Uno scrittore francese e un poeta tedesco in visita da D' Annunzio

Uno scrittore francese e un poeta tedesco in visita da D' Annunzio Uno scrittore francese e un poeta tedesco in visita da D' Annunzio Tre Raive di cannono: per l'Europa — por la Germania — per la Trancia. (Servizio spccla.le della t Stampa •) Parigi, 31, notte, fi li Oaigliio uno scrittore Francese J. Hciioi.stRfa-chiti, in oompaffnia di un poeta tedesco V.... lui fatto a Gabriele D'Annunzio, ,-t (Jàrdotie. una visita, cii cui egli dà nuliziu queula sera lìcWlrUrauxiacinu, riferendo quanto il porla, ebbe a dirgli in queliti occasione. <:nn imo scrittóre e con un poeta, fu nalurn Unente di letteratura, elio D'Annunzio coiiiiin-iò- a parlare. Ma heir prestò il discorso j cadde su allre questioni più annali. D'Annunzio aveva lamentato l'impoverimento del vocabolario di cui fanno uso i Piovani autori francesi o siccome Bcnòisl-Mncntn aveva osservalo che era forse saggio clic i francesi fossero abituati oggi ad una certa povertà : — Ahimé! povera Francia — riprese l'auiore del « l*"uoco » — dopo aver prestato il suo oro -e il suo ge:-io a iutte le nazioni delia terra eccola bclfeggiatu, umiliala, riilnlta in schiavitù... Ma parche, ditemi, la Francia ha rinnegato giorno per giorno la sua vittoria? t! prezzo d'ogni soldato ucciso.» I/iiilorloculore, preferendo non rispondere a tale questione troppo dirotta, disse, a guisa di diversivo, di avure veduto delle statistiche nello quali era stabilito in dollari e sterline il prezzo di costo di ogni soldato ucciso. Naturalmente il più caro era il soldato americano, poi veniva quello inglese... — Tutto questo non Ita nulla di stupefacente • - osservò D'Annunzio — Se i Francesi leggessero il mio libro, L'itulia dct/it Italiani, che mi hanno molto rimproverato perchò contiene certe cose amarissime sul loro Paese. — che un fratello come me aveva pertanto il diritto di dire loro — troverebbero questo: siti flave ci furono esattamente vii americano verino e due altri feriti. 'Ora1, se i-.'ileolatR i milioni spesi dall'America soltanto in Italia, durante la guerra, troverete che ciò porta ad un prezzo altissimo il cadavere, di qn l'unico soldato. Ver parte nostra, abbiamo sparso il nostro sangue senza misura, senza con questo pensare di renderlo meno prezioso... 11 Poeta fece poi fare ai visitatori un pellegrinaggio attraverso il Villorialo fino' ad una camera, specie di cappella ardente, nella quale vegliava la fiamma di una lampada Wd olio illuminante forme strane. — Ecco l'elica di De Pincdo, che fece ventìiimqupmila chilometri — disse il Poeta: — Egli me la diede al suo ritorno, affinchè la unissi alle vestigia eroiche della nostra equaUriglia di guerra, lineo uno degli obici che trarntiardarono Venezia; ecco ì- ricordi del miei camerati caduti al fuoco. Io 11 conservo ipiù preziosamente che non i reliquiari dei Santi. Questo ostensorio contiene un fazzoletto macchiato di sangue: è il sangue del mio pilota CMaroviso. Ecco la 6oheggia di obice che straziò Roberto Prenas. Ecco l'infeogna di Luigi Bresciani. Vedete, è tutta una messe prodigiosa. < 305 • allevamento di baobi da atta pm I morti — disse Benolst-Machin — dóDmntnie si vada, da un capo all'altTo del("Europa, scino sempre essi che si incontrano. Dovunque, si sente vivere sotto terra la loro silenziosa Legione. Qui, all'ossario Mi Douamont, sul Baltico, sulle rive del Beno... Bono come quelle farine che le api raccolgono, e che assicurano, al di In, dell'inverno, la rinascita dello sciame. Ma nessuno ci comprende più, quando si parla di queste cose... — Ed è tuttavia da essi, lo sento, die verfrà il rinnovamento — disse d'Annunzio: -(Ma òhi ha conservato intatto il. culto dei loro «acritici? Vedete' questa matassa in questa lima di cristallo? Era un giorno alla fronte, In una trincea che le nostre troppe avevano conquistata. A ogni momento davanti a noi scoppiavano i. 305 austriaci. La noia era terribile. Avevo promesso alla Duchessa d'Aorta una certa quantità di eeta per 1 suoi ospedali. . A un tratto un'Idea- mi germogliò in testa. Chiamai i miei uomini: » « — Amici miei — dissi loro — ho promesso della seta alla Duchessa d'Aosta. Noi ci consacreremo corpo ed anima all'allevamento dei bacili da seta. « Ben presto la nostra trincea si trasformò. SYvreste dovuto vedere con quale dolcezza j nostri rudi contadini dell'Abruzzo toccavano i laboriosi bruchi. Gli uomini non pensavano più alla loro vita: la noia era vinta. Un giorno gli obici caddero sui nostri ricoveri che furono sconvolti. Noi dovemmo seppellinci nei camminamenti scavati frettolosa- I mante. Al di fuori, un fuoco d'inferno. Nes- j Buno osava uscire. Ad un tratto, a qualche 1 metro da noi, in terra libera, la, dove gli obici piovevano accaniti, scorsi un baco da 6eta, uno degli ultimi sopravviventi, l'in soldato, accanto a me,, aveva seguito il mio sguardo. Senza .esitare, attraversò strisciando i pochi metri scoparti ai fuoco del nemico, fc mi riportò, con il pericolo della vita, il baco da 6eta vivente. Questo baco fu il punto di partenza di un nuovo allevamento. ! Quando demmo i bozzoli alla Duchessa d'Ao-1 sta, 1» chiesi di restltui-nr-onc una inatasoln»~ Ho avuto torto, ditemi, di coronarla di «Boro? Coloro ohe prepararono quei bozzoli sono ritornati in conerò; e se tessono un Alo, è quello della Parca... ». La tùmida corona del martirio Visibili mente commosso il Poeta si tacque Egli vo-Uo poi accompagnare gli ospiti attraverso il giaixlino, Uno alla nave Punita, «mitondo *ul ponte, dove mi marinaio montava la guardia. D'Annunzio disse all'uomo alcuno parole; poi. lentamente, si volse verso la prua della nave. --- All'Europa,-perchè sorga finalmente dalle sue bendo insanguimatc: all'Europa, nòtara terra, nostra madre, l'Intelligenza: finivo I La detonazione si ripercosse nel cerchio di montagne che domina il lago. — Nini è vero — disse D'Annunzio con un accento straordinario — che lutto risuona qui in modo eroico? Questa nave è un simbolo dell'impazienza di noi tutti di dominare il nostro destino. I'ivs ultra: 11 Poeta si volse poi verso V....: VI la nuova Germania, alla Patria possente dèi poeti e del pensatori, alla Germania di cui abbiamo bisogno per forgiare l'Europa, alla Germania di Beethoven e della Decima Sinfonia: fuocoI Per una seconda volta la stretta conca che sale verso il Trentino si riempi <lel rumore del cannone. La nave tremò fui nelle se profondità, mentre le montagne si rinviavano Tun l'altra il rumore della detonazione Infine D'Annunzio si volse verso Benoist-Machin, e prendendolo per la mano gli disse: — Oggi * 11 U luglio: il nostro 1erzo ed ultimo voto lo formuleremo per la Francia. Portatele il mio messaggio, quando voi la rivedrete. Poi, dopo un momento di silenzio, con voce forte disse: — Alla Francia dolce ed eroica, a quella senza la quale tutti gli altri popoli sarebbero soli, alla Francia ferita, all'olifante Orlando, che non ha cessato di cucinare per nuove vittorie: fuocoI. « E allora. — scrive Benoist-Machin — dalla bocca del cannone si alzò verso il cielo un circolo di fumo: puro, diafano, imponderabile, sali nell'aria della sera, come retaggio misterioso: una corona di martire. E sul ponte della nave, impressionati da quel prodizìo, un Italiano, un Tedesco e. un Francese dimenticarono le loro differenze di razza e di paese: sembrava che il martirio della francia avesse avuto ili potere sovrumano di riunirli eotto lo stesso eggno >. ecsvdiddenrdpg0pIhrcdiflmhdzfddnPmfadBpvnTdvntl:rNuDttirgfmpDsSnlsllmsncspsvtrFqtttrm1daUpvCbniczcmrlptmstqcmCslu