Il turpe delitto d'un vagabondo a Valloriate

Il turpe delitto d'un vagabondo a Valloriate Il turpe delitto d'un vagabondo a Valloriate Sevizia e strozza una vedova di guerra 1! cadavere gettato .iella Pietica L'assassino vuol far credere ad un suicidio — L'arresto ed un tentativo di linciaggio Cuneo, 8. notte Di un atroce delitto è rimasta vittima una vedova di guerra presso Valloriate. 11 dram ma non ha ri^mnlro negli annali criminali della rostra regione per la sua feroce brutalità. Dalle informazióni apprese 6ul posto e dalla completa confessione fatta, anche nei minimi particolari, dall'assassino stesso, l'atto delittuoso può ricostruirsi cosi. Profferte d'amore Ieri mattina la vedova di guerra Caterina Bussohi Bruno di anni 40, madre di due bamblij rispettivamente di 14 e di 12 anni e conosciuta a Valloriate sotto il nome di CatUnin, aveva lasciato il paese per portarsi a Gaiola a riscuotervi la pensione di guerra. Verso mezzogiorno, la donna aveva ripreso il cammino per fare ritorno a Valloriate, distante da Gaiola poco più di 4 chilometri. A mezza strada e precisamente a circa un chilometro dal ponte della Pianca, che attraversa il torrente Bedano, la Bruno s'imbattè in certo Matteo Mattio di Valloriate di anni 23, senza professione e da tutti evitato per la sua vita equivoca. Il Mattio fermò la vedova e si profferse di accompagnarla per un tratto di strada. La donna lungi dall'immaginare che l'atto di cortesia del giovane nascondesse turpi e biechi propositi, acconsenti, Ma strada facendo il Mattio fece alla vedova una dichiarazione d'amore e cercò di metterla in arto, abbracciando la donna. La Bruno, sdegnata, gli intimò di andarsene per i fatti suoi e di lasciarla tranquilla. Il Mattio, non senza aver profferito vaghe minacele, si allontanò e scomparve fra i campi. La donna, vivamente impressionata, riprese il cammino e raggiunse il Ponte della Pianca. « Dovete esser mia ! » Qui una sorpresa la attendeva II Mattio, sbucando da una strada che in quel punto si congiunge a quella percorsa dalla vedova, le si parò dinanzi. E d'improvviso le disse: — Voi dovete essere mia! Alile rinnovate, energiche ripulse1 della donna, il Mattio oppose nuove insistenze; quindi stringendosi a lei cercò di afferrarla. La donna lanciò un disperato' urlo di soccorso che disgraziatamente non fu raccolto che dall'eco del monte. La località appariva assolutamente deserta. Imbaldanzito da ciò il bruto cercò di ridurre all'impotenza la povera Bruno. La donna ed il giovane si colluttarono brevemente. Non è facile - ricostruire gli atti svoltisi in quest'attimo di lotta selvaggia; ma è certo.che, a un tratto, 11 Mattio riuscì ad afferrare la donna pel collo. Le sue mani si strinsero come una morsa ferrea, finché la donna caa.de a terra Inanimata. Il criminale l'aveva strozzata. « La « Catliniii » si è accisa ! » La località deserta, 11 Ponte della Pianca sotto il quale rumoreggiavano le acque torrentizie, fecero allora sorgere nella mente dell'assassino un piano per nascondere Jl "delitto, anzi per far credere a coloro che avessero ritrovato il cadavere, a una disgrazia o a un suicidio. Il Mattio dopo aver trascinato 11 cadavere giù per la ripa nel sottostante torrente lo gettò nell'acqua. L'assassino però non era soddisfatto e pensò di compiere la sua nefanda opera con un atto che valess. ad allontanare da lui ogni eventuale futuri' sospetto. Con cinica calma 6i diresse a Vai loriate, cercò del segretario comunale e gli disse : — La CatUnin si è uccisa I Ne ho visto li cadavere nel torrentet Il Mattio corredò la narrazione con molteplici particolari, che naturalmente erano inventati. Numerosi vallorlatesi ed 11 segretario comunale 6i diressero t06to sul luogo, mentre altre persone si recavano a Gaiola, avvertendo del tragico avvenimento il medico condotto del luogo: il dott. Chiarlone. Da Demonte si portavano ir bicicletta sul posto i carabinieri Bergusano e Mazza. I curiosi intanto erano aumentati. Ad un tratto uno dei carabinieri, rivoltosi alla folla disse: — Chi è stato il primo a scoprire 11 cadavere? — Iol rispose pronto e franco il Mattio, facendosi largo tn la folla. Ma la pronta risposta del giovane non trasse però in inganno 1 bravi militi, che messi in sospetto dalle constatazioni fatte dal dott. Chiarlone che ebbe a riscontrare sul cadavere della Bruno tracce di violenza, decisero di prò cedere al fermo del giovane vagabondo. La confessione n Mattio non perdette tuttavia la calma e continuò a rispondere con tranquillità e con un sorriso, che voleva sembrare ironico ed era cinico, alle domande che gli rivolgevano i carabinieri. Intanto da Demonte sopraggiungeva il brigadiere Rodolfo Masera comandante provvisorio di quella stazione, il quale informato di quanto era successo si avvicinò al Mattio e puntandogli contro l'Indice esclamò: — Sei stato tu a" uccidere là Bruno t Fu un attimo di drammatico silenzio. La domanda, fatta a bruciapelo, sorprese il Mattio. Egli impallidì di corpo. Sotto lo sguardo scrutatore del funzionario egli vacillò e tremò, fcenchè fosse palese che egli cercava disperatamente di ritrovare la- forza di simulazione che lo aveva sorretto fino a quél momento. Le sue labbra sbiancate tentarono di mormorare una scuso; poi l'assassino Improvvisamente confessò:, — Si, 60no stato io. 'Al Mattio vennero immediatamente messi i fèrri. La folla tumultuò chiedendo di far giustizia sommaria, e 1 militi ebbero da fare a trattenerne lo sdegno. 11 Mattio intanto fu tradotto nelle carceri di Demonte ove venne nuovamente Interrogato dal giudice istruttore di Cuneo, sopraggiunto in-giornata. Le indagini delle autorità continuano, anche perche pare che il Mattio abbia commesso sul cadavere della povera.vedova delle turpi violenze. L'impressione per il- barbaro delitto che piomba nella desolazione e nella- miseria le due povere creature della Bruno, perdura profondissima.