Un inferno tonante

Un inferno tonante Un inferno tonante E1 saltato in aria il più grande deposito di munizioni della Marina americana Anche il deposito dell'Esercito distratto -- Centinaia di vittime (Servizio speciale della v Stampa ») NEW YORK, 12, notte. I Il più grande dfpositn di munizioni della /lotta americana, situato a Dover (a circa 15 miglia da New Jersey) e raso al suolo, da sabato, per una immane esplosione prò. vocala dal fulmine. Per varie miglia all'intorno, la campagna è sconvolta, i villaggi distrutti, varie forcute sono tuttora in fiamme. In un raggio di selle miglia, da 48 ore piovono sema interruzione, giorno e nollc, [rammenti d'acciaio rovente, obici da 11 e 16 pollici, e proiettili di tulli i calibri. La sirena nell'uragano Le truppe inviale sul luogo, le ambulanze e reparti di medici e infermieri sono finora immobilizzati a varie miglia dal. centro della catastrofe, in alida che la gigantesca nube di fumo si diradi e che cessino le esplosioni. I più ardimentosi — e fra questi molli villeggianti presso il lago Denmark — tentarono stamane di avventurarsi alquanto verso l'interno, ma dovettero abbandonare presto ogni speranza di poter salvare da una morte orrenda i soldati che non avevano avuto il tempo di [uggire al momento della prima esplosione. Il calore sviluppato dall'immenso braciere è intollerabile, e per di più. il suolo è tamenlc sconvolto dalle esplosioni degli obici e delle torpedini da rendere — almeno per ora — addirittura impossibile l'adozione di un piano pratico di salvataggio. L'esplosione avvenne, come dicemmo, nel pomeriggio di sabato. Molli funzionari civili e militari addetti alle polveriere avevano trascorso il pomeriggio con le loro famiglie, per festeggiare il week-end. Verso le cinque del pomeriggio, i soldati — radunati in varie baracche — stavano riposandosi e prendendo il thè. La giornata era torrida. Il cielo si rannuvolò quasi all'improvviso, e. si cominciarono a udire i primi boati di tuono. La tempesta andò approssimandosi, accompagnata da tuoni e lampi. Senonchè, ad.un tratto fu udita la sirena che dà il segnale di allarme. I soldati convinti, a quanto sembra, che si trattasse di un'ispezione, si precipitarono verso la spianata vicina ai magazzini delle polveri e delle munizioni. 5000 tonnellate di polvere, 100.000 obici, le torpedini Il deposito della marina era costituito da i magazzini, tutti costruiti in cemento armato e posti l'uno dall'altro ad una distanza tale da. impedire che un incendio, scoppiando in un edilizio, potesse comunicarsi agli altri. In questi magazzini erano raccchiuse cinquemila tonnellate di polveri, centomila obici di marina, e un numero non ancora precisato di torpedini, per un valore di circa due miliardi e mezzo di lire. I soldati, come dicevamo, si precipitarono nella spianata, ma vi giunsero proprio nell'istante in cui si produceva la esplosione. Dalle informazioni ottenute dai pochi soldati che riuscirono a salvarsi, sembra che la sentinella abbia segnalato una colonna di fumo che si sprigionava da un magazzino, e abbia dato il segnale di allarme regolamentare. Ma, in pochi minuti, lutti e quattro i magazzini erano in fiamma ed esplodevano. Devastazione e strage Da New Jersey furono inviati d'urgenza treni con infermieri e reparli di truppa, ma essi non riuscirono ad avvicinarsi alle polveriere perchè le strade circostanti erano state distrutte; ed erano altresì distrutti viadotti e. ponti. Lungo le strade, giacevano alberi divelli e pali telegrafici abbattuti. Inolile, ì soccorsi sanitari apparvero subito insufficienti. Lungo la strada di Dover, infatti, giacevano fenili a. centinaia. Dai boschi circostanti uscivano soldati contusi, con le. vesti bruciale e i visi anneriti dal fumo. Le autorità, militari, fino a questo momento, non hanno potuto fare altro che stabilire un cordone attorno alla polveriera, su di una circonferenza di tre o quattro miglia di raggio. Le informazioni sono scarse perchè e anche entrata in funzione la censura. Tulli i villaggi vicini ai deposili sono stali evacuati. Treni speciali, automobili, camions, ' trasportano i senza tetto a New Jersey. .Voti si sa ancata se i deposili di munizioni dell'esercito — siiuati a duo chilometri di distanza da avelli della marina — siano stati salvali. Finora, nessuno è riuscito ad avvinarvisi. Le informazioni circa il numero delle vilume sono frammentarie e contradilloric. l'ino a questo momento, tuttavia, sono stali raccolti venti cadaveri. I ricoverati negli ospedali sono oltre duecento. Al Ministero della Marina si aggiungeva però stamane che, a causa delle esplosioni e dell'incendio che continua, era addirittura impossibile fare un computo — sto pure approssimutivo — del numero delle vittime. Il terrore e la vastità della catastrofe Un'impressionante narrazione della catastrofe viene fatta stasera dal capitano Dowling, che comandava il deposito detta Marina, e si. trova ora gravemente ferito all'ospedale di New Jersey. Egli ha detto ; uMi trovavo nel mio appartamento con mia moglie, quando udii il segnale di allarme. Saltai in automobile e mi precipitai verso il magazzeno dal quale si sprigionava il fumo; ma quando giunsi ad un centinaio di metri dal magazzino stesso, un'esplosione sjmventosa mi gettò fuori dell'automobile, sulla strada. Una seconda esplosione, più forte della prima, scosse il suolo ed inl'immensa sfera di fuoco si alzò nel cielo. I depositi di trinotrotuolo, esplodendo, avevano dato fuoco ad un altro magazzino, conlenente della pólvere senza fumo. « Questa, a sua volta, fece esplodere il deposito di obici, demolendo praticamente tutti gli edifici delta polveriera. Era addirittura impossibile pensare a combatter» una catastrofe di questa ampiezza. Non si poteva umanamente fare altro che pensare a salvare la propria pelle ». Un dispaccio dell'ultima ora riferisce che anche il deposilo di munizioni dell'esercito è interamente distrutto. L'incendio e le esplosioni continuavano tuttora nel pomeriggio di oggi. I danni prodotti si fanno ammontare ad un minimo di 22 milioni di sterline. . (Daily Telegraph). 100 morti e 200 feriti? Il comandante ucciso dal primo scoppio How York, 12, sera. Secondo informazioni pervenuto al New York Herald, nella catastrofe di Dover (New Jersey) ci sarebbero cento morti e duecento feriti. Si sa che il comaudante Tìroivn è rimasto ucciso al primo scoppio. Testimoni oculari dichiarano che le caserme che si trovavano dentro il deposito sono ero Hate.

Persone citate: Dowling, Tulli

Luoghi citati: Dover, New Jersey, New York