorità cinesi, avvertite, tentarono ma inutilmente di dare la caccia ai pirati. La Missione dovette fare un prestito di trecento dollari per provvedere una nuova barca al barcaiuolo e permettergli di riprendere il lavoro. Quanto a don Bardelli 6i rimise presto dall'emozione provata, e dopo alcuni giorni di riposo ritornò ad occuparsi dei suoi doveri. Magnificile tempre d'uomini! Se cosi non fosse e se i missionari di Don Bosco non trovassero nella loro luminosa feda una forza quasi sovrumana, come potrebbero resistere ai disagi ed ai pericoli continui che li minacciano? Don Guarona, con quel suo stile semplice e sereno, scrive ancora a Don Rinaldi, qui, a Torino: • Dobbiamo tutti ringraziare di cuore il Signore, che il giorno 11 marzo nessun Missionario si trovasse a Ku-Neong e a Tan-Gnon, perchè sarebbero caduti di sicuro prigionieri dei pirati. Questi giunsero, naturalmente inaspettati, dai monti vicini, verso le 18, quando tutti erano intenti alla misera cena. Erano circa una settantina. Accerchiarono tutte le case, alla larga, e non lasciaronouscir nessuno; e fecero 16 prigionieri. tUnafervente famiglia di cristiani, 6U sei che lacompongono, ebbe cinque prigionieri, fra cui il giovane Marco, che doveva venir a studiare a Shiu-Chow. I più dei paesani si salvarono nascondendosi sotto mucchi di legna e di paglia. • Pare che non ultima mira dei pirati fosse di far prigioniero lo stesso Missionario; e difatti uno, rivolgendosi ad una cristiana, che non pote scappare, essendo ammalata di gambe, le dimandò in dialetto cantonese: € —C'è o non c'è il t Lau-fan » (europeo?). e E la vecchietta, credendo che l'altro parlasse in « A Ka », rispose: « — Siamo in due 60le a mangiare e quindi non abbiamo • Lau-fan >. • Lau-fan » in dialetto «a Ka », significa « riso vecchio », mentre in cantonese vuol dire « europeo ». Lo stesso pirata rise dell'equivoco e si spiegò, dicendo che cercava il Missionario. « ieri mi recai per consolarli un po': passai la serata e il mattino della domenica con loro. Erano tutti scappati nel « VI » (nel castello); che nelle case nessuno osava trascorrere la notte, solo il Missionario, fidato nella Divina Provvidenza. E' storia di ieri e, pur- l'europeo dopo l'attiva propaganda bolsce troppo, di alcuni prigionieri non si sa ancornulla, e per gli altri 1 pirati domandano dellesomme Kos* Son giorni tetri ed ango-sciosl por il povero Missionario, che vedepoveri vecchi, giovani spose, innocenti crea-turine, inginocchiati al suoi piedi, ad lm-ninrnr» «luto **«ic:(an»a_ nrotezione a molte plorare aluto, assistenza, protezione, a mouevolte el e impossibilitati a dar loro il minimo soccorso. Il povero Don Dalmasso e Don Munda misero in moto tutto « tutti, adopera-rono ogni mezzo, si rivolsero a tutte le Au- tonta, ina finora nulla si potè ottenere, an-che per la diffidenza con cui è guardato oravica. • E' vero ohe non tutti i distratti sono come quello di Chi-King; ma se ciascun Missionario facesse note tutte le sopraffazioni, ingiustizie e prepotenze, cui troppo spesso deve rassegnarsi, quante storte sanguinose do quale speciale vocazione si richiegga in chi vuote venire ad aiutarci », vremmo udire e come si capirebbero meglio li^m^ik ii.ii. tr, rtr,« « le aifncoltà della evangelizzazione in Cina e

Luoghi citati: Bard, Cina, Torino