La paziente restauratrice dei preziosi codici consunti

La paziente restauratrice dei preziosi codici consuntiLa paziente restauratrice dei preziosi codici consunti In un salone del palazzo di via Bogino do-vr. un icnipo, aveva sedo l'Intendenza di Finanza c.l ora sono pli uffici del Fascio, esiste il » laboratorio per i restauri • della Biblioteca Nazionale. ]•'.' una eingoiare oDlcina artistica e scientifica, sorta dopo il terribile incendio del 1904 che recò un incalcolabile danno al patrimonio culturale, storico e letterario della gloriosa biblioteca piemontese. Le fiamme allora divorarono centinaia di volumi e minacciarono di distruggere tutti i più antichi e preziosi codici manoscritti, di cm vi if.ra una colleziono di esemplari unici e di valore inestimabile. Per salvarli fu neoessario dirigere il getto delie lancie dei pompieri sulle antichissime pergamene, strappandole, si, al tuoco, ima causando un altro danneggiamento non meno grave. Domato aitine il disastroso incendio, i codici sfigurati, contorti e In parte carbonizzati dalle fiamme o mimollaiti dall'acqua, vennero raccolti ed accatastati, irriconoscibili. Essi potevano considerarsi per sempre perduti alla cultura e agli studiosi Ma si trovò subito in quelle dolorose giornale lo slancio generoso per portare, in tónte rovina, un riparo, un rimedio che va: lesse a ricuperare almeno in parte i tesori semi-diEtrutti. Sorse così l'antico laboratorio di restauro che visse per la generosità di pochi e l'aiuto del Ministero della Pubblica Istruzione: una officina modesta, con scarsi mezzi scicrrfiiflci e ancor più scarse disponibilità finanziarie. Ha funzionato lunghi anni tra stenti e intoppi forzati, contro 1 quali nulla potevano i sacrifici di alcuni uomini di grande volomià e di piccola borsa, e l'abilità di un artefice insigne. Gli amici dei libri D'altronde sembra che l'eroismo sia una virtù comuoie a quanti sono occupasi alla Biblioteca. Dal rtiirc.t1.nrc generale ai semplici custodi, i sacrifici sono parla i.ntegra.nfe della loro attivila, formano l'ambiente normaie in cui si lavora. Sono note, purtroppo, le rondi zi orni disn.gia.te, per non dir» critiche, della nostra Nazionale: difficoltà di ogni ordine ostacolano il buon andamento del grande sacrario della cultura e 6i oppongono alla manutenzione razionale dal ricchissimo patrimonio. Accanto agli esigui assegni finanziari, del tutto insufficienti, si aggiunga la scarsezza numerica del personale, la mole del lavoro che bisogna svolgere quotidianamente per evitare il deperimento delle decine di migliaia di volumi. Il gruppo sparuto degli addetti si moltiplica per turare le falle aperte in tutti i lati della grande barca. L'esempio viene dal direttore, il prof, comra, Luigi Torri, il quale indubbiamente noti ha mai udito parlare delle., otto ore di lavoro, e ha acquistato, per quotidiana pratica con gli uffici burocratici locali e minisi eri ali, un tatto diplomatico, una pazienza e uria tenacia certosina. Senza queste virtù egli non potrebbe spuntare nè l'ostinata indolenza dei biiTcxrali, nò ridurre a più generosi sentimenti le casse dello Stato, che dà qualunque richiesta di appoggi e soccorsi, anche modestissimi, fanno giustizia sommaria... Gli impiegati intanto rinunciano spontaneamente a certi piccoli diritti derivanti dalla loro carriera e aUarga.no il campo dei loro doveri accettando incombenze di ogni genere, facendo, in parole povere,, un po' di tutto... Da parecchio tempo molli impiegali hanno abolito il riposo festivo e trascorrano le domeniche negli stanzoni di via Po, a riordinare, a catalogare, a riassettare i volumi trascurati. Quando poi d'estate giunge il meritato riposo delle ferie, gli impiegati salutano il loro direttore e partono, per ritornare... l'jmdoroand mattina, alla Biblioteca a trascorrervi le ferie, nonostante le paterne ammonizioni del prof. Torri. In questi gdor: ni, per citare un caso, il custode Giovanni Castellano trascorre le sue ferie in certi squallidi e polverosi saloni del palazzo ni via Bogino, dove giacciono alla rinfusa migliate di volumi che attendono un modesto scaffale per trascorrervi il resto della loro vita . E il buon custode si e fatto falegname e fabbrica, alla meglio una rasa ai libri tanto amati. Il legno di queste easalanglie librerie proviene dalla... nobilitazione di certe casse per la spedizione del3e scatole di conserva o del latte. condensato.. In ima simile atmosfera eroica e naturale che anche il laboratorio per i restauri figurasse con uomini e. imprese non meno coraggiosi: un vecchio maestro carnuto, il principe dei restauratori: una giovane allieva, che ha. superato il maestro, e ventiline anni di sacrifici... II maestro e Pallieva Carlo Maipri, il maestro. Una tipica figura di studioso, uno scienziato innamorato della sua scienza, un animo inquieto di artista mai pago della sua creazione. Perchè il vecchio Marre era uno scienziato con l'anima di un artista: le sue fatiche di restauratore non erano fredde manipolazioni chimiche, ma avevano lo slancio l'ardore e financo .la sofferenza propria alla creazione apistica. Passò molli anni nella Biblioteca Vati cana, sfogliando e interrogando le pergamene dei Papi, la più vasta collezione del mondo; tolse a quello cavie, l'erudizione ricchissima che poi mise al servizio del suo futuro lavoro Sulla messe di codici e pergamene della Vaticana clic recavano, quali più quali meno, il morto inesoràbile del tempo, smaturo la niente dello scienziato, si formo il guslo dell'artista, e si preparo a poco r poco l'esperienza <• la perizia del restati ratore. incominciarono allora ad uscire da! le sue inani i primi ammirevoli saggi drestauro: membrane di. pergamene, già indurite accartocciate, corrose e macchiate; la carta pesante fabbricata con gli stracci e stirala a mano, uscivano rinvigorite, con la inimitabile eleganza antica e la freschezza delle cose vive. Pareva che l'appassionato amore del .Marre avesse la virtù di ridonare calore e movimento ai fogli morti. La restaurazione dei codici era divenuta, per opera sua. una scienza positiva e una nuovissima arte. -, _ _, Il Marre venne chiamato nel 10W a Torinoil l.o Imrfio, giurno della fondazione del laboratorio per il restauro dei codici della » Nazionale ». Lasciò la sua Roma e incominciò il lavoro, avendo presso di so una ragazzina, una piccola torinese: Erminia Caudana, unica sua assistente. Il vecchio maestro <=olitario o taciturno aveva forse, in tempi più lontani, pensato di conservare il secreto della sua scienza, di tenero celato tuttil patrimonio delle ricerche, e osservazionidi portare nella tomba ogni cosa. Ma. inanl'amore lo vinse, l'amore dei cuori grandilonza passioni umane, e confidò alla fanciulla le sue ricerche, le insegno le formuldei processi ria lui trovati; la elesse insomma, a sua allieva e confidente. Con gli anni anche l'inquietudine e la passione per codici si trasfondeva dal vecchio maestro alla giovinetta: si fermava cosi nella discendenza artistica, del capo-scuola, anche unnobile linea di discendenza morale. L'allieva dieci anni presentò la suu prima faticaun vecchio lihro danneggiato dall'incuria dal tempo, e restaurato dalle sue mani ancora inesperte. Il volume esannna'o dal professor Piero Giacosa, suscitò la sua ammirazione: la singolare scelta fatta dal Marrera una sicura promessa. Cario Marre in quattordici nini dì lavoro restituì al patrimonio delia Nazionale » parecchi codici salvati con un miracolo di intelligenza e di pazienza. Tra i manoscrittcartacei è la superba • Commedia • di Dante il « Poema » italiano su Carlo Martelloopera con disegni a penna di inestimabilnregio. Tra i « membranacei » furono quasnferamente restaurati l'i V.vanaeUarjn Bnhhiese*. pili noto sotto la denominazione famosa di « Codice K » del sesto seeoio; e duopere greche: il Tvpicon » e il . S"',lerìo per non citare che alcuni restauri. Negli ultimi anni di lavoro il Marre fu aflitto da una malattia che lo obbligava a trascurare l'opera incominciala Con qualrammarico e struggimento del suo cuore buno e generoso è facile immaginare. Cò chRicorda il Mawé mite malinconico lo 6guar ! rio assorto e addoloralo. Tutta la sua csisfrn- a a a r a a o , e , e i za si era svolta fra un logorante lavoro e molte «.marezzo segrete. Non ebbe fortuna nella vita. Nel IMS moriva « l'impiccato di Stato Marre Cario... *. L'artista ignorata Vennero, dopo la sua morte, tempi meno difficili per l'avvenire dei codici, il prof. Torri che da poco era sialo nominato direttole della t< Nazionale >• impegnò una battaglia ioti gii uliici ministeriali e portò il suo manipolo di eroici impiegati alla vittoria, riuscendo a persuadere il Ministro della necessita di occuparsi dei tesori pericolanti. Il laboratorio ebbe finalmente una più degna sede e fu arricchito di mezzi scientifici larghi e moderni, quali il povero Marre non era riuscito ad ottenere 11 suo posto nel laboratorio spettava di dirilto alla, sua giovano allieva, la signorina Caudana. là direzione della biblioteca, su l'autorevole parere del professor Giacosa, sperimentò l'opera dell'unica allieva. Fu una rivelazione: alcuni codici del Trecento e del Quattroceiuo ritornarono alla vita, senza danno-aite tenuissime tinte e alle miniature preziose. La signorina Caudana, dopo il felice risultato, successe, al suo maestro e ne continuò la tradizione. Ha ereditato non soltanto la perizia tecnica del lavoro ma. anche la passione per i vecchi codici, dei quali parla con entusiasmo, come di vecchi e. buoni amici. Essa trascorre le ore su di un povero foglio 'di pergamena accartocciata e bruciacchiata, ridotta a un decimo della sua snpei-ficie, e le. ridona a poco a poco il suo primo aspetto: 1 caratteri impalliditi ritornano nitidi sulla pagina spiegata, i disegni le miniature i colori che erano scomparsi' sotto un strato di fuliggine riacquistano la freschezza, si die paiono usciti allora dalla mano dell'artista, e il foglio .ritorna morbido e pastoso quasi fosse conciato di recente. I poveri codici prima del restauro hanno un aspetto desolante. Immaginate una specie di pallottola pesante nerastra, stranamente rabescata — i rabeschi sono dati dai singoli fogli di pergamena che il calore Ita accartocciati e saldati insieme — una massa dura informe: quello che una volta era un volume sontuoso, legato in ampie pelli di vaccina, vergato in inchiostri indelebili de amanuense stilisti, miniato da artisti di chiarissima fama, sembra ridotto un carciofo abbrustolito! In queste deplorevoli condizioni era, ad esempio, 11 codice « Scriptores h Istori oc augusta e ». famoso per le sue miniature, le più belle che si conoscano; ora esso e. visibile, restaurato, nella biblioteca. La signorina Caudana. impiegò mesi e mesi nel delicato lavoro. II blocco informe di un codice subisce lunghissimi processi: esso viene prima disinfettato poscia passa in una « camera umida » a vapori caldi che. restituiscono la morbidezza alla pergamena, si può cosi incominciare 10 scollamento dei fogli, l'operazione più difficile di tutto il processo, e che costituisce appunto una delle più grandi conquiste scientifiche del compianto Marre. Distaccati i fogli essi vengono pazientemente spiegati e stirati senza recare danno ai caratteri e conservando le proporzioni delle miniature; 1 colori hanno poi ognuno il loro speciale fissaggio che assicura ad essi la diuata e la conservazione. Tnflne dopo altre lavorazioni pazienti il foglio, dai margini corrosi e anneriti dalle fiamme, viene incastrato seguendo 11 contorno in un altro foglio bianco del formato oiu'ginale del codice e viene cosi ricostituito.'La legatura è fatta anch'essa dalla, signorina Caudana. secondo le regole, degli antichissimi legatori. Il codice, perfettamente leggibile, con colori e disegni assolutamele intatti, ritorna alla cultura storica ed artistica. • Cinque anni di fatica Non è. possibile spiegare diffusamente le fasi del processo e, a maggior ragione, del mezzi chimici impiegati, che; esorbiteremmo dal nostro compito. Senza contare che l'insigne allieva del Marre è assai più riservata del suo maestro 1 codici cartacei, invece, subiscono un trattamento diverso, presentando altre peculiarità. Lo smembramento del codice e le prime operazioni tolgono alla carta lo strato sottilif-simo di colla e indeboliscono la densità dell'inchiostro. La colla viene restituite con uno speciale bagno di coHaggio basato sul principio della capillarità dei corpi porosi: la carta in tal modo assorbe la quantità, di liquido che la porta a perfetia saturazione; il che garantisce anche l'inalterabilità della operazióne. La densità dell'inchiostro e anch'essa rinforzata con bagni ili golaiioia che non menoma affatto la cellulosa del foglio. Altri processi restituiscono la bellezza è la freschezza alla caria, togliendole le macchie violacee. delLo muffe. Cosi restaurato ogni foglio viene incastrate come si usa con le pergamene, in un'altro foglio bianco e un ultimo bagno rende definitive c inalterabili tutte le operazioni. Ci sono codila cartacei lacerati, con i fogli traforali dalia rascluatura della ppnna. d'oca e dalla corrosione della galla: l'inchiostro ha inciso la cellulosa, in modo che il foglio visto per trasparenza appare traforate, e gli orli dello tirano ricamo sono arricciati. Anche questi restauri estremamente delicati sono possibili per la signorina caudana che da ogni difficoltà, invece, di sgomento, riceve, irai incitamento e non ha pace se non quando l'ostacolo è superato. Un grande numero di fotografie prova i risultati sbalorditivi ottenuti in cinefile anni di lavoro. I fogli lacerati e corrosi, ai quali abbiamo accennato, tornano alla, biblioteca irriconoscibili; gli strappi e le lacerazioni sono riparate in modo cosi preciso ria essere invisibili; le minuscole arricciature attorno ii trafori dell'inchiostro sono epianate ad •una ad una e la linea manoscritta, prima scomparsa, riappare leggibile. Il foglio poi viene proietto da una doppia membrana, animale sottilissima, invisibile, che impedisce il futuri) deperimento della carta. In 'cinque anni rial laboratorio di via Bogino sono usciti otto o nove codici restaurati dalla signorina Caudana. Di essi esiste una dotta dissertazione del prof. Luigi Torri •he illustra il valore (lolle opere ricuperate If'linilivamente alla cultura mondiale. Ma ancora siamo lontani dal compimento della ardua impresa incominciate vent.iduc anni fa ;■ occorrono due elementi preziosi quasi quanto i codici: il temilo e il denaro... L'artefice, per intanto, c'è: una torinese che ama la sua città almeno quanto la sua irte, e che rinuncia, senza, rammarico, agli inviti che le fanno grandi Istituti, alla facile ricchezza e alla più vasta fama per rimanere nella meravigliosa sua clinica, sola con i tesori bruciacchiati della « sua » biblioteca SALVATORE CALLOTTI. hggi! vcnlMaririLknl1iipqetmsprtzZèbasisscLvpcrdcsvsnnSicllsacnrcmPgniccècctn

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