Gli ostacoli che Herriot incontra alla costituzione del suo ministero

Gli ostacoli che Herriot incontra alla costituzione del suo ministero LA CRISI FRANCESE Gli ostacoli che Herriot incontra alla costituzione del suo ministero (Servizio speciale della "Stampa ») Parigi, 18 notte. Delle due soluzioni in prospettiva, Doumergue, come era ila attendersi, ha scelto la prima: quella ili affidare l'incarico ad Herriot. Herriot ha accettato subito : che, dopo essersi buttato anima e corpo nella mischia, non c'era più da esitare. Abbiamo cosi in coreo, come preannunziavamo ieri, un tentativo di esperimento di Ministero « di opposizione », cioè formato da tutti gli esponenti dei gruppi die ieri parteciparono all'attacco contro i due consoli : da Herriot a Mann, da Bokanowski a Tardieu. E se l'esperimento Herriot dovesse fallire, Doumergue dovrebbe, a filo di logica, affidare il compito di procedere alla stessa operazione a Luigi Marin. Ma poiché un insuccesso significherebbe la liquidazione di Herriot, non solo come capo partito, ma cóme presidente della Camera, bisogna ritenere, fino a prova contraria, che il riuscire sia ormai per quest'ultimo strettamente obbligatorio, sia pure a costo di cambiare all'ultimo momento la formula della soluzione. Com'è criticato l'atto del Presidente della Camera Da stamattina però il presidente della Camera non ha precisamente quella che suol direi una buona stampa. Temps e Débats, che, per considerazioni facili ad intuirsi, non osano dire all'on. Marin il fatto suo, ad onta del gran prurito che ne avrebbero, sfogano la loro esasperazione contro l'altro capo della congiura. « Con quale diritto — scrive il primo dei due organi — in virtù di quale missione divina, di cui si è improvvisamente rivestito, il signor Herriot ha preteso da solo di incarnare i diritti costituzionali della Camera, minacciati, secondo lui, dal progetto? Giammai nessun presidente aveva lasciato per un solo istante lo scanno presidenziale per mischiarsi in un dibattito politico, facendo echeggiare così alto, a causa del suo intervento, la sua qualità sovrana di presidente dell'assemblea, che 10 ha nominato per dirigere i suoi dibattiti con imparzialità, e non per falsarli improvvisamente. Quando Gambetta prese un giorno la parola essendo presidente della Camera, fu per fare udire un appello generoso in favore dell'amnistia dei condannati della Comune. Nulla di analogo invece nel caso di ieri «u ... i: - E i Débats insistono:; r . « Si sono già veduti dei presidenti della Camera scendere dallo scanno presidenziale per difendere la loro opinione a titolo personale. Ma non si era mai visto un presidente della Camera parlare alla tribuna come presidente, porre contro il Governo la questione di fiducia, e minacciare di dimettersi se venisse approvato un progetto di legge. Per difendere le prerogative del Parlamento, Herriot ha cominciato con un abuso. Chi gli aveva dunque dato 11 mandato di parlare in nome della Camera? La maggior parto dei suoi colleglli, nonché i deputati del suo stesso partito, avevano l'aria meravigliata per questo 6UO intervento. Herriot si è dato ieri ad una improvvisazione accuratamente preparata. II presidente della Camera ha un gusto singolare per le situazioni teatrali, nonché una preferenza per le operazioni occulte, preferenza che si è estesa, in passato, 6ino alla inflazione. Tutto questo sente molto la decadenza parlamentare, « forse anche di peggio »« E com'è criticato l'accostamento Marin-Herriot Ma tutto questo sarebbe niente, se non ci fosse sul tappeto l'intero problema del domani, Riunire a bordo di una stessa galera uomini di idee eterogenee, se non antitetiche, è anzitutto una grossa difficoltà per sé stessa. Finché si tratta di combattere un terzo, anche gli avversari si danno la mano; ma quando il nemico ha morso la polvere, gli alleati cominciano a litigare fra loro. ..« Lasciateci ridere — scrive la Liberti — 'quando dei politicanti dalla memoria troppo corta ci parlano di un Gabinetto che .unirebbe Herriot a Luigi Marin. Hanno dunque dimenticato la requisitoria veemente che, appena qualche mese fa, il presidente della Federazione repubblicana pronunziava a Lione contro il Cartello e contro il suo capo? Marin aveva affermato che Herriot era stato al Governo un falsario ed un falso monetario; lo accusava, con l'appoggio di prove, di essere il vero responsabile della crisi attuale, che il capo dell'opposizione già preannunziava. Coloro i quali suppongono che Marin potrebbe oggi associarsi ad Herriot, per non sappiamo quale spartizione del potere, si ingannano singolarmente sul carattere del capo dell'opposizione. Non ha egli detto, ieri ancora, che egli si era fatta una regola di condotta, di respingere sempre il concoreo dei rinnegati? Il signor Herriot, rinnegato, non può ispirargli maggior fiducia di Herriot capo del Cartello ». Ma ammesso pure che questa incompatibilità, affermatasi tre settimane addietro, durante l'altro tentativo di Ministero Herriot. abbia a rivelarsi miracolosamente superata, rimarrà sempre la difficoltà del programma. Su quale programma effettuare l'unione dei contrari? Finora l'accordo, su cui è riposata l'opposizione dichiaratasi alla Camera contro il programma CaillauxBriand, è slato meramente negativo. La grande maggioranza dei deputati si è trovata concorde per dire di no. Ma domani bisognerà dire di si; giacché con un programma di negazione, e di rifiuto non si fronteggia una situazione, la quale, per la sola scadenza del 25 agosto prossimo, richiede il pagamento di più di due miliardi di franchi: mezzo miliardo all'America; 700 milioni all'Inghilterra; 500 milioni ai funzionari; 08 milioni per le obbligazioni sessennali 1925; e 235 milioni per la" rendita ni cinque per cento perpetua. Difficoltà immanenti e complicazioni «in fieri » Ecco perché il Ministero, che Herriot si era vantato di allestire prima di sera, non è ancora pronto, nonostante lo consultazioni avuto all'ora in cui vi telefoniamo; mentre viceversa si hanno da più parli sintomi di complicazioni in fieri. Principale complicazione, la discordia scoppiata in seno all'Unione Repubblicana Democratica, dove, come era naturale, molti non sono affatto contenti della parte presa ieri dall'on. Marin alla esecuzione capitale dei Ministero, e minacciano nientemeno che di abbandonarlo al suo intempestivo amore delle sinistre, amore sul quale il Marin stesso pare cominci a fare delle riserve, accampando difficoltà che non potranno non gettare dell'acqua fredda sull'entusiasmo del presidente della Camera. Se Marin vedrà dimezzate lo suo truppe, o se dovrà, per impedire tale sbandamento, fare macchina indietro, non solo il progettato grande Ministero Herriot, ma anche l'eventuale grande Ministero Marin saranno in mare. Del resto, non è questa l'unica complicazione. L'idea di Herriot di imbarcale il capo dell'Unione Repubblicana Democratica ha sollevato oggi il furore di Franklin Rouillon, il quale, in una riunione del gruppo radico-socialista, ha dichiarato addirittura che, se lo scandalo dovesse prodursi, egli non permetterebbe ad Herriot neppure di leggere tino in fondo la dichiarazione ministeriale. Sono complicazioni che non debbono produrre meraviglia. Il più comune buon senso era sufficiente per prevederle. Solo il semplicismo di uomini di indubbia buona fede» ma di indiscutibile deficienza di senso pratico, quali i due protagonisti dell'offensiva di ieri, poteva illudersi che tutto sarebbe rimasto sul binario assurdo da cui la crisi era partita. I socialisti rifiutano di partecipare al Ministero Al punto in cui stanno lo cose non è impossibile, come dicevamo in principio, che Herriot, assodata l'impossibilità di una formazione composta di elementi politici' eterogenei, si ripieghi, pur di riuscire a tutti i costi, e non dover passare la mano ad altri, su una formazione cartonista. Ma qui sarebbe necessario, perchè la soluzione non abbia l'aria troppo disperata, di poter fare appello ai socialisti. E i socialisti, manco a dirlo, si sono riuniti oggi, per decidere che in un Ministero Herriot non entreranno, e che la sola concessione che potranno fare all'amico sarà quella, come suol dirsi, di pelargli il fico; ossia di assicurargli, fino a nuovo ordine, il proprio appoggio parlamentare. Cosi, a due dita dal precipizio, continuiamo in quel fatale giuoco degli equivoci, che ha già avvelenato due interi anni di questa disgraziata legislatura. E, dopo avere inutilmente assorbita la giornata di oggi, le consultazioni, il cui risultato Herriot è andato stasera a comunicare a Doumergue, all'Eliseo, ricominceranno domattina, CONCETTO PETTINATO. La tumultuosa riunione socialista Pugni che volano — « Ne abbiamo abbastanza della dittatura dei somari » - Un nuovo Gruppo parlamentare; i « repubblicani progressisti ». (Servizio speciale della • Stampa ») Parigi, 31, mattino. La riunione del gruppo socialista, di cui sopra, è stata segnata da un violentissimo incidente. Alla riunione assistevano pure i membri della Commissione amministrativa del partito. Zyromsky, membro della Commissione amministrativa, protestò con energia contro l'atteggiamento del gruppo parlamentare, cui rimproverò di trasgredire continuamente alle decisioni del partito, e di voler imporre le sue decisioni. Siccome si lagnava di non vedere alla riunione che una dozzina di deputati, su 96 che il gruppo conta, il presidente Payra lo interruppe, esclamando: — Ne abbiamo abbastanza della dittatura dei somari! Non ci volle altro I Payra e Zyromsky vennero tra loro senz'altro alle mani. Ed Hubert Rouger e Morel dovettero intervenire, per separare i contendenti; mentre Paul Faure assumeva la presidenza della riunione. I socialisti in seguito decisero di mandare ad Herriot una Commissione composta da Blum, Vincent Auriol, Renaudel e Paul Faure, per conoscere le sue intenzioni. Quando la delegazione ritornò, venne intavolata una discussione, nel corso della quale una maggioranza, di circa due terzi dei membri, si manifestò contro la partecipazione al Governo — partecipazione che non era possibile date le decisioni dell'ultimo congresso — ed in favore di una politica di appoggio condizionato. Una lettera venne redatta, per partecipare ad Herriot il punto di vista del gruppo socialista. Contemporaneamente, un certo numero di deputati del centro si riuniva per uno scambio di vedute. Luigi Mari», dichiarò in modo particolare che lui ed i suoi amici erano partigiani di un Ministero di « unio. ne nazionale »; e che se erano disposti ad accettare la presenza in questo Ministero di Herriot, non era per loro possibile ammettere che il presidente della Camera ne fosse il capo*. Infine due deputati, gli on. Plichon e Fournier-Sarlovèze, hanno presentato alla Questura della Camera una dichiarazione relativa alla costituzione di un nuovo gruppo, che assumerà il nome di « repubblicani progressisti », gruppo al quale sembrano aderire unti trentina di inombri dell'Unione Repubblicana Democratica; quelli cioè che bulino votato sabato a favore del'Gabinetto Briaad, o che rifiutano ora di seguire Marin. Grave impressione a Londra Si prevede in settimana il franco a 300 sulla sterlina Londra, 19. mattino. La caduta del Gabinetto Briand-Caillaux, annunciata a Londra ieri notte, suscitava una vivissima impressiono. Il franco aveva accennato appunto ieri a riguadagnare qualche punto allo Stock Exchange; e per quanto si trattasse di poca cosa, sembrava segno che dovesse riguadagnare terreno nei prossimi giorni. Ora questi giornali domenicali, ai quali la notizia della caduta del Gabinetto francese è giunta troppo tar di per essere commentata editorialmente, si limitano a presagire una crisi precipitata del franco, la cui quotazione sulla sterlina è destinata, secondo essi, a giungere a 300, entro la settimana entrante. Il Suiiday Express afferma che « la caduta del franco verrà accentuata », e che « può darsi termini nel panico ». « E' probabile — aggiungo il giornale — che tutti gli sforai vorranno tentati dalle autorità francesi per arginare il disastro; ma un tale tentativo potrà dimostrarsi vano, co me quello di chi volesse arginare in una notte le cascate del Niagara ». Il Sunday Times riferisce a sua volta che la notizia della caduta del Gabinetto francese è sluta accolta con sorpresa nei circoli governativi e diplomatici di Londra: « Una cosi grande importanza è stata attribuita a questo avvenimento, che i segretari dei Ministeri comunicarono inimediatamente la notizia al primo ministro e al cancelliere dello Scacchiere. E non solo ha dato luogo a commenti il fatto della caduta del Gabinetto francese; ma anche la forza numerica della maggioranza manifestatasi ad esso avversa ». , I corrispondenti da Parigi di questi giornali della domenica sono tutti concordi nel far ricadere sulle spalle di Herriot la responsabilità di ciò che potrà accadere. « Pochi uomini — afferma il corrispondente del Sunday Times — hanno assunto una cosi grave responsabilità come quella assunta da Herriot, con un franco al livello di 200 sulla sterlina, e con le casse del Tesoro, come ha rivelato Caillaux, quasi vuote. Se il partito di Herriot avesse un piano finanziario suo proprio, da contrapporre a quello di Briand-Caillaux, il rovesciamento del Ministero sarebbe comprensibile; ma il partito radicale-socialista, il gruppo più numeroso della Camera, non è stato mai capace di avanzare un piano, o, se non altro, di realizzare una unità di vedute.nel sostenere un piano presentalo da altri ».. II corrispondente, riassumendo la situazione politica francese, conclude che «non è possibile fare presagi di sorta: ciò che si scorge è una crisi politica insolubile, che conduce a!, caos, con una ondata, di antiparlamcntarismo che si sta sempre più profilando ». yObserver pubblica un breve commento editoriale di Garvin: « Termina così — egli dice — il più energico tentativo, compiuto da un ministro francese delle Finanze, di assumere e di imporre responsabilità in un modo comprensibile e coerente. Fu l'odore della dittatura che rovinò la pietanza. Tuttavia erano qui due dittature, l'ima di fronte all'altra: quella del Governo e quella che ogni giorno si fa più severa: la dittatura del franco ». Il discorso Yolpi e la crisi francese in qualche commento romano Roma, 19. manine. Il discorso pronunciato a Bologna dal ministro del Tesoro on. Volpi e la caduta del Gabinetto Briand sono i principali avvenimenti di politica interna ed estera che vengono messi in rilievo dai giornali. Il Messaggero, j.n una nota di commento allo dichiarazioni del conte Volpi, scrive che il discorso assume'grande importanza nei riguardi della stabilizzazione monetaria; e che « basterebbe da sola a rendere definitiva la gloria del regime la misura dell'avanzo 1925-26, che sale a un miliardo e mezzo, malgrado che il preventivo si sia appesantito di oltre due miliardi di nuove spese » : « La resistenza — aggiunge il giornale — dimostrata dalla lira di fronte al franco francese ed al franco belga, malgrado lo sfavorevole saldo della nostra bilancia commerciale e la nostra mancanza di materie prime, e la documentazione del fatto che l'Italia ha già realizzato *e superato le condizioni chieste dagli esperti francesi come premessa per la stabilizzazione della valuta nazionale nell'odierna fluttuazione monetaria mondiale, alla vigilia della cosiddétta « Locamo finanziaria », documentano in maniera irrefutabile la prova di autodisciplina data ih quest'anno dal nostro Paese, e la saldezza della posizione che esso ha saputo raggiungere senza scosse e senza deviazioni ». Il Popolo di Roma osserva che gran parte dei nostri problemi economici sono stati superati; e prosegue: « Noi supereremo altri ostacoli naturali, coordineremo altre forme di ricchezza; e si arriverà alla vittoria. Quando anche mancassero il ferro e la nafta nel nostro sottosuolo, suppliranno in cambio la nostra terra antica madre e il nostro sole, che sa accarezzare divinamente la nostra civiltà; e una materia prima, che a fiotti fiorisce, e che si espande per il mondo: i nostri uomini. Dopo la gloria della guerra, la gloria della pace. Con insonne opera abbiamo vinto una monarchia agguerrita; con la stessa passione abbiamo creato una Italia esempio nel mondo ». Lo stesso giornale poi, a proposito della nuova crisi francese, scrive che essa ha dell'inverosimile, perchè, contro la logica e contro gli interessi del paese, si rovescia un Governo per non offendere « gli immortali principii ». : « Così, mentre la democrazia può segnare al suo attivo un'altra vittoria, la Francia si avvia verso il baratro, e non potrà avere un Governo vitale con l'attuale Camera ». Anche il Messaggero scrive che l'ostacolo, che il Ministero Briand-Caillaux ha trovato contro di sè, come lo hanno trovato i Gabinetti precedenti, e il Parlamento, « nel suo feticismo di difesa formale, pur nel moniejito ih cui i più alti interessi della Nazione consigliavano ed imponevano di prescindere da essa ».