La situazione economica

La situazione economica La situazione economica La vita rincara? I lettori non si scandalizzino del mio 'nterrogotivo ed esaminino serenamente 1» questione con ine. No vale la pena, perche nessuna malattia f-i mira bone .se la diagnosi non ne è precisa. Poniamo prim-a di tutto l'argomento in cifre, seguendo il listino dei prezzi della Camera di commercio di Milano. Dati come uguali a lfiu 1 prezzi del 1913, abbiamo in numeri-indici: STATI UNITI 1.a settimana ili maggio . . 1M.S Xa-seUhniina di giugno . . 155,3 gst'Z.a. settimana prezzi in carta «54.» (+ 2,9%) «*4,ri !+ 6 %) ili luglio . . 150,'i ITALIA prezzi in lire oro 132,3 122,0 (— 8,4%) 118,3 (—12,1 %) Dunque nei due mesi e mezzo considerati i prezzi in oro agli Sati Uniti sono lievemente diminuiti ed in Italia sono parimenti discesi del 12,1 %; nel frattempo invece i prezzi in carta sono aumentati •lei (i %. il che si mio esprimere sia dicendo che i prezzi reali in Italia sono marcatamente diminuiti; sia riconoscendo il solito fenomeno, che la nostra moneta ha peggiorato in termini di cambio all'estero assai più gravemente, che non all'interno come potenza d'acquisto in termini di merci. Nel settembre 1925, allorché il cambio si era raddrizzato, i prezzi americani erano a 151,2, e quelli italiani in lire-oro stavano a 142,2, mentre in carta, si misuravano con l'indice 670,2: erano dunque più elevati in carta che non adesso. I prezzi, c!4B&t possono salire per due ragioni: o 1 ii-iift, stn.Wliz.zata la moneta, essi vanno aderendo gradatamente a quelli cs*. ri in oro, sempre più elevati di quelli del paese a valuta deprezzata; oppure peorchè, tendendosi il cambio e svalutandosi la moneta, essi subiscono un certo rialzo per adeguarsi al diminuito vaiane del metro misuratore dei prezzi stessi, che è appunto, nel caso nostro, la lira. Ma queste due causa di elevamento sono, come ognuno vede, nettamente distinte. Nel primo caso il rialzo è reale «1 è provo, calo dal fatto ohe il valore interno e quello esterno della moneta vanno accostandosi, dato ti rapporto di cambio fissato dalla stabilizzazione. Nel secondo caso, invece il rialzo è puramente nominale: se al metro di 100 wattmetri ne sostituiamo uno di 50 centimetri, la stessa stoffa che prima si diceva misurare un metro, ora ne misura due; ma non per questo è più lunga di prima. Nei prezzi poi succede, come tutti sanno oramai, che quelli dei generi prodotti all'interno non seguono esattamente la svalutazione della moneta, ma vi si mantencrono più bassi, perchè certe voci di costi "non crescono in uguale misura : quindi, in proporzione del peggioramento della lira, i prezzi italiani oggi sono parecchio pt»> bassi, in valore reale, di quelli del maggio scorso. E' per questo che le nostre esportazioni in giugno —, r Jo stesso vedremo con le statistiche succes. ajve — sono aumentate in raffronto dei mesi precedenti, come avevamo facilmente predetto sino dal maggio. Perchè dunque oggi numerose classi di connazionali lamentano, e effettivamente risentono, il caroviveri? Precisamente, per la causa detta dianzi: perchè, fra.i costi che non aumentano in proporzione esatta' con la svalutazione monetaria, ma crescono in ragione minore, o non crescono affatto vi sono gli stipendi degli impiegati, de pensionati e, in misura più esigua, dei sa lariati. Se allo scatto in giù della lira corrispondesse uno1' scatto all'insù esattamente identico dei compensi, nessuno si accorgerebbe, o' risentirebbe, degli aumenti dei prezzi e non si avrebbe da lamentare un peggioramento nella distribuzione delle ricchezze. Fra i colpiti sono anche i detentori dei titoli a redditi fissi ed ecco perchè, tanto in Francia come in Italia, i valori di Stato sono diminuiti di prezzo e le borse si rianimano. Quanto scrivo' non rappresenta novità scientifiche: ma, tosi esposto, permette subito di trarre certe conclusioni. La prima è che, rebus sic stantibus, la «lotta contro il caro vita» non può avere che una efficacia relativa. Se gli sforzi che oggi com pie il Tesoro per fermare la caduta dei cam hi e poi stabilizzare la lira saranno fortuna ti, è chiaro che i prezzi dovranno ancora aumentare ih caria. Ad un prezzo oro d° 118, dovrebbe corrispondere un indice d circa 710, e non di 674. Sicché, se si vogliono invece far scendere i prezzi, non vi • ò che un mezzo malto drastico, ossia far risalire' il valore della lira da 118 verso 132: operazione non semplice e attualmente di più che discutibile utilità. La seconda conclusione è che, per far sopportare alla popolazione la crisi dei cambi e dei prezzi, bisognerebbe estendere il sistema di rivedere ogni mese almeno il numero-indice e far variare in proporzione tulli i compensi, o almeno quelli del lavoro. Non è esatto affermare che in questa guisa si accrescono i costi. Se, misurato in termini di una certaj moneta, il salario o lo. stipendio è HO, e se, diminuito di un quinto il valore di quella moneta, portiamo il salario o lo stipendio a 100, noi non aumentiamo affatto il costo di produzione : lo lasciamo al livello di prima 0 lo proporzioniamo al nuovo prezzo del prodotto, impedendo semplicemente che la differenza se la intaschi il capitalista, o, comunque, il datore di lavoro Si noti che questi godrà pur sempre H' una ragguardevole rendita diffeiemziale che gli assicura lauti compensi, anche senza elevare il prezzo proprio all'altezza del nuovo livello dei cambi: ad esempio, il rapitale circolante che gli vici»-fornito in gran parte dalle Banche egli lo ha preso con la moneta a 100 e lo restituisce con una moneta di su. In questi giorni mi tono formata una piccola antologia di tutto ciò che vogliono vari giornali, animati dalla lodevole idea di paralizzare lo leggi economiche. Eccealcuni fiori di essa: diminuire 1 consumi e contemporaneamente far produrre di più; aumentare le esportazioni, e contemporaneamente ostacolare le importazioni non solò, ma nel contempo diminuire 1 prezzi, senza riflettere che se si importa un prodotto dall'estero è evidentemente perchè costa meno che all'interno; alimentare gli incoraggiamenti ed i premi alla produzione, e favorire i contribuenti ed 1 consumatori; restrinsero la circolazione monetaria ed il credito, ed insieme evitare ad ogni costo una crisi industriale e la disoccupazione; vietare accreditamenti in lire agli stranieri, ma favorire l'importazione dei capitali; controllare con la. più rigida severità i cambi, ma a patto di diminuire i costi per gli esportatori e per tllcntlccqicmspgftotomgnpzdcldmvse gli importatori; spingere le banche ad tma I savia condotta di agile propulsione aW'at- tività economica, del paese, ma con-trollan- pa.ese, ma comroiia-n- j tlo l'uso che esse fanno dei depositi, per la sicurezza dei risparmiatori: e potrei continuare l'elenco. Tutto questo è ameno, ma ha una ragione di essere. Una volta ebbi a dimostrare che durante la guerra il semplice fatto «Iella stabilizzazione del cambio entro Limiti fissi con la sterlina e con il dollaro, fatta d'accordo fra gli Stati belligeranti, costrinse questi ultimi a realizzale gradatamente il più gigantesco esempio di socialismo che la storia ricordi. Oggi pure ci troviamo di fronte ad un bivio molto interessatile. Per risolvere la crisi dei cambi noi paesi latini, possiamo procedere in due guise. Facendo ritornare il Tesoro alle sue funzioni di tutore della finanza e l'Istituto di emissione alle sue mansioni di risanatore del credito e mantenitore di esso ad ogni costo; lasciare che i cambi vadano come vogliono, salvo poche misure di emergenza: e, quando vediamo il mercato internazionale assestato nei nostri riguardi, procurarsi i mezzi necessari por la stabilizzazione, mantenendola senza preoccuparci di quei sagrifici che essa dovunque impone. Si può però preferire un'altra strada, che sinteticamente defineremo della regolamentazione governativa, fatta sotto la direttiva generale del Tesoro. Però, siccome la logica economica non è una opinione, occonre tenere presente quanto già ebbi a dire, clic è impossibile toccare uno dei caposaldi senza regolare contemporaneamente l'intero apparato economico. Il peggio di lutto sarebl>e ripetere l'errore della guerra, di intervenire a pezzi e bocconi, a mano che il caso patologico si presenta, con una serie di misure che forzatamente devono in buona parte risultare contradittorie fra di loro e che per di più assoggettano l'organismo produttivo ad una sèrie di scosse ed all'imposti bllltà di fare qualsiasi previsione. "Prendo il primo caso che fni viene alla mente. L'ultima circolare della Ditta Pozznni dice, a proposito del commercio del grano: « Alla classe degli agricoltori si sono aggiunti, fra gli operatori a termine, anche diversi altri capitalisti che, mediante un'operazione sul giani, si assicurano la contropartita su valuta estera futura da incassare o da comperare. Il grano, per la sua universale fungibilità, per essere divenuto ormai un valore di borsa 11 cui prezzo mondiale esprimesi in dollari e sterline, aderisce con fedeltà assoluta alle oscillazioni del mercato dei cambi ogni qualvolta, come a Milano, il prezzo si traduca in lire italiane •. Posso aggiungere che, fra questi improvvisati commercianti in grano vi sono, ad esempio, degli industriali tessili, che non specifico maggiormente. Essi operano da savi industriali facendo così e dimostrano una acuta intelligenza positiva. Ma è non meno evidente che, ciò dato, tanto varrebbe o lasciare libero il mercato dei cambi, oppure prendere nelle mani, come si fece durante la guerra, tutto il commercio con l'estero. Alla stabilizzazione della moneta sono giunte tanto l'Inghilterra, che la Russia; seguirono due vie opposte, ma esse furono le uniche logiche, e, con poche varianti, ad uno dei due sistemi aderirono tutti gli altri Stati. Il resto è per gran parte un insieme di pannicelli caldi, assai più imbarazzanti che concludenti. ATTILIO CABIATI. .■■ ^♦■♦^ I rilievi del Bollettino della Confederazione industriale ' . ; Roma, 27, notte. Sulla situazione economica italiana reca alcuni ragguagli il Bollettino di notizie economiche della (Confederazione fascista (ielle Industrie, che, per quanto riguarda il mese di giugno, osserva: « Il senso di malessere e di incertezza ha continuato a dominare la vita economica na zionale nelle ultime settimane. La instabilità dei cambi, che rendo pressoché impossibile qualsiasi previsione sul futuro andamento del mercato, spinge rivenditori 0 compratori ad agire con la massima prudenza, ed ostacola per tal modo la conclusione degli affali. D'altro canto, i-prèzzi delle materie prime, che si importano dall'estero, vanno I subendo sensibili aumenti, che non potranno I non ripercuotersi almeno in parte sui prezzi !dei- manufatti: cosa, questa, che, dato lo stato generale de) mercato interno, potrà aggravare le difficoltà di smercio oggi esistenti. Le imprese industriali fanno ogni sforzo per mantenere la loro attività; ma non sempre le possiilità corrispondono alle intenzioni. A ogni modo, lo previsioni per l'immediato avvenire rimangono sempre incerte, a cagione della situazione generale del mercato Interno j e dei vari! mercati esteri e delle 'difficoltà ! monetarie e creditizie ». Il Bollettino rileva che la meno intensa attività, che è andata manifestandosi in qualche branca industriale, specialmente nelle industrie tessili, comincia,a far sentire qualche ripercussione sul mercato del lavoro; e cita al riguardo queste cifre: ■ Nel mese di maggio la disoccupazione, invece di continuare ad abbassarsi, come e uonnale in tale periodo -dell'anno, si 0 arrestata, mostrando anche una leggera ten-! denza ad innalzarsi. Per il commercio estero, i dati relativi ai mesi di maggio e di giugno, purtroppo modificano sfavorevolmente i risultati del primo quadrimestre dell'anno. Nel bimestre suddetto, in confronto allo stesso periodo dell'anno scorso, si è avuta infatti una contrazione di importazione di 59 milioni di lire, alla quale ha fatto riscontro una contrazione delle esportazioni di 286 milioni di lire. In complesso, quindi, nel bimestre In esame, si è avuto un peggioramento di oltre 227 milioni. Rispetto al 31 maggio 1925, si notano lo seguenti variazioni sulla circolazione: per conto del Tesoro fin 7.072.0 è scesa a 6.871,4 milioni: mentre quella per conto del commercio è salita da 10.671,5 a 10.859,8 milioni di lire ». Per quanto riguarda il corso dei cambi e il mercato dei titoli, il Bollettino della Confederazione dell'industria nota che, nell'insieme, durante il mese di giugno, il mercato finanziario è stato dominato da una leggera, ma generale tendenza al ribasso; e per quanto riguarda i disinvestiincnti, rileva il fatto che gli scioglimenti e le riduzioni di capitale si vanno facendo più cospicue. Circa i prezzi, il BoHeftino osserva: « Influenzato dal notevole peggioramento dei cambi, e in parte anche dal poco favorevole andamento della campagna agricola, il mercato delle merci all'ingrosso si é decisamente orientato al rialzo. Il numero indice del prezzi all'ingrosso, calcolato dalla Camera di Commercio e Industria di Milano, infatti, da 642,93 in maggio, è salito a 651,09 in giugno, segnando un aumento medio di 1,74%. L'indice delle derrate alimentari, da 717,75 nel maggio, è andato a 720,2 in giugno, segnando un aumento di 1,22%, e toccando il massimo, dal maggio 1921. Rialzi molto sensibili si notano nel frumento, nella farina, nel riso, nelle paste alimentari, nell'olio d'oliva, nell'olio di scine, nel vino, nel caffi', nel cacao. Vi 6 qualche lieve accenno di diminuzione invece nelle derrate alimentari di origine animale ». 'RaOOAIIÌ «Irl' imìlicf rifili JlOsMHIl o!^l llIUUSll Idll I suol mòniti e i> sto principio: « io ospita- 11 ..1 -ii IIZZOZIODB noi lavoro»! p„._, ^ tir*»* vKoma, a, nono. ;I ministri Volpi, Belluzzo e Fedele e i <sottoseeretari Grandi e ^irip-nni rhp si ssouosegreian «arenai e h r anni, cne si derano allontanati per qualche giorno da uRoma, vi hanno fatto ritorno tra ieri Cinstamane. sli prossimo Consiglio dei Ministri segne- rrà una notevole ripresa dell'attività poli- ,tica ed amministrativa. In preparazione di Uesso, anche stamane 1 on. Mussolini ha vconferito a lungo con l'on. Belluzzo; è sta-; eto notato in proposito che i colloqui dui ! ccapo del Governo con il ministro dell'Eco- s| lcsgmsdnomia Nazionale si sono intensificati inl^questi ultimi giorni, divenendo quasi quo-1 tidiani. L'on. Belluzzo ha intrattenuto il Primo Ministro sul lavoro che si svolge per preparare i nuovi provvedimene economici, dei quali già ripetutamente ^i abbiamo fatto cenno : panificazione, spacci, incremento della produzione agricola, incremento delle industrie dello Stato, k Al Ministero dell'Economia, stamane, per tempo, l'on. Belluzzo aveva avuHo un lungo colloquio con il gr. uff. Giordani, direttore generale del Lavoro e del Credito. Sulla panificazione, ogni decisione, come si sa. è riservata al Consiglio dèi ministri, che dovrà decidere se adottare provvedimenti per le miscele o l'abirorattamento, oppure provvedimenti intesi a meglio disciplinare la distribuzione delle farine, e a che si utilizzi tutta la parte farinacea del grano. Per gli spacci operai dovrà essere decisa la questione del credito. Anche il segretario generale del Partito ha fatto ritomo a Roma stamane, proveniente da Foggia. Egli ha lungamente riferito all'on. Mussolini sulla situazione fascista nelle Puglie. Indi ha avuto luogo un colloquio a tre, fra l'on. Mussolini, l'onorevole Turati e il ministro Federzopi. «Ciò è doloroso e tristo» ' Il Convegno corporativo triestino ha da to modo all'on. Bossoni di insistere nella sua tesi delle corporazioni integrali,! e di fare alcune dichiarazioni sull'applicazione della legge : « Le masse del lavoro borbottano talvolta, quando si accorgono che i Sindacati fascisti non riescono con molta sveltezza a risolvere i problemi sindacali e contrattuali delle loro categorie. Lasciateli dire: che io dò ragione agli operai, che in certi momenti sono irritati perchè parecchi contratti di lavorò non si concludano. Io, che vivo la soddisfazione di ogni giorno, ma anche il tormento di ogni giorno di tutta la vita sindacale italiana, vi posso dire che talvolta dobbiamo aspettare Ano a cinque 0 sei mesi, prima di concludere un contratto. Ciò è doloroso e triste, perchè noi abbiamo detto agli operai che lo sciopero non si deve fare. Eppure, se, quando ci si chiama, si risponde con resistenze irreducibili, che cosa possiamo fare.T Prima della legge sindacale si potevano anche fare dei movimenti, ed io ho dovuto anche ordinare degli scioperi, perche non mi sento di .prendere in giro gli operai riconcfrì'att eoo la Patria, o che hanno ascoltato Je mie parole L'on. Bossoni ha fatto appello alla volonterosa collaborazione degli industriali, ammonendo che da essa dipende la riuscita della legge sindacale; indi ha soggiunto : , « Se il Prefetto deve «ssere sempre picnto a risolvere questa 0 quella vertenza, eise il Ministro delle Corporazioni deve lui esaminare tutti 1 contratti nazionali, miei cari amici, che cosa diventa l'autorità? E' possibile che lo Stato diventi organizzatore'/ Se noi litigassimo continuamente, e sabotassimo la iegge, fluiremmo per costringere io Stato a svisare il suo carattere e i suoi compiti. Non è iriteresse di nessuno, ne delle-clas- a a a e o I o I «avoro o di lavoratori che saboterà la legge i ! sindacale - si produttrici né dello Stato, ohe questa con- <ZlT S',K','aVeVM° J-'^T n?J„ »KiCfc?«S2J E^V1 movJment1' ? '"P11 l^St^in-i li^Tl,^ ^ «tS ffiae fasS1 noi ci dobbiamo impegnare di far riuscire la legge. Io «omo cosi sicuro che gli organiz-zatori fascisti faranno tutti il loro dowiv che domando ni capo del Governo tli mettere 11 galera il primo organizzatóre iti datori tli . r e A e o oritorlo dalla « corporazione Intagrala» Il capo delle Corporazioni ha ripetuto quindi le sue idee sulla corporazione integrale, precisando cosi i suoi intendimenti al riguardo: « Per dare tranquillità al lavoro, bisogna j arrivare un bel giorno1 alla realizzazione di à ! ornato mio principio: la capitalizzazione del a n e l , e 0 -! , , l o i a i n e i l i a lavoro. Supponete un'azienda con dieci mi Homi di capitale. A chi va ora l'utile dell'a zìienda? Al capitale, perchè gli operai quando hanno ricevuto il loro salario non hanno aaziendadi cui soora ci sinno diurni- 0 cinque milioni di salari : io preteii- il criterio della corporazione integra- gli utili si dividano non per dieci. più niente da reclamane. Orbene: supponete che nella azienda di cui soora et sinno durali- te l'anno •" do, con le, che ma quindici milioni. Dieci milioni di capitale, e cinque tli solari. Non è questo un programma di online economico che va inolio in là? Naturalménte ora io non lotterò per fare accettane subito la corporazione integralo, e non farò nemmeno un quarantatto. Ma non starò zitto: bisognerà tagliarmi la lingua perchè io smetta di dire che la collaborazione completa tra capitale e lavoTo si otterrà solamente realizzando questa corporazione integrale ». A conclusione del suo discorso, l'onorevole Rossoni ha parlato anche dell'impero dicendo: « Forse noi parliamo troppo di impero per dritto e per tiaverso. Ma l'impero è una impresa formidabile. 11 capo c'è, sicuro; bisogna ora preparargli il popolo. Perchè ci devono essere degli Stati che hanno Colonie immense, abbandonate, non messe in valore, mentre noi non dobbiamo avere la terra da valorizzare con l'intelligenza dei nostri tecnici e con le braccia.dei nostri lavoratori? ».

Persone citate: Belluzzo, Bossoni, Eco, Mussolini