Herriot torna al Governo con un Gabinetto "cartellista,, e col franco a 225,50

Herriot torna al Governo con un Gabinetto "cartellista,, e col franco a 225,50 Herriot torna al Governo con un Gabinetto "cartellista,, e col franco a 225,50 Il franco ingoiatore di ministri Dal punto di vit,ta economico non può li esani che l'on. Caillaux abbia in parte meritato la sorte che l'ha colpito. Due furono i punti finanziari in cui egli venne attaccato: quello della scelta dei tributi; quel lo della riserva aurea della Banca di Francia. 11 prinio-non ha importanza scienlìlica. I fautori del «prelevamento del ca^ pitale » sanno benissimo che, se mai, questo tributo nel momento attuale verrebbe pagato dalle masse consumatrici ed operaie e costituirebbe praticamente un serio imbarazzo da aggiungere a tutti gli altri che una stabilizzazione monetaria comporta. Ma in politica il « bluff.» impera facilmente ed i parlamentari francesi sanno che molto volte fa buon effetto elettorale <c se payer des mots » e torna utile agli onorevoli, se non è paese, di « épater les électeurs ». La seconda critica mossa all'on. Caillaux era invece assai più solida. Permettendo alla Banca di emettere biglietti per acquistare oro. calcolando tur biglietti come al di fuori della circolazione, il ministro apriva realmente uno spiraglio, se non una via maestra, all'inflazione, rendendo cosi più ardua e costosa la stabilizzazióne del franco proprio nel primo suo momento più delicato, quello che il rapporto degli « esperti » chiama « pre-stabilizzaziohe ». Un conto è ricevere un volontario deposito in oro rilasciando biglietti: un conto è invece emettere biglietti per comperare oro. Nel primo caso l'equilibrio monetario resta invariato; nel secondo, per contrario, muta. Ma l'interessante della crisi francese oggi non sta tanto nelle ragioni tecniche esteriori — le quali hanno rovesciato il decimo Ministero che affronta il risanamento monetario — quanto in quelle sociali, che formano il substrato di queste continue crisi, e giustificano il perchè, trattando questo argomento per la Francia, ho incominciato .con un articolo sull'aspetto politico di ogni rifoma. monetaria. ■ Solo gli osservatori superficiali possono scorgere in quanto succede in Francia una crisi di volontà e dedurne l'impotenza del Parlamento , a risolverla. Nessun esempio sta a provarci, che una dittatura finanziaria sia in grado di sciogliere questo nodo e tanto meno che lo scioglierebbe nel vantaggio del paese. 11 vero è che. come è noto, sino dai tempi tli Roma, ogni grave perturbazione monetaria crea vasti lucri nod guadagnati per larghe categorie di persone che vivono negli affari ed ai margini di essi, dando vita ad una fungaia di parassiti; provoca espropriazioni e danni non voluti. nè meritati a categorie assai più numerose di cittadini; forma un nuovo equilibrio poli, tico, economico « sociale, il quale si sforza di dare vita e foggia' ad un governo che esattamente ■ lo esprima; Il risanamento monetario viene nuovamente a turbare tale stato di fatto, ed. esso pure rovescia posizioni acquisite ed apre la via allo sviluppo di diversi interessi, che non sono nem meno più quelli antichi, di prima che il precedente turbamento si verificasse. Data la vastità, la forza, l'intensità delle trasformazioni, si comprende agevolmente come ogni azione politica verso l'una o l'altra direzione dia luogo alle lotte, del resto contenute in limiti perfettamente legali e civili, di cui ci offrono esempi il Belgio e riattma!mente, su più vasta scala, la Francia. #% ' Per qualunque Ministero sorga in Fraa eia, la base dei suoi sforzi sul massimo prò blema è e rimarrà lo studio degli esperti: i fatti che essi hanno raccolto sullo stato dell'economia francese, sono al di fuori ed al disopra dei partiti e degli interessi. Il punto critico è pur sempre di determinare il corso di stabilizzazione del franco; ed'è questo altresì il punto dove la relazione degli esperti ci lascia più perplessi. Essi hanno visto nettamente due caposaldi: l.o che, appena dati i mezzi al bilancio ed alla Tesoreria per. rimettersi in equilibrio, bisogna procedere immediatamente alla stabilizzazione, senza attendere ulteriori movimenti; 2.o che la stabilizzazione non significa logicamente altro se non ritorno all'oro. Potrei citare lunghi passi del documento, per porre in rilievo sino a qual punto raccordo degli economisti su tali duo caposaldi si sia finalmente fatto oggi completo, Ma confesso che quel periodo, breve finché si voglia, della prestabilizzazione, mi lascia pieno di dùbbi. La Germania, non so se di ragion veduta o per un caso fortuito, trasse una grande conclusione .pratica dal fatto che sino a quando la moneta non è divenuta buona — e cioè aperta air l'oro — sussistono sempre i due valóri di essa, in termini di cambio e in termini di potenza interna d'acquisto, il quale ultimo 6i misura col numero-indice dei prezzi oppure del costo della vita. Óra sino e quando l'oro non entra in funzione, permane il gravo pericolo che, malgrado tutti gli'sforzi, si stabilizzi il secondo valore mentre sguscia di mano il primo : e allora si impone la necessità di rettificare le posizioni Dura necessità, perchè essa costa molto al Tesoro ed è irta di. pericoli. Suppongasi che in Francia si pensi, con la semplice manovra del credito e della .compera e vendita a prezzi stabiliti di divise estere, di stabilizzare momentaneamente il franco a 1/6 del suo valore prebellico, cioè intorno a 150-con la sterlina. Se ad un determinato momento l'estero trova che il valore di esso, quale si fissa sul mercato internazionale per una qualsiasi causa, è di 1/7 soltanto, cioè a 175 con la valuta inglese (ingrandisco appo sitamente le cifre per rendere più eviden te -l'esempio), il fatto che la Banca od il Tesoro comprino franchi a 15f> costituisce subito una spinta alla speculazione al ribasso. E cioè, mentre la Francia crede bmloncosoe dbpribiptachqplainesdmin un primo momento di possedere le forze necessari-© per sostenere la sua valuta perchè ha fatto i calcoli sulla base della situazione esistente di debiti e ere diti, trova d'un tratto tutti i suoi conti travolti dall'apparizione improvvisa della speculazione, eccitata dalla possibilità di vendere a 17 centesimi una moneta tabe sul mercato intemazionale paga so Io 14,3 centesimi. Per "farci'un'idea di ciò che può avvenire in uno stato di questo genere, guardiamo.il piccolo esempio di una buona casa di vendite che, per una qualsiasi ragione, metta in liquidazione ! i.Mfid stocka'dl merci col 30 o 40 % di pGMECScmmMilnMslridtcfcscaaorHfPratbmcfisMi» m Mcoire, goffifirase Inl buone massaie, che dn circostanze normali non si sarebbero sognato di faro le loro eompere proprio in quell'istante. Senonchè la speculazione sulla valuta è colossale: essa si gonfia con una velocità sorprendente su tutto lo borse del mondo e crea una valanga di «scoperto» tale da assorbire in pochi giorni la disponibilità del più saldo Tesoro, della Banca più poderosa. Sicché bisogna che questi si ritirino dal mercato, ma dopo avere subito perdite ed abbandonando — nella ipotesi -nostra — la posizione prestabilita e misurata dal rapportò di 150 franchi per sterlina. Ora l'importante è tener presente che questa situazione di uno scarto fra l'apprezzamento interno © quello esterno della valuta non si forma d'un tratto: ciò in fondo sarebbe il caso più comodo. Ma esso si viene costituendo lentamente, insidiosamente, attraverso a mille forme, di cui una è costituita dagli accreditamenti e addebitamene in franchi, crean- tisi fra le banche francesi e le loro corrispondenti estere. E siccome queste posizioni di giro-conti rendono largamente le . banche ordinarie indipendenti dall'istituto di emissione (e dovremo presto trarre importanti conseguenze da questa constatazione), così quest'ultimo non si accorge di quanto avviene, o, per lo meno, non se ne risente direttamente e in tempo utile per provvedervi. La situazione si appesantisce e lo scarto fra l'apprezzamento interno e quello esterno della yaluta nazionale si manifesta di colpo, con una vasta frattura, al primo avvenimento di portata mondiale che modifichi su scala sensibile quei rapporti di indebitamento e di accreditamento interbancari. Questo mi sembra il punto vivo del problema della stabilizzazione, su cui naturalmente dobbiamo ritornare. Basti per oggi l'averlo esposto, spero, in guisa comprensibile. ATTILIO 0ABIATI. La stampa svizzera e le misure economiche dell'osi. Mussolini Berna, 19, notte. I provvedimenti adottati dal Governo fascista per risanare la situazione economica dell'Italia lianno avuto una larga eco nella 6tampa svizzera. Tu quella democratica, i commenti sono in complesso favorevoli, quantunque qualche giornale — come la National Zeituno — faccia delle riserve. Detto giornale infatti dice che ti fascismo sta svolgendo, in fondo, la sua rivoluziono, come il bolscevismo, e che in Italia si sta facendo uno degli esperimenti sociali più arditi. Nella stampa radicale e democratica, i giudizi sono favorevoli ai provvedimenti presi. -Velia stampa liberale protestante, i commenti sono favorevolissimi ai provvedimenti. La Gazette de Lausanne ed altri giornali (dello stesso colore politico) della Svizzera francese, riproducono i commenti della stampa italiana. Il lìcmer Taoeblatt mette in rilievo la grande fiducia che l'on. Mussolini mette nella volontà del popolo italiano nel voler collaborare alla grande opera di ricostruzione economica', accettando anche un prolungamento del lavoro e magari una diminuziono' del pane quotidiano. Questa fiducia è pienamente giustificata. La stampa cattolica conservatrice fa pure dei commenti favorevoli, ma più riservati. Cosi il Popolo e libertà di Bellinzona scrive: « Per quanto questi provvedimenti siano dolorosi, è giusto riconoscere che mentre in Francia da tempo si parla della necessità di introdurli senza che il Governo osi risolvere il problema, il Gabinetto italiano dà prova di coraggio applicando i rimedi che la serietà della situazione richiedo. Meglio il pane bigio che vedere la lira scendere al livello del franco francese, od anche più giù ». Il Vaterland osserva che i provvedimenti costituiscono uno splendido atteslato della saldezza del regime dominante e della disciplina della nazione. Oggi si constatano dei contrasti sorprendenti. In uno Stalo, lo sbandamento e la sfrenatezza del popolo rendono impossibile il governare, f nell'altro un dittatore può emanare — in virtù della sua volontà sovrana — dispositivi analoghi a quelli che venivano presi, in altri tempi, dai Faraoni egiziani. [Aa. Stefani).

Persone citate: Bellinzona, Caillaux, Herriot, Mussolini